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Il piano Camusso: paghiamo in Bot super stipendi e pensioni d’oro

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 24, 2013

Il piano Camusso: paghiamo in Bot super stipendi e pensioni d’oro
Alla vigilia dell’incontro tra le parti sociali e il Presidente del Consiglio incaricato, Pier Luigi Bersani, il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso descrive il suo ‘piano’ sul quotidiano il ‘Corriere della Sera’: “il senso del cambiamento può venire solo dagli investimenti. La prima cosa da fare è sbloccare i crediti delle aziende verso la pubblica amministrazione”
24/03/2013 da www.cgil.it

Davanti a microfoni e telecamere si attiene alla prevedibile ritualità: domani a Pierluigi Bersani «diremo che il Paese ha bisogno di risposte su redditi, lavoro, economia reale». Dietro, a riflettori lontani, Susanna Camusso prova a riempire di nuovi contenuti quello che altrimenti sarebbe il solito copione.
Tanto per dare un assaggio: «Il senso del cambiamento può venire solo dagli investimenti. È chiaro che la prima cosa da fare è sbloccare i crediti delle aziende verso la pubblica amministrazione. Ma perché non si comincia anche a dire, per esempio: okay, da adesso in poi, oltre una certa somma, stipendi pubblici e pensioni d’oro si pagano in titoli di Stato?»

Cernobbio, ieri, Forum Confcommercio – Ambrosetti. Qualcuno prenderà per una provocazione un filo populista l’idea – non la sola – che la leader della Cgil racconta in un salottino di Villa d’Este. Qualcun altro, poiché siamo alla vigilia dell’incontro con le parti sociali, ci leggerà un assist agevolatore alla quasi impossibile missione bersaniana: far nascere un «governo amico» dopo i detestati esecutivi di centrodestra e l’altrettanto mitragliata compagine tecnica. E c’è certo pure questo nella posizione di Camusso, nessuno lo discute. Ma come aggiunge lei: «Ci siamo tutti un po’ troppo abituati a parlare della polemica del giorno. Mai dei problemi concreti». Diamo per scontato di conoscerli. Non è così.

Esempi. Che la crisi sia sempre più dura lo sappiamo: che però «la drammatizzazione sociale» abbia raggiunto livelli «di disperazione» tali da spingere la Cgil a offrire persino «supporto psicologico a quanti tra noi passano otto, dieci ore ogni giorno a contatto con persone e tragedie cui non hanno più risposte da dare», lo rivela lei adesso. Altrettanto «fuor di dubbio» è che «il nostro Paese sta tracollando». La novità è che il primo sindacato italiano, accanto ad analisi, accuse, richieste viste e sentite mille volte, sul piatto ora ha da mettere qualcosa di diverso.

Pensa, Camusso, agli eserciti in fila davanti ai patronati. Non sono tutti disoccupati. Ma anche «chi è in mobilità o in “cassa” in deroga spesso da mesi non vede neppure più quel reddito: finanziamenti bloccati. Chiedono a noi, e noi non sappiamo che dire. Non sappiamo cosa faranno, quando usciranno dai nostri uffici. Dove resta un senso di impotenza che ha ormai bisogno di supporto psicologico». Hanno già cominciato alla Cgil torinese, rivela. E il punto è: bisogna trasmetterla alla classe dirigente, quella «disperazione vera». Bisogna che sia la politica, a rispondere «anziché discutere solo di se stessa». Allora: «Pagare in Bot le pensioni d’oro non azzererà la disoccupazione, ma sarebbe un segnale». Piccolo, rispetto ai miliardi che il pubblico deve alle aziende. Però «tutto serve». E poi: «Non abbiamo grandi imprese pubbliche? Perché non cominciamo ad anticipare lì gli investimenti?». Chissà se basterà girarla a Bersani, la domanda.

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