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Pensioni: per noi la discussione non è chiusa

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 11, 2012

 

Pensioni: CGIL, per noi la discussione non è chiusa

 

In merito alle dichiarazioni del ministro del welfare al question time alla Camera, la CGIL ribadisce come la manovra sulle pensioni “non ha affatto garantito tutti coloro che non hanno più lavoro e rischiano di trovarsi senza salario e senza pensione”

da www.cgil.it

11/01/2012

“Il mondo reale è un po’ diverso da come qualche volta viene rappresentato dal ministro Fornero”. Lo afferma Vera Lamonica, Segretaria confederale della CGIL in relazione alle dichiarazioni del ministro del welfare al question time di oggi.

“La manovra sulle pensioni – spiega infatti Lamonica – non ha affatto garantito tutti coloro che non hanno più lavoro e rischiano di trovarsi senza salario e senza pensione. Questa platea – prosegue – è costituita, infatti, oltre che dagli interessati agli accordi di solidarietà e di mobilità, anche da una serie di soggetti che sono stati incentivati o costretti, o hanno scelto, di lasciare il lavoro perché a pochi mesi di distanza dalla pensione e non sono compresi in accordi collettivi”. Peraltro, continua la dirigente CGIL “non è neanche chiaro e certo che questi ultimi siano effettivamente coperti, dato il limite di finanziamento previsto. Si conferma, anche per questa via, il presente impatto che la manovra previdenziale ha su un mercato del lavoro in straordinaria difficoltà e quanti guasti rischia di produrre”.

Lamonica fa notare come il blocco delle uscite “toglie ai giovani ogni possibilità di ingresso, l’allungamento violento dell’età sconvolge la vita delle persone e rende insostenibile molte condizioni di lavoro, la quasi impossibilità di ricollocazione dei lavoratori ultracinquantenni sta creando, accanto a quella dei giovani e delle donne, una nuova emergenza occupazionale. Il tutto – avverte la dirigente sindacale della CGIL – senza alcuna acquisizione per i giovani che, anche sul piano previdenziale, rimangono se possibile ancor più penalizzati”.

Lamonica ritiene “accettabile” quanto affermato dal ministro, ossia, che le pensioni non debbano servire da ammortizzatori, “ma non è affatto accettabile – spiega il segretario confederale – che prima si usi l’accetta e poi si facciano i monitoraggi e si pensi al tema degli ammortizzatori che comunque, ovviamente, non si possono certo fare a costo zero”.

In ogni caso la CGIL ritiene niente affatto chiusa la discussione sulle pensioni che, conclude Lamonica “per quello che ci riguarda, entrerà a far parte a pieno titolo anche della discussione sul mercato del lavoro, oltre che dell’iniziativa verso il Parlamento in rapporto all’iter del decreto milleproroghe”.

 

 

Argomenti: CGIL |

Guggiari su sviluppo e MPS

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 10, 2012

Il nuovo anno si sveglia con il chiasso assordante di una situazione economica, produttiva, occupazionale, sociale che non rassicura. Nemmeno la manovra del nuovo governo, anche di fronte all’andamento dello spread, con le sue a volte insufficienti risposte sull’equità nella distribuzione dei pesi del risanamento, ci aiuta a tranquillizzarci. Così come la discussione che si sta aprendo sul mercato del lavoro e sullo sviluppo che deve essere considerato il vero obiettivo dei prossimi interventi. E non sfugge la questione degli assetti istituzionali, a partire dalla speranza che venga ammesso il referendum sulla legge elettorale che sproni ad un’intesa che riconsegni un assetto costituzionale fondato sulla separazione dei poteri e su di un effettivo controllo democratico dell’azione pubblica che non sia subordinato alla governabilità.

Dentro un quadro nazionale ed europeo evidentemente instabile, anche in provincia di Siena abbiamo le nostre pene. Non solo una situazione occupazionale a rischio di ulteriori gravi ridimensionamenti soprattutto nel manifatturiero – dall’Amiata al Chianti, dalla Valdichiana alla Valdelsa non ci sono territori meno coinvolti, anche se onestamente la situazione dell’Amiata sembra quella più esposta. Dimensioni di impresa, investimenti in qualità di prodotto e di processo evidenziano elementi su cui dobbiamo interrogarci, così su come mantenere capacità di attrattività culturale, storica e paesaggistica.

Altre situazioni che si stanno palesando ci complicano ulteriormente il quadro. Sto parlando del Monte dei Paschi di Siena, vicenda evidentemente legata ad una situazione finanziaria economica italiana, europea e mondiale. Condizione che richiama immediatamente la necessità di un governo politico dell’Europa anche per evitare che le risposte siano solo ad appannaggio di obiettivi finanziari che spesso non hanno ricadute se non negative sulle condizioni della generalità dei cittadini. Oserei dire per impedire che attraverso la finanza si ridefinisca il sistema del welfare europeo diminuendo tutele e diritti.

Penso che a noi competa aiutare, se necessario, con le nostre idee e le nostre proposte i processi di cambiamento che sono in atto e che stanno spingendo la Banca MPS a scelte che registriamo come dato di fatto. Credo che il sistema bancario debba il più possibile rimanere ancorato ai bisogni dei cittadini e delle imprese e se necessario, per fasi magari contingenti e transitorie, sviluppare anche quelle capacità di investimento che rispondano all’interesse primario del territorio. Ciò anche in funzione del preminente ruolo regionale che questa banca esprime. Tuttavia, per nostra natura, un’impresa la giudichiamo dagli obiettivi , dalla loro necessità e la loro positività, dal fatto di poter o meno discutere sull’organizzazione che si riprogetta per raggiungere quegli obiettivi, comprese le eventuali ricadute sulla condizione dei lavoratori e delle lavoratrici. E questi non sono temi che riguardano solo il sindacato ed i lavoratori, sono temi che interessano tutta la comunità, nessuno escluso, e non da ora. Temi rilevantissimi per Siena ed il suo territorio che devono essere affrontati nel merito con la più grande attenzione e disponibilità.

Noi faremo la nostra parte, e non si pensi di sacrificare i legittimi interessi del lavoro perché considerati subordinati ad una condizione che rischia di essere definita epocale e in negativo. Questa banca dovrà ancorare il proprio futuro attraverso quello spirito che più volte i dipendenti hanno sottolineato e che oggi tutta la comunità senese è chiamata a dimostrare.

Claudio Guggiari, Segretario Generale CGIL Siena

Siena, 10 gennaio 2012

Argomenti: CGIL, MPS |

VITAP Costruzioni Meccaniche: siglato il contratto di solidarietà

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 10, 2012

VITAP Costruzioni Meccaniche: siglato il contratto di solidarietà.

Raggiunto presso l’Amministrazione Provinciale di Siena l’accordo sindacale che permetterà ai 47 lavoratori della Vitap Costruzioni Meccaniche di Poggibonsi l’accesso al contratto di solidarietà.

La Vitap rappresenta un marchio storico dell’imprenditoria meccanica valdelsana, nota in molti mercati esteri, oltre a quello nazionale, per la produzione di macchinari rivolti all’industria dell’arredamento e del legno in generale.

L’intesa raggiunta, che partirà di fatto lunedì 19 gennaio, consentirà una riduzione media dell’orario settimanale fra tutti i lavoratori coinvolti, che non potrà essere superiore al 50%.

Dopo due anni di ricorso alla cassa integrazione il timore che l’Azienda potesse prendere in esame soluzioni più traumatiche era molto elevato, ma la determinazione con la quale è stata condotta la trattativa da parte della FIOM CGIL e della RSU ha consentito di spostare la discussione su una distribuzione solidaristica degli effetti della crisi che ha colpito anche questa realtà lavorativa.

Anche l’Azienda ha poi convenuto, accantonando le proprie riserve, che quello individuato rappresentasse lo strumento più idoneo alla conservazione del patrimonio di competenze e professionalità faticosamente costruito in decenni di esperienze, senza che ciò avesse pesanti ripercussioni sul reddito dei lavoratori.

FIOM CGIL Siena

Siena, 10 Gennaio 2012

Argomenti: aziende, contrattazione, contratto di solidarietà, FIOM |

“OLTRE LA CRISI: LE CONQUISTE DEL PASSATO PER I DIRITTI DEL FUTURO”

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 10, 2012

Nell’ambito della ‘Settimana degli Archivi Storici della CGIL’ (16-21 gennaio 2012) promossa dalla CGIL Nazionale e dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio, l’Archivio del movimento operaio e contadino in provincia di Siena e la CGIL di Siena presentano l’iniziativa

“OLTRE LA CRISI: LE CONQUISTE DEL PASSATO PER I DIRITTI DEL FUTURO”

Giovedì 19 GENNAIO 2012 ore 16.30 – Facoltà di Scienze Politiche

(aula 6 – Via Pier Andrea Mattioli, 10 – Siena)

Argomenti: archivio storico, CGIL |

I sindacati senesi del commercio contro la liberalizzazione degli orari

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 9, 2012

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil della provincia di Siena, in merito alla liberalizzazione degli orari commerciali, ribadiscono la netta contrarietà a quanto previsto dall’art. 31 decreto legge “salva-Italia”.

Ancora una volta si vuole interferire su temi quali le “deroghe” che appartengono al confronto decentrato fra le parti sociali e istituzionali.

Condividiamo e riteniamo giusto l’emendamento approvato dal Consiglio Regionale della Toscana e le dichiarazioni assunte da Confesercenti e Confcommercio in merito alla disciplina di normare la materia degli orari e delle aperture domenicali e festive, demandando al territorio, previa concertazione, la loro definizione.

La liberalizzazione degli orari e delle aperture domenicali del settore del commercio imposta dal Governo, in questa fase così delicata per il paese, non è motivo di rilancio dell’ economia, dei consumi o della libera concorrenza, ma sicuramente un peggioramento delle condizioni di lavoro per migliaia di lavoratrici e lavoratori e la rottura definitiva di equilibri già difficili tra piccolo, medio e grande esercizio commerciale.

Competere con la Grande Distribuzione Organizzata sarà un grosso problema, con il rischio di chiusure di molte piccole aziende e imprese, con conseguenze negative sull’ occupazione già fortemente precaria e instabile. Di certo non si aiuta lo sviluppo, il consolidamento dell’occupazione, la ripresa dei consumi, anzi aumenteranno gli elementi di precarietà nel lavoro dipendente e si apriranno nuovi conflitti sociali.

Insostenibile sarà per le imprese e i lavoratori coniugare il LAVORO con tutte le altre sacrosante necessità dei tempi e della qualità di vita, privati o familiari.

La crisi che stiamo attraversando non si supera così!!!

Quello che manca a Lavoratori, Pensionati e Cittadini Tutti sono le risorse, ovvero soldi, e non momenti e occasioni per poterli spendere!!!!

Si invitano i Comuni, le Imprese e le loro Associazioni ad un confronto teso a ricercare quell’equilibrio tra imprese e diritti dei lavoratori che deve vedere nella concertazione, come previsto dalle modifiche apportate all’art. 80 del Codice del Commercio, la soluzione condivisa su orari, domeniche e festività.

Filcams Cgil, Fisascat Cisl, UilTuCs Siena

Siena, 5 Gennaio 2012

Argomenti: commercio, FILCAMS, orari |

Lavoro: Camusso, pronti a siglare nuovo patto ma sui licenziamenti non si negozia

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 5, 2012

 Lavoro: Camusso, pronti a siglare nuovo patto ma sui licenziamenti non si negozia

 

Il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, in un’intervista a La Repubblica, afferma “se si vuole più lavoro, più crescita, più uguaglianza nella distribuzione del reddito, serve un accordo. Questa è una necessità per il paese» e ribadisce «il governo deve sapere che sull´articolo 18 noi non trattiamo»
» Lavoro: CGIL, incontro usuale, ora confronto ordinario e vero

 

  05/01/2012 da www.cgil.it

Camusso, dopo le polemiche di questi giorni tra la CGIL e il governo, ha incontrato il ministro Fornero. Cosa vi siete dette? Perché c´è stato l´incontro?
«Era un incontro fissato prima della pausa natalizia. Prima di avviare un confronto complesso come quello sul mercato del lavoro e gli ammortizzatori sociali andavano chiarite le modalità con le quali proseguire e fissare l´agenda. La CGIL ha sempre detto che non riteneva utile percorrere la strada degli incontri separati. Ora sappiamo che sarà un confronto ordinario».
Dunque ci sarà un unico tavolo di confronto con il governo e tutte le parti sociali?
«Esatto. D´altra parte era stato lo stesso presidente del Consiglio Monti a dire al Senato che sul mercato del lavoro il governo avrebbe cercato il consenso delle parti sociali».

Avete parlato anche dell´articolo 18?
«Dire che ne abbiamo parlato mi pare esagerato. Io ho ripetuto che non c´è una sola ragione convincente perché si parta da lì se si vogliono affrontare i problemi veri».

E la Fornero cosa le ha risposto?
«Non posso dire che ci sia stata proprio una risposta. Ha preso atto di ciò che ho detto io».

L´articolo 18 è fuori dalla trattativa?
«Il governo deve sapere che sull´articolo 18 noi non trattiamo».

Per voi rimane un tabù?
«Lasciamo perdere i totem o i tabù. L´articolo 18 dello Statuto dei lavoratori ha una funzione deterrente per i licenziamenti senza giusta causa. Per questo non può essere né aggirata né modificata».

È un no anche alla proposta Ichino sul contratto unico che non sembra dispiacere al governo?
«Nella proposta Ichino c´è una massiccia dose di propaganda. Si sostiene che serva a superare il dualismo del mercato del lavoro. Però introduce una nuova forma di contratto, cosa di cui non c´è alcuna necessità, mentre bisognerebbe ridurre le tipologie contrattuali e far costare di più i contratti flessibili, da quelli a termine legati alla stagionalità e a precise casualità, ai contratti di collaborazione a progetto per le più alte professionalità non certo per chi è addetto alle fotocopie».

Sul mercato del lavoro teme che tutto il sindacato possa subire un´altra sconfitta dopo quella sulle pensioni?
«Quello sulle pensioni è stato un intervento sbagliato fatto di corsa dal governo. Non la considero una sconfitta anche perché per noi non è ancora un capitolo chiuso. I problemi creati dal quel provvedimento li vedremo proprio durante la trattativa sul lavoro e gli ammortizzatori sociali».

Resta il fatto che con CISL e UIL si sono incrinati i rapporti dopo la posizione unitaria contro la manovra del governo. È stata la CGIL a criticare, riferendosi a Bonanni, le «stonature di qualche solista».
«Mi pareva poco credile accettare il metodo degli incontri separati e poi proporre un accordo. La questione è in ogni caso superata. Sul merito ci sono molte convergenze».

Definirete una posizione comune tra i sindacati?
«Ci proveremo».

Ritiene che ci siamo divisioni nel governo? Ci sarebbero ministri (Passera, per esempio) più disposti al dialogo con voi, e altri (la Fornero) meno.
«Non mi sembra corretto andare dietro le indiscrezioni giornalistiche. Credo, però, che se si vuole affrontare davvero la questione dell´occupazione, non si può pensare che tutto si esaurisca in una nuova regolamentazione del mercato del lavoro. Servono le politiche per la crescita, quelle sull´istruzione e quelle fiscali perché il peso delle tasse sul lavoro dipendente deve diminuire».

Lei sta pensando a una nuova stagione della concertazione, come quella degli anni Novanta?
«No, francamente non mi pare che ci siamo le condizioni di quegli anni. Ritengo però che sia necessario un accordo. Di certo la strada non è quella di ascoltare le parti e poi decidere da soli».

Sta lanciando la proposta di un patto con il governo?
«Dipenderà, come sempre, dal merito. Ma se si vuole più lavoro, più crescita, più uguaglianza nella distribuzione del reddito, serve un accordo. Questa è una necessità per il paese».

Argomenti: CGIL |

Liberalizzazioni commercio: FILCAMS CGIL, non rilanciano consumi e non creano nuova occupazione

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 5, 2012

Liberalizzazioni commercio: FILCAMS CGIL, non rilanciano consumi e non creano nuova occupazione
Assurdo, mistificatorio e sconcertante. Questo il parere espresso dalla FILCAMS CGIL in merito al provvedimento del governo di liberalizzare gli orari di apertura delle attività commerciali. “Se il Governo vuole rilanciare i consumi deve ridurre il peso fiscale sui consumatori, favorire l’incremento di pensioni e salari, non tenere sempre aperti i negozi”
 04/01/2012 da www.cgil.it

“A 48 ore dall’entrata in vigore della liberalizzazione degli orari commerciali appare sempre più chiara l’assurdità del provvedimento, sostenuta da tanta mistificazione e molta ignoranza sulle problematiche del settore distributivo italiano. Che questa decisione, poi, sia stata partorita da illustri accademici non può che aumentare lo sconcerto”. E’ questo il commento della FILCAMS CGIL, alla decisione del governo di demandare alla libera iniziativa dei commercianti gli orari di apertura delle proprie attività.

Secondo Franco Martini, Segretario Generale della FILCAMS CGIL, “prima mistificazione è sicuramente la crescita dei consumi” afferma Franco Martini “Nessun ministro o sottosegretario, nessun sostenitore di tale provvedimento è in grado di dimostrare il nesso tra le aperture H24 e la crescita dei consumi”. “E’ impossibile dimostrarlo – spiega il sindacalista – perché la crisi dei consumi in Italia non è data dalla carenza di servizio distributivo, ma dalla mancanza di reddito da parte dei consumatori”.

Non sarebbe questa, secondo Martini, la strada da percorrere per la crescita economica del paese. Come si legge nel comunicato, infatti, “se il Governo vuole rilanciare i consumi, deve ridurre il peso fiscale sui consumatori, favorire l’incremento di pensioni e salari, non tenere sempre aperti i negozi. Questa elementare regola dell’economia, già dimostrata in questi anni, vale doppio in una fase di recessione, come quella che si preannuncia con la manovra “salva Italia””.

“Altra grande mistificazione è il possibile aumento dell’occupazione” continua il comunicato. “Un Governo di professori avrebbe dovuto semplicemente studiare ciò che è accaduto in questi ultimi anni, con le continue aperture domenicali e festive” prosegue il Segretario “Altro che aumento dell’occupazione! Il risultato è stato l’aumento esponenziale delle assunzioni temporanee e part-time, esattamente l’opposto di ciò che va predicando il Governo, per dare un futuro previdenziale ai giovani.”

Lo scenario prospettato dalla FILCAMS CGIL è dunque quello di una “cannibalizzazione, da parte della grande distribuzione, del commercio medio e piccolo, che molto contribuisce alla vita delle città”, insieme al “peggioramento delle condizioni di chi lavora nei grandi centri commerciali e negli ipermercati”.

“E’ veramente impressionante – prosegue Martini – il totale disinteresse del Governo e degli stessi partiti, a partire da quelli che maggiormente dovrebbero rappresentare il lavoro, per le conseguenze che si avranno, in particolare sulle donne, la stragrande maggioranza degli addetti al settore”. “Proprio per il fatto che nessuna occupazione aggiuntiva verrà a determinarsi, – spiega ancora – diventerà impossibile conciliare tempi di vita e di lavoro, già massacrati da una organizzazione del lavoro fondata su orari discontinui e turni spezzati”.
 
Un provvedimento, quello deciso dal governo, lontano dalla realtà e “privo di fondamento”. “Forse è per questo – si legge ancora nel comunicato – che il Governo disdegna una vera concertazione con i sindacati e le Regioni, pagando anche il prezzo di un grande caos normativo, già scoppiato in materia di competenze costituzionali in materia! Un Governo che, in questo caso, non può nemmeno invocare le pressioni della Merkel e Sarkozy. Infatti, in Germania e in Francia gli orari commerciali sono tutt’altro che liberalizzati, ed il venerdì sera, come è noto, la stragrande maggioranza dei negozi chiude per l’intero week-end, con buona pace dei consumatori e senza mettere in ginocchio il sistema distributivo! Come mai questa verità viene nascosta?”

“Per tutto ciò- conclude – la FILCAMS CGIL continuerà a battersi contro un’idea di consumo contraria alla dignità ed alla condizione di chi lavora, senza peraltro contribuire a risollevare le sorti del settore”.

Argomenti: commercio, FILCAMS |

Camusso: no a scadenze, l’Europa può attendere

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 3, 2012

Camusso: no a scadenze, l’Europa può attendere
Il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, in un’intervista a La Stampa, afferma “il tema dell’occupazione è un grande dramma per la maggior parte degli italiani che non hanno nessun bisogno di sentirsi raccontare delle favole. Bisogna discutere dei problemi che abbiamo non di quelli che non abbiamo”
» Lavoro: CGIL, 46 forme contrattuali esistenti, portarle a 5
03/01/2012 da www.cgil.it

«Serve un piano per il lavoro» dice Susanna Camusso. Perché la situazione è grave e di qui in avanti non può che peggiorare. Non occorre ridurre le tutele, nè aumentare il debito pubblico, di certo però sulla trattativa col governo non può pendere ancora la spada di Damocle dell’Europa. «La fretta produce sempre cattivi accordi».

Segretario, cosa vi fa dire che la crisi è così grave?
«I numeri delle ore di cassintegrazione e delle aziende in crisi confermano brutalmente che per il terzo anno di fila la cassa integrazione è a livelli record: 1 miliardo di ore e quasi 10mila fabbriche interessate. A questo bisogna poi aggiungere il numero di vertenze di grandi gruppi che si stanno aprendo e che producono sempre un trascinamento su fornitori e piccole imprese. L’altro fattore che preoccupa è il continuo calo dei consumi: il dato del 2011 rischia di rafforzarsi e porta con se la chiusura di una infinità di piccoli esercizi commerciali».

Siamo nel tunnel della recessione
«Si. E credo che andrebbe fatto qualche ragionamento sul fatto che se piccole e medie imprese ormai da tre anni sono con la cassintegrazione in deroga probabilmente si tratta di aziende che non hanno più uno spazio di attività: la riduzione della produzione, che tutti i dati dall’autunno in poi hanno iniziato a dare, sta diventando insomma strutturale».

Il governo questa situazione ce l’ha presente?
«Bisogna farglielo capire, ma spero proprio che questa situazione ce l’abbia presente. Anche gli ultimi dati di Confindustria, del resto, non danno una fotografia molto diversa. E’ evidente però che una cosa il governo ha gravemente sottovalutato, ed è un problema che resta aperto: nel cambiare così bruscamente, ed erroneamente, le norme pensionistiche non ha infatti tenuto conto dei contraccolpi sul mercato del lavoro. C’è un mondo, che non è fatto – come dice il presidente del Consiglio – dei lavoratori in mobilità, ma che è fatto di migliaia di lavoratori che stavano in un piccolo esercizio, in una piccola attività, che hanno deciso di licenziarsi perché avevano abbastanza vicino il traguardo di una pensione che ora non arriva invece più. Ed ora non solo sono disoccupati, ma avendo 58-59 anni nessuno offre più loro un posto. In un mercato del lavoro così debole è stato un grosso errore prolungare di 5-6 anni l’età della pensione».

Nella telefonata con Monti vi siete limitati agli auguri oppure avete già fissato dei temi o delle date per incontravi?
«No, non abbiamo accennato a date: ci vedremo nei prossimi giorni. Io l’ho presa come una conferma dell’impegno del governo ad aprire il confronto».

Confronto che secondo il premier dovrà avvenire con tempi rapidi, perché il 23 vuole andare a Bruxelles con qualche novità anche sul lavoro
«Credo che continuare a farci dettare i tempi da Bruxelles sia un altro errore, fatta la manovra non doveva arrivare il momento del confronto con l’Europa come ci hanno detto nei loro messaggi di fine anno sia Napolitano che Monti? Nelle trattative si può fissare la data di inizio, non quella di chiusura, e l’esperienza della manovra di dicembre ci dice che occorre fare le cose per bene, non con urgenza. Perché non stiamo facendo teoria ma stiamo discutendo delle condizioni materiali delle persone in difficoltà, perché non hanno il lavoro, o lo stanno perdendo o non sanno con quali regole vi entreranno».

A parte le diatribe sull’articolo 18, è pensabile avviare un discorso a tutto campo sulla materia lavoro, senza pregiudizi o veti?
«Il Paese è messo molto male, la preoccupazione è alta, il tema dell’occupazione è un grande dramma per la maggior parte degli italiani che non hanno nessun bisogno di sentirsi raccontare delle favole come quella che bisogna intervenire sull’articolo 18. Bisogna discutere dei problemi che abbiamo non di quelli che non abbiamo».

Quindi?
«Bisogna ragionare sugli ammortizzatori per trovare una soluzione che copra davvero tutti. E poi occorre dare risposte ai giovani e avviare un piano per l’occupazione, perché dire investimenti ed infrastrutture non basta».

Ma per fare questo servono risorse. E Monti non ne ha
«Si, se però pensano di prenderli ancora ai lavoratori non iniziamo nemmeno a discutere. Ci sono tante cose che si possono fare e tante risorse da reperire senza aumentare per forza il debito pubblico. Se si discute di mercato del lavoro bisogna parlare anche di legalità e di sommerso: basterebbe regolarizzare tutti gli immigrati per avere 5 miliardi. Un piano per la difesa del territorio convogliando su un progetto nazionale tutte le risorse che oggi vengono disperse in mille rivoli consentirebbe di crare molti posti di lavoro, stabili, per tanti giovani».

Se al dunque vi fosse proposto uno scambio?
«Nelle trattative ci sono sempre degli scambi quantitativi. Però se mi si propone di aumentare l’indennità di disoccupazione in cambio della rinuncia alla norma antidiscriminatoria sui licenziamenti dico di no. Non è scambiabile, anche perchè nessuno finora ha dimostrato che riducendo i diritti aumentano i posti».

Argomenti: CGIL |

Camusso, rischio tensioni sociali, necessario piano per il lavoro

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 2, 2012

 

 
Camusso, rischio tensioni sociali, necessario piano per il lavoro
Con il nuovo anno il Segretario Generale della CGIL torna ad indicare una strada per la crescita del Paese fatta di “nuove occasioni di lavoro per giovani e donne e lavori meno instabili e precari per tutti. Indispensabile ridurre il numero e la tipologia dei contratti instabili e atipici”
02/01/2012 da www.cgil.it

“Lavoro, il vero augurio per il 2012, buon anno!”. E’ questo il messaggio lanciato via twitter dal Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, per il nuovo anno.

Tuttavia, il 2012 si configura già come un anno tutt’altro che semplice. “C’è un rischio reale di tensioni sociali crescenti nei prossimi mesi”, avverte il numero uno del sindacato di Corso d’Italia “per effetto – spiega – del forte impatto della recessione su occupazione e redditi”. Esiste dunque “il rischio – prosegue Camusso – che cresca il conflitto sociale con l’aumento delle diseguaglianze”.

La soluzione individuata dalla CGIL rimane quella di “un piano per il lavoro, la vera emergenza”. Il governo, secondo il leader della CGIL, “è meglio che abbia più coraggio di quanto ne ha avuto finora e apra un confronto esplicito e costruttivo con le parti sociali sui temi della crescita e dell’occupazione. Noi vogliamo confrontarci sulla crescita del Paese, e per noi crescita vuol dire creare nuove occasioni di lavoro per giovani e donne e lavori meno instabili e precari per tutti”. “Per questo – precisa Camusso – proponiamo un nuovo ‘Piano del lavoro’. Crediamo sia indispensabile ridurre il numero e la tipologia dei contratti instabili e atipici, moltiplicata in maniera irresponsabile dal governo Berlusconi”.

In vista del confronto con il governo sulla riforma del mercato del lavoro, prevista per il 13 gennaio prossimo, Camusso afferma “bisogna intendersi bene. Alcune proposte di contratto unico hanno solo il nome: sono un messaggio pubblicitario ingannevole. Infatti tutto resta com’è ora – sottolinea – e si aggiunge un’ulteriore tipologia. Non crediamo sia questa la strada giusta”. “Pensiamo piuttosto – spiega ancora Camusso – a una forma prevalente di assunzione (in qualche modo incentivata) che sia di inserimento e formazione insieme, sia per giovani e donne sia per cinquantenni che hanno perso il lavoro e faticano a reinserirsi. La formazione sul lavoro è più utile e costa meno della formazione nei centri di formazione”.

Altro nodo cruciale riguarda la riforma degli ammortizzatori, “per tutelare maggiormente chi perde il lavoro, – spiega il Segretario Generale della CGIL – senza rinunciare agli interventi urgenti che si proporranno nei prossimi mesi. Fare queste due operazioni a parità di spesa 2011 ci sembra molto difficile”.

“Fuori discussione” invece la questione dell’articolo 18. “Non c’entra niente – afferma Camusso – con i problemi della crescita e della riforma del mercato del lavoro. Lo dicono molti economisti, giuristi e molte imprese, non solo i sindacati”. “L’idea poi – spiega il Segretario Generale della CGIL – che togliendo una salvaguardia a chi ce l’ha aumenti il grado di tutela per tutti è ridicola e penosa. Sarebbe come dire – prosege – che abbassare i salari dei livelli professionali più alti faccia crescere l’eguaglianza di reddito fra i lavoratori. Quello sull’articolo 18 è un accanimento ideologico sollevato da persone che spesso non sanno di cosa parlano e di quanto poco ricorso se ne faccia nella realtà”.

Un problema ancora tutto da risolvere è quello relativo alla riforma del sistema previdenziale, “per noi il capitolo sulle pensioni non è chiuso – insiste Camusso – ci sono delle ingiustizie e delle discriminazioni che gridano vendetta e vanno risolte. Penso soprattutto a coloro che hanno perso e perderanno il lavoro e a chi stava maturando il diritto di andare in pensione e si vede di colpo allungato il lavoro di 5 anni. Questo non è giusto, è inaccettabile”.

Due le strade da percorrere, indicate dal Segretario Generale della CGIL, per favorire la crescita: la coesione sociale e territoriale, e precise strategie politiche. Rivolgendosi al Presidente del Consiglio, Camusso afferma “il professor Monti è disponibile a condividere strategie e politiche? Se lo è noi faremo, come sempre negli anni, la nostra parte”. La coesione sociale si può raggiungere solo attraverso ” la condivisione, l’equità nei sacrifici e nei benefici, non con il rigore cieco e l’aumento delle diseguaglianze”, mentre per la coesione territoriale, conclude Camusso “bisogna partire da investimenti nel Mezzogiorno per lo sviluppo e per l’occupazione. Non più lavoro nero e non più assistenza”.

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Napolitano: Camusso, parole di un grande Presidente

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 2, 2012

Napolitano: Camusso, parole di un grande Presidente
“Forte apprezzamento” viene espresso dal Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, per il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Particolarmente apprezzata anche “l’attenzione del Presidente sui temi del lavoro e il riferimento alle sue esperienze, le parole sui giovani e le donne, il richiamo alla ricostruzione e al ruolo fondamentale del sindacato e le preoccupazioni per le incertezze e le diseguaglianze sul lavoro”
02/01/2012 da www.cgil.it

Il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, esprime “forte apprezzamento” per il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. “Le sue sono state le parole di un grande Presidente”, afferma il numero uno della CGIL, che ha particolarmente apprezzato, nell’anno delle celebrazioni del 150° e di una grande mobilitazione e partecipazione civile, “il forte richiamo all’unità e alla coesione sociale del Paese”.
 
“Significativo, importante e condivisibile” è, per il segretario generale della CGIL, anche il passaggio sull’Europa, “sul cambiamento delle politiche di crescita, su quella che chiamiamo Europa sociale e politica, e il  richiamo  sulla legalità, l’evasione e il riconoscimento del ruolo dei migranti nel nostro Paese”. Camusso, inoltre, ha apprezzato “l’attenzione del Presidente sui temi del lavoro e il riferimento  alle sue  esperienze, le parole  sui giovani e le donne, il richiamo alla ricostruzione e al ruolo fondamentale del sindacato e le preoccupazioni per le incertezze e le diseguaglianze sul lavoro”.
 
Per questo, conclude il segretario della CGIL,  “rilanciamo con forza la necessità di un piano per il lavoro e l’avvio di un confronto col sindacato. Ridurre le diseguaglianze e le dualità presenti nel mercato del lavoro è, infatti, anche il nostro obiettivo.  E’  però opportuno anche riflettere se c’è stata adeguatezza negli interventi previdenziali che non danno risposte ai giovani sul lavoro o sul futuro previdenziale”.

Argomenti: CGIL |

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