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Ape sociale e precoci: Cgil, positive alcune delle novità, ma restano aspetti negativi

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Dicembre 16, 2017

Ape sociale e precoci: Cgil, positive alcune delle novità, ma restano aspetti negativi

Roma, 14 dicembre – “Accogliamo con favore alcune novità introdotte dal Governo con l’emendamento alla manovra in merito ad Ape sociale e precoci, da noi sollecitate con forza sia con la mobilitazione che durante gli incontri con i gruppi parlamentari, ma permangono forti criticità”. È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli.

“La Cgil – sostiene il dirigente sindacale – giudica positivamente che, sia per l’Ape sociale che per i precoci, in aggiunta al requisito contributivo dei 6 anni sugli ultimi 7 di lavoro, si preveda un allargamento ai 7 anni su 10. Bene inoltre la rimozione del vincolo del tasso di tariffa Inail del 17 per mille. Erano entrambe nostre richieste”.

“Altre, invece, non sono state recepite, come quella dell’abbassamento della soglia di contribuzione necessaria per accedere ai lavori gravosi, da 36 anni a 30 anni di contribuzione, e l’allargamento della platea per tutti coloro che hanno perso il lavoro e sono attualmente disoccupati”, sottolinea Ghiselli.

Sul nodo dei lavoratori agricoli interviene Ezio Cigna, responsabile delle previdenza pubblica della Cgil nazionale: “Se interpretiamo bene l’emendamento dell’Esecutivo, saranno necessarie 156 giornate per perfezionare un anno di contribuzione, come indicato nella legge n. 608 del 1996, e in queste verrebbero ricompresi i giorni di disoccupazione agricola. Se così fosse, potremmo dire che quella categoria di lavoratori potrà utilizzare quello strumento, cosa non possibile in caso contrario”.

“Nell’emendamento presentato – aggiunge Roberto Ghiselli – si conferma che le risorse risparmiate quest’anno non verranno reimpiegate per le finalità previdenziali a cui erano state destinate”. Un’analisi della Cgil, già qualche giorno fa, aveva dimostrato che i risparmi di spesa per Ape sociale e precoci afferenti al 2017 ammonteranno a 504.210.322 euro. E, considerando che nell’emendamento si prevede un intervento triennale in materia per un totale di 174.900.000 euro (30.500.000 euro nel 2018, 76.000.000 nel 2019 e 68.400.000 nel 2020), gli investimenti effettuati sono addirittura inferiori ai risparmi ottenuti.

Per quanto riguarda il Fondo per l’Ape sociale, il segretario confederale tiene a precisare che “la costituzione di quest’ultimo non equivale ad una proroga dello strumento anche per il 2019. Per questo sarà necessario uno specifico intervento legislativo, e – evidenzia in conclusione Ghiselli – non vi sarà alcun nuovo investimento da parte del Governo poiché nel Fondo rientreranno solo le eventuali risorse residue rispetto a quelle già stanziate”.

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