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Epifani: “La crisi non è affatto finita”

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 21, 2009

Crisi: Epifani, non è affatto finita, rischio alibi per non fare
21/04/2009 18-19 maggio assemblea Camere del Lavoro, con CISL e UIL ripartire da rappresentanza e democrazia

“La crisi  non è affatto finita, per il 2009 si confermerà il peggiore risultato del Pil per tutto il dopoguerra e prima della seconda metà del 2010 non ci sarà un vero segnale di ripresa”. Lo ha affermato il segretario generale della CGIL, Guglielmo Epifani, nel corso del suo intervento al Comitato direttivo nazionale dell’organizzazione sindacale. “E’ singolare – ha poi aggiunto – che da una settimana all’altra si possa passare, come ha fatto da ultimo la presidente di Confindustria, da una preoccupazione a un ottimismo non fondato su elementi concreti”.

Per Epifani, infatti, “la crisi non è purtroppo passata e questo è verificabile ampiamente nei luoghi di lavoro, dove continuamente si aprono nuovi casi di crisi aziendale. E’ pericoloso che passi l’idea di aver ormai svoltato il punto peggiore della crisi: in questo modo si sceglie di indulgere su una politica che non affronta i problemi come sarebbe necessario”.

Quanto alle mancate misure per affrontare la crisi, il leader CGIL ha osservato: “Un uso, almeno in parte, più intelligente, tempestivo e accorto della leva del debito pubblico avrebbe aiutato le imprese ad affrontare crisi, subendo effetti meno pesanti, e le persone, riducendo le diseguaglianze sociali”.  Compito del sindacato in questo momento, ha detto Epifani, “è continuare a porre l’accento sulla crisi e sul modo in cui la si affronta, legando la fase di emergenza alle prospettive su come uscirne. Allentare la tensione sulla crisi significa anche continuare a non affrontare questioni di prospettiva, a partire da temi come una svolta produttiva ecocompatibile, tema ormai del tutto scomparso dal dibattito italiano”.

Sulla necessità di una riconversione ambientale per la nostra economia, per il segretario generale “Non c’è nessuna idea di risparmio energetico, di autonomia energetica, di sostenibilità ambientale. Quando la crisi sarà  passata risalirà inevitabilmente il prezzo del petrolio e il problema della nostra autonomia energetica resterà grave come prima. E questa mancanza di prospettive vale per tutto, dalle infrastrutture alla politica industriale, alla sicurezza sul territorio”.

Il governo, a detta di Epifani, “ha scelto deliberatamente di non affrontare tutti questi temi aprendo un tavolo anticrisi. Sono stati aperti in quasi tutte le regioni: a livello nazionale no, a conferma del carattere autoreferenziale del governo che su tutti i temi sensibili di crisi – dalla Fiat alla chimica fino all’Alitalia – sceglie di non confrontarsi, non ascoltare,  riservandosi di ricorrere al sindacato solo quando si devono affrontare casi di grave crisi aziendale”. Considerazioni, quelle del numero uno della CGIL, “che valgono anche per gli ammortizzatori sociali. Sarebbe stato giusto il raddoppio dal periodo di cassa integrazione ordinaria, utilizzando quella in deroga dove non fosse stato possibile. La cig in deroga non basta, in alcune regioni le risorse sono già quasi tutte impegnate”.

Quanto al quadro internazionale, “non si riesce ancora ad andare al fondo del problema – ha spiegato -: non si è stati in grado di definire nuove regole per dare trasparenza ai mercati finanziari e capaci di evitare che, prima o poi, si presentino gli stessi rischi nella finanza  internazionale. Il rapporto fra la fase di emergenza della crisi e le prospettive, le condizione dei redditi, l’aumento delle disuguaglianze che potrebbe conseguirne è dunque tema centrale sia in ambito nazionale che in territoriale.

Sulla necessità di “concentrare l’attenzione sull’ambito territoriale”, luogo dove per Epifani “si dovranno raccordare le politiche nazionali con quelle locali, affrontando temi importanti come welfare, fisco, servizi, formazione, diritti”, il segretario generale CGIL fa sapere che “per il 18 e 19 maggio prossimi è convocata un’assembla nazionale delle Camere del lavoro, insieme con  le segreterie regionali e le categorie nazionali. Una iniziativa che non si teneva da 27 anni. In seguito si terrà l’assemblea di programma e dopo, entro luglio, partirà la fase congressuale con un direttivo che nominerà la commissione per i lavori relativa e ne fisserà i tempi”.

Per quel che riguarda i rapporti con CISL e UIL, “segnati da profondi di divisione di merito,  bisogna ripartire dai temi della riforma della rappresentanza e della democrazia. Il percorso è appena cominciato, è necessario proseguire definendo norme certe e trasparenti. Ognuno deve contare per quel che rappresenta, è una questione di rispetto della democrazia: bisogna stabilire regole generali su come si varano piattaforme e accordi ed evitare che si decida caso per caso.  Il governo ha messo in campo un esplicito tentativo di isolamento della  CGIL perché, nella sua visione autoreferenziale, non  vuole un forte movimento sindacale: per questo ha operato con obiettivi di  divisione. L’impegno della CGIL – ha osservato Epifani – è concentrato su obiettivi strettamente sindacali, nel tentativo di dare tutte le risposte possibili alle esigenze e ai problemi della gente che rappresenta e dei lavoratori. Ed è un impegno che si dispiega soprattutto nella contrattazione, a tutti i livelli, nazionali e locali”.

“Soprattutto in una fase di così forte crisi e di incertezza di prospettive l’unità d’azione è necessaria ed è richiesta dai lavoratori. In questo senso – ha concluso Epifani – è importante la scelta per il 1 maggio sia per i temi di fondo (la necessità di affrontare le crisi industriali soprattutto nel sud) sia per la scelta di tenere la manifestazione a l’Aquila, perché i temi del lavoro devono essere la  bussola della ricostruzione ed è giusto  portare la solidarietà del mondo del lavoro a quelle popolazioni”.

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