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No DDL Pillon

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 23, 2019

❌❌ Torna in discussione al Senato il Ddl #Pillon un provvedimento che fa male ai bambini e alle famiglie che si separano. Fermiamolo!
• dalle 13.00 tweet bombing #NoPillon
• ore 15 presidio a Montecitorio
• ore 16.30 conferenza stampa al Senato

Oggi martedì 23 luglio alle 15 ripartirà la discussione del decreto Pillon e collegati, in commissione giustizia del Senato. La commissione è in sede referente e si propone di redarre un testo unificato. Si dice che l’obiettivo sia l’approvazione in Aula entro pochi giorni.

La CGIL dice NO all’approvazione di un decreto che cancella le lotte delle donne degli ultimi 50 anni.

Nel decreto l’interesse del minore non sarebbe prioritario, infatti il disegno di legge è declinato in chiave adultocentrica e cancellerebbe il principio secondo cui l’interesse del minore deve prevalere su ogni diverso interesse. Questa visione ribalterebbe i rapporti tra i genitori, dettando misure apertamente in favore degli uomini e favorendo una interpretazione conflittuale della separazione e del divorzio. Il testo riporterebbe in vita, al posto dell’affido condiviso, il famigerato affidamento alternato, da tempo bocciato dalla dottrina psicologica e sociale. Abolirebbe con disposizioni astratte ed aprioristiche (es: il figlio deve restare almeno 12 giorni al mese con ciascun genitore) l’indispensabile margine di duttilità ed adattamento alla realtà del caso concreto che la legge ora ha.

Il ddl vuole rendere più complicato e oneroso l’accesso alla separazione e al divorzio introducendo procedure complesse e soprattutto accessibili solo a chi se le può permettere dal punto di vista economico. La coppia dovrebbe necessariamente pagare un mediatore familiare, perché la mediazione diventerebbe obbligatoria anche per le separazioni consensuali. La durata della procedura potrebbe essere anche di  6 mesi, i costi saranno suddivisi tra i coniugi. A questi costi si andrebbero ad aggiungere comunque i costi della propria consulenza legale. I legali non potrebbero partecipare agli incontri successivi al primo e tutto ciò che accade durante gli incontri rimarrebbe coperto dal segreto professionale, precluso anche ad avvocati e giudici. Sarebbe prevista la nomina del coordinatore genitoriale a carico dei genitori. Inoltre penalizzerebbe il genitore meno abbiente a cui sarebbe negata la possibilità di tenere con sé i figli ove non sia in grado di provvedere alle spese per un alloggio.

Una parte del Ddl pillon sembrerebbe sottointendere che i figli di coppie divorziate o separate siano vittime di una vera e propria manipolazione psichica da parte dei genitori. Quest’idea si rifà alla presunta “sindrome di alienazione parentale”. Applicando il principio dell’alienazione parentale contenuto nel ddl sarebbe molto semplice per il genitore maltrattante imputare all’altro di aver perpretato false accuse di violenza nei suoi confronti e quindi di aver manipolato psichicamente il figlio con lo scopo di allontanare il figlio dal genitore maltrattato per impossessarsene.

Non solo: il coniuge accusato di manipolazione psichica sarebbe anche condannato a un risarcimento danni sia nei confronti del minore, sia dell’altro genitore. Si creerebbe una situazione rischiosa, in cui la paura di vedere sottratti i propri figli potrebbe disincentivare le già esigue denunce per maltrattamenti e violenza domestica. Senza contare che lo stop all’assegno di mantenimento della prole porterebbe molte donne in condizioni di indigenza a restare col marito – magari violento – per l’impossibilità di provvedervi.

Ancora una volta si legifera pensando che la centralità sia punire, non prevenire, non intervenire con coerenza sulla cultura che genera legittimità alla violenza contro le donne.

CGIL Siena

 

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