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Elezioni RSU Gruppo ESTRA: è la CGIL l’organizzazione sindacale più votata

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 10, 2012

Elezioni RSU Gruppo ESTRA: è la CGIL l’organizzazione sindacale più votata

Nei giorni scorsi si sono svolte le elezioni per la costituzione della RSU dei lavoratori del Gruppo Estra, azienda che gestisce la distribuzione e la vendita del gas metano e che raggruppa le aziende pubbliche del settore operanti nelle province di Arezzo, Siena e Prato e che ha uffici e presidi a Follonica, Serravezza di Pistoia, Mosciano degli Abruzzi e nelle regioni dell’Abruzzo, dell’Umbria e della Lombardia.

Le elezioni hanno visto un’altissima partecipazione dei lavoratori di tutte le sedi. Si sono recati alle urne 533 dipendenti, quasi l’89% degli aventi diritto al voto, e la Ficltem Cgil con il 69,5% dei voti si è accreditata di gran lunga come l’organizzazione sindacale più rappresentativa, aggiudicandosi 9 dei 14 componenti la RSU.

Nella nostra provincia si è recato alle urne il 93% degli aventi diritto al voto e la Filctem Cgil con il 75% è risultata l’organizzazione sindacale più votata.

Thomas Borromeo, Segretario generale della Filctem Cgil di Siena, esprime non solo la  soddisfazione per il risultato raggiunto, ma afferma che questo risultato e’ stato possibile grazie al grande impegno messo in campo dai candidati e dagli iscritti alla Filctem Cgil. “L’importante traguardo raggiunto – spiega Borromeo – dimostra senza ombra di dubbio che il lavoro sin qui svolto è stato apprezzato. Ringrazio tutti i lavoratori che con il loro voto hanno consentito di raggiungere questo splendido risultato. La fiducia che i lavoratori di ESTRA hanno voluto dare alla Cgil in un modo così consistente e’ un patrimonio prezioso che ci consegna un significativo mandato”.

“La CGIL – conclude il Segretario – assicura ai lavoratori che i propri delegati e rappresentanti lavoreranno con sempre più impegno per tutelare non solo l’occupazione, i diritti e la dignità dei lavoratori, ma anche per affermare un corretto sistema di relazioni sindacali improntate a un carattere di maggiore efficacia e che producano in primo luogo un’organizzazione del lavoro all’avanguardia, nella quale tutti i lavoratori si riconoscano e che garantisca una maggiore qualità del servizio a garanzia dei cittadini e dei clienti”.

Siena, 10 febbraio 2012

Argomenti: aziende, FILCTEM |

Lavoro: Camusso al Governo, servono soldi per gli ammortizzatori sociali

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 9, 2012

 Lavoro: Camusso al Governo, servono soldi per gli ammortizzatori sociali

 

 Per la riforma degli ammortizzatori sociali e la riduzione della precarietà il Governo deve mettere nuove risorse. Lo ha detto il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso intervenendo questa mattina a Radio anch’io

 

  09/02/2012  da www.cgil.it

Per la riforma degli ammortizzatori sociali e la riduzione della precarietà il Governo deve mettere nuove risorse. Lo ha detto il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso intervenendo questa mattina a Radio anch’io. ”Tutto questo – ha detto la leader della CGIL – non si può fare senza soldi. Non lo possono pagare i lavoratori e non si possono caricare le imprese”.

”Ho ribadito alla ministra – ha spiegato Camusso a proposito del lungo colloquio avuto ieri con il ministro del Lavoro, Elsa Fornero – la nostra opinione sulla riduzione della precarietà e sugli ammortizzatori e che tutto questo non si può fare senza soldi”. La CGIL ha più volte chiesto il rafforzamento e l’estensione degli ammortizzatori sociali rendendoli ”universali” e utilizzabili anche da quei lavoratori che al momento non ce li hanno. Proprio ieri il ministro Fornero aveva però ammesso che il problema delle risorse per gli ammortizzatori è ”drammatico”.

In ogni caso il vero problema dell’Italia, l’emergenza più grave da affrontare, è il lavoro. “Il problema che ha il paese è il lavoro, il fatto che giovani e over 50 non trovano lavoro e sono costretti nel circuito drammatico della precarietà”.  “La cosa che continuiamo a chiedere al Governo – ha proseguito – è di ridurre la precarietà e le forme di ingresso, costruire ammortizzatori universali anche per il lavoro discontinuo. Non ci convinceranno che intervenire sui licenziamenti discriminatori rappresenti un’opportunità di crescita per il paese”.

Per quanto riguarda il tema della flessibilità e le polemiche sull’articolo 18, per la CGIL l’unica modifica possibile all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori ha a che fare con la ”gestione sul piano dei tempi” mentre ogni altra revisione è ”impraticabile”. “Una cosa è dire rendiamolo gestibile sul piano dei tempi – spiega il Segretario Generale – altre cose non sono praticabili. Non ci convince che intervenire sul licenziamento discriminatorio rappresenti un’opportunità di crescita del Paese”.

Sempre durante la trasmissione di Radio anch’io, parlando della Fiat, Susanna Camusso ha spiegato che al ministro Fornero “abbiamo posto un problema democratico: allo stabilimento Fiat di Pomigliano i lavoratori iscritti alla FIOM non rientrano al lavoro e la FIOM non ha il diritto di eleggere i propri rappresentanti”.

 

 


Argomenti: CGIL |

Crisi: Camusso, Governo e imprese tornino ad investire, solo così può far ripartire il Paese

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 8, 2012

 Crisi: Camusso, Governo e imprese tornino ad investire, solo così può far ripartire il Paese

 

 La leader della CGIL in una videointervista su ‘Repubblica.it’ affronta il tema dell’occupazione legato alla crisi del settore industriale in Italia: “il Governo chieda responsabilità alle grandi imprese che devono investire in produzione, nuove attività e nuovi prodotti” perchè “non basta cambiare le regole per creare occupazione” » Videointervista su ‘Repubblica.it’

   08/02/2012 da www.cgil.it

Il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso intervistata in occasione dell’inchiesta di ‘Repubblica.it’ ‘Lavoro, la grande crisi’ parla della difficile situazione industriale nel nostro Paese legata a quella che è una vera ‘emergenza lavoro’ tra i giovani precari, ma ormai, anche, tra gli over 50.

Per la leader della CGIL il rigore delle nuove regole dettate dalla finanziaria del Governo Monti va necessariamente accompagnato da nuove strategie di investimento industriale se l’obiettivo è veramente quello di far tornare in carreggiata il Paese. La critica mossa dalla leader della CGIL al Governo è che “non assume il tema del lavoro come tema centrale a cui dare risposte, ma continua ad immaginarsi che verranno “benefici” dal rigore finanziario, che – spiega – al contrario, così come interpretato, continua a produrre recessione e diminuzione di lavoro”.

Alla richiesta di un commento sui drammatici dati sull’occupazione diffusi dal centro studi di Confindustria che stimano essere a rischio nel 2012 più di 200mila posti di lavoro, Camusso avverte “è certo che leggono i problemi che abbiamo oggi”, riferendosi ai 300mila lavoratori coinvolti nelle vertenze al MISE, a quelli in Cassa integrazione in deroga, che afferma il Segretario Generale della CGIL “non si capisce se si potrà trasformare nuovamente in attività produttiva”. Inoltre, di fondamentale importanza secondo Camusso è la possibilità di ingresso nel mondo del lavoro “bisogna calcolare – dice – sia chi perde il lavoro, sia chi ne rimane fuori”.

E’ nel cercare un legame tra la trattativa con il Governo sul mercato del lavoro, che si sta svolgendo in questi giorni, e la crisi caratterizzata dall’emergenza occupazionale, che la leader della CGIL elenca tre temi: le regole che, ribadisce “non basta cambiarle per creare occupazione”. Il Governo deve chiedere responsabilità alle grandi imprese e un’accelerazione degli investimenti ai grandi player dell’economia, c’è bisogno di “uno sforzo straordinario per rimettere in moto la macchina” afferma Camusso. In secondo luogo per la numero uno di corso d’Italia è necessario eliminare la “cesura” nel mercato del lavoro che è costituita dai giovani precari, dalle donne che, spiega “sono quasi scoraggiate nella ricerca del lavoro” e dagli over 50 che entrano nel circuito della precarietà. E’ a queste figure, sottolinea Camusso che “bisogna dare risposte”. Infine, il terzo nodo da sciogliere è “come si sostiene l’attuale apparato produttivo” senza scaricare le soluzioni in termini di disoccupazione. A questo punto, la leader della CGIL tira in ballo la riforma pensionistica tanto contestata dalla CGIL che, conclude “rappresenta un vero problema”.

Argomenti: CGIL |

Lavoro: Appello ‘188 donne’ vede Fornero, subito legge dimissioni in bianco

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 8, 2012

 Lavoro: Appello 188 donne vede Fornero, subito legge dimissioni in bianco

 

 14 donne promotrici dell’appello ‘188 donne per la legge 188’ hanno incontrato il ministro del welfare per chiedere il ripristino della legge contro le dimissioni in bianco: “sono una pratica medievale, non degna di un paese civile”. Il Ministro Fornero ha espresso la volontà di trovare una soluzione al problema. Il 23 febbraio iniziative in tutta Italia e Conferenza stampa a Roma

 

  07/02/2012 da www.cgil.it

“Subito la legge contro le dimissioni in bianco”. E’ stata questa la richiesta rivolta oggi al ministro del Lavoro e delle pari opportunità, Elsa Fornero, da una delegazione delle 14 donne promotrici dell’appello “188 donne per la legge 188”. Stamattina infatti si è svolto l’incontro con il ministro richiesto dalle 14 donne (Roberta Agostini, Ritanna Armeni, Giovanna Casadio, Titti Di Salvo, Mariella Gramaglia, Raffaella Lamberti, Maria Pia Mannino, Marisa Nicchi, Liliana Ocmin, Anna Rea, Serena Sorrentino, Soana Tortora, Laura Trezza, Sara Ventroni) promotrici dell’appello per il ripristino della legge contro le dimissioni in bianco: “donne diverse – spiegano – per cultura politica e collocazione lavorativa, unite dalla convinzione del grande valore dello spirito di quella legge”.

“Nell’incontro – afferma la delegazione di donne presenti oggi all’incontro – abbiamo ribadito l’urgenza del ripristino di una procedura semplice e priva di costi per impedire che alle persone al momento dell’assunzione venga fatta firmare una lettera di finte dimissioni volontarie da utilizzare quando quelle persone incorrano in un infortunio,un incidente o non siano più gradite oppure quelle donne inizino una gravidanza”. Infatti, osservano le donne, “le dimissioni in bianco sono una pratica medievale, non degna di un paese civile, utilizzata non solo ma anche nei confronti delle giovani madri-native e migranti”.

La cancellazione della legge, aggiungono, “fa sì che oggi non ci sia uno strumento di contrasto efficace e preventivo dell’abuso. Anche per questo in questi tre anni e mezzo non abbiamo mai smesso di chiederne il ripristino. L’efficacia della legge, la sua semplicità, il suo valore simbolico ci hanno fatto chiedere alla Ministra di trovare una soluzione in tempi brevi”. Il Ministro del Lavoro e delle pari opportunità nel corso dell’incontro, fanno sapere, “ha espresso la consapevolezza del problema e la volontà di affrontarlo con una soluzione adeguata. A nostro avviso esiste l’urgenza di impedire l’abuso delle dimissioni, per garantire i diritti delle persone e le imprese che rispettano le regole”. Per sostenere questa urgenza il 23 febbraio ci saranno iniziative in tutta Italia e una Conferenza stampa a Roma.

Argomenti: CGIL, donne |

Camusso, la flessibilità è troppa, pronti a discutere ma non sull’articolo 18

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 7, 2012

 

 Camusso, la flessibilità è troppa, pronti a discutere ma non sull’articolo 18

 

 Intervista del Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso sul quotidiano ‘L’Unità’: “Siamo disponibili a parlare dei tempi delle cause di lavoro, ma ministri e sindacalisti la smettano di parlare sempre di licenziamenti”

07/02/2012 da www.cgil.it

Segretario Camusso, vari ministri ironizzano sul posto fisso. Il clima sulla riforma del mercato del lavoro si fa pesante in questi giorni… “In una stagione già molto difficile sul piano dell’occupazione, in cui i giovani in particolare si trovano in una situazione di precarietà il tema non è dire che il mondo è cambiato, cosa che i giovani hanno perfettamente presente, quanto invece insistere sul fatto che bisogna da un lato rendere l’accesso al mercato del lavoro non precario e dall’altro ribadire che il vero tema è come creare lavoro. Si rischia di costruire un corto circuito, cambiare le norme del mercato del lavoro non migliora l’occupazione. Se non si investe, la disoccupazione aumenta, il problema non è se il posto è fisso o non fisso: il posto ora non c’è. L’emergenza è questa e non si deve colpevolizzare la ricerca del lavoro sotto casa. Quando in una grande parte del Paese la disoccupazione è uno a due, non si vede una prospettiva. I giovani italiani si muovevano eccome fino al 2008. Solo che le migliaia che erano andati al nord sono tornati a casa dopo il mancato rinnovo dei contratti a tempo, perché sono rimasti disoccupati, ritornati al Sud per una forma di sopravivenza e non per la loro indisponibilità a spostarsi”.
 
Angeletti propone una legge che, fatte salve le discriminazioni, specifichi quando i licenziamenti sono consentiti per motivi economici. Cosa ne pensa? “Le norme sui licenziamenti rispetto a motivazioni per organizzazione e crisi esistono già. La discussione vera è un’altra: tutte le normative sono sottoposte al fatto che anche se stai discutendo della crisi e quindi dell’oggettività dei problemi, non ci debbano essere discriminazioni. Questa norma non deve cambiare. La flessibilità in uscita c’è: si esce con una frequenza e una rapidità straordinaria. L’unico problema reale è l’incertezza sui tempi del reintegro e su quello si dovrà lavorare”.
 
Sarebbe disposta a ragionare non di articolo 18, ma di modifica delle due leggi sui licenziamenti? “Le due leggi regolano una i licenziamenti individuali (la 604), l’altra quelli collettivi (la 223). Già la loro esistenza dimostra che le possibilità di licenziare ci sono. Il tema su cui possiamo ragionare è che le cause di lavoro non possono durare un tempo infinito. Ciò che non è possibile che sparisca, che oggi regola anche queste leggi, è l’onere della prova delle aziende. Tocca a loro dimostrare che si sono rispettati i criteri e i giusti motivi del licenziamento”.

I vostri paletti al tavolo della trattativa quali sono? “La vera priorità è la riduzione della precarietà da un lato e l’estensione degli ammortizzatori dall’altro. Continuiamo a trovare poco credibile con questi dati sulle vertenze una discussione sugli ammortizzatori senza neanche un euro. Anche perché questa situazione durerà a lungo, non qualche mese”.

Riuscirete a mantenere una posizione comune con gli altri sindacati? “Continuiamo a lavorare sulle priorità, sulle cose messe nella piattaforma comune con Cisl e Uil. Nulla toglie che ciascuno cerchi soluzioni ai problemi. Ma nessuna soluzione deve essere un indebolimento dell’art. 18”.

Mercoledì l’incontro con Confindustria è confermato? “Sì, allo stato sì”.
 
Come ci arriverete? Non pensa che il quadro sia mutato? Che ci siano irrigidimenti? “Nell’ultimo incontro abbiamo affrontato il tema della precarietà da ridurre, della cassa integrazione, delle politiche attive. Siamo per continuare questa discussione. Ci è assolutamente evidente il rischio di avere focalizzato, sia per le dichiarazioni del governo sia anche per qualche dichiarazione di troppo da parte sindacale, l’attenzione sui licenziamenti. Ciò ha prodotto una convinzione nelle nostre controparti che l’argomento porterà a chissà quale risultato: non è così. Avremo una discussione anche su quelle che sono posizioni diverse,ma non sarà un problema”.

C’è lo spazio per fare un accordo con le parti sociali da portare al governo? “No, guardi, l’obiettivo non è fare un accordo con le parti sociali. Questa situazione per molte ragioni è diversa da tante altre: non si può utilizzare uno schema in cui ognuno fa il suo pezzettino e poi il governo li piglia e li traduce. Il nostro obiettivo è un accordo con il governo. Ben venga tutto quello che porta a fattor comune, che unisce. Ma non è che ci sono sette trattative, ce n’è una ed è quella con il governo. Ben venga che si ragioni e che si faccia una discussione, credo che il governo ne debba tener conto, ma non è che gli possiamo rappresentare una situazione per cui su quel tema o su quell’altro c’è il via libera. Il tema è l’accordo con il governo, senza nessun via libera”.

In segreteria è stato affrontato il tema della possibile spaccatura? “Noi quando ragioniamo di una trattativa in una condizione così difficile ci poniamo l’obiettivo di fare l’accordo, non ragioniamo dell’opposto. Noi pensiamo che bisogna assumere le priorità giuste: i temi dei giovani e degli over 55. Sul tema dell’apprendistato, sulla discussione per la crescita un accordo non è lontano. Ci siamo focalizzati su questi aspetti, non sulle ipotesi che l’accordo non si raggiunga. Unadelle ragioni per cui non bisogna mettere al centro della discussione l’articolo 18 è proprio perché bisogna fare un negoziato vero, un accordo sul mercato del lavoro. E non ci pare che la risposta sia l’articolo 18”.
 
E se articolo 18 ci sarà, voi tornerete in piazza? “L’abbiamo già detto con chiarezza. Ma per una volta vorrei prendere in positivo le dichiarazioni del presidente Monti. Un presidente del Consiglio che dice che non è detto che nell’intesa ci sia quel tema, io dico bene: è detto che non ci deve essere”

Ha già accennato a dichiarazione improvvide. Ha notato un cambio di posizione di Emma Marcegaglia, magari dovuta alla campagna elettorale per la sua successione… “Guardi, quando ci confrontiamo con singole imprese non troviamo imprenditori che ci dicono il problema è l’articolo 18. Ci dicono che il problema è che la riforma delle pensioni irrigidisce tutto, che il problema è la disoccupazione. Bisogna tener conto che questa è la realtà, non parlare d’altro”.

Con Fornero c’è un altro tema delicato, quello della rappresentanza sindacale. “C’è un tema che viene ancora prima della rappresentanza sindacale. È quello dello stabilimento di Pomigliano dove non entra neanche un lavoratore iscritto alla Fiom. Questa affermazione non ha trovato nessuna smentita dalla Fiat. Questo è il vero tema e credo anche che dimostri come l’articolo 18continua ad essere assolutamente fondamentale. La Fiat discrimina i lavoratori che hanno scelto un sindacato. La libertà sindacale è tale se il lavoratore può scegliere, non se c’è azienda che decide quali sono i sindacati giusti. Qui c’è il tema della correzione articolo 19, chiederemo un incontro alla Fornero”.

 

Argomenti: CGIL |

Indennità di disoccupazione: forse hai diritto e non lo sai

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 6, 2012

Hai lavorato nel 2011 con un contratto a termine? Forse hai diritto all’indennità di disoccupazione e non lo sai.

Il termine per la domanda scade il 31 marzo 2012.

Recati presso gli uffici del Patronato INCA CGIL della provincia di Siena.

Consulta gli orari di apertura delle nostre sedi: volantino disoccupati A4 2012

Argomenti: CGIL, disoccupazione, INCA, patronato, servizi |

Lavoro: Camusso, senza accordo la riforma sarebbe ingiusta

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 5, 2012

Lavoro: Camusso, senza accordo la riforma sarebbe ingiusta

Il Segretario Generale della CGIL in una intervista all’ANSA parla delle trattative con il Governo e delle polemiche “insopportabili e stucchevoli” sul posto fisso e sulle troppe tutele. “Sull’articolo 18 reagiremo insieme a CISL e UIL”. Il 2012 anno di piena recessione: il vero allarme è la disoccupazione. Una proposta innovativa sulle pensioni d’oro e i titoli di Stato – Leggi l’intervista completa
» Governo: Camusso, verificheremo nel merito la volontà di fare l’accordo

   04/02/2012 da www.cgil.it

La riforma del mercato del lavoro ”senza l’accordo sarebbe ingiusta e inadeguata ai problemi”. Lo afferma il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, in una intervista rilasciata oggi (sabato 4 febbraio) all’agenzia di stampa ANSA. Il carattere ingiusto di una eventuale riforma senza accordo è dimostrato, spiega Camusso, dalla ”cosiddetta riforma delle pensioni che ha moltiplicato i problemi sul lavoro, prodotto ingiuste violenze e non ha neanche offerto una prospettiva ai giovani”.

Il 2012 sarà un anno ”di piena recessione. La prima e più grave preoccupazione è la disoccupazione che crescerà ancora determinando parallelamente una crescita ulteriore di quelli senza tutele”. ”Mi riferisco ai giovani, alle donne, ai lavoratori ultra cinquantenni – spiega all’ANSA il Segretario Generale – e si produrrà nuova frammentazione del mercato del lavoro. Per questo la crescita non può continuare ad essere rinviata, non vorremmo che si pensasse ad una ‘fase tre”.

Rispetto alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Mario Monti, il Segretario Generale ha detto che ”questa polemica sul posto fisso, sulla sua presunta monotonia, è stucchevole e insopportabile”. ”Soprattutto in una stagione così difficile, bisognerebbe essere rispettosi di chi cerca un lavoro disperatamente e non ha certo tempo di annoiarsi”. Sempre rispondendo all’ANSA, il leader della CGIL ha ironizzato sulla battuta del Presidente del Consiglio: ”Immagino che il professor Monti sia in grado di farci un elenco di quali sarebbero le troppe tutele perché, nonostante gli sforzi, non le vediamo”. ”Siamo di nuovo di fronte ad uno stesso ritornello, questo sì monotono”

Molto chiara anche la posizione della CGIL sui licenziamenti e l’eventuale attacco allo Statuto dei lavoratori. ”Abbiamo detto con chiarezza perché l’articolo 18 non è un tema della trattativa – spiega Susanna Camusso – non si deve cambiare. Chi continua a proporlo manifesta la sua volontà di non fare nessun confronto”. Ma su questi temi non c’è da scherzare. ”Quando si dice che l’articolo 18 scoraggia gli investimenti, si fa un’affermazione grave. Soprattutto – aggiunge – per un Presidente del Consiglio che dovrebbe avere come prima funzione quella di presentare positivamente il Paese e promuovere investimenti”. Camusso suggerisce al Presidente Monti di leggere ”le infinite inchieste su ciò che viene giudicato d’ostacolo per investire in Italia: dalla criminalità agli incentivi, dall’incertezza fiscale a quella dei pagamenti”. Rispondendo all’ANSA, il Segretario Generale aggiunge: ”trovo davvero offensivo che si porti avanti una campagna, in un Paese come lo è il nostro in difficoltà per gli effetti di una crisi generata dalla finanza, dai non investimenti sul lavoro, di continui attacchi al lavoro”. Sempre in tema di licenziamenti, Susanna Camusso dice che ”sostenere, come fa la ministra con una strana affermazione, che ‘non è giusto legare un lavoratore all’impresa’ cosa vorrebbe dire? Che si vuole facilitare la licenziabilita’? Non è assolutamente questo il tema da affrontare e non lo è tanto meno adesso in una fase di recessione”.

In ogni caso sull’articolo 18 la CGIL reagirà insieme agli altri sindacati: “abbiamo un documento con CISL e UIL per questo confronto, sulla base di quello valuteremo e decideremo quali iniziative prendere se il confronto non potesse procedere o ci trovassimo di fronte alla volontà di cambiare le norme sui licenziamenti e sull’articolo 18”.

Riprendendo anche una battuta fatta oggi dal ministro Fornero, Susanna Camusso parla dell’amministratore delegato della FIAT, Sergio Marchionne. Marchionne come Thatcher al maschile? ”Trovo interessante il confronto. La Thatcher di certo non ha portato bene al mondo”. Rispondendo sempre alla Fornero che ha detto di non vedere Susanna Camusso come un avversario, la leader della CGIL dice semplicemente: “vedo il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, come un ministro, la nostra controparte in un confronto difficile. Proprio come è normale che sia”.

In ogni caso si devono ribaltare le priorità. ”La precarietà e la lotta al sommerso – spiega il Segretario Generale – devono essere le vere priorità di questo confronto col Governo se davvero vogliamo dare una risposta ai giovani”. Riferendosi alle parole usate dal ministro Fornero, Susanna Camusso dice che ”la flessibilità buona, se così la si può chiamare è quella collegata ad esigenze vere, per esempio la stagionalità. E’ quella rispettosa dei diritti, della retribuzione e della sicurezza del lavoratore. La flessibilità cattiva la vediamo nel finto lavoro autonomo, negli stage non pagati e reiterati, nei contratti a termine che vengono temporaneamente sospesi per poi riprenderli evitando così che si traducano in lavoro a tempo indeterminato”. In generale, ”la flessibilità è cattiva quando le molteplici forme contrattuali, le collaborazioni, il finto lavoro autonomo, sono solo un mezzo per pagare poco il lavoro stesso, rendendolo insicuro e privo di diritti”.
Si tratta anche di cambiare registro in termini di equità. Si potrebbero così sperimentare strade diverse anche su pensioni d’oro e titoli di Stato. ”Il Btp day – dice il Segretario Generale – è stato fruttuoso, allora perché non si decide che le pensioni oltre i 5 mila euro al mese si pagano in titoli e così anche le retribuzioni pubbliche oltre i 150 mila euro l’anno?”. ”Potrebbe essere – aggiunge – un modo per reperire risorse e fare in modo che la parola equità torni ad avere un po’ di cittadinanza”.

Vedremo dunque come si procederà nella trattativa con il Governo. ”Ci stupiscano innovando – conclude Susanna Camusso – e non con il trito e ritrito ritornello che licenziare è la soluzione di tutti i mali. Rendere i licenziamenti più facili vuol dire solo produrre più iniquita”. Questo Governo ha fatto comunque di più ”rispetto al nulla del passato” anche se siamo molto lontani da quello che è stato fatto in Francia e Germania.

 

Argomenti: CGIL |

Lavoro: CGIL a Monti, parlare di troppe tutele sbagliato e offensivo

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 5, 2012

 Lavoro: CGIL a Monti, parlare di troppe tutele sbagliato e offensivo

 

 Quadro drammatico ma premier suggerisce di non investire. Secondo la CGIL negli interventi sulle pensioni non c’è niente e manca un piano per il lavoro. Perché cali la precarietà c’è bisogno di forti interventi altrimenti si amplierà la cosiddetta apartheid, come il presidente ha definito nei giorni scorsi la condizione dei giovani

 

  03/02/2012 da www.cgil.it

“Al presidente del Consiglio Monti piacciono evidentemente gli esempi estremi ma parlare di troppe tutele per chi è ‘blindato nella sua cittadella’ è non solo sbagliato, e non vero, ma anche un pò offensivo verso quei lavoratori”. E’ quanto afferma il Segretario Confederale della CGIL, Fulvio Fammoni, in replica alle parole di oggi del premier sui temi del lavoro.

“Conosce il presidente Monti la condizione reale del lavoro? In tre anni – osserva il sindacalista – abbiamo perso centinaia di migliaia di posti di lavoro. Un lavoratore su tre è stato soggetto ad ammortizzatori per problemi nella sua azienda. La recessione minaccia nel 2012 una nuova raffica di licenziamenti. Con questo quadro drammatico il presidente che fa? Dichiara che l’articolo 18 scoraggia gli investimenti in Italia, suggerendo ai capitali di non investire”.

Secondo il dirigente sindacale “dare lavoro e diritti ai giovani è l’obiettivo di tutti, ma cosa fa per loro il governo? Negli interventi sulle pensioni non c’è niente e manca un piano per il lavoro. Gli 8 miliardi che dovrebbero arrivare dalla UE si tramuteranno poi in un piano per l’occupazione giovanile stabile? E come? Perché cali la precarietà c’è bisogno di forti interventi altrimenti si amplierà la cosiddetta apartheid, come il presidente ha definito nei giorni scorsi la condizione dei giovani. O invece l’ipotesi è quella di far calare i diritti di tutti, giovani compresi, per parificarli al ribasso? Tesi non certo nuova in Italia e che ha creato molto dell’attuale precariato”, conclude Fammoni.

Argomenti: CGIL |

‘LiberEtà sulla neve’ rinviata

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 3, 2012

La festa provinciale sulla neve di LiberEtà, il mensile del Sindacato Pensionati SPI CGIL, prevista per domani sul Monte Amiata è stata rimandata a causa del maltempo.
 
La manifestazione si svolgerà presumibilmente il 26 febbraio o il 4 marzo.

Argomenti: amiata, pensionati, SPI |

OGGI CHIUSURA ANTICIPATA SEDI CGIL SIENA

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 3, 2012

OGGI, a causa del maltempo, la CHIUSURA di tutte le sedi della CGIL di Siena verrà ANTICIPATA ALLE ORE 18.00

Argomenti: camere del lavoro, CGIL |

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