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Appalti: Camusso presenta proposta di legge, diamo garanzie e tutele a ‘ultimi’

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 16, 2015

Banner_appaltiAppalti: Camusso presenta proposta di legge, diamo garanzie e tutele a ‘ultimi’

14/01/2015 Leader Cgil, Jobs Act rischia di fare di questi lavoratori le prime vittime » VolantinoManifestosintesi proposta di legge da www.cgil.it

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Garanzia dei trattamenti dei lavoratori impiegati negli appalti privati e pubblici; contrasto alle pratiche di concorrenza sleale tra le imprese; tutela dell’occupazione nei cambi di appalto. Sono in estrema sintesi i punti che qualificano la proposta di legge di iniziativa popolare sul tema appalti, promossa dalla Cgil, e presentata oggi a Roma in piazza del Pantheon, in un appuntamento promosso dalla Cgil Roma e Lazio, con raccolta di firme. Tra i firmatari, il leader di corso d’Italia, Susanna Camusso, che dal palchetto in piazza ha motivato le ragioni di questa iniziativa del sindacato. “Frequentemente – ha detto Camusso – ci dicono, specie chi si sta dedicando alla riduzione dei diritti e delle tutele dei lavoratori, che difendiamo un mondo fatto di certezze e privilegi mentre il mercato del lavoro è molto frammentato. Ma se è così, se ci sono tanti ultimi, perché non si comincia da lì? Perché non si fa in modo che gli ultimi acquisiscano garanzie e tutele che servono non solo alla dignità delle persone ma che sono anche l’indicatore di un lavoro di qualità, di una scelta di sviluppo positivo?”. Il tema appalti rientra proprio in questo segmento. “Appalti è una parola che molti cittadini sentono solo quando si parla di inchieste giudiziarie – ha aggiunto -, ma gli appalti attraversano trasversalmente tutta l’attività di lavoro del nostro paese, qualunque settore e azienda, dal pubblico al privato”. Ma se ad ‘appalti’ si associa ‘inchieste’ il motivo è perché ”la non trasparenza sulle norme degli appalti determina la crescita dell’illegalità in materia economica”. Per questo Camusso ha ribadito: “Invece di tagliare orizzontalmente i servizi ai cittadini perché non si tagliano le trentamila stazioni appaltanti che ci sono? Non lo si fa perché vorrebbe dire intervenire in un sistema di potere, dietro il quale però ci sono milioni di lavoratori che hanno visto in questi anni peggiorare le loro condizioni di lavoro. Sono i figli e le vittime degli appalti al massimo ribasso, alla massima convenienza economica: si abbassano i costi e si scaricano sui lavoratori, si aumentano i profitti e si impoverisce il lavoro”. La Cgil promuove questa raccolta di firme per mettere al centro proprio la tutela dei lavoratori. “Vogliamo partire da quel milione di lavoratori che ogni giorno si interrogano su quando ci sarà la gara del loro appalto, su cosa gli succederà, di quante ore hanno già tagliato in questi anni il loro lavoro e di quante volte si sono visti tagliare la retribuzione pur di mantenere il lavoro”. Così come, dopo l’intervento del governo dei tecnici che “spezzò la relazione tra l’azienda che dava un appalto e l’azienda che lo riceveva”, Camusso ha annunciato: “Vogliamo ripristinare un principio fondamentale: la clausola sociale, ovvero un lavoratore non può perdere il lavoro in ragione esclusivamente del cambio della gara d’appalto”. Inoltre, il tema è anche connesso con il Jobs Act e l’iter di approvazione dei decreti. “Siamo ancor più preoccupati davanti ai decreti della legge delega perché, per come sono fatti nella precarizzazione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, si rischia di fare come prime vittime i lavoratori degli appalti. Perché al cambio di appalto, invece di conservare la propria professionalità e la propria anzianità, potrebbero essere considerati dei neo assunti senza più le tutele precedenti”. Ecco quindi che, ha concluso il numero uno della Cgil, se “si usa il tema dell’unità del lavoro come una clava contro il sindacato poi nella realtà non lo si pratica nella legge. La sfida è se il lavoro deve essere la vittima delle politiche della crisi o se il lavoro è, come noi siamo convinti, la risorsa per uscire dalla crisi”.

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