cgil siena

La FLC sull’Università: “A proposito di… riorganizzazione delle strutture periferiche”

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 27, 2012

A PROPOSITO DI … RIORGANIZZAZIONE DELLE STRUTTURE PERIFERICHE

La poca trasparenza dei nuovi Dipartimenti e il silenzio di alcuni sindacati belanti.

A seguito dei provvedimenti con cui l’Amministrazione ha dato il via alla nuova dipartimentalizzazione la FLC CGIL vuole innanzitutto manifestare la propria solidarietà a tutti i colleghi e a tutte le colleghe che sono “scomparsi” e che d’un tratto sono stati cancellati o dimenticati dalle corpose liste allegate ai provvedimenti in questione. La stessa solidarietà va poi a coloro che sono stati, senza nemmeno essere ascoltati, mandati in una struttura piuttosto che in un’altra senza sapere nemmeno in base a quali criteri oggettivi, o semplicemente, dopo anni di servizio, declassati: molti hanno visto le proprie storie professionali di colpo annullate.

La FLC CGIL manifesta in maniera forte e decisa il suo disappunto nei confronti di una Amministrazione che ha operato e condotto tale riorganizzazione nei confronti del personale utilizzando criteri soggettivi e legati a vecchie logiche più che ai criteri della buona amministrazione.

Ma poco importa questo al Direttore Amministrativo e al Rettore, mera presenza in contrattazione, che nell’ultimo incontro sindacale hanno ribadito di non avere interesse ad aprire nessun dialogo con il personale.

In nome del tanto proclamato rinnovamento che spesso l’Amministrazione sbandiera, sarebbe stato più trasparente individuare i profili delle figure apicali e poi procedere con l’apertura di procedura pubbliche che avrebbero dato a tanti la possibilità di mettere in campo le proprie professionalità, come più volte la FLC CGIL ha proposto da sola ed inascoltata.

Tante le incongruenze e troppe le dimenticanze. Dove sono finiti i Collaboratori Esperti Linguistici? Dove è finito il Presìdio di Arezzo (previsto nel modello di organizzazione) e come sono nati ad Arezzo i “Servizi Generali”?

Ci si è affidati invece a colloqui individuali, garantiti solo ad alcuni, condotti in maniera del tutto personale, da dove sono nate scelte ampliamente discrezionali.

La FLC CGIL, nel silenzio assordante di alcuni sindacati di base prima ululanti ed ora, chissà come mai, completamente silenziosi, prende atto di essere la sola organizzazione sindacale a trovare assolutamente poco trasparente l’inizio di questo processo che dovrebbe portare alla definizione della nuova Università.

Per questi motivi invitiamo tutti i colleghi e tutte le colleghe che hanno subito tali procedimenti a chiedere immediatamente l’applicazione dell’Art.8 comma 1 delle Norme disciplinanti la mobilità del personale tecnico ed amministrativo che prevede che : “Il dipendente oggetto di procedimento di mobilità può, entro 5 giorni dalla data in cui gli è stato comunicato il provvedimento, presentare esposto al Direttore Amministrativo chiedendone la sospensione. In tal caso il procedimento sarà oggetto di confronto con le OO.SS. entro i 10 giorni successivi”.

A tal riguardo la FLC CGIL si mette a disposizione di tutte le colleghe ed i colleghi, senza alcuna differenza di appartenenza sindacale, per ascoltare e trovare un modo per procedere contro tali procedimenti, garantendo da subito la nostra assistenza legale.

Prendiamo atto che con questo procedimento il Rettore e il Direttore Amministrativo hanno fatto fare parecchia strada indietro sulla “road map” della trasparenza, facendoci rivivere vecchie e logore logiche che speravamo fossero completamente messe da parte.

FLC CGIL Siena

Siena, 27 luglio 2012

Argomenti: FLC, università |

Aeroporto Ampugnano: la preoccupazione dei Sindacati

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 27, 2012

Il prossimo 30 luglio il Consiglio di Amministrazione dell’Aeroporto di Ampugnano deciderà le sorti della Società: appare molto probabile la messa in liquidazione, dato che attualmente non sussistono i presupposti per superare le gravi difficoltà economiche.

Se ciò dovesse accadere, si arriverebbe alla chiusura di uno scalo aeroportuale che esiste da decenni e che è rappresentativo per il nostro territorio, ma soprattutto si giungerebbe alla perdita di tutti i posti di lavoro, facendo pagare ad undici persone, che si ritroveranno senza un lavoro e senza un redditto, tutte le scelte sbagliate fatte in questi ultimi anni. Per non parlare delle ripercussioni negative dirette ed indirette che si avranno sul contesto economico che ruota intorno allo scalo.

Va detto che nell’ultimo anno, con una seria politica di gestione economica della Società, è stato possibile ridurre i costi in modo drastico, evidenziando che la gestione corretta della spesa potrebbe essere compatibile con le risorse disponibili.

Peraltro, la struttura aeroportuale di Ampugnano, grazie agli investimenti fatti nel corso degli anni, soddisfa tutte le esigenze e i requisiti necessari per gli scali di questo tipo. Quindi, se i rappresentanti della Società si pronunceranno per la messa in liquidazione e la chiusura, si disperderebbe un vero e proprio patrimonio della provincia senese.

Pertanto, siamo fermamente convinti che tutto il territorio, prima di prendere delle decisioni che porterebbero alla chiusura dello scalo, debba riflettere sul futuro di Ampugnano, risorsa economica e di posti di lavoro.

 Le Segreterie Provinciali FILT CGIL e FIT CISL di Siena

Siena, 27 luglio 2012

Argomenti: aeroporto, FILT |

L’incidente di stanotte al carcere di Ranza e la “spending review”

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 27, 2012

L’incidente di stanotte al carcere di Ranza e la “SPENDING REVIEW”

Questa notte si è verificato l’ennesimo dramma annunciato al Carcere di Ranza, a San Gimignano. Un detenuto, un ragazzo tossicodipendente rinchiuso nel settore dei reati comuni, dopo essersi ferito con un utensile affilato, avrebbe dato fuoco alla sua cella. Il pronto intervento della Polizia penitenziaria ha evitato il peggio. Un poliziotto è comunque rimasto intrappolato nel fumo e salvato dai suoi colleghi, attualmente è ricoverato per intossicazione presso l’ospedale di Poggibonsi; a lui e alla sua famiglia va tutto il nostro sostegno, come a tutto il personale del carcere.

Abbiamo appreso la notizia questa mattina alle 9 dal nostro delegato RSU, Pietro Boi, che ha soccorso il collega durante il turno di notte. Siamo rimasti attoniti, mentre distribuivamo i volantini proprio contro la “spending review”, la manovra sulla revisione della spesa pubblica che sta varando il governo Monti, davanti all’ospedale di Siena, luogo simbolo dove si ripercuoteranno i tagli alla sanità.

Siamo molto preoccupati per quello che continua ad accadere sotto gli occhi di tutti al Carcere di Ranza, l’ennesimo segnale di una situazione più volte denunciata che da troppo tempo è difficile da gestire con le risorse a disposizione. Mancanza di personale e sovraffollamento, oltre che carenze strutturali a cui sopperire, come quella dell’acqua, con l’intervento di altre istituzioni (Comune di San Gimignano), sono i mali di questo ente pubblico.

La FP-CGIL, assieme al personale in servizio, vuole continuare a denunciare i rischi e il disagio lavorativo di tante persone che operano da troppo tempo ormai in condizioni non più tollerabili. I tagli previsti dalla revisione della spesa aumenteranno il divario tra la mancanza di personale e il sovraffollamento dei detenuti. Questo istituto, come altri istituti di pena – ma possiamo ormai parlare di tutto il pubblico impiego – soffre dei tagli del Governo che agiscono irrazionalmente come una scure anche sulle normali funzioni dello Stato e in questo caso mettono a rischio l’incolumità dei lavoratori.

La “spending review” diminuisce i diritti del cittadino e allontana i servizi dal territorio. Scompariranno presidi importanti di legalità. Nel nostro territorio sono a rischio di chiusura imminente le sedi dei Tribunali di Poggibonsi e Montepulciano e della Procura di Montepulciano e le sedi delle Agenzie Fiscali (resterà solo l’Agenzia delle entrate di Siena), con la chiusura certa dell’Agenzia del territorio che ha dato un contributo essenziale alla lotta del sommerso con la scoperta delle “abitazioni fantasma”. E’ anche prevista la chiusura del Provveditorato e l’accorpamento della Motorizzazione civile e dell’ACI PRA. Mentre già l’INPS ha avviato il percorso di fusione con l’INPDAP e si sta preparando a gestire l’emergenza degli esodati anche nel nostro territorio (vedi vicenda Monte dei Paschi). Senza dimenticare l’incertezza sul futuro della Prefettura e della Provincia di Siena. L’Amministrazione Provinciale, svuotata di funzioni e colpita da pesantissimi tagli al bilancio, potrà garantire con estrema difficoltà la qualità e quantità di servizi essenziali.

Questi sono solo alcuni esempi. Che cosa ci aspetta? La mannaia del Governo taglia in modo insensato ed iniquo le risorse destinate ai servizi pubblici, mina alla base le radici dello stato sociale, determina la condizione per una completa destrutturazione del servizio pubblico a vantaggio di privati senza scrupoli. Lo sciopero appare ormai inevitabile per evitare il collasso e continuare a dire sì alla lotta agli sprechi e a un finanziamento sicuro del pubblico, ma anche ad una difesa della qualità dei servizi e del loro mantenimento a favore del cittadino.

FP-CGIL Siena

Siena, 27 luglio 2012

Argomenti: carcere, FP, valdelsa |

Esodati: Camusso, se non ci sarà una soluzione per tutti la protesta continuerà

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 26, 2012

Esodati: Camusso, se non ci sarà una soluzione per tutti la protesta continuerà

Giornata di mobilitazione nazionale di CGIL, CISL e UIL per chiedere risposte concrete ed una soluzione che salvaguardi tutti gli ‘esodati’. Risposte date finora contengono iniquità. La leader della CGIL dal presidio a Roma si rivolge al Governo “lascia sole le persone e continua a rinviare soluzioni ai loro problemi: è un fatto insopportabile” » ASCOLTA: intervento di Susanna Camusso

26/07/2012 da www.cgil.it

O si trovano soluzioni per tutti o la protesta per gli ‘esodati’ continuerà. CGIL, CISL e UIL hanno manifestato oggi a Roma e ieri in tutta Italia per puntare ancora una volta i riflettori sulla vicenda di quei lavoratori che rischiano di rimanere senza stipendio e senza pensione a causa degli errori contenuti nella riforma Fornero. La richiesta unanime delle tre confederazioni è la rimozione di ogni vincolo numerico rispetto ai soggetti che vanno salvaguardati.

Riaccendere il faro sulle tante migliaia di persone che si trovano nella ‘terra di nessuno’”, così intervenendo dal palco montato in Piazza della Rotonda (Pantheon) a Roma il leader della CGIL Susanna Camusso ha definito gli ‘esodati’ spiegando le ragioni della giornata di mobilitazione nazionale unitaria.

Un primo, ma non sufficiente risultato, è stato ottenuto grazie alla lotta del sindacato con il decreto Legge n. 95/2012 che ha ampliato la platea di lavoratori derogati dall’applicazione dei nuovi requisiti pensionistici. Per Camusso, infatti “il primo ed il secondo decreto non risolvono il problema”, poiché spiega “creano iniquità: troviamo particolarmente sgradevole che si sia adottata una formula per cui si coprono gli accordi nazionali e non la miriade di accordi territoriali”.

La leader della CGIL ha ricordato che il mondo degli ‘esodati’ che è sceso oggi in piazza per chiedere risposte è lo stesso che sta subendo le conseguenze di una riforma del lavoro sbagliata. “Che idea c’è di salvare il Paese – si chiede Camusso – se non si fa attenzione alla condizione di lavoratori e pensionati” e di tutti coloro che stanno pagando sulle proprie spalle la crisi e che “non ce la fanno più”. “Gli ‘esodati’ – prosegue – sono lo specchio degli errori fatti dal Governo”. Le politiche di tagli lineari e di rigore adottate dall’Esecutivo, infatti, denuncia Camusso “portano solo recessione, aggravano la crisi e non la risolvono”.

Il Segretario Generale della CGIL punta il dito contro il Governo affermando come sia “un fatto insopportabile quello di lasciar sole le persone e di continuare a rinviare la soluzione dei loro problemi”, anche perchè “si potrebbero spalmare i costi necessari su più anni”. Nel concludere Camusso avverte “la protesta continuerà finchè non ci saranno risposte ed una soluzione per tutti gli esodati”.

Argomenti: CGIL |

Dibattito sanità e AOUS: intervengono CGIL, SPI e FP

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 25, 2012

La CGIL di Siena, il Sindacato Pensionati SPI CGIL e la categoria dei lavoratori pubblici FP CGIL intervengono sul dibattito aperto sui mezzi di informazione locali in merito all’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese.

“E’ con non poca preoccupazione – spiegano le Organizzazioni Sindacali – che abbiamo appreso dai quotidiani locali notizie intorno ai temi della sanità con particolare riferimento all’Azienda Ospedaliera Senese ed alla presunta circolare che avrebbe dato indicazioni ad alcune unità operative di contenere l’uso di materiale protesico a causa del suo ingente costo fino a suggerire la possibilità di indirizzare i pazienti verso altre strutture”.

“In merito – sottolineano CGIL, SPI e FP – non abbiamo letto alcuna smentita da parte dell’Azienda Ospedaliera Senese come invece avremmo desiderato”.

“La CGIL – continuano i Sindacati – ha in più occasioni sollecitato l’apertura di veri tavoli di confronto per individuare eventuali elementi di spreco ed evitare che la ventilata riduzione delle risorse, senza che siano individuate e colpite le sacche di inefficienza, si ripercuota in forma diretta sui cittadini attraverso un taglio lineare dei servizi offerti”.

“Quel che più preoccupa – proseguono – è che le sofferenze di risorse si palesano prima ancora del taglio previsto dall’emanazione del Decreto sulla revisione della spesa. Il Governo sta tagliando altri 4,7 miliardi (portando a 21 miliardi i tagli cumulati nel triennio) sulla sanità. Se le premesse con cui si affronta questa riduzione di risorse sono le indicazioni date dalla circolare richiamata, rischiamo, in un breve volgere di tempo, di vedere un pericoloso ridimensionamento dell’alta specializzazione con ricadute negative in termini di qualità ed efficacia delle prestazioni offerte dal nostro Policlinico, anche per il così detto primo livello di cura. In tal senso sono molte le segnalazioni che arrivano in CGIL sulle sempre maggiori difficoltà di accesso”.

“Non si può pensare – concludono le Organizzazioni Sindacali – che ancora una volta paghino i soggetti più deboli. E’ necessario determinare le priorità, riqualificare i servizi, avviare una seria riorganizzazione anche attraverso sinergie tra l’Azienda Ospedaliera e l’Azienda USL per garantire i LEA e la presa in carico dei bisogni, individuare gli elementi di razionalizzazione colpendo gli sprechi e le spesa inappropriate. Condividendo i principi e le indicazioni già espresse nel documento della Conferenza dei Sindaci, riteniamo necessario aprire immediatamente un tavolo di concertazione che veda tutti ugualmente impegnati: le Aziende Sanitaria ed Ospedaliera, la Conferenza dei Sindaci e le parti sociali per raccogliere, con responsabilità, la sfida che impone un momento difficile come quello che stanno attraversando il sistema sanitario ed i cittadini”.

Siena, 24 luglio 2012

Argomenti: Azienda Ospedaliera, CGIL, FP, sanità, SPI |

Pensioni: 26 luglio mobilitazione unitaria per esodati

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 24, 2012

Pensioni: 26 luglio mobilitazione unitaria per esodati

Una giornata di mobilitazione nazionale per chiedere la rimozione di ogni vincolo numerico rispetto ai soggetti cosiddetti esodati che vanno salvaguardati. A Roma è in programma un presidio in Piazza della Rotonda (Pantheon) a partire dalle ore 9.30, nel corso del quale interverranno i Segretari generali delle Confederazioni Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti » Ascolta: sanità e pensioni diritti in estinzione

24/07/2012 da www.cgil.it

Di nuovo in piazza per gli ‘esodati’. CGIL, CISL e UIL hanno proclamato per il 26 luglio una nuova giornata di mobilitazione nazionale per rivendicare una soluzione previdenziale per tutti i lavoratori cosiddetti, esodati. A Roma è in programma un presidio in Piazza della Rotonda (Pantheon) a partire dalle ore 9.30, nel corso del quale interverranno i Segretari generali delle Confederazioni Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.

 

Per CGIL CISL e UIL, infatti, l’ampliamento dei lavoratori derogati dall’applicazione dei nuovi requisiti pensionistici (c.d. Esodati), attuata con il decreto Legge n. 95/2012 “è un primo importante passo ottenuto grazie alla mobilitazione del sindacato ma non sufficiente a risolvere il problema di centinaia di migliaia tra lavoratrici e lavoratori”. Le tre Organizzazioni sindacali ritengono infatti “necessaria la rimozione di ogni vincolo numerico rispetto ai soggetti che vanno salvaguardati”.

In questo senso un confronto di merito con il sindacato – più volte richiesto al Governo – avrebbe consentito di definire da subito i contorni della platea trovando una soluzione adeguata all’intera vicenda.

CGIL, CISL e UIL danno atto a tutti i gruppi parlamentari e alla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati di aver in questi mesi lavorato per impedire che migliaia di persone fossero lasciati nell’incertezza più assoluta, senza stipendio e senza pensione. Alla luce però delle soluzioni soltanto parziali contenute nel D.L. n. 95/2012, avvertono CGIL, CISL e UIL “chiediamo ora al Parlamento di migliorare il provvedimento in esame, tenendo conto delle osservazioni che sono state già formulate unitariamente dal sindacato nei mesi scorsi”. Si tratta, spiegano i sindacati “di una battaglia che CGIL, CISL e UIL portano avanti a difesa della certezza del diritto e della credibilità delle istituzioni che non possono violare oggi patti sottoscritti in passato, cambiando le regole in corsa e disconoscendo quindi ogni impegno preso”. 

L’iniziativa unitaria del 26 luglio, concludono CGIL, CISL e UIL “si inserisce nell’ambito di una generale mobilitazione del sindacato a difesa del lavoro, per lo sviluppo e per la crescita del Paese”.


Argomenti: CGIL |

‘Basta Tagli alla Salute’: 23 luglio mobilitazione nazionale CGIL

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 23, 2012

23 luglio

Argomenti: CGIL |

Camusso, Monti deve cambiare strada altrimenti il Paese non ce la fa

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 20, 2012

Camusso, Monti deve cambiare strada altrimenti il Paese non ce la fa
In una intervista al quotidiano ‘l’Unità’ il Segretario Generale della CGIL si dice “fortemente preoccupata” per la situazione sociale determinata dalle scelte sbagliate del Governo e avverte “il sindacato farà la sua parte preparando una grande mobilitazione a settembre”
» ‘Basta Tagli alla Salute’. 23 luglio mobilitazione nazionale CGILCGIL, due spot per lanciare allarme tagli sanità
» Pensioni: il 25 luglio CGIL in piazza per gli esodati Ascolta: sanità e pensioni diritti in estinzione
20/07/2012 da www.cgil.it

«Anche se il presidente del Consiglio ha espresso commenti ingenerosi sulle parti sociali e sulla concertazione, anche se non vuol ascoltare le voci dei sindacati, vorrei chiedergli di cambiare strada al più presto perché così il Paese non ce la fa, non si salva e non si risolleva».

Susanna Camusso, segretario generale della CGIL, è «fortemente preoccupata per la situazione sociale, per quello che può succedere a settembre», perché dopo un anno di manovre e sacrifici «siamo ancora qui davanti a un’altra emergenza dello spread che giustifica tagli, licenziamenti, altre ingiustizie».

Segretario Camusso, pensa che Monti possa davvero accogliere il suo invito? «Non credo, per come si è mosso finora. Il sindacato confederale può piacere o meno, ma ha ancora un grande ruolo in Italia, è capace di cogliere e rappresentare le preoccupazioni e gli allarmi che salgono dalle fabbriche, dalla società. Vorrei dire al presidente Monti che oggi l’Italia leale e onesta, i lavoratori e i pensionati che hanno pagato tutte le manovre, che hanno versato l’Imu si chiedono se questi sacrifici sono utili, se garantiscono un futuro sereno, una società più giusta. L’azione di governo di Monti non ha risolto il problema dello spread, ma in compenso ha colpito duramente i lavoratori, i pensionati, senza offrire speranze reali a giovani e donne, ai ceti più deboli. A settembre le condizioni del tessuto produttivo potrebbero essere peggiorate, si potrebbero aprire nuove crisi. In questa congiuntura l’unica preoccupazione di Monti è lo spread e come tagliare l’intervento pubblico ».

Qual è il limite più grave del governo? «Si muove solo sul piano finanziario. Pensa solo a tagliare e mistifica come revisione della spesa quella che in realtà è un’altra manovra di tagli. Un conto è un intervento moralizzatore sulla spesa pubblica e potremmo dare qualche suggerimento se Monti ci ascoltasse, un altro è usare la mannaia sulla pubblica amministrazione, sulla sanità, sul trasporto locale. La spending review determinerà migliaia di licenziamenti. Il governo ne è consapevole o se ne accorgerà a cose fatte, come nel caso della riforma delle pensioni e delle migliaia di esodati?»

Cosa teme oggi? «Ci sono tre urgenze. Primo: non è chiaro se ci sono i finanziamenti per la cassa integrazione in deroga per il 2013, molte Regioni hanno finito i fondi. Secondo: spero di sbagliarmi ma c’è un gioco di emendamenti sulla prosecuzione della mobilità che potrebbe portare a un’ondata di licenziamenti anticipati. Terzo: il decreto della spending review ha un effetto depressivo sull’economia, ci stiamo avvitando su manovre e spread senza dare fiato alla produzione, la manovra colpisce i soliti noti, impoverisce le famiglie. Vorrei vedere un segnale di equità, di giustizia, di redistribuzione, una politica dura contro l’evasione e il sommerso».

Ad esempio? «Cito un caso: ma perché mentre tutti sono chiamati a fare sacrifici non si riesce mai a mettere un tetto, a ridurre le retribuzioni dei grandi manager. Perché l’autorevolezza di Monti si ferma davanti a questo ostacolo?».

Cosa farà il sindacato? «Farà la sua parte se il governo non cambia strada. La CGIL, d’accordo con le altre confederazioni, contrasterà le politiche del governo. Non possiamo accettare una linea d’azione unilaterale, ingiusta. Siamo pronti a negoziare, a fare la nostra parte come è sempre avvenuto quando il Paese era in difficoltà. Ma Monti sta sbagliando e non ce lo possiamo permettere. A settembre prepareremo lo sciopero generale. In questa situazione vorrei dire a Federmeccanica che è grave discriminare la FIOM, non c’è bisogno di altre tensioni. Rispetti i patti».

Intanto si aprono altre emergenze industriali. Come ne usciamo? «Sull’Ilva noi e Confindustria abbiamo detto al governo che il polo siderurgico di Taranto non è solo il più grande d’Europa, ma è il fornitore di larga parte dell’industria manifatturiera nazionale. Se dovesse chiudere la nostra credibilità di Paese andrebbe a zero. Per la Fiat spero che nessuno si sorprenda della cassa integrazione a Pomigliano. La CGIL denuncia da tempo i buchi del piano industriale, la mancanza di investimenti, la strategia di trasferire gli interessi prevalenti del Lingotto all’estero. Le parole di Marchionne sono state esplicite. Mi sorprende il silenzio di Monti e del ministro Fornero, molto rispettosi dell’autonomia delle imprese. Il presidente francese Hollande ha detto a Peugeot che non può licenziare 8mila lavoratori e di chiudere una grande fabbrica. Magari Monti potrebbe usare un po’ della sua moral suasion su Marchionne».

La sinistra si prepara al voto, imperversa il dibattito, dalle primarie alle alleanze. Che idea si è fatta? «Non sono interessata a schieramenti, personalismi. E neanche al dibattito se Monti deve succedere a Monti. Spero che il centro sinistra avvii una seria fase programmatica per proporre un’alternativa di governo. L’unica condizione che davvero conta è mettere le persone e i loro problemi al centro della politica e dell’azione di governo».

Argomenti: CGIL |

Situazione socio-economica: l’intervento del Segretario Claudio Guggiari

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 20, 2012

Si sta per chiudere questo mese di luglio e le prospettive che abbiamo di fronte non sono per niente rosee.

Una grave ondata speculativa contro il nostro Paese nel mese di agosto sembra quasi un destino inevitabile. Di certo c’è che il capitalismo finanziario sta cercando di rimodellare, con qualche complicità, il sistema socio economico dell’Europa, da sempre più attenta che altrove alle compatibilità sociali. Siamo di fronte all’evidenza di ciò che rappresenta in termini politici la speculazione finanziaria, che trae origine anche dalla debolezza del nostro sistema produttivo.

Possiamo dire che molti stanno arrancando mentre pochi stanno continuando ad accumulare ricchezza, come accade nel nostro territorio.

Non ci sono ricette univoche, ma quell’impegno sull’equità che il Governo Monti aveva in ipotesi progettato deve inderogabilmente manifestarsi.

Tagli alla sanità, tagli ai servizi, inasprimento della tassazione, aumento della disoccupazione, aumento nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, diminuzione della produttività, confusionaria riorganizzazione istituzionale, aumento delle famiglie in stato di povertà, difficoltà nell’erogazione del credito: tutti segni evidenti di una condizione di progressivo deterioramento del Paese.

Bisogna prendere atto che la ricchezza deve essere redistribuita a favore del lavoro e che lotta all’evasione fiscale, tassazione necessaria delle rendite finanziarie, patrimoniale sui redditi più alti e sui grandi patrimoni sono oramai ineludibili. Perché bisogna incentivare la crescita produttiva, l’occupazione giovanile, la capacità di spesa delle famiglie soprattutto dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e privilegiare chi intende reinvestire sulla qualità dei processi produttivi e dei prodotti. Eliminare in modo lineare i servizi – gli uffici postali per esempio – contribuisce solo a penalizzare i virtuosi o chi sarà sempre più isolato in rapporto ad un territorio vasto come il nostro.

La disoccupazione che a Siena ha superato nel 2011 la media di quella regionale, l’alta percentuale di contratti di lavoro precari – circa il 92% di quelli stipulati nel 2011 – e l’utilizzo massiccio dei voucher a partire dall’agricoltura – il più alto in termini assoluti fra le province toscane nei primi 5 mesi del 2012 – ci sottolineano quanto sia necessario crescere come dimensione aziendale, avere solide basi commerciali, trarre dalle capacità del lavoro e dall’innovazione i requisiti di qualità necessari, evitare scorciatoie in termini di disimpegno o riduzione del costo del lavoro. Certo non solo questo. Ma questo è fondamentale.

Credo sia importante per noi che non si perda il filo della speranza, che vuol dire però consapevolezza, impegno, responsabilità.

Saluto favorevolmente che l’Università degli Studi di Siena sia per merito considerata la prima Università in Italia. Di quel risultato tanto è scritto nelle condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici dell’Ente che con responsabilità continuano a confrontarsi con il vertice aziendale per concorrere al risanamento definitivo senza subire ulteriori penalizzazioni.

Così come devono essere finalmente ascoltate le ragioni dei Sindacati del Monte dei Paschi. Il necessario processo di riorganizzazione non solo dovrà alimentarsi di equità, proporzione e rispetto delle norme, ma non può prescindere dal confronto con chi conosce l’Istituto e può contribuire con idee e proposte al futuro della più antica Banca italiana.

Claudio Guggiari, Segretario Generale CGIL Siena

Siena, 20 luglio 2012

Argomenti: CGIL |

I sindacati di Tiemme contro il Presidente

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 18, 2012

Le Segreterie Territoriali di Arezzo, Grosseto, Piombino e Siena Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Ugl Trasporti esprimono il loro dissenso su quanto dichiarato recentemente alla stampa da Marco Simiani in merito al suo anno di attività da Presidente della Tiemme Spa.

“Purtroppo – dichiarano le Organizzazioni Sindacali – quanto asserito dal Presidente non corrisponde a verità, affermare che in Tiemme Spa le cose vanno tutte bene non è assolutamente vero. Proviamo a fare un censimento tra tutti i lavoratori ed gli utenti e poi vediamo se le risposte rispecchiano le dichiarazioni di Simiani oppure no. Capiamo bene che il Presidente negli autobus della Tiemme non viaggia, caso mai pubblicizza l’arrivo del nuovo mezzo ecologico acquistato in Cina a cui è stata dedicata anche un’ennesima Società…”.

“Entrando nel merito delle problematiche – continuano Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Ugl Trasporti – potremmo farne una lista infinita, ma ci limiteremo solo a qualche esempio: mezzi a cui non funziona l’aria condizionata, autobus che a causa di guasti meccanici si fermano per strada, molteplici disservizi prodotti non sicuramente dai lavoratori. Allora finiamola con questi slogan di facciata! I lavoratori della Tiemme sono i primi che hanno pagato in termini di turni di lavoro, di salario, di accanimento da parte dell’utenza, insomma il parafulmine di una Società che è nata con uno scopo ben preciso, affrontare le gare di appalto e vincerle, ma tale scopo/scusa spesso viene usato nelle trattative sindacali come ricatto. E poi che dire della trattativa di armonizzazione dei contratti di secondo livello delle quattro Società conferenti in Tiemme Spa che non ha trovato intesa?”.

“Vorremmo dire al Presidente – proseguono i Sindacati – che l’occasione mancata di non aver potuto enunciare di aver trovato un’intesa comune per tutti è dovuta purtroppo alla proposta del Direttore Generale che andava solo in una direzione: meno diritti per i lavoratori, più lavoro e meno salario! E non corrisponde certo a verità quando viene affermato che nell’accordo c’erano i soldi per i lavoratori: viviamo in un mondo dove i soldi non sono mai troppi e figuriamoci se ci facevamo scappare questa opportunità!”.

Le Organizzazioni Sindacali rivendicano che non possono essere solo i lavoratori a pagare ed invitano nuovamente la Dirigenza Aziendale a dare un segnale partendo da loro, riducendosi lo stipendio del 30% per 3 anni, “ma sappiamo bene che non verrà fatto” – sottolineano.

In ultima analisi un passaggio sulla futura gara di appalto. “Noi non ci riteniamo responsabili del suo andamento basato su un accordo fatto o non fatto – evidenziano i Sindacati -, caso mai l’attenzione la possiamo indirizzare su scelte di carattere politico fatte negli ultimi anni che hanno prodotto un incremento di alcune figure aziendali a discapito di tutti i lavoratori, basti pensare ad una Società come la Tiemme Spa che vanta ben 5 Consigli di Amministrazione! E noi saremmo i responsabili di un futuro andamento negativo dell’impresa? I lavoratori hanno sempre fatto il proprio dovere, spesso anche più del dovuto pur di tirare avanti un’azienda in cui credono e che dà loro la possibilità di mantenere le loro famiglie, quindi questi slogan di buon senso ce li possiamo pure risparmiare!”.

Siena, 17 luglio 2012

Argomenti: FILT |

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