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Forconi: CGIL, atti violenti vanno sempre condannati e fermati

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Dicembre 12, 2013

movimento20dei20forconi[1]Forconi: CGIL, atti violenti vanno sempre condannati e fermati

10/12/2013 da www.cgil.it

Le manifestazioni che sotto il titolo giornalistico dei ‘Forconi’ animano in questi giorni le piazze italiane preoccupano quando si qualificano per gli atti violenti che si stanno ripetendo con forza e che vanno sempre e in ogni caso condannati e fermati.

In particolare, in queste ore, si stanno verificando azioni intimidatorie e provocatorie, anche violente, in molte aree del Paese. Solo a titolo di esempio gravi fatti sono accaduti ad Andria, Barletta, Cerignola, Biella e Savona, dove non solo è stato impedito lo svolgimento delle attività lavorative, ma si è anche tentato di ostacolare l’esercizio dell’attività sindacale, con gravi minacce, lancio di oggetti e qualche caso di tentativi di irruzione nelle Camere del Lavoro.

Manifestare è un diritto di tutti, ma tale diritto va esercitato nel rispetto del principio incontrovertibile della non violenza, della non intimidazione e del rispetto delle libertà di ogni lavoratore e di ogni impresa di poter svolgere liberamente la propria attività.

L’assalto ai luoghi di lavoro e alle sedi sindacali è inaccettabile. Si tratta di atti di assoluta prevaricazione che devono essere impediti sul nascere.

Il dipartimento organizzazione della CGIL, visto il degenerare della situazione, ha inviato una nota a tutte le proprie strutture nella quale si dispone il rafforzamento dei presidi nelle sedi sindacali e si chiede di innalzare il livello di vigilanza.

In ogni capoluogo di Provincia verrà avanzata agli organismi preposti alla sicurezza e all’ordine pubblico, la richiesta di porre la massima attenzione a prevenire le possibili tensioni che possano ingenerare manifestazioni facinorose e squadriste e a reprimere ogni tentativo violento di intimidire aziende, lavoratori o loro rappresentanti sindacali.

L’eterogeneità delle rivendicazioni alla base della protesta è sicuramente sintomo del disagio diffuso che si è approfondito in una delle più lunghe crisi della storia e che per giunta non è stata contrastata adeguatamente. Nello stesso tempo è proprio questa eterogeneità che rende difficile individuare risposte e si presta a quelle pericolose invocazioni autoritarie che sono echeggiate nelle piazze e fanno dubitare delle reali finalità di questo movimento.

Fa un grave errore chi pensa di cavalcare questa protesta per delegittimare ulteriormente la politica e le istituzioni, come sbagliato e foriero di possibili gravi conseguenze, è la continua delegittimazione che trasversalmente una parte del sistema politico sta compiendo nei confronti delle associazioni di rappresentanza sociale e del sindacato in particolare, indicate, a torto e strumentalmente, come i soggetti responsabili dell’attuale situazione e quindi da cambiare, cancellare o annullare.

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