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Emergenza socioeconomica, CGIL CISL UIL Siena: “Proponiamo un patto per lo sviluppo del territorio tra Istituzioni, Organizzazioni sindacali confederali e Associazioni datoriali”.

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 23, 2025

Emergenza socioeconomica, CGIL CISL UIL Siena: “Proponiamo un patto per lo sviluppo del territorio tra Istituzioni, Organizzazioni sindacali confederali e Associazioni datoriali”.

Siena, 23 luglio 2025 – “Le Istituzioni guardino oltre i colori politici delle Amministrazioni, facciano sinergia e coinvolgano tutti i soggetti del territorio per aprire un confronto serio e serrato che strutturi un tavolo permanente con la funzione di osservatorio sull’occupazione, la sua qualità e che intervenga sulle specifiche situazioni di crisi aziendali, per monitorarne l’evoluzione e adottare scelte partecipate e condivise, ma soprattutto che lavori sulla costruzione di un patto per lo sviluppo e la crescita volto a garantire un futuro che scongiuri il declino del territorio senese”.

E’ quanto chiedono CGIL CISL UIL di Siena dopo aver avviato un percorso di partecipazione lungo e articolato che ha riscontrato interesse e aperto a spazi di convergenze.

Il patto per lo sviluppo del territorio proposto da CGIL CISL UIL Siena. Di fronte all’emergenza socioeconomica da febbraio di questo anno CGIL CISL UIL di Siena hanno presentato, infatti, una piattaforma unitaria che ha l’ambizioso obiettivo di costruire un patto collettivo per lo sviluppo del territorio tra le Istituzioni, le Organizzazioni sindacali confederali e le Associazioni datoriali.

Nel corso di questi mesi sono state incontrate Regione, Provincia e CCIAA; i Comuni del territorio che hanno raccolto l’invito in larghissima parte, vista la presenza di Sindaci e Sindache in rappresentanza di quasi l’80% dei cittadini della provincia; le Associazioni di Categoria, che hanno partecipato nella quasi totalità o si sono dette disponibili con contributi scritti ad affrontare insieme un percorso di confronto; la Fondazione MPS che si è detta disponibile, pur nella scarsità di risorse, a supportare anche fattivamente progettualità condivise volte al rafforzamento del territorio; l’Università degli Studi di Siena, quale soggetto fondamentale che può sostenere, anche attraverso una visione scientifica, le analisi dei bisogni e le prospettive di rilancio e crescita.

“Abbiamo constatato un’enorme convergenza sulla preoccupazione rispetto alla crisi produttiva e occupazionale che vive il territorio e che rischia di venire profondamente aggravata nel futuro rispetto alla prospettiva dei dazi d’oltreoceano ed allo stesso tempo abbiamo riscontrato, pur partendo da punti di vista inevitabilmente diversi, la disponibilità da parte di tutti a costruire un percorso di confronto che provi ad individuare alcuni punti centrali sui quali costruire alleanze e sinergie volte a costruire una progettualità condivisa per la tenuta socioeconomica ed il rilancio produttivo del territorio” – sottolineano le organizzazioni sindacali.

“CGIL CISL UIL restano convinte che la capacità di tenuta e accrescimento della qualità del tessuto produttivo e del lavoro passa innanzi tutto dalla capacità di fare rete tra le Istituzioni tutte, le Organizzazioni sindacali e le Associazioni datoriali; – proseguono le sigle – una capacità di coordinamento che deve provare a costruire progettualità oltre i confini ed i perimetri definiti dalle mappe geografiche: per mettere a sistema le risorse stanziate e attrarne di nuove per uscire dall’isolamento territoriale sia verso le altre province sia di intere aree interne dentro la nostra provincia, attraverso politiche territoriali condivise sul turismo e sul potenziamento e la manutenzione delle infrastrutture strategiche, sia materiali che immateriali, a partire dalla viabilità su rotaia e dalla manutenzione della rete viaria; per garantire la tenuta di un sistema sociosanitario in grado di dare risposte adeguate ai crescenti bisogni dei cittadini, anche nelle aree interne; per calmierare i costi degli affitti, sia in chiave abitativa che commerciale”.

“Ma soprattutto è necessario avviare sinergie che sollecitino politiche economiche di protezione del lavoro e delle imprese che rischiano di venire travolte dalle politiche dei dazi e politiche industriali di sostegno al rilancio e alla crescita, – concludono CGIL CISL UIL – attraverso la costruzione modelli di produzione capaci di affrontare una sfida competitiva fondata sulla responsabilità sociale e sull’innovazione, ovvero, partendo dall’analisi dei flussi di produzione, che realizzino politiche premianti per le aziende che si inseriscono in percorsi socialmente e contrattualmente qualificanti e penalizzino chi fa leva sulla concorrenza sleale, fondata sullo sfruttamento lavorativo e sul dumping contrattuale”.

APPROFONDIMENTO. IL QUADRO SOCIO-ECONOMICO DI RIFERIMENTO

Ammortizzatori sociali, esportazioni, occupazione, dazi – Nel 2023 le ore di sostegno al reddito finanziate dall’INPS e dalla bilateralità nell’artigianato hanno interessato l’8% dei lavoratori dipendenti della nostra provincia, con un incremento rispetto al 2019 del 150% e nel 2024 questo dato ha subito un aggravamento dovuto dall’apertura di nuove crisi con procedure di cassa integrazione, licenziamenti per chiusura di stabilimenti, contrazione di occupati in imprese importanti, incremento del numero di part-time involontari (che insistono soprattutto negli appalti di servizio) e cessazioni dei contratti precari per effetto della stagionalità ma anche per il loro distorto utilizzo. Un arretramento che ha riguardato, dati dell’Osservatorio Siena2030, il 12% delle famiglie che nel corso dell’anno ha perso o si è visto ridurre il lavoro. Il 2025 si è aperto con il peggiore degli scenari, ovvero l’annuncio da parte di Trump, primo partner commerciale del tessuto produttivo senese, di inserimento di dazi. E’ stata sufficiente la notizia per far crollare anche alcuni settori produttivi che fino a pochi mesi fa avevano fatturati in crescita. Basta guardare al dato in repentino calo del 33,8% del I trim.2025 sul I trim 2024 delle esportazioni (dati rapporto annuale CCIAA) che si ripercuote sulla quantità e qualità del lavoro con un’esponenziale crescita delle ore di cassa integrazione che, guardando solo a quelle erogate dall’INPS, nel primo trimestre 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024, sono aumentate del 223% e che si concentrano soprattutto nelle pelletterie, nella meccanica, nel mobile e nelle costruzioni, nell’artigianato. Le dinamiche occupazionali del 2024 sono in regressione ed il dato degli avviamenti registra nel solo primo trimestre 2025 il 7,3% in meno di nuovi contratti stipulati rispetto al primo trimestre dell’anno precedente. Resta invece confermato nel primo trimestre del 2025 il trend di lavoro povero con solo l’8% degli avviamenti a tempo indeterminato, mentre il 92% dei nuovi contratti continuano ad essere precari. E la preoccupazione cresce in un territorio in cui è ormai costante un progressivo arretramento della produzione industriale, in cui non si riesce ad attrarre nuovi investitori ed in cui, anche i settori che pur essendo endemicamente caratterizzati lavoro povero e precario per effetto della stagionalità, come turismo e agricoltura, rischiano di venire travolti dalle politiche protezioniste, Basti pensare che, con il solo annuncio di dazi, il I trimestre 2025 vede (dati CCIAA) un calo delle esportazioni del settore alimentare del 6,8% e del vino del 5,6% e le presenze turistiche in provincia di Siena registrano un calo del 8,7% rispetto al I trimestre del 2024.

Inflazione, povertà, attrattività – Le nubi nere consegnano uno scenario complesso che è aggravato dalla condizione socioeconomica che pesa su lavoratori e pensionati della nostra provincia. Mentre i posti di lavoro si perdono ed i redditi si assottigliano, i costi del vivere aumentano. L’inflazione si conferma per il terzo anno di fila tra le più pesanti del Paese con un 2,6% più alta del resto d’Italia, ovvero 663 euro in più per vivere nel nostro territorio. Un dato certamente figlio anche dell’esplosione del costo degli affitti per effetto della crescita esponenziale delle locazioni brevi negli ultimi anni. E’ evidente il quadro di un peggioramento delle condizioni materiali di vita di lavoratori e pensionati che fanno sempre più fatica ad arrivare a fine mese. Uno studio dell’Università di Siena racconta plasticamente questa condizione in cui 26.000 persone (il 10% degli abitanti) vivono sotto la soglia di povertà, il 36% delle famiglie ha difficoltà a pagare le bollette ed il 30% ha dovuto ridurre il consumo di cibo. Solo qualche giorno fa la Caritas, con la presentazione del rapporto annuale, ha rappresentato il quadro di una provincia in cui non cresce solo la povertà relativa ma anche quella assoluta con un numero di accessi incrementato notevolmente nel I semestre di questo anno e rappresenta come la necessità di presa in carico riguardi non solo coloro che non hanno occupazione ma anche molte persone che sono povere pur lavorando e soprattutto le famiglie che vivono in condizioni di disagio abitativo e con presenza di minori nel nucleo. Questo quadro desolante rischia di aggravare la già scarsa attrattività del territorio in cui i flussi di ingresso in pochi anni si sono ridotti del 200% mentre quelli in uscita sono aumentati del 95%.

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