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Intercettazioni: vogliono imbavagliare la stampa e il web

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 28, 2011

Intercettazioni: CGIL, vogliono imbavagliare la stampa e il web: fermiamoli. Domani in piazza a Roma
Di fronte all’ennesimo tentativo del governo di imbavagliare l’informazione la Confederazione si mobilita contro “un provvedimento sbagliato che manomette diritti costituzionali”. Domani alle ore 15 manifestazione/presidio in Piazza del Pantheon a Roma
28/09/2011 da www.cgil.it

Riprende la mobilitazione contro il reiterato tentativo del governo di imbavagliare l’informazione con una legge sulle intercettazioni. Giovedì 29 settembre prossimo, dalle 15 alle 18, il ‘Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, alla cultura e allo spettacolo’ di cui fa parte la CGIL, ha indetto una manifestazione in piazza del Pantheon a Roma, in concomitanza alla ripresa dell’iter legislativo sul DdL Intercettazioni che verrà ripresentato in aula.

La CGIL aderisce e partecipa a questa giornata di mobilitazione e sarà in piazza assieme al Comitato promotore, alla società civile, a decine e decine di associazioni e movimenti a fronteggiare quello che come scritto in una nota è “l’ennesimo ricatto alla democrazia”. “Il Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, che ha organizzato le più grandi manifestazioni in Italia a difesa della libertà di informazione, chiama ancora una volta i cittadini a manifestare perché non sia approvato un provvedimento sbagliato che manomette diritti costituzionali” afferma Fulvio Fammoni, Segretario Confederale della CGIL alla vigilia del voto parlamentare sulla legge sulle intercettazioni.

Secondo il dirigente sindacale, “non esiste nessuna urgenza anche se viene strumentalmente dichiarata: questa legge – spiega – è ferma da più di un anno in Parlamento e la si riesuma solo perché si è creato l’ennesimo problema giudiziario per il Presidente del Consiglio. La tutela della privacy dei cittadini non c’entra nulla”. Caso mai, il provvedimento si prospetta come un durissimo attacco al diritto di cronaca e, contemporaneamente, il tentativo di mettere un vero e proprio bavaglio al web. In generale sono previste pene fino a tre anni di carcere per le cosiddette registrazioni fraudolente, l’introduzione di una norma che vieterebbe addirittura fino alla sentenza d’appello ogni pubblicazione. Si tratterebbe di anni di tempo che renderebbero irrilevante ogni notizia.

“Per questo – fa sapere Fammoni – occorre impedire che una legge ingiusta e per tanti aspetti non costituzionale venga approvata”. La mobilitazione delle associazioni che fanno parte del comitato per la libertà di informazione e di tante altre, la grande partecipazione dei cittadini contro leggi ad personam e per il rispetto dell’art.21 della Costituzione, conclude il dirigente sindacale “hanno già dimostrato di contare e di produrre risultati. Tocca di nuovo a noi”.

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