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Salvare Siena Biotech è ancora possibile

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 21, 2015

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Nei giorni scorsi la stampa locale e nazionale ha continuato, giustamente, a soffermarsi ancora sulle vicende della Siena Biotech. Il quesito principale è sempre il solito: è possibile dare nuovo impulso alla ricerca senese in campo biotecnologico e non gettare alle ortiche i tanti anni di esperienza assieme alle ingenti risorse economiche investite?

La risposta è affermativa. E’ possibile. Basta volerlo.

L’importante è non farsi prendere dal panico, dal tempo che corre e dalla furia nell’individuare una soluzione qualsiasi, magari quella più semplice e sbrigativa, che non è detto sia anche la più giusta.

L’attenzione va rivolta in primo luogo ai lavoratori e alla loro salvaguardia occupazionale e professionale, ma ciò che a quanto pare, all’esterno, costituisce il principale elemento di interesse e attrattività è l’immobile che ospita l’attività di Siena Biotech, i suoi laboratori, le strumentazioni all’avanguardia che molti esperti del settore guardano con una punta di invidia.

Non vorremmo che l’area edificata e attrezzata diventasse semplicemente terreno di scorribande, dove, dietro il paravento del salvataggio di alcuni posti di lavoro, si aprissero le porte a saccheggiatori di esperienze, pronti ad “occupare” più che i lavoratori i metri quadrati.

Il numero dei dipendenti è ormai ridotto ad una cinquantina; di questi, poco più di dieci lavorano già come distaccati per TLS (Toscana Life Sciences); il rimanente nucleo, costituito prevalentemente da ricercatori, può dare molto in termini di esplorazione e conseguimento di nuovi obiettivi in campo biotecnologico e biomedico. Fra l’altro, manifestazioni di interesse dall’estero verso questa attività sono già arrivate a Palazzo Sansedoni… E altre potrebbero giungere… Magari basterebbe promuovere con maggior decisione questo tipo di indirizzo.

L’errore più grosso che qualcuno potrebbe commettere è sottovalutare le potenzialità, in parte ancora inespresse, di questo team di lavoratori altamente preparati; forse pensando di fare cosa giusta nel disperderli come ceneri al vento fra le diverse aziende start up presenti nel territorio.

Ecco, appunto: partiamo da ciò che non è il caso di fare (e da lasciare, semmai, come ultima spiaggia).

Marco Goracci, Segretario provinciale FILCTEM CGIL

Siena, 21 gennaio 2015

Argomenti: aziende, FILCTEM |