cgil siena

OGGI CHIUSURA ANTICIPATA SEDI CGIL SIENA

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 2, 2012

OGGI, a causa del maltempo, la CHIUSURA di tutte le sedi della CGIL di Siena verrà ANTICIPATA ALLE ORE 18.00

Argomenti: camere del lavoro, CGIL |

Allontanato il rischio occupazionale alla IMER

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 2, 2012

ALLONTANATO IL RISCHIO OCCUPAZIONALE ALLA IMER

Chiunque si trovi a transitare sul raccordo Siena-Bettolle non potrà fare a meno di notare all’altezza dell’uscita per Serre di Rapolano lo stabilimento della IMER, non fosse altro per ciò che rimane di quella che in origine era stata una tinteggiatura verde brillante – oggi scolorita dal trascorrere del tempo – con la quale vengono tutt’ora identificati i macchinari lì prodotti.

Di pari passo all’incerta tinta cromatica dello stabilimento, anche i lavoratori hanno registrato momenti dove il loro futuro ha assunto tonalità sbiadite, tant’è che per far fronte alla crisi indotta dal crollo dell’edilizia in generale – mercato di riferimento della IMER – si è dovuto far ricorso per due anni consecutivi ad un contratto di solidarietà.

Si può ben capire pertanto lo stato d’animo che ha accompagnato la recente trattativa fra Direzione Aziendale e FIOM CGIL rispetto alle intenzioni dichiarate dall’Azienda di voler attuare un graduale trasferimento delle attività attualmente svolte nell’altro stabilimento, quello di Certaldo, per concentrare la produzione in un unico sito, appunto quello di Rapolano.

Trattativa difficilissima e carica di tensioni viste le ripercussioni che l’iniziale progetto aziendale poteva avere sui lavoratori, ma che alla fine ha prodotto un accordo basato due elementi essenziali: ulteriori 12 mesi di Contratto di Solidarietà per gli oltre 160 dipendenti occupati; il trasferimento graduale da Certaldo a Rapolano di una parte della produzione e di quei lavoratori che volontariamente accetteranno questa soluzione, con l’impegno da parte aziendale di ricercare soluzioni alternative quali il ricollocamento in altre aziende del Gruppo o opportunità di nuovi business che giustifichino la prosecuzione dell’attività dello stabilimento di Certaldo.

Un accordo, pur sofferto, che va comunque valorizzato per aver mantenuto durante le diverse fasi di trattativa l’obiettivo comune della salvaguardia occupazionale, e che, diversamente da altre situazioni similari, ha consentito di non relegare la parola solidarietà a vocabolo privo di significato, ma al contrario di costruire una valida alternativa a soluzioni sbrigative come in taluni casi, irresponsabilmente, alcune aziende hanno voluto adottare.

 MARCO GORACCI, Segretario Generale FIOM CGIL Siena

 Siena, 1 febbraio 2012

Argomenti: aziende, FIOM |

Lavoro: per contrastare la disoccupazione di massa è urgentissimo rilanciare una vera politica industriale

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 2, 2012

Lavoro: CGIL, per contrastare la disoccupazione di massa è urgentissimo rilanciare una vera politica industriale

Intrecciando i dati su cassa integrazione, disoccupazione e lavoratori inattivi, l’Osservatorio della CGIL calcola il tasso di disoccupazione tendenziale complessiva che si attesta all’11,40%. Per la Confederazione questi dati dimostrano la necessità degli ammortizzatori sociali, del loro finanziamento e della loro estensione
» Lavoro: CGIL su dati ISTAT, senza la CIG oggi i disoccupati sarebbero più di 3 milioni

   01/02/2012 da www.cgil.it

Ora l’Italia rischia di entrare davvero nella fase della disoccupazione di massa. Nel 2011 la somma del numero dei disoccupati, degli inattivi e dei lavoratori in cassa integrazione a zero ore è infatti arrivata a sfiorare i tre milioni di persone: 2.996.936, per la precisione, portando così la percentuale della disoccupazione tendenziale complessiva all’11,40%. E’ uno dei dati elaborati dall’Osservatorio della CGIL Nazionale che ha intrecciato tutti i dati a disposizione su cassa integrazione, disoccupazione e lavoratori inattivi.

Dalle elaborazioni dell’Osservatorio CGIL risulta che su una forza lavoro complessiva di 25.147.000 individui, aumentano gli inattivi (185.519 da gennaio a dicembre 2011), i disoccupati sono 2.243.000, cifra a cui vanno aggiunti tutti i lavoratori in cassa integrazione a zero ore (458.417). Considerando questi dati, il tasso di disoccupazione si attesta sull’8,92%, il tasso di disoccupazione con gli inattivi al 9,59%, il tasso di disoccupazione tendenziale complessiva su tiraggio della cassa integrazione al 10,76% e infine il dato più preoccupante di tutti: il tasso di disoccupazione tendenziale complessiva all’11,40%.

“I dati del nostro Osservatorio – dichiara Vincenzo Scudiere, Segretario Confederale della CGIL con delega alle politiche industriali – dimostrano che nell’emergenza deve rimanere la garanzia della durata degli ammortizzatori sociali e il loro finanziamento in un quadro che preveda una riforma che punti al loro allargamento”.

“Il rischio di una disoccupazione di massa – spiega ancora Scudiere – è tuttora all’ordine del giorno e può essere contrastato introducendo politiche industriali che, preservando il potenziale tuttora esistente a partire dalle aziende a partecipazione pubblica, punti ad una riqualificazione del sistema per consentire alle imprese innovazione e sviluppo. E’ evidente che queste politiche – conclude il Segretario Confederale – vanno sostenute dall’intervento pubblico e dall’investimento privato”.

Argomenti: CGIL |

Tabelle paga trasporto merci febbraio 2012

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 1, 2012

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Argomenti: CGIL, FILT, servizi, tabelle paga, Ufficio vertenze |

OGGI CHIUSURA ANTICIPATA SEDI CGIL SIENA

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 1, 2012

OGGI, a causa del maltempo, la CHIUSURA di tutte le sedi della CGIL di Siena verrà ANTICIPATA ALLE ORE 18.00

Argomenti: camere del lavoro, CGIL |

RINVIATO 2 FEBBRAIO – FOCUS ECONOMIA

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 1, 2012

causa neve, l’iniziativa prevista per domani è stata rinviata a data da destinarsi

Argomenti: CGIL |

Scuola infanzia Chianciano: un salto nel buio il passaggio da comunale a statale

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 31, 2012

Il Comune di Chianciano Terme decide il passaggio della scuola comunale dell’infanzia “Il giardino delle Catalpe” allo Stato.

I dipendenti e le Organizzazioni Sindacali denunciano: “Un salto nel buio”.

Il Comune di Chianciano sta deliberando il passaggio della scuola comunale dell’infanzia, da sempre universalmente apprezzata sia per il servizio dato alle famiglie sia per la qualità della didattica, a scuola statale. Le organizzazioni sindacali hanno responsabilmente chiesto all’Amministrazione di sospendere la decisione politica fino a quando non sarà chiaro il percorso sul mantenimento dei livelli del servizio e fino a quando non saranno sciolte le troppe perplessità che tuttora permangono in merito alla collocazione delle 9 dipendenti interessate. Ad oggi, infatti, non pare possibile il passaggio del personale dal Comune alle dipendenze della scuola statale e non sono ancora chiare le eventuali posizioni vacanti nella pianta organica del Comune. Le organizzazioni sindacali, inoltre, hanno riconfermato la propria disponibilità a verificare insieme all’Amministrazione comunale eventuali soluzioni per la ricollocazione del personale, anche se evidenziano che sarebbe stato opportuno, prima di intraprendere tale strada, capire quale è il progetto complessivo ed anche la reale motivazione di tale scelta. Ricordiamo infatti che solo un anno fa la struttura è stata oggetto di ristrutturazione per circa 1 milione di euro. Inoltre risulta che con il passaggio allo Stato le spese per il Comune rimarrebbero le stesse (manutenzione e utenze infatti permarrebbero a carico del Comune) e che il personale “dovrebbe” essere ricollocato all’interno dell’ente con sostanziale mantenimento del livello di spesa vigente. Per cui tale scelta non risponderebbe nè a logiche di risparmio economico nè a logiche riorganizzative. Allora ci domandiamo: vale la pena fare un salto nel buio? Non sarebbe opportuno prima verificare e valutare le possibili conseguenze e poi decidere? Con queste incertezze di fondo ci permettiamo di chiedere al Consiglio comunale, che domani 1 febbraio dovrebbe deliberare, una pausa di riflessione. Una sospensiva temporanea della delibera servirebbe inoltre per verificare la fattibilità delle proposte che sindacalmente sono state avanzate. L’auspicio è che tale richiesta venga accolta; in caso contrario saranno valutate opportune iniziative. 

FP CGIL e FP CISL Siena

Siena, 31 gennaio 2012

Argomenti: Comuni, FP, scuola, valdichiana |

2 FEBBRAIO – Iniziativa IRES e CGIL di Siena su economia senese

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 31, 2012

2 febbraio

IRES Toscana, CGIL Siena e la Facoltà di economia dell’Università degli Studi di Siena presentano

per FocusEconomia Toscana Incontri

L’economia senese nel contesto regionale e nazionale”

2 febbraio 2012 ore 14.30

Siena – Aula Franco Romani – Facoltà di Economia ‘Richard Goodwin’ dell’Università degli Studi di Siena (P.zza S. Francesco)

 Saluto: Franco Ceccuzzi, Sindaco del Comune di Siena

 Presiede: Prof. Giulio Ghellini, Preside Facoltà di economia ‘Richard Goodwin’

 Comunicazioni: Franco Bortolotti, Coordinatore Scientifico di IRES Toscana, “Nota congiunturale”, Stefano Casini Benvenuti, Direttore di IRPET, “Le sfide dell’economia e i riflessi sulla provincia di Siena”, Prof. Lorenzo Zanni, Facoltà di economia ‘Richard Goodwin’, “Innovazione e trasferimento tecnologico: il ruolo dell’Università di Siena per lo sviluppo economico del territorio”

 Interverranno: Simone Bezzini, Presidente della Provincia di Siena, Prof. Michelangelo Vasta, Facoltà di economia ‘Richard Goodwin’

 Dibattito

 Conclusioni: Claudio Guggiari, Segretario Generale CGIL Siena

Argomenti: CGIL |

GIU‘ LE MANI DALLE PROVINCE!

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 30, 2012

GIU‘ LE MANI DALLE PROVINCE!

Domani, in concomitanza con il Consiglio provinciale aperto, volantinaggio della FP CGIL di Siena

La Funzione Pubblica CGIL di Siena esprime netta contrarietà al progetto di smantellamento dell’Ente Provincia visto il metodo con il quale il Governo affronta una materia così delicata senza, peraltro, indicare vere soluzioni alternative nella gestione dei servizi che l’Ente stesso eroga.

Questa scelta rientra in una visione populista e liberista e di deregolamentazione che ha caratterizzato questi ultimi anni una certa Politica e che è tesa a disconoscere lo stato sociale come patrimonio e quindi ricchezza della comunità. Ormai è evidente che non si ricercano da parte della Politica i motivi della crisi, ma si preferisce indicare i problemi in modo generico quale soluzione ad una crisi economica e politica e quindi strutturale. E questo non solo a costo di spremere letteralmente i singoli cittadini, ma anche eliminando tutto il sistema sociale che oggi può e deve svolgere un ruolo sussidiario contrastando l’impoverimento generale del Paese. Capri espiatori vengono indicati i servizi pubblici e i lavoratori pubblici prevedendo modifiche costituzionali anticipate in modo surrettizio da Decreti Legge, con il solo scopo di rispondere alle logiche dei mercati internazionali che governano oramai senza contraltare politico.

In questo contesto s’inquadra il futuro delle Province. Si tratta di organi sovracomunali che possono garantire anche un governo dei servizi a rete tra Comuni, riducendo i problemi derivanti dalla frammentazione e dall’autoreferenzialità degli Enti. E’ per questo che la FP CGIL di Siena è contraria al progetto di determinare scatole vuote senza che vengano garantite alternative credibili. L’allontanamento del centro decisionale oggi gestito dalle Amministrazioni provinciali creerà un vuoto istituzionale con conseguenze che incideranno in peggio sia sulla vita democratica e sociale, che su quella economica del territorio e che avranno ripercussioni dirette sui servizi fino ad oggi erogati con qualità e competenza, come la stessa UPI (Unione delle Province d’Italia) ha attestato attraverso meticolosi studi di settore supportati da inequivocabili dati. Chi fornirà domani questi servizi? Con quali garanzie e con quale qualità? È la domanda che ci poniamo e che andrebbe posta ai cittadini, alle Istituzioni e ai Partiti al fine di uscire da un’ambiguità che caratterizza questa fase di Governo tecnico.

I Comuni, bersagliati dai tagli delle Finanziarie fatte dal Governo Berlusconi negli anni precedenti, già ora non riescono più a garantire i servizi fino ad oggi erogati. Essendo strutturati in maniera così diversa fra loro non avrebbero neppure le competenze necessarie per assolvere ad un ruolo che è sovracomunale. Non vogliamo credere che fra i costi della politica vi siano compresi i lavoratori, che costituiscono una vera e propria risorsa per tutta la società locale, che con professionalità e competenza danno un apporto quotidiano allo sviluppo del territorio senese ed un sostegno tangibile ai cittadini. Pensiamo ai servizi forniti dal Centro per l’impiego, dai Servizi agricoltura e ambiente, attività economiche e turismo, da quello per l’edilizia scolastica, dal Servizio viabilità, dalla Polizia Provinciale, dalle Risorse faunistiche e da tutti gli altri servizi provinciali.

Per tutti questi motivi crediamo che non abbia un senso logico la soppressione delle Province, mentre siamo d’accordo per una revisione generale con una verifica complessiva sugli Enti, Agenzie, Consorzi ed “apparati” in genere che sono gli autentici dissipatori delle risorse pubbliche, consapevoli che anche nell’Ente Provincia stesso sia possibile migliorare la gestione delle risorse.

Le Province sono presidio di legalità e volano di sviluppo economico. Per la difesa dei Servizi provinciali e per salvaguardare la professionalità e le condizioni del personale la FP CGIL sosterrà le iniziative di lotta che verranno intraprese dai lavoratori e dalla Rappresentanza Sindacale Unitaria, a partire dai volantinaggi che si svolgeranno a Siena in concomitanza con il Consiglio provinciale aperto di domani 31 Gennaio 2012.

FP CGIL Siena

Siena, 30 gennaio 2012

Argomenti: FP, Provincia |

Camusso, quante differenze dagli anni di Lama, oggi la precarietà è il primo problema

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 30, 2012

Camusso, quante differenze dagli anni di Lama, oggi la precarietà è il primo problema

 

Il leader della CGIL, con una lettera apparsa quest’oggi su ‘la Repubblica’ risponde all’editoriale di ieri di Eugenio Scalfari e torna a ribadire: “la riduzione della precarietà viene prima, molto prima, di altri temi. Pensiamo sia utile proporre un negoziato vero e non affidarsi a ricette preconfezionate il cui fallimento è nei numeri della precarietà e della disoccupazione”. 

30/01/2012 www.cgil.it

“Caro Direttore, nel suo editoriale di ieri Scalfari cita un’intervista a Luciano Lama, della quale si tralascia di ricordare le affermazioni sui profitti e sulla funzione ‘programmatica’ dell’accumulazione che è fondamentale nel pensiero di Lama, e nella svolta dell´Eur”. Con queste parole il Segretario Generale della CGIL apre la lettera, apparsa questa mattina sul quotidiano ‘la Repubblica’, in risposta ad un editoriale di Eugenio Scalfari.

“La CGIL oggi, come Lama ieri, – prosegue la lettera – mette al centro occupazione e lavoro, ma mentre allora i salari crescevano, anche se molto erosi dall´inflazione, oggi siamo alla perdita sistematica del loro potere d´acquisto e ciò rappresenta una ragione importante della recessione in atto. La distribuzione del reddito tra profitti e retribuzioni non aveva lo squilibrio di oggi. Tutti, ormai, leggono in questa diseguaglianza la ragione profonda della crisi che attraversiamo e il motivo per cui le politiche monetariste non ci porteranno fuori dal guado”.

“La diseguaglianza è dettata – osserva Camusso – dallo spostamento progressivo dei profitti oltre che a reddito dei ‘capitalisti’, a speculazione (o si preferisce investimento?) di natura finanziaria. Così si riducono, oltre che la redistribuzione, anche gli investimenti in innovazione, ricerca, formazione e in prodotti a maggior valore e più qualificati. Senza investimenti, si è scelto di produrre precarietà, traducendo l´idea di flessibilità invece che nella ricerca di maggior qualità del lavoro, di accrescimento professionale dei lavoratori, in quella precarietà che ha trasferito su lavoratori e lavoratrici le conseguenze alla via bassa dello sviluppo. In sintesi: lo spostamento sui lavoratori dei rischi del fare impresa”.

“Quale straordinaria differenza dal 1978! E ancora si potrebbe sottolineare che invece di avere attenzione ai redditi, si continua ad agire sulle accise, attuando una politica dei redditi senza nessun controllo dei prezzi. Quanta disattenzione, poi, alle proposte vere della CGIL, quando indichiamo come priorità un Piano per il Lavoro, che per noi affronta i grandi temi del paese e interroga equità e crescita non come mantra per edulcorare, ma come scelte che devono intervenire sulla responsabilità e i comportamenti di ciascuno, se si vuole dare senso alla riduzione della diseguaglianza e riparlare di futuro”.

“Il Piano del Lavoro – spiega Camusso – si misura con la funzione dell´intervento pubblico, troppo facilmente archiviato dal liberismo e dai suoi effetti evidenti, sulla funzione del welfare come motore di uno sviluppo attento alle persone e non mera ‘assicurazione’ o costo, sulla funzione dello sviluppo che ha esaurito la spinta propulsiva del puro consumismo”. Ancora, un Piano del Lavoro per giovani e donne del nostro paese a cui non possiamo solo raccontare che avranno meno tutele perché i padri gli avrebbero mangiato il futuro. Un Piano per il Lavoro che voglia bene al nostro paese, non solo perché la Cgil (per troppo tempo da sola) ha indicato che non fare politiche industriali e di sistema ci avrebbe portato al declino, ma perché non ci sfugge il pericolo economico e democratico di una crisi prolungata di cui la disoccupazione è primo indicatore. A noi è chiara l´emergenza così come la necessità di una nuova idea di sviluppo. Per questo, voler bene al paese e voler attivare i giovani, o meglio riconoscergli l´età adulta, può partire dalla scelta pubblica e politica di un Piano del Lavoro”.

Secondo il Segretario Generale della CGIL “un Piano per il Lavoro guarda, ovviamente, all’immediato e alla capacità di programmare. In questo quadro intende affrontare anche i nodi della produttività, della contrattazione, della rappresentanza, del mercato del lavoro, e soprattutto del fisco. Il coro sull´importanza del rilancio della produttività trascura di cimentarsi con le cause del suo declino in Italia. O inventa cause di comodo: qualcuno arriva a teorizzare l´assurdità che sarebbe per colpa dell´articolo 18. Al contrario, la produttività nel nostro paese decresce al crescere della precarietà, che non ha neanche incrementato l´occupazione, producendo, invece, quel lavoro povero su cui sarebbe bene interrogarsi”.

L’urgenza per la CGIL è “la riduzione della precarietà che viene prima, molto prima, di altri temi. Nella riduzione della precarietà vi è compresa certamente la riformulazione degli ammortizzatori, su cui da tre anni abbiamo proposto una riforma. Vorrei poi ricordare che la mobilità annunciata dall´intervista di Lama è realtà da molti anni, che la Cigs ha la durata di un anno rinnovabile a due, che comunque ha un tetto, come pure la Cig ordinaria, in ogni quinquennio, che una stagione di riorganizzazione del sistema produttivo non deve disperdere professionalità e competenze. Oppure si deve ritenere che la società della conoscenza è solo dei manager? Credo che sarebbe bene per tutti, discutere fuori dai pregiudizi e dagli slogan facili, e non confondere l´emergenza con l´idea che ‘qualunque cosa può essere fatta’”.

“Siamo i primi ad apprezzare che l´Italia sia tornata al tavolo dei grandi, a sostenere sforzi per far ripartire il paese, ma se ogni scelta presenta il conto solo al lavoro (nella finanziaria la cassa sulle pensioni; nelle liberalizzazioni il contratto ferrovie e l´equo compenso dei tirocinanti, ad esempio), abbiamo il legittimo dubbio, anzi la certezza, che si affronta il ‘nuovo’ con uno strumento antico e che il fine non sia far ripartire il paese, ma ‘salvare il soldato Ryan’. Se sarà così, non si salverà l´Italia ma una sua piccola parte, che forse non ha bisogno di salvarsi, perché lo fa già tra evasione, sommerso e lobbismo di ogni specie. Questa è un’ipotesi cui non intendiamo rassegnarci. Siamo seriamente impegnati al confronto su crescita e mercato dal lavoro: l’abbiamo preparato con un documento unitario, abbiamo guardato ai modelli europei, fra cui la Germania che usa l´orario ridotto finanziato dallo stato e non licenzia. Ci siamo trovati di fronte ad un documento del ministro, non condiviso da nessuno. Senza nostalgie di nessun tipo pensiamo sia utile proporre un negoziato vero e non affidarsi a ricette preconfezionate il cui fallimento è nei numeri della precarietà e della disoccupazione, a partire dai settecentomila posti di lavoro persi dell´industria in cinque anni”. Conclude la lettera.

 

Argomenti: CGIL |

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