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Tabelle paga commercio ottobre 2012

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Ottobre 1, 2012

Commercio_10_12

Argomenti: CGIL, FILCAMS, servizi, tabelle paga, Ufficio vertenze |

Riforma del lavoro: le nuove amenità di una legge labirinto

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Ottobre 1, 2012

Riforma del lavoro: le nuove amenità di una legge labirinto

Prosegue l’aggiornamento del Dossier in progress che la CGIL sta costruendo per rendersi conto della dimensione dei problemi creati dalla Riforma Fornero e dei motivi per cui è necessario cambiarla. MiniASpI per gli stagionali e diritto allo status di disoccupazione: cosa è cambiato e come ci si muove nel labirinto della riforma » Vai al Dossier

28/09/2012 da www.cgil.it

Di seguito pubblichiamo un nuovo contributo al Dossier CGIL sugli effetti reali della legge Fornero sul mercato del lavoro. Si tratta di un approfondimento sulle ‘amenità’ della legge 92/2012 in materia di applicazione della MiniASpI per i lavoratori stagionali e di mantenimento dello status di disoccupati e relativi diritti.

  1. MiniASpI e stagionali: già in una precedente segnalazione (lettera CGIL al Ministro) la CGIL aveva segnalato il rischio che la nuova disposizione del MiniASpI non potesse trovare applicazione nei confronti di quanti avessero svolto lavori stagionali nel corso del 2012. Ma purtroppo l’analisi della legge ha evidenziato un altro rischio molto grave. Infatti la legge (art.2 comma 21) dice che il MiniASpI sarà erogata “detratti gli importi già fruiti nel corso dell’anno”. Ciò significa che un lavoratore stagionale che lavori, ad es., da giugno a settembre nel corso del 2013 e quindi abbia avuto versamenti contributivi per 17 settimane avrà sì il MiniASpI per 8,5 settimane a decorrere da ottobre 2013, ma, se non avrà un’altra occasione di impiego prima del periodo giugno- settembre dell’anno successivo, nel 2014 non potrà beneficiare di alcuna indennità!!

    Basta fare il conto: un lavoratore che avesse lavorato per i mesi giugno/settembre 2013 avrà beneficiato di una MiniASpI per 8 settimane e mezzo (la metà delle 17 settimane lavorate); ebbene, nei 12 mesi antecedenti ottobre 2014, data presumibile in cui il lavoratore presenterà la domanda per il periodo giugno/settembre 2014, quel lavoratore ha già beneficiato di 8,5 settimane di MiniASpI…che è esattamente quanto gli spetterebbe in base alle prestazioni lavorative svolte nel 2014! Ergo, la MiniASpI, per la stragrande maggioranza dei lavoratori stagionali, si percepirà…a stagioni alterne!!

  2. A chi sarà mantenuto lo status di disoccupati e i diritti relativi?: Il sistema in vigore prima della riforma Fornero consentiva l’acquisizione dello stato di disoccupazione non solo in caso di totale assenza di un rapporto di lavoro subordinato, bensì anche nel caso di svolgimento di lavoro in parasubordinazione (co.co. co, co.co.pro ) o di lavoro autonomo. Vale a dire che qualsiasi lavoro dava titolo ad acquisire e conservare lo status di disoccupato, purché garantisse un reddito annuale inferiore al reddito minimo escluso da imposizione fiscale. ( 8.000,00 euro per i rapporti di lavoro subordinato e parasubordinati, 4.500,00 per i lavoratori autonomi). La nuova legge ha invece eliminato il reddito come elemento per mantenere lo status di disoccupato, e pertanto potranno acquisire e mantenere lo status di disoccupato solo coloro che non svolgono alcun tipo di attività lavorativa.

    Insomma, a partire dal 1/1/ 2013 dovranno essere cancellati dagli elenchi anagrafici dei Centri per l’impiego tutti coloro che attualmente hanno titolo all’iscrizione in quanto percettori di redditi minimi (per es. occupati a part-time, con un rapporto di lavoro autonomo o di para subordinazione). L’altra modifica che produrrà un forte impatto su un cospicuo numero di persone è l’aver previsto che lo status di disoccupato si sospende solo in caso di instaurazione di un rapporto di lavoro subordinato inferiore a 6 mesi. Ne consegue che un contratto di lavoro di natura parasubordinata o autonomo non determina la sospensione dello stato di disoccupazione bensì la perdita. Tale nuova formulazione dello stato di disoccupazione potrà produrre notevoli impatti dal punto di vista sociale, considerato che lo stato di disoccupazione è la condizione per una serie di benefici ed agevolazioni, quali per esempio l’erogazione di indennità previdenziali o l’esenzione dalle spese sanitarie. Il non consentire il mantenimento dello status di disoccupazione anche in presenza di redditi minimi, incoraggerà i lavoratori disoccupati ad accettare occasioni di lavoro al nero al fine di non perdere lo status di disoccupato.

 

Argomenti: CGIL |

Province: il punto di vista di chi ci lavora

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 26, 2012

 Province: il punto di vista di chi ci lavora

Le lavoratrici e i lavoratori della Provincia di Siena, la RSU, la FP CGIL e la FPL UIL hanno, in tempi non sospetti, criticato aspramente la cosiddetta riforma delle Province come riforma fatta per cercare di dare una risposta, in maniera del tutto errata, all’antipolitica e non per costruire una nuova architettura istituzionale più efficiente. Una riforma che sembra ignorare del tutto servizi e compiti di questa istituzione e propone sulla base di parametri del tutto arbitrari, che non tengono conto né delle omogeneità economiche né della mobilità delle persone, il ridisegno di una nuova provincia non più legittimata dal voto di tutti i cittadini ma ente di secondo grado.

A questo vizio d’origine, nel corso di questi mesi, anche nella nostra regione, è seguito un dibattito che, eufemisticamente, può essere definito senza senso.

Rivendichiamo la coerenza di una posizione chiara: le province devono restare enti di governo cui devono essere attribuite le funzioni di area vasta e di coordinamento e devono poter godere della necessaria autonomia finanziaria.

Quale valore possono avere questi enti in termini di prossimità e sussidiarietà al cittadino, quale volano di sviluppo, quale presidio di legalità se con le manovre precedenti e con la spending review si otterrà nel 2013 una sommatoria di Enti quasi completamente in dissesto finanziario? Quale futuro per i servizi? Quale futuro per i lavoratori?

Invece di tentare di costruire una risposta che in qualche modo partisse dalle omogeneità delle linee di sviluppo, dai servizi e dal diritto dei cittadini di poterne usufruire in maniera diffusa e dal diritto dei lavoratori delle province di veder garantito il loro posto di lavoro e la loro professionalità, si è preferito parlare d’altro, dando spazio a localismi che rischiano, se non ricondotti a una proposta comune della Toscana, di fare applicare i cervellotici criteri del Governo.

Le lavoratrici e i lavoratori della Provincia di Siena chiedono con forza a tutte le istituzioni politiche locali e alle forze politiche un salto di qualità del dibattito in corso per arrivare ad una decisione condivisa che abbia come bussola i servizi e il lavoro di chi oggi opera nelle province.

I circa 437 lavoratori di ruolo più i precari che oggi fanno funzionare servizi indispensabili per i cittadini sono una risorsa importante e qualificata che non può essere dispersa e tanto meno non tenuta nel debito conto nel disegnare i servizi e l’organizzazione del lavoro delle nuove province.

Partendo dalla piena adesione allo sciopero nazionale dei servizi pubblici di venerdi 28 settembre i lavoratori e la lavoratrici della Provincia di Siena continuano nella mobilitazione. Tramite le loro rappresentanze sindacali vogliono essere protagonisti di una seria riforma delle Istituzioni, di cui questo paese ha estremo bisogno. Pretendiamo da subito l’avvio di un confronto sinergico con tutti i soggetti istituzionali interessati al riordino delle Province.

Il decreto non va bene, uniamo le forze per cambiarlo. Istituzioni, lavoratori e cittadini.

Approvato all’unanimità dall’assemblea del personale dell’Amministrazione Provinciale di Siena di oggi (26/09/2012)

Argomenti: FP, manifestazioni, Provincia, scioperi |

I dipendenti delle Società Agricole ‘San Donato in Perano’ e ‘Domine’ dicono basta: “Vogliamo i nostri soldi!!”

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 25, 2012

I dipendenti delle Società Agricole ‘San Donato in Perano’ e ‘Domine’ dicono basta: “Vogliamo i nostri soldi!!” 

“È veramente assurdo quanto sta accadendo nelle terre del Chianti – spiega Domenico Cordaro della Segreteria FLAI CGIL Siena – ed è vergognoso quello che stanno vivendo i dipendenti della Società Agricola Domine srl, azienda che lavora nelle vigne della più famosa Società Agricola San Donato in Perano a Gaiole in Chianti”.

“La San Donato in Perano – prosegue Cordaro – non paga lo stipendio ai dipendenti dal maggio scorso e alla scadenza del contratto, a giugno, si è guardata bene dal regolare e sanare la questione con i dipendenti; nel frattempo dal primo di luglio gli stessi lavoratori sono stati assunti dalla Domine con contratto fino alla fine del 2012, ma anche quest’ultima si è guardata bene dal pagare lo stipendio e, come se non bastasse lo stato di difficoltà dei dipendenti, non li fa lavorare nella vendemmia ma impiega manodopera esterna”.

“Vale la pena ricordare – conclude il sindacalista della FLAI CGIL – che gli operai agricoli in provincia di Siena sono una realtà di oltre 12.000 addetti che ad oggi, oltre alle varie beffe aziendali, non vedono rinnovato il Contratto Provinciale scaduto a Dicembre 2011. Siamo veramente stanchi di queste situazioni e di queste prese in giro, chiediamo agli organi di vigilanza di intervenire quanto prima per verificare le varie situazioni anomale che sempre più spesso ci vengono segnalate, come richiesta di aiuto, in tutto il territorio della provincia”.

Siena, 25 settembre 2012

Argomenti: aziende, FLAI |

Crisi: CGIL, previsione crollo consumi per famiglie operaie

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 24, 2012

Crisi: CGIL, previsione crollo consumi per famiglie operaie

Studio IRES e ISF, “quadro preoccupante determinato da inflazione, disoccupazione e pressione fiscale”. Secondo la CGIL, “il Governo ha l’obbligo di porre immediato rimedio attraverso interventi concreti su fisco, investimenti e lotta alla disoccupazione e alla precarietà”

24/09/2012 da www.cgil.it

Inflazione, disoccupazione e pressione fiscale, un combinato disposto che determinerà un ridimensionamento dei consumi reali delle famiglie operaie nel triennio 2012-2014, rispetto al 2011, di 1.806 euro (-8,4%). E’ quanto risulta da una rilevazione sull’andamento dei consumi (‘La scomparsa dei consumi’) condotta dall’IRES e ISF CGIL, assieme al CER: la prima di una serie di rilevazioni periodiche su consumi e redditi.

Uno studio che “conferma un quadro molto preoccupante”, come osservano il segretario confederale della CGIL, Danilo Barbi, e il presidente della fondazione Di Vittorio, Fulvio Fammoni, alla luce di un incremento della perdita media annua di consumo per le famiglie di operaie che, spiega il rapporto, passa così nel periodo 2007-2011 a una cifra di poco superiore ai 200 euro annui ad una perdita media annua di 600 euro nel periodo 2012-2014. Dati quindi, aggiungono i due dirigenti sindacali, “che anzitutto smentiscono l’affermazione di fonte governativa che le ripercussioni delle manovre sull’economia avrebbero provocato un rallentamento nel ‘breve periodo’ dovuto al calo della domanda”. La ricerca infatti indica invece che “il calo della domanda rimarrà almeno fino al 2014, un periodo ‘lunghissimo’ per le persone”.

Secondo Barbi e Fammoni “pressione fiscale, inflazione e disoccupazione sono gli elementi che comprimeranno ancora la capacità di spesa delle famiglie, con un conseguente calo dei consumi e ripercussioni sulla produzione e sull’occupazione. Le scelte del Governo quindi non provocano un effetto neutrale, ma ripercussioni molto differenziate per livelli di reddito”. Nel caso di famiglie operaie, si legge nello studio, la propensione al consumo sfiora l’85% del reddito; nel caso degli imprenditori si rimane al di sotto del 65%. Per il triennio 2012/14 le famiglie di lavoratori dipendenti subiranno così un ridimensionamento dei consumi reali di 1806 euro, “una enormità per il livello del loro reddito”, denunciano Barbi e Fammoni.

In un paese manifatturiero come l’Italia, concludono Barbi e Fammoni, “che produce in modo prevalente per il proprio mercato interno, questo significa un peggioramento per le persone e un ulteriore avvitamento della crisi. Tutto questo andava previsto e affrontato con apposite soluzioni, altro che fase 2 di cui ancora non si vede traccia o luce in fondo al tunnel. A questo stato di cose il Governo ha l’obbligo di porre immediato rimedio attraverso interventi concreti su fisco, investimenti e lotta alla disoccupazione e alla precarietà”.

Argomenti: CGIL |

Lavoratori agricoli: in attesa del rinnovo contrattuale

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 24, 2012

Nei giorni in cui si sta svolgendo a Firenze l’Expo rurale 2012, la FLAI CGIL denuncia come i lavoratori impiegati nell’agricoltura e nell’agroalimentare, nonché nell’idraulico-forestale e negli allevamenti, siano da tempo senza rinnovo contrattuale.

“I confronti aperti già da un anno tra sindacati ed associazioni datoriali – spiega Paola Bittarello, Segretaria Generale della FLAI CGIL di Siena – sono lenti ed inconcludenti in tutta la Toscana. Anche a Siena ad esempio e’ stata presentata dai sindacati una piattaforma per il rinnovo del Contratto Provinciale dei Lavoratori agricoli, ma dopo 9 mesi il confronto non ha portato ancora a risultati concreti. Anzi, sulle questioni poste, a partire da quella economica, abbiamo trovato risposte assolutamente irricevibili”.

“Auspichiamo che il prossimo incontro del 26 settembre – conclude la sindacalista – possa essere utile a costruire quelle risposte contrattuali che i lavoratori si aspettano e che meritano; in una provincia dove l’agricoltura si distingue per i prodotti d’eccellenza vorremmo che la consapevolezza del valore del lavoro e dei lavoratori andasse di pari passo”.

Siena, 22-09-2012

Argomenti: agricoltura, contrattazione, FLAI |

Servizi pubblici: 28 settembre sciopero generale e manifestazione a Roma

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 21, 2012

Servizi pubblici: 28 settembre sciopero generale e manifestazione a Roma

Per i leader della CGIL, della FP e della FLC lo sciopero del 28 settembre “è il naturale sbocco di un lungo percorso di mobilitazione che il sindacato ha messo in campo in opposizione alle scelte del Governo Monti sul lavoro pubblico” inoltre, “è una occasione per rilanciare un’idea di riorganizzazione e valorizzazione del lavoro pubblico in risposta agli effetti devastanti della crisi in atto” » Manifesto

20/09/2012 da www.cgil.it

I Segretari Generali di CGIL, FP CGIL e FLC CGIL, Susanna Camusso, Rossanna Dettori e Domenico Pantaleo, in vista dello sciopero generale dei servizi pubblici proclamato per venerdì 28 settembre, hanno reso nota una lettera di cui pubblichiamo qui di seguito il testo.

“La decisione di proclamare una giornata di sciopero generale dei servizi pubblici per il 28 settembre è il naturale sbocco di un lungo percorso di mobilitazione che la CGIL, la FLC CGIL e la FP CGIL hanno messo in campo in opposizione alle scelte del Governo Monti sul lavoro pubblico.

Il cd. Decreto “spending review”, convertito in legge ad Agosto, è l’atto, temiamo nemmeno finale, di una serie di interventi di natura finanziaria che, a cominciare dal precedente decreto “salva-Italia”, hanno operato su di un’unica direttrice di marcia: il restringimento dei perimetri e degli spazi pubblici quali pre-condizioni per la completa liberalizzazione/privatizzazione delle attività pubbliche.

‘Affamare la bestia’, indebolirla, renderla inefficiente, comprimerne le potenzialità, destrutturarne la missione sono i tratti di unione che tengono insieme tutti i provvedimenti del Governo sul lavoro pubblico.

Tutto ciò aggravato, se mai fosse stato possibile, dall’ipocrita e a tratti schizofrenico comportamento del Governo sul sistema delle relazioni con le parti sociali: la gestione da parte dell’Esecutivo dell’accordo del 3 maggio u.s. sul lavoro pubblico è, alla luce di ciò che è successo dopo quella data, la conferma di una precisa volontà di perseguire non un obiettivo di razionalizzazione e miglioramento dell’azione pubblica, ma, al contrario, di ridimensionamento e destrutturazione delle Pubbliche Amministrazioni, dei servizi pubblici in generale.

La ‘spending review’ del Governo, in assoluta coerenza con l’impostazione dei provvedimenti precedenti, consegna a tutti noi, al Paese, ai cittadini una riflessione che lo sciopero generale si incarica di contrastare: l’idea che, lungi dal voler riformare, riorganizzare, migliorare l’azione pubblica, gli interventi governativi perseguono la ridefinizione del sistema, il ridisegno del welfare attraverso un nuovo rapporto fra cittadini e diritti, fra bisogni e tutele, fra pubblico e privato.

La mobilitazione, lo sciopero del 28 settembre e le iniziative che seguiranno rivendicano, quindi, un ripensamento radicale degli interventi assunti nei provvedimenti “spending”, a cominciare dalle questioni legate ai livelli occupazionali (precari/esuberi), e si incaricano di favorire una migliore lettura, per la politica, per i cittadini, per i giovani e i pensionati, circa la reale portata delle politiche del Governo sul lavoro pubblico: la distruzione di un modello sociale che, pur con le difficoltà che nessuno disconosce, ha fondato i suoi architravi sull’universalità delle prestazioni, sull’inclusione e sulla tutela sociale, sul sistema dei diritti di cittadinanza, sul lavoro.

Le proposte della CGIL sono note come altrettanto chiare le nostre disponibilità ad aprire una stagione di confronto per una vera e funzionale riorganizzazione della macchina pubblica complessivamente intesa: l’accordo del 3 maggio u.s., i suoi principi, gli obiettivi che dichiarava di perseguire sono tuttora, per noi, validi; non è ascrivibile sicuramente a noi il fallimento di quel patto.

Ecco, lo sciopero generale del 28 settembre è anche una occasione per rilanciare un’idea di riorganizzazione e valorizzazione del lavoro pubblico in risposta agli effetti devastanti della crisi in atto: rimettere al centro i cittadini, i giovani, i pensionati, i precari e i disoccupati, i loro bisogni, la loro maggiore richiesta di tutela e protezione sociale è la grande sfida che lo sciopero si incarica di lanciare al Governo.

Lanciarla insieme alle categorie della UIL è il grande valore aggiunto che questo sciopero generale ci consegna”.


Argomenti: CGIL |

Floramiata: prosegue la mobilitazione dei lavoratori

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 19, 2012

Ieri pomeriggio, 18 settembre, si è svolta l’assemblea dei lavoratori di Floramiata che ha preso atto di quanto emerso dal Tavolo Istituzionale del giorno precedente.

“I lavoratori – spiegano Flai Cgi, Fai Cisl e Uila Uil di Siena – hanno appreso con forte preoccupazione le comunicazioni date dall’Azienda sulla non garanzia del pagamento dei salari correnti e tantomeno di quelli arretrati”.

“Auspichiamo – proseguono le Organizzazioni Sindacali – che l’appuntamento del 27 settembre in Regione, durante il quale dovrebbero essere presentati da parte di Floramiata eventuali investitori, possa essere un passo in avanti per dare una svolta a questa difficile vertenza. Il clima fra i lavoratori resta di grande preoccupazione ed indignazione: viene confermata la mobilitazione di mezz’ora per oggi e domani e venerdì mattina i lavoratori, in concomitanza con l’incontro aziendale, effettueranno lo sciopero con un presidio davanti alla Direzione”.

Siena, 19.09.2012

Argomenti: amiata, aziende, FLAI |

28 settembre: sciopero generale e manifestazione a Roma dei lavoratori pubblici

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 18, 2012

Pullman con partenza dalla provincia di Siena

(per prenotazioni: CGIL Siena tel. 0577-2541):

POGGIBONSI – Bar Cavallino Loc. Salceto – ore 6.00

COLLE DI VAL D’ELSA – RCR – ore 6.10

SIENA – Fontebecci – ore 6.30

RAPOLANO – Sentino – ore 6.50

BETTOLLE – casello autostradale – ore 7.05

CHIUSI – Querce al Pino – ore 7.20

Argomenti: FLC, FP, manifestazioni, pubblico impiego, scioperi |

Crisi: CGIL, da inizio anno 700 mln di ore di cig, 500 mila in cassa

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 17, 2012

Crisi: CGIL, da inizio anno 700 mln di ore di cig, 500 mila in cassa

Secondo i dati resi noto dall’Osservatorio Cig del dipartimento Settori produttivi della CGIL Nazionale nel 2012 verrà superata la soglia 1 mld di ore. In 4 anni totalizzate 4 mld di ore. Per la CGIL sono “dati drammatici ancor di più se letti in parallelo alle 150 vertenze aperte al Mise, e che descrivono lo stato del Paese reale, da quattro anni invischiato in una drammatica recessione, acuita da scelte fallimentari”
» Rapporto Cig agosto 2012Rapporto Causali aziende cigs agosto 2012

16/09/2012 da www.cgil.it

Oltre 700 milioni di ore di cassa integrazione da inizio anno ad agosto, con un trend (+9,63% sui primi otto mesi dello scorso anno) che appare irreversibilmente volto al miliardo di ore anche per il 2012. Una mole, inoltre, che relega in cassa al momento più di 500 mila lavoratori a zero ore per un taglio del reddito di oltre 2,7 miliardi di euro, circa 5.300 euro per ogni singolo lavoratore. E’ quanto emerge dalle elaborazioni delle rilevazioni Inps da parte dell’Osservatorio Cig del dipartimento Settori produttivi della CGIL Nazionale nel rapporto di agosto.

Ma con i dati di agosto è inoltre possibile tracciare un bilancio di esattamente quattro anni di crisi, da quando cioè gli effetti della crisi finanziaria dell’estate del 2007 si sono riversati con violenza sull’economia reale negli ultimi quattro mesi del 2008. Il totale di ore di cassa integrazione registrate in 48 mesi è pari a circa 4 miliardi di ore, così suddivise in dettaglio: nell’ultimo quadrimestre del 2008 la cassa integrazione guadagni richiesta è stata di 87.396.558 (il totale per l’intero 2008 è stato di 188.821.707); per il 2009 la cig ha raggiunto le 918.146.733 ore richieste; nel 2010, con l’introduzione della cassa in deroga, si è toccato il picco con 1.203.638.249; infine, il 2011 si è chiuso con 953.506.796 ore. Ecco quindi che con le 706.533.409 ore richieste da inizio anno il totale di questi ultimi 4 anni di ore di cig richieste è di 3.869.221.745.

Numeri che per la segretaria confederale della CGIL, Elena Lattuada, “sono drammatici, ancor di più se letti in parallelo alle 150 vertenze aperte al Mise, e che descrivono lo stato del Paese reale, da quattro anni invischiato in una drammatica recessione, acuita da scelte fallimentari”. Ma soprattutto, aggiunge, “sono numeri che il Paese non è più in grado di reggere. Servono scelte, qui e ora, per invertire la tendenza al peggioramento delle condizioni delle persone ed evitare ciò che adesso appare inevitabile: un pericoloso declino e arretramento del Paese”.

Dati Cig agosto – Il rapporto della CGIL segnala inoltre come lo scorso mese, con le 67.042.484 ore richieste, si caratterizzi tra i peggiori mesi di agosto di questi ultimi quattro anni, secondo solo a quello dell’anno record del 2010 (quando vennero richieste 76.588.362 ore). Le ore di cig, infatti, in ovvio e fisiologico calo sul mese di luglio (-42,07%), segnano un aumento su agosto dello scorso anno del +18,74% e in tutte le sue articolazioni: cigo (+52,36%), cigs (+2,56%), cigd (+24,45%). Rimane inalterata quindi la richiesta media di oltre ottantacinque milioni di ore al mese, che punta a sfondare il miliardo di ore per il 2012. Inoltre, sempre lo studio del sindacato segnala che l’incidenza delle ore di cig per lavoratore occupato nel settore industriale è di 98 ore per addetto da gennaio ad agosto.

Nel dettaglio dell’analisi della CGIL si rileva inoltre come la cassa integrazione ordinaria totalizzi ad agosto un monte ore pari a 10.924.312 per un -68,36% sul mese precedente. Da inizio anno la cigo registra invece 212.086.624 di ore per un deciso +45,60% sui primi otto mesi del 2011. La richiesta di ore per la cassa integrazione straordinaria, sempre per quanto riguarda lo scorso mese, è stata di 26.168.559, in diminuzione su luglio del -41,35%, mentre il dato da inizio 2012, pari a 255.845.342 ore autorizzate, segna un ‐8,41% (ma con riduzione in frenata) sullo stesso periodo dello scorso anno. Infine la cassa integrazione in deroga ha registrato lo scorso mese un -18,14% su luglio per 29.949.613 ore richieste. Da inizio anno sono state autorizzate 238.601.443 di ore di cigd, in aumento del +8,73% sul periodo gennaio-agosto del 2011.

Causali di cigs – Continua ad agosto la riduzione del numero di aziende che fanno ricorso ai decreti di cigs. Da gennaio sono state 3.492 per un -24,87% sullo stesso periodo del 2011 e riguardano 6.046 unità aziendali (-13,34%). Diminuisce il ricorso per crisi aziendale (1.929 decreti per un -30,76%) ma rappresenta il 55,24% del totale dei decreti; aumentano le domande di ristrutturazione aziendale (161 per un +11,03%), pari al 4,61% del totale, mentre calano le domande di riorganizzazione aziendale che sono 169 per un -9,14%, ovvero il 4,84% del totale. “I percorsi di reinvestimento e di rinnovamento strutturale – sottolinea il rapporto di corso d’Italia – migliorano leggermente ma continuano ad essere una percentuale bassa”, solo il 9,45% del totale dei decreti.

Regioni – E’ sempre la Lombardia la regione che registra il ricorso più alto alla cassa integrazione. L’analisi della CGIL segnala infatti che sono 155.253.861 le ore registrate da inizio anno, che corrispondono a 110.896 lavoratori (prendendo in considerazione le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il Piemonte con 93.978.390 ore di cig autorizzate per 67.127 lavoratori mentre terza è il Veneto con 60.392.541 ore e 43.138 lavoratori. Per il centro prima regione è il Lazio con 56.633.039 ore che coinvolgono 40.452 lavoratori. Infine nel Mezzogiorno è la Puglia la regione dove si registra il maggiore ricorso alla cig con 44.199.087 ore per 31.571 lavoratori.

Settori – E’ la meccanica il settore in cui si riscontra ancora una volta il ricorso più alto allo strumento della cassa integrazione. Secondo il rapporto della CGIL, infatti, sul totale delle ore registrate da inizio anno, la meccanica pesa per 224.997.180, coinvolgendo 160.712 lavoratori (prendendo come riferimento le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il settore del commercio con 111.715.019 ore di cig autorizzate per 79.796 lavoratori coinvolti e l’edilizia con 72.788.811 ore e 51.992 persone.

Occupazione e lavoratori in cig – Considerando un ricorso medio alla cig, pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (18 settimane), sono coinvolti da inizio anno 1.009.333 lavoratori in cigo, cigs e in cigd. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 35 settimane lavorative, si determina un’assenza completa dall’attivitàproduttiva per 504.667 lavoratori, di cui 180 mila in cigs e 170 mila in cigd. Continua così a calare il reddito per migliaia di cassintegrati: dai calcoli dell’Osservatorio cig, si rileva come i lavoratori parzialmente tutelati dalla cig abbiano perso nel loro reddito oltre 2,7 miliardi di euro, pari a 5.300 euro per ogni singolo lavoratore.

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