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‘Le mani nelle tasche dei lavoratori dell’Ateneo e la classifica del Censis’

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 17, 2010

Si chiede la “fiducia” per togliere i soldi dalle tasche dei lavoratori e servizi ai cittadini, alle famiglie e agli studenti.
Il maxiemendamento in approvazione in questi giorni al Senato e alla Camera sancisce ulteriori tagli importanti sulle risorse destinate alle Università e al diritto allo studio.
A differenza delle precedenti dichiarazioni del Governo di voler investire 800 mln di euro, per il 2011 i tagli complessivi saranno di circa 1 miliardo e 100 milioni di euro.

A partire dal 2010/2011 mancheranno infatti i fondi che il precedente “governo Prodi” aveva destinato alle Università per 550 milioni di euro l’anno, che non sono stati rifinanziati. A questi si devono aggiungere i 400 milioni di euro provenienti dalla manovra dello “scudo fiscale” che non sono stati destinati alle Università e i tagli previsti dalla Legge n.133/08. Possiamo stimare che il monte totale delle risorse destinate al FFO (Fondo di Finanziamento Ordinario) nazionale passerà dai circa 7 miliardi e 200 milioni a circa 6 miliardi e 130 milioni.
Conseguentemente il FFO dell’Ateneo senese potrebbe scendere fino a 105 mln di euro.

Anche i finanziamenti per il diritto allo studio che erano stati destinati dalla Legge n.1 del 2009 in 250 milioni scenderanno a circa 99 milioni.
Queste ultime risorse, anche se non sono direttamente legate alle risorse degli Atenei, ma attraverso le Regioni al sostegno degli studenti, causeranno delle serie ripercussioni sulle possibilità di scelta degli studenti dei corsi di laurea e delle sedi universitarie nei prossimi anni.
Per quanto riguarda il territorio senese e le nostre Università, e in particolar modo l’Ateneo vista la sua condizione di grave crisi economica, le scelte del Governo avranno serie ripercussioni sulla gestione economica e sulla scelta del nostro territorio da parte di chi vorrà venire o continuare a studiare a Siena.
Le conseguenze derivanti dal blocco dei contratti collettivi nazionali sono stimabili con una perdita media degli stipendi dei dipendenti contrattualizzati pari (in euro) a: per un B4 di 3.077, per un C4 di 3341, per un D4 di 4175, per un EP2 di 4441, per un EP5 di 5734.
Per quanto riguarda i docenti, un ordinario di classe 1 perderà in media 21.556 euro, di classe 9 26.675, di classe 14/3 23.553.
Gli associati confermati a t.p. di classe 1 perderanno 15.613 euro, di classe 9 19.241, di classe 14/3 17.022 euro.
Un ricercatore a tempo pieno di classe 1 11.441 euro, di classe 9 14.029, di classe 14/3 12.314 euro.
Le cifre delle tre fasce di docenza sono calcolate sui tre anni dal 2011 al 2013 tenendo presente la perdita media per il blocco di classi e scatti calcolata sullo stipendio annuale lordo, la perdita dovuta al mancato adeguamento annuale per la posizione di riferimento calcolata per difetto sul 2% (lo scorso annuo è stata del 3,77%) e la perdita media annuale a regime consistente in un importo pari a 1,5 scatti (derivante dal blocco degli scatti biennali). E questi importi non verranno recuperati.
Nonostante la classifica del Censis che pone l’Ateneo senese ancora tra le prime Università italiane di medie dimensioni, nei prossimi tre anni il nostro territorio perderà, solo attraverso il mancato rinnovo dei contratti di chi lavora nell’Università, circa 24,2 milioni di euro.
A questi si devono aggiungere i tagli sul salario accessorio del personale tecnico e amministrativo e la volontà di ridurre da parte dell’Amministrazione il fondo per la produttività e le progressioni e la mancata applicazione degli accordi per le PEO (progressioni economiche orizzontali), che porteranno a una perdita ulteriore di circa 6 milioni di euro che non entreranno nelle tasche dei dipendenti, per un totale di oltre 30 milioni di euro che non verranno spesi nel nostro territorio per i prossimi tre anni a svantaggio di tutta l’economia locale e con conseguenze sociali rilevanti.
Niente risorse quindi e che si aggiungono a ulteriori norme restrittive in fatto di sicurezza del posto di lavoro per i giovani e meno giovani che non hanno un lavoro o che l’hanno perso.
Pochissime possibilità per continuare a fare ricerca con mezzi economici e strumenti adeguati.

Non abbiamo “fiducia” in un governo, e in chi ci va a braccetto, che fa pagare la crisi solo ai più giovani, ai precari, ai lavoratori e alle lavoratrici, mentre non toglie un euro agli alti redditi e agli evasori fiscali.

Non ci arrenderemo mai e continueremo a difendere i servizi pubblici e le tutele sociali perché rappresentano beni comuni di tutti e strutture fondamentali di uno stato civile e democratico.

FLC-CGIL Siena

Argomenti: FLC, università |