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Omofobia: discriminazioni pesano, serve cambio di passo che riconosca a tutti uguali diritti

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 17, 2022

Omofobia: le discriminazioni pesano, serve un cambio di passo che riconosca a tutti uguali diritti

(Foto: Marco Merlini) Roma, 17 maggio – “La crisi sanitaria prima e la guerra in corso nel nostro continente poi hanno aumentato le disuguaglianze, peggiorando le condizioni di vita dell’intera collettività ma lasciando segni più profondi nelle persone già oggetto di discriminazione. Discriminazioni che nel nostro Paese continuano a pesare. Occorre un cambio di passo che riconosca diritti uguali per il solo fatto di essere persone, a prescindere da orientamento sessuale, identità di genere, genere ed etnia di appartenenza e fede religiosa, nel pieno rispetto del dettato Costituzionale”. È quanto dichiara il responsabile dell’Ufficio Nuovi diritti della Cgil nazionale, Sandro Gallittu, in occasione della Giornata mondiale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia.

“Sono storia recente – prosegue il dirigente sindacale – le notizie provenienti dall’Ucraina sulla difficoltà delle persone trans a lasciare il Paese; le complicazioni ingenerate dalla legislazione italiana sull’emergenza per le famiglie omogenitoriali; le pesantissime limitazioni dei diritti civili in paesi dell’Unione quali Ungheria o Polonia”. E per quanto riguarda il nostro Paese, Gallittu ricorda che “è reduce dalla bocciatura della legge di contrasto all’omolesbobitransfobia, uno strumento del quale i paesi occidentali si sono dotati da decenni ma che da noi ancora non giunge all’approvazione per effetto delle pulsioni discriminatorie tuttora molto presenti nel nostro Parlamento e ben evidenziate dal dibattito, spesso surreale, che ha accompagnato la discussione della proposta di legge. Una discussione che ha preso di mira in particolar modo le frange più fragili ed esposte della Comunità LGBTQI+: le soggettività trans e non binarie e le figlie e i figli delle famiglie omogenitoriali”.

La Cgil, “pur salutando con favore una proposta tesa ad allargare le fattispecie della legge Mancino per il contrasto ai crimini d’odio, ha sempre sostenuto che il vero strumento in questo senso è rappresentato da un allargamento dei diritti che favorisca un approccio collettivo pienamente inclusivo verso le persone LGBTQI+”.

Il responsabile dell’Ufficio Nuovi diritti della Confederazione ricorda quindi le richieste avanzate a tale scopo, “dall’estensione dell’istituto matrimoniale a tutte e a tutti a prescindere dal genere e dall’orientamento sessuale, ad una riforma della legge per le adozioni che consenta accesso pieno e paritario a single e alle coppie dello stesso sesso, tanto più in un momento in cui vi è una forte emergenza umanitaria scaturita dalla guerra in Ucraina. Dalla cancellazione degli ultimi residui divieti della legge 40, in modo da consentire la fecondazione medicalmente assistita alle donne single e alle coppie dello stesso sesso, all’introduzione nelle scuole di una corretta informazione e formazione per il rispetto di tutte le differenze e al superamento della legge 164/1982 per prevedere la piena autodeterminazione delle persone trans e non binarie. Passando per il pieno riconoscimento delle due figure genitoriali fin dalla nascita per tutte le figlie e i figli, come ripetutamente raccomandato dall’Unione Europea e dalla Corte Costituzionale, talmente inascoltate da arrivare al deposito e alla discussione nel nostro parlamento di proposte di legge che quei genitori vorrebbero invece criminalizzarli”.

“Oggi come e più di prima – sottolinea Gallittu – serve un cambio di passo che riconosca a tutti uguali diritti. Oggi come e più di prima – conclude – occorre un pieno coinvolgimento del nostro Sindacato in questa battaglia di civiltà, a partire dalla contrattazione nei posti di lavoro che anticipi e incoraggi i progressi legislativi e da un posizionamento chiaro e deciso a sostegno dei diritti di tutte e tutti”.

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