Lavoro: CGIL, record disoccupazione giovanile risultato politiche di solo rigore
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 8, 2013
Lavoro: CGIL, record disoccupazione giovanile risultato politiche di solo rigore
La Confederazione commenta l’ennesimo record per la disoccupazione giovanile che a novembre 2012, secondo i dati diffusi dall’ISTAT, raggiunge il 37,1%. La condizione giovanile, avverte la CGIL “non può essere solo un tema per gli spot elettorali, servono misure strutturali”.
08/01/2013 da www.cgil.it
Siamo di fronte ad un nuovo e inaccettabile record di disoccupazione dei giovani: un dato che mette in evidenza il fallimento delle politiche di solo rigore che hanno alimentato la recessione e le disuguaglianze e colpito prevalentemente le nuove generazioni, che ormai vedono un sostanziale blocco nell’accesso al lavoro”. Così la CGIL commenta i dati su occupati e disoccupati a novembre scorso diffusi oggi dall’ISTAT.
L’Istituto nazionale di statistica registra infatti a novembre 2012 un tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) pari al 37,1%, con 641mila giovani in cerca di lavoro, ovvero disoccupati, che rappresentano il 10,6% della popolazione nella stessa fascia d’età.
Solo nell’ultimo anno, spiega la responsabile delle politiche giovanili del sindacato di corso d’Italia, Ilaria Lani, “la disoccupazione giovanile è aumentata di oltre 5 punti (tre volte tanto il dato generale) e purtroppo, oltre la retorica, non abbiamo visto alcuna politica mirata di contrasto”. Secondo la sindacalista “la condizione giovanile non può essere solo un buon argomento da campagna elettorale e chi oggi si candida a governare il Paese deve dire con chiarezza quali misure adottare. L’emergenza dell’occupazione giovanile si affronta con politiche strutturali, capaci rimettere in moto l’economia e creare nuovo lavoro qualificato, attraverso incentivi e investimenti nei settori strategici, valorizzando l’enorme bagaglio di competenze dei giovani”.
Inoltre, aggiunge ancora la dirigente sindacale, “di fronte a questa emergenza, oltre alle politiche per lo sviluppo, servono misure per sostenere i giovani nell’inserimento lavorativo, a partire dall’introdurre da subito, anche in Italia, la ‘Garanzia Giovani’, recentemente promossa dalla Commissione Europea. Se vogliamo combattere il fenomeno sempre più allarmante dei ‘Neet’ è necessario che ogni giovane che finisce gli studi sia preso in carico dai servizi all’impiego e gli venga proposto un percorso di orientamento e inserimento al lavoro attraverso l’apprendistato, tirocini di qualità, non lavoro gratuito come accade oggi, corsi formativi realmente qualificanti. Non è infatti più accettabile che i giovani siano lasciati al loro destino, un destino – conclude Lani – che soffoca le competenze, ratifica le condizioni sociali e familiari di partenza oppure costringe migliaia di giovani alla fuga”.
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Crisi: CGIL, 2012 devastante, ora ripartire dal lavoro
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 7, 2013
Crisi: CGIL, 2012 devastante, ora ripartire dal lavoro
Per la CGIL i dati diffusi oggi dall’INPS “sono l’inappellabile giudizio di un ulteriore anno devastante per il tessuto produttivo del paese” e dimostrano l’insufficienza dei fondi destinati al finanziamento della cassa in deroga. “Il Paese ha uno straordinario bisogno di investire nel lavoro, nella sua difesa e nella sua creazione”
04/01/2013 da www.cgil.it
Ma sono anche numeri che, osserva la dirigente sindacale, “allo stesso tempo dimostrano quanto fondati siano stati gli allarmi che abbiamo lanciato nei giorni scorsi sull’inadeguatezza e l’insufficienza dei fondi destinati al finanziamento della cassa in deroga. Così come, alla luce di una crisi che si prospetta ancora lunga e invasiva, andrà rivisto l’impianto della riforma del lavoro per quanto riguarda lo strumento degli ammortizzatori sociali”.
Ma soprattutto, aggiunge Lattuada, “il prossimo governo dovrà mettere al centro un tema cruciale dal quale ripartire: il lavoro. Con un sistema produttivo che tende progressivamente a impoverirsi e a declinare, il Paese ha uno straordinario bisogno di investire nel lavoro, nella sua difesa e nella sua creazione. C’è l’urgenza di dare una prospettiva positiva alle tante vertenze aperte, sia a livello nazionale che territoriale, e garantire al Paese una strategia e un sostegno ai settori produttivi ed industriali che lo possa traghettare fuori dalla crisi. Per quanto ci riguarda – conclude – noi faremo la nostra parte, dando il nostro contributo di idee e proposte a partire dalla presentazione del secondo Piano del Lavoro a fine gennaio”.
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Camusso: “Monti, non sai dove vivi”
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 4, 2013
Camusso: “Monti, non sai dove vivi”
Parla la leader della CGIL, intervistata per ‘L’Espresso’ dal direttore del ‘Die Zeit’. Dura replica al premier che accusa il sindacato di rallentare la modernizzazione dell’Italia: ‘Lui ce l’ha con il lavoro’. E attacca: sulle pensioni, sul calo continuo delle retribuzioni, sull’irresponsabilità del nostro sistema d’impresa
04/01/2013 da www.cgil.it
Susanna Camusso è stata tra gli oppositori più duri del governo Monti e oggi dà un giudizio molto critico sulla cosiddetta Agenda del premier, attorno alla quale si stanno coagulando le forze più centriste del Paese in vista delle elezioni di fine febbraio. Al Professore della Bocconi hanno già garantito l’appoggio molti imprenditori e il Vaticano. In questa intervista rilasciata per “l’Espresso” a Giovanni di Lorenzo, direttore del settimanale tedesco “Die Zeit”, il segretario nazionale della CGIL spiega da un lato le sue diffidenze verso questa alleanza, ma dall’altro affronta temi di più ampio respiro in chiave europea. Dalla crisi dell’industria al lavoro che c’è sempre meno. Risponde anche alla richiesta di fare un parallelo tra la realtà italiana e quella tedesca, per esempio sulla cogestione, un pilastro del sistema economico in Germania che in Italia non ha mai attecchito soprattutto per la diversa struttura delle imprese. Ci tiene anche a fare qualche distinguo tra i sindacati dei due paesi.
Signora Camusso, chi è oggi il nemico principale del lavoratore ed impiegato italiano?
«Il nemico principale è la mancanza di lavoro! L’Italia è un paese ormai fermo da tre anni e mezzo o quattro, e con una disoccupazione crescente. In particolare tra i giovani che per questo si trascinano dietro un senso di colpa collettivo. Ma i sensi di colpa non risolvono certo i problemi, semmai sono un alimentatore di precarietà, del sommerso, del degrado progressivo della condizione lavoro».
I dati ufficiali infatti registrano una disoccupazione giovanile sul 36 per cento…
«Sì, ma i giovani senza lavoro sono anche di più. Nelle statistiche non compaiono quelli che rinunciano a cercare lavoro, il che vale soprattutto per le donne e in particolare nel Mezzogiorno. Ci sono poi non solo i rassegnati, ma nei dati non si tiene conto neanche di quel 25 per cento di sommerso difficile da tradurre. Una cifra molto alta che oggi corrisponde, probabilmente, a un paio di milioni di posti di lavoro sommersi».
Qualunque tedesco passi le vacanze in Italia, nota come tanti posti siano oggi occupati da stranieri. Gli italiani non li vogliono fare più certi lavori?
«In parte, sì è così. D’altra parte, dire che gli italiani “non vogliono” resta molto difficile. Proprio in questi giorni i quotidiani riportano statistiche sulle donne italiane che tornano a fare le collaboratrici domestiche o, come purtroppo si dice da noi, le “badanti”».
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