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Pensioni: Cgil, governo dimentica 50mila esodati da salvaguardare

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 21, 2015

EsodatiPensioni: Cgil, governo dimentica 50mila esodati da salvaguardare

da www.cgil.it

21/07/2015 Lamonica: “Chiudere vicenda, a eguale condizione corrispondano eguali diritti”

“Il governo ha completamente dimenticato che rimangono almeno 50mila esodati da includere nella salvaguardia, intervenga per chiudere definitivamente questa pagina nera”, questa la denuncia di Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil.

Lamonica ricorda inoltre che “l’Inps non ha ancora ottemperato all’impegno preso con il Parlamento di rendere noto il numero esatto di lavoratori effettivamente salvaguardati e le risorse finora spese al riguardo”. “Si tratta di dati indispensabili – spiega – perché proprio a partire dalle risorse impegnate ma non spese si può procedere alla settima salvaguardia, completando così una vicenda che è scandalosamente ancora in piedi”

“Anche il ministero del Lavoro – sottolinea la dirigente sindacale – non comunica i dati, e i due soggetti continuano a rimpallarsi la responsabilità”.

“Siamo con i lavoratori che oggi manifestano davanti a Montecitorio – sostiene Lamonica – e riconfermiamo il nostro impegno per far sì che la questione si possa definitivamente chiudere, assicurando – conclude – che a eguale condizione corrispondano eguali diritti”.

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Emilia Romagna: siglato il Patto per il lavoro

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 21, 2015

Emilia Romagna: siglato il Patto per il lavoro

Emilia Romagna: siglato il Patto per il lavoro Nel documento la Giunta e le componenti della società regionale, sindacati, parti datoriali, terzo settore, università, condividono le linee per il rilancio dello sviluppo e dell’occupazione in regione. Mobilitate risorse per quasi 15 miliardi

da rassegna.it

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Intervista di Susanna Camusso a ‘La Stampa’

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 20, 2015

Camusso8Intervista di Susanna Camusso a ‘La Stampa’

da www.cgil.it

20/07/2015 “Aiutare prima i redditi bassi e combattere l’evasione ” così il segretario generale della Cgil in una intervista al quotidiano ‘La Stampa’. “Bisogna concentrare tutte le risorse disponibili a favore dell’occupazione dei giovani”

«Bene usare la leva del fisco e l’idea di proporre un grande patto». Ma se lo strumento che indica Renzi è «giusto», poi però la risposta che da «è sbagliata», sostiene Susanna Camusso. «A parte che non si capisce dove vada a prendere tutte le risorse, ma lui dice che sono sei mesi che sta studiando questo piano, facciamo finta di credergli; il problema – spiega il segretario Cgil – è che la sua “rivoluzione” aumenta le disuguaglianze anziché ridurle. Punta al consenso a breve e serve solo a far star meglio chi sta già meglio. Agisce sullo status quo, senza pensare di modificare nulla, mentre bisognerebbe investire sul futuro e sui giovani ».

Ma non è positivo ipotizzare un taglio così forte delle tasse?
«Dire solo “fisco” non basta: occorre vedere quali scelte concrete si fanno. Come non basta dire solo “prima casa”, perché può implicare interventi anche molto differenti fra loro: bisogna dire a quali redditi si guarda, a quali livelli di giustizia fiscale si punta».

Cosa non funziona secondo lei?
«Intanto c’è un problema di scansione dei tempi. Perché gli interventi sui redditi più bassi e sui pensionati al minimo, che sono i soggetti più in difficoltà, vengono previsti solo nel 2018 ed in questo campo aspettare tre anni, un tempo infinito, significa solo aumentare ancor di più le disuguaglianze. Seconda questione: interventi di tipo universalistico, quando ci si trova in situazioni come la nostra, non generano miglioramenti ma contribuiscono solo a peggiorare la situazione. Come è già accaduto per altri provvedimenti l’impressione che la crescita delle disuguaglianze per questo governo non rappresenti un problema. Mentre invece questa è una delle ragioni più vere della crisi del Paese».

Cosa bisognerebbe fare? «La vera rivoluzione da fare per me è un’altra: bisognerebbe concentrare tutte le risorse disponibili a favore dell’occupazione dei giovani, visto che abbiamo una disoccupazione al 42%, anche allentando il patto di stabilità dei comuni o azzerando le tasse su tutti i nuovi investimenti. Perché capisco che per una famiglia operaia avere al massimo 500 euro in più all’anno possa essere importante ma non avere più in casa un figlio disoccupato vale molto di più: significa vedere il futuro. Poi occorre chiudere la forbice delle disuguaglianze. E anziché continuare a ridurre il costo del lavoro, bloccando il rinnovo dei contratti e riducendo ancora il peso delle tasse, con l’idea che questa sia l’unica ricetta, occorre pensare ad un grande provvedimento che riunisca tutti gli incentivi e agevoli davvero molto gli investimenti. Così come farei un intervento di decontribuzione a favore delle assunzioni, ma quelle nuove, aggiuntive. Perché il nostro problema è ab- battere l’esercito di 3 milioni di disoccupati».

L’idea del patto fiscale però non le dispiace.
«L’idea di proporre al Paese un grande patto fiscale è giusta, però deve farne parte anche la lotta all’evasione. Che deve essere lotta vera. E poi questo patto va proposto al Paese, non solo ad una sua parte».

Con quali strumenti? «Bisogna iniziare a destinare un po’ di risorse alla possibilità di detrarre una serie di spese che forse potrebbero rendere più incisiva la lotta all’evasione. E poi occorre incentivare di più l’uso della moneta elettronica, magari pensando ad una grande convenzione con le Poste per fornire a prezzi agevolati se non proprio azzerati questi nuovi strumenti a tutti i pensionati. Poi sarebbe bene smettere di intralciare l’attività dell’Agenzia delle entrate e in Parlamento la legge sulla corruzione».

I redditi più bassi non dovrebbero però beneficiare del taglio delle aliquote Irpef?
«La proposta di arrivare a due solo aliquote è un cedimento culturale alla Lega e alle teorie più destrorse. Ricordo che la progressività fiscale è uno degli strumenti fondamentali dell’uguaglianza e la modulazione è fondamentale ancora più in un Paese come il nostro dove il lavoro dipendente è il grande contribuente».

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I rischi e la complessità della vicenda greca

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 17, 2015

Grecia_EuropaI rischi e la complessità della vicenda greca

17/07/2015 da www.cgil.it Continua a leggere questo articolo »

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Povertà: Cgil, troppo alta, subito Piano nazionale di contrasto

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 16, 2015

Soldi_2Povertà: Cgil, troppo alta, subito Piano nazionale di contrasto

15/07/2015 Lamonica: “Il governo non gioisca ma intervenga” da www.cgil.it

“Sulla povertà la notizia è che in Italia rimane una fascia molto estesa di persone in grande sofferenza, maggiormente concentrate nel Mezzogiorno e di cui oltre un milione sono minori. L’indice si stabilizza ma, comunque, i numeri dicono che i poveri sono il doppio di quanti erano all’inizio della crisi: il governo non gioisca ma intervenga”. Così Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, commenta i dati diffusi oggi dall’Istat.

“Sulla povertà assoluta, che riguarda famiglie e persone in grave deprivazione materiale – continua Lamonica – è urgente e necessario intervenire con una misura di sostegno al reddito e di rilancio dei servizi sociali sui diversi aspetti della condizione che bisogna affrontare: istruzione, casa, salute, formazione, lavoro”. Per la dirigente sindacale “le sperimentazioni in atto, come social card e SIA, non hanno sortito alcun effetto, sono frammentarie e di piccola entità e quindi inefficaci”. “Peraltro – sottolinea – il loro allargamento alle regioni del Mezzogiorno, deciso nel 2013, non è ancora partito, e non un euro è stato speso”.

La segretaria confederale si rivolge poi all’esecutivo: “Chiediamo al governo un vero Piano Nazionale che si ponga l’obiettivo del superamento della povertà assoluta, che sia effettivamente universale ed implementato anche con un rilancio delle politiche sociali di cui c’è straordinaria necessità”. “La povertà relativa, effetto di un processo di impoverimento e di svalutazione del lavoro, va fronteggiata – spiega – con scelte di politica economica che invertano tale tendenza: occorre affrontare con politiche di investimento il tema della creazione di lavoro e dare risposte vere alla disoccupazione di massa e alla precarietà”.

“C’è poco da gioire: una realtà sociale con questi numeri del disagio, oltre 4 milioni di poveri assoluti e quasi 8 milioni in povertà relativa, non si può affrontare con nuove dosi della stessa medicina che l’ha provocata. È necessario – conclude Lamonica – riportare al centro il lavoro e la sua tutela, e rafforzare il welfare”.

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Focus economia Toscana – Speciale Province

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 15, 2015

BANNER FOCUS 03Crescono gli avviamenti, stabili le cessazioni, in crescita quelle del lavoro stabile, cala la cassa integrazione, cresce l’export ( di poco). Per il prossimo anno previsioni contraddittorie tra le diverse aree della Toscana.Segnali di lieve ripresa dell’economia toscana, suffragati dal dato sulla cassa integrazione che, depurata dalla deroga, soggetta ai ripetuti blocchi di carattere burocratico, cala del 3,67% nei primi mesi del 2015 rispetto ai primi 5 mesi del 2014 ( 16.694.757 ore contro 17.327.000 la somma di cassa ordinaria più la straordinaria).
Gli avviamenti al lavoro mantengono il trend di crescita innescatosi già nella seconda metà del 2014 con una crescita del 6,7% nei primi 5 mesi del 2015 sul corrispettivo 2014 ( 335.473 contro 314.1849). Esponenziale la crescita del tempo indeterminato, per effetto della defiscalizzazione della legge di stabilità che, soprattutto nei primi 2 mesi dell’anno, ha fatto registrare una forte impennata. Gli avviamenti stabili passano da Gennaio a Maggio da 36.325 a 53.610 unità, facendo registrare un +47% su base annua e rappresentano oggi il 15,98% del totale contro l’11,56% del 2014.
Cresce anche il tempo determinato (+2,6%) e il lavoro interinale (+15%), calano: apprendistato, progetto, intermittente e le altre forme.
Crescono però anche le cessazioni a tempo indeterminato che erano 33.666 nel 2014 e diventano 34.522 nel 2015 (+2,54%).
Le cessazioni totali dei lavoratori contrattualizzati, escludendo cioè le forme più “spurie” di lavoro, restano sostanzialmente inalterate a 98.550 unità.
I licenziamenti collettivi ai sensi della L. 223 crescono a 2 cifre, a dimostrazione di una situazione ancora molto fragile dell’economia regionale.
L’export nel primo trimestre consolida la crescita dell’ 1,1% trascinata soprattutto dal settore tessile-abbigliamento-calzature-pelletteria ( +3,6%), mentre arretrano l’agricoltura (-3%) e la meccanica (-0,4%).
Sul credito sono confermate tutte le tendenze anche se si arresta (pare) la caduta degli impieghi, rovinosa negli ultimi 4 anni ad eccezione delle costruzioni che è il settore ancora più colpito dalla crisi e dalla contrazione del credito alle imprese.
Sulla base degli indicatori di Prometeia elaborati da IRES Toscana, la disoccupazione dovrebbe calare impercettibilmente a livello regionale dal 10,1 al 10% nel corso del 2015.
A livello provinciale si conferma una situazione molto differenziata, anche in chiave previsionale, col quadrante metropolitano centrale che vanta performance migliori del resto della regione trainato da Firenze con un’incidenza minore di disoccupati, una crescita dei consumi che dovrebbe accelerare all’1,8 % nel 2015 e un export decisamente al di sopra della media regionale.
Specularmente a Livorno si registra una previsione di crescita dei disoccupati anche del 2015, un’ulteriore caduta delle esportazioni e una sostanziale stagnazione dei consumi delle famiglie.
Su una linea di previsione di sostanziale mantenimento delle difficoltà, Lucca e Massa, sia per lo stock di disoccupazione, che per i consumi, mentre su Prato dovrebbe consolidarsi un aumento dei flussi di nuovo avviamento al lavoro che però non sarà sufficiente ad intaccare lo stock dei licenziati negli anni precedenti.
Andamento in chiaroscuro quindi anche per i prossimi trimestri in tutta la regione.
Risalire lo scalino e invertire la tendenza, secondo Fabio Giovagnoli, Presidente di IRES Toscana, si conferma molto faticoso, con andamenti intermittenti, soggetti a molte variabili esogene, che rende davvero difficile avanzare previsioni di medio periodo. Il giudizio più appropriato sembrerebbe poter essere quello di una stasi pur con segnali di risveglio dell’economia.
Per Daniele Quiriconi, responsabile delle Politiche del lavoro della Segreteria regionale della CGIL Toscana: Preoccupa l’alto tasso di licenziamenti ancora in atto, la crescita delle cessazioni dei posti di lavoro stabile, il calo molto modesto della cassa integrazione, fatti che, una volta esaurita la bolla degli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato, potrebbero far volgere di nuovo la situazione del lavoro in Toscana agli anni 2013-2014. Il rischio insomma è di doversi abituare ad una disoccupazione strutturale molto alta ancora per molti anni a venire, soprattutto in presenza di investimenti ancora molto bassi.

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“Un edile non può lavorare fino a 67 anni”. Sabato 18 luglio manifestazione a Roma: pensioni, investimenti, legalità

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 15, 2015

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“Un edile non può lavorare fino a 67 anni”. Sabato 18 luglio manifestazione unitaria a Roma dei lavoratori delle costruzioni: pensioni, investimenti, legalità.

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CGIL e CISL sulla viabilità dell’Amiata

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 14, 2015

I sindacati sulla viabilità dell’Amiata Senese: “Chiederemo un incontro urgente al Presidente della Regione”

CGIL e CISL organizzeranno anche una giornata di protesta del territorio

Abbadia San Salvatore, 14 luglio 2015 – Si sono riunite ad Abbadia San Salvatore le Confederazioni CGIL e CISL e le Federazioni sindacali di categoria FIOM, FIM, FILCAMS, FISASCAT, FILCTEM, FEMCA, FLAI, FAI, FILLEA, FILCA, FILT, FIT per analizzare la difficile situazione della viabilità del territorio dell’Amiata Senese, con particolare riferimento alla chiusura della SR2 Cassia nella zona industriale di Abbadia.

“Dobbiamo amaramente constatare – dichiarano CGIL e CISL insieme alle Federazioni – che nonostante le varie assicurazioni istituzionali, ad oggi la risoluzione delle problematiche relative alla viabilità è lontana, e non si intravedono neppure soluzioni tampone”.

“Non è assolutamente accettabile – proseguono i sindacati – che in una regione civile ed avanzata come la Toscana si possa determinare, di fatto, l’isolamento di un territorio, tra l’altro già provato dalla crisi economica generale ma che con l’impegno dei lavoratori e la caparbietà degli imprenditori continua a svolgere un ruolo di assoluta importanza nel tessuto economico italiano ed internazionale”.

“Per queste ragioni – annunciano CGIL e CISL – intendiamo chiedere un incontro urgente al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che coinvolga le associazioni datoriali oltre i soggetti imprenditoriali direttamente interessati, che rischiano di pagare, in prima persona, il prezzo delle inadempienze della burocrazia o, peggio ancora, della scellerata scelta di ridurre le risorse pubbliche destinate ai servizi essenziali come trasporti, viabilità, sanità, ecc…”.

“Per rendere ancora più esplicita e visibile la nostra iniziativa – concludono le organizzazioni sindacali – organizzeremo una giornata di protesta del territorio. L’Amiata non può essere considerata solo ed esclusivamente quando si tratta di sfruttarne le risorse, è una collettività con gli stessi diritti del resto della Toscana!”.

Argomenti: amiata, CGIL, viabilità |

Costruzioni: pensioni, investimenti, sicurezza. 18 LUGLIO manifestazione nazionale FILLEA FILCA FENEAL a Roma

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 14, 2015

banner1COSTRUZIONI: PENSIONI, INVESTIMENTI, SICUREZZA. 18 LUGLIO MANIFESTAZIONE NAZIONALE FILLEA FILCA FENEAL

Il 18 luglio gli edili di Cgil Cisl Uil scenderanno in piazza per lanciare le loro proposte contro l’insufficiente politica finora messa in atto nel settore delle costruzioni, e contro gli scellerati provvedimenti presi dagli ultimi governi in particolar modo per l’età pensionabile, che deve invece prevedere un’uscita flessibile e senza penalizzazioni per i lavori pesanti e gravosi. “Il settore continua a subire la crisi e le sue conseguenze – spiegano i segretari generali FenealUil Vito Panzarella, Filca Cisl Domenico Pesenti, Fillea Cgil Walter Schiavella – con il crollo devastante dell’occupazione, del lavoro regolare e sicuro, dei redditi e dei consumi e la perdita di legalità e trasparenza. Non possiamo più permetterci di aspettare.”
I sindacati lamentano l’insufficienza degli investimenti pubblici e la lentezza con cui il governo tenta di tamponare la situazione, che invece necessita di interventi immediati e fattivi. La manifestazione, che sarà a carattere nazionale, si concentrerà sui temi centrali della riforma previdenziale, del lavoro e degli investimenti, della regolarità e della trasparenza.
Per Feneal Filca Fillea è urgente e vitale per i lavoratori del settore intervenire sulle pensioni degli edili e sulla riforma Fornero, sulla riforma degli ammortizzatori sociali e sulla spesa destinata agli investimenti pubblici, sulle regole in materia di qualificazione di impresa, legalità e sicurezza.

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CGIL, CISL e UIL su Comune di Rapolano: “Scelte unilaterali su asilo nido e servizi scolastici”

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 13, 2015

cgil cisl uil sienaCGIL, CISL e UIL su Comune di Rapolano: “Scelte unilaterali su asilo nido e servizi scolastici”

I sindacati accusano: “Messe in discussione equità e progressività dei costi”

Rapolano Terme, 13 luglio 2015 – In questi giorni leggiamo sui quotidiani locali le preoccupazioni di alcune famiglie in merito alla messa a rischio di un servizio importante come l’asilo nido nel Comune di Rapolano Terme e in ogni caso la certezza di un inasprimento delle tariffe dei servizi scolastici.

Non possiamo assolutamente condividere l’aver intrapreso la strada della tariffa unica per mensa e trasporto, servizi che si riferiscono alla scuola dell’obbligo e che quindi dovrebbero qualificare e distinguere un Comune. Invece si assiste a scelte che rimettono in discussione gli obiettivi di equità e progressività dei costi di compartecipazione delle famiglie che mai come nelle fasi di crisi economico-sociali dovrebbero essere perseguiti e che non tengono conto delle difficoltà delle famiglie a far fronte alle spese scolastiche.

Per non parlare poi del fatto che nel passato tali decisioni erano state sempre discusse con le parti sociali, mentre oggi si è proceduto a scelte unilaterali.

Altrettanto difficile è comprendere la possibile riduzione dell’offerta del servizio di asilo nido, fondamentale per la piena espressione della genitorialità e dell’emancipazione. In tutta questa storia non bisogna dimenticare che la delicatezza di tale servizio non può essere ricondotta al mero calcolo economico.

Le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL vogliono inoltre segnalare che pur avendo inviato a tutti i Comuni la Piattaforma per la discussione sui bilanci 2015 già dal mese di gennaio, da parte dell’Amministrazione di Rapolano Terme non si è registrato ad oggi alcun riscontro, tanto che è stato perfino proceduto unilateralmente alla definizione dei servizi scolastici.

CGIL, CISL e UIL Siena

Argomenti: bilanci comunali, CGIL, Comuni |

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