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CGIL: 7 milioni di lavoratori con meno di 1000 euro al mese a rischio povertà

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 24, 2010

In Italia 13,6 milioni di lavoratori guadagnano meno di 1.300 euro netti al mese, e, fra questi, 6,9 milioni (di cui il 60% donne) possono contare su meno di 1.000 euro. Nè va meglio per i pensionati: ben 7,5 milioni guadagnano infatti meno di 1.000 euro al mese. Insomma, lavorare, nel nostro Paese, sembra non essere una protezione dal rischio di impoverimento. E’ quanto emerge dal Rapporto sui Diritti Globali 2010 dell’Associazione Società Informazione e promosso da Cgil, Arci, Action Aid, Antigone, Cnca, Fondazione Basso, Forum Ambientalista, Gruppo Abele, Legambiente. Il Rapporto è stato presentato questa mattina a Roma nella sede della Cgil in Corso d’Italia, alla presenza del segretario confederale Enrico Panini.
In sei anni, si legge nel testo, tra il 2002 e il 2008, il reddito netto familiare ha perso ogni anno 1.599 euro tra gli operai, 1.681 euro tra gli impiegati. Nel 2009, il 10% degli occupati è sotto la soglia della povertà relativa (un dato peggiore della media dell’Unione Europea, che è dell’8%). Una povertà che si è allargata nel corso di questi anni: nel 2007 la percentuale dei lavoratori sotto la soglia della povertà relativa era, infatti, dell’8,6% e dunque, in due anni, c’è stato un incremento dell’1,4%.
Le famiglie che nel 2009 percepiscono esclusivamente redditi da lavoro sono più povere che non nel 2008 (dall’8,7 al 9,7% del totale delle famiglie povere), dato che sale al 14,5% (era il 13,9% l’anno prima) se si tratta di operai, mentre per i lavoratori in proprio si passa dal 7,9% all’11,2%, ben +3,3%. Adnkronos

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