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CGIL CISL UIL: case popolari agli esclusi dal bando

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 17, 2007

“Non c’è bisogno di scomodare Catalano per capire che con 38/40.000 euro a parità di condizione familiare si vive meglio che con 10/20.000 euro. Noi lo abbiamo capito.” – replicano le OO.SS. CGIL CISL e UIL ai Sindaci di Siena e Monteriggioni – “Quello che preoccupa è che non lo comprendano loro”.
“Si insiste nel dire che non c’è ‘zona grigia’ di persone che non hanno diritto né alle case popolari né a quelle a canone concordato – continuano le OO.SS. – ma tutti sappiamo che la verità è un’altra. Lo sanno soprattutto le circa 700 famiglie che sono nella graduatoria ERP, che non avranno mai un alloggio popolare e che in grande maggioranza non hanno potuto partecipare a questo bando. Lo dice il numero esiguo delle domande presentate rispetto ai bandi ERP e lo dimostra il fatto che se il Comune di Siena rispettasse gli accordi sottoscritti e costruisse i 300 alloggi a canone concordato, l’offerta, con questi criteri, supererebbe la domanda”.
“Escludere le fasce di reddito fino a 25.000 euro dalla possibilità di partecipare al bando per il canone concordato – spiegano CGIL CISL e UIL – non può essere giustificato dal fatto che c’è chi fa peggio, ma deve essere valutato con criteri di equità e giustizia. L’equità e la giustizia sono il fondamento del vivere civile e quindi questa battaglia non appartiene solo ai diretti interessati, ma a tutta la collettività che rappresentiamo. Questo non vuol dire escludere coloro che hanno avuto diritto a partecipare, ma includere tutti coloro che sono stati esclusi e che hanno un reddito sufficiente a pagarsi l’affitto a canone concordato. Famiglie che oggi stanno pagando un affitto doppio rispetto ai 4 euro al metro quadrato”.
“C’è una contraddizione inaccettabile in alcune politiche comunali, – ribadiscono i Sindacati – quando si è trattato di aumentare l’addizionale tanti cittadini sono stati considerati ‘ricchi’ ed è stato imposto loro un aumento dell’IRPEF, dopo solo pochi mesi gli stessi cittadini sono diventati ‘poveri’ (addirittura  a rischio solvibilità) per aver diritto ad una casa con affitto agevolato”.
“Ai Sindaci – concludono le OO.SS. – riconfermiamo la richiesta urgente di modificare il bando aprendolo agli esclusi, ma chiediamo anche di essere coerenti: dare una casa popolare a tutti coloro che sono stati esclusi dal bando. Se lo faranno siamo disposti a ricrederci, ma se pensano di non riuscirci è meglio che si mettano intorno ad un tavolo per discutere e confrontarsi. Sarebbe stato meglio se lo avessero fatto prima, avrebbero evitato un grave errore e tenuto fede ai valori a cui si richiamano”.

Siena, 16 novembre 2007

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Argomenti: casa, CGIL, Comuni |