cgil siena

Sindacati lavoratori agricoli: soddisfazione per lo sciopero contro l’uso indiscriminato dei voucher nel ddl lavoro

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 27, 2012

La Flai Cgil, la Fai Cisl e la Uila Uil di Siena esprimono grande soddisfazione per l’adesione senese allo sciopero di oggi che ha riguardato l’intero comparto agricolo e forestale.

La giornata di sciopero proclamata a livello nazionale ha visto una grande adesione anche in Toscana e una partecipazione al presidio davanti alla Prefettura di Firenze di circa 500 lavoratori e lavoratrici. Alle 11.30 il Prefetto ha ricevuto le Organizzazioni Sindacali regionali per ascoltare le motivazioni dello sciopero, assicurando che nella stessa giornata avrebbe informato dei contenuti dell’incontro gli organi di governo centrali.

“Lo sciopero – spiegano i sindacalisti senesi Paola Bittarello (Flai Cgil), Daniela Cherubini (Fai Cisl) e Andrea Berni (Uila Uil) – è stato indetto per contrastare l’inserimento nel ddl sul lavoro della possibilità di un utilizzo assolutamente indiscriminato dei voucher nel mondo agricolo, che significherebbe una destrutturazione completa del rapporto di lavoro a termine (stagionale o avventizio) in agricoltura. Ciò rappresenterebbe la totale cancellazione delle tutele più elementari dei lavoratori e delle lavoratrici del settore”.

I lavoratori avventizi in agricoltura rappresentano circa l’80% della forza lavoro totale.

In provincia di Siena i lavoratori del settore sono circa 12.000.

Lo sciopero di oggi ha registrato anche a Siena una grande partecipazione. Al presidio fiorentino erano presenti circa 150 lavoratori provenienti dalla nostra provincia. L’adesione allo sciopero è stata alta a partire dalle grandi aziende, come la Pac di Monteriggioni (gruppo Amadori), dove i lavoratori, circa 150, hanno aderito nella loro totalità, e Floramiata, che ha registrato un’adesione di circa il 95%. L’azienda vinicola di Brolio ‘Barone Ricasoli’ ha visto scioperare il 90% delle maestranze.

“Vista la grande mobilitazione – concludono i sindacati –  ci aspettiamo che le ragioni da noi rappresentate siano accolte dal governo; se così non fosse i lavoratori del settore proseguiranno con altre iniziative per difendere la dignita’ del lavoro e dei lavoratori”.

Siena, 27 aprile 2012

Argomenti: FLAI, presidio, scioperi |

La crisi e la CGIL in Amiata

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 27, 2012

La crisi economica che sta attraversando l’Italia è anche il risultato di anni di malgoverno berlusconiano, di cui la CGIL è stata, spesso isolata, una fiera oppositrice.

In una fase così drammatica, il cui costo sociale rischia di essere pagato solo dalle fasce più deboli della popolazione, pur con il grande senso di responsibilità che da sempre contraddistingue la CGIL, non nascondiamo le nostre perplessità e contrarietà su importanti decisioni politiche che il governo Monti ha assunto o sta assumendo.

Tali scelte colpiscono in primo luogo i diritti dei giovani, delle donne, del lavoro dipendente e dei pensionati.

Il governo Monti aveva promesso di agire secondo equità, ma dobbiamo registrare, pur nella difficoltà del momento, che non è stato così. Non si sono voluti toccare i redditi alti, gli evasori fiscali e i grandi patrimoni spesso accumulati con rendite di posizione costruite spesso a scapito della collettività.

In dissenso su tali scelte la CGIL, insieme alle categorie che la compongono, ha effettuato azioni di contrasto con scioperi e manifestazioni a difesa delle nostre ragioni. Oggi è in corso lo sciopero unitario nazionale dei lavoratori agricoli contro la deriva del mercato del lavoro in agricoltura; giovedì 10 maggio la CGIL di Siena ha proclamato 4 ore di sciopero provinciale del settore privato in concomitanza con la protesta nazionale dei lavoratori precari; il 14 maggio sarà la volta dello sciopero dei dipendenti pubblici. Ed altre iniziative sono in programma in attesa della definizione dello sciopero generale nazionale.

Nell’allarmante crisi di rappresentanza politica di questo Paese le Camere del lavoro continuano ad essere un punto di riferimento importante e fondamentale della società italiana, a cui si rivolgono ogni giorno centinaia di migliaia di cittadini e lavoratori sempre più disorientati, nel degrado economico, sociale e morale dell’Italia.

Questa è la grande forza della CGIL: i nostri iscritti e i nostri simpatizzanti, che il gruppo dirigente, con un impegno e una passione che va al di là di un semplice rapporto di lavoro, cerca con tante difficoltà di aiutare e sostenere per risolvere i problemi della parte più debole della società italiana.

La crisi sta investendo anche il tessuto economico dell’Amiata.

La CGIL di zona, insieme ai compagni delle categorie, è impegnata in alcune difficili vertenze aziendali. Ci sono realtà economiche in evidente difficoltà come Floramiata e Rimor, oltre all’AMTEC che ha una valenza nazionale nel contesto più ampio di Finmeccanica.

Per completezza di informazione si evidenzia che comunque alcuni settori sono meno esposti alla crisi. In particolare la pelletteria, che in questi ultimi anni ha visto investimenti diretti di grandi firme della moda italiana.

L’Amiata ha bisogno che tutte le vertenze aperte trovino una soluzione soddisfacente, nella direzione di imprese sane ed efficienti che utilizzando intelligentemente le risorse del territorio siano in grado di competere nel mercato; non ha bisogno invece di guardare al passato e predisporre ricette ed interventi di tipo assistenziale, che, nella realtà, hanno impedito, per anni, al tessuto produttivo di sviluppare le poche ma importanti risorse anche umane che sono presenti nel comprensorio amiatino.

 CGIL Amiata senese

 Abbadia San Salvatore, 27 aprile 2012

Argomenti: amiata, CGIL |

1° maggio 2012 CGIL CISL UIL a Siena

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 27, 2012

Manifestazioni CGIL CISL UIL 1° maggio 2012 – provincia di Siena

 S. Gimignano
ore 9.30 – concentramento Piazza della Cisterna
ore 10.00 – corteo per le vie cittadine
ore 10.30 – comizio conclusivo di un dirigente sindacale – Piazza della Cisterna

Colle di Val d’Elsa
ore 9.00 – concentramento Piazza Arnolfo
ore 9.30 – corteo per le vie cittadine
ore 10.30 – comizio conclusivo di un dirigente sindacale – Piazza Arnolfo

Poggibonsi
ore 9.00 – concentramento Piazza Matteotti
ore 9.30 – corteo per le vie cittadine
ore 10.30 – comizio conclusivo di Alessio Gramolati, Segretario Generale CGIL Toscana, in Piazza Matteotti

Chiusdino
ore 11.00 – raduno in Piazza Garibaldi
ore 11.20 – Intervento di un dirigente sindacale

San Casciano dei Bagni
ore 9.30 – concentramento in Piazza Matteotti
ore 10.30 – corteo per le vie cittadine con le bande musicali di San Casciano, Celle, Cetona, Chiusi e Sarteano
ore 12.00 – comizio di un dirigente sindacale
ore 13.00 – pranzo presso lo stadio comunale

Pienza
ore 8.00 – colazione del 1° Maggio davanti alla Camera del Lavoro
ore 9.30 – concentramento di trattori e manifestanti
ore 10.00 – corteo per le vie cittadine con la Banda Filarmonica di Monticchiello
ore 11.30 – comizio di un dirigente sindacale – Giardini
ore 17.30 – Centro Auser – merenda
ore 21.00 – Centro Auser – musica e ballo

Sinalunga
ore   9.30 – concentramento dei trattori in Piazza Repubblica
ore 10.15 – sfilata dei trattori da Pieve di Sinalunga
ore 10.45 – corteo per le vie del paese con la Filarmonica “Ciro Pinzuti”
ore 11.15 – comizio di un dirigente sindacale – Piazza Garibaldi

Chianciano Terme
ore 8.30 – ritrovo presso la Camera del Lavoro e distribuzione dei garofani
ore 11.00 – partenza del corteo: dalle Terme di S. Elena alla Camera del Lavoro, con la banda di Chianciano Terme
ore 11.30 – concerto conclusivo presso la Camera del Lavoro

Abbadia S. Salvatore
ore 10.30 – concentramento davanti al Comune
ore 10.45 – partenza corteo per le vie cittadine
ore 11.45 – comizio di un dirigente sindacale davanti al Comune
30 aprile ore 21 – Cinema Teatro Amiata
Concerto del Corpo Filarmonico G.Puccini

Argomenti: CGIL, Primo maggio |

Università degli Studi: intervengono i Segretari Generali CGIL, CISL e UIL di Siena

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 26, 2012

Lo sciopero e la manifestazione di martedì, molto partecipati da tutto il personale tecnico-amministrativo dell’Università degli Studi di Siena, hanno riaffermato in modo inequivoco la generale volontà di ottenere dall’Amministrazone risposte non rinviabili quantomeno in merito al salario accessorio, alla retribuzione dei CEL (Collaboratori esperti linguistici) ed alle indennità per l’asilo nido.

La situazione del lavoro dipendente di questo Paese si sta facendo sempre più critica, è addirittura retrocessa di oltre 20 anni sul piano retributivo in rapporto all’inflazione, senza contare le ripercussioni derivanti dagli interventi di risanamento messi in atto dal Governo e che possono provocare un vero e propro salasso sulle codizioni economiche di coloro che percepiscono stipendi quali quelli erogati nelle università.

Non possiamo, nemmeno di fronte alle ragioni tecnico-giuridiche accampate e dell’assenza di risposte certe dal MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze), anche in una fase così delicata di risanamento, legittimare l’impostazone di chi vuole escludere la contrattazione nei rapporti con i dipendenti e con le Organizzazioni Sindacali. Anzi, pur sperando che il bilancio consuntivo 2011 presentato per la ratifica al CdA di domani possa rappresentare un ulteriore significativo passo in avanti verso quel riequilibrio dei conti universitari in grado di scongiurare la dichiarazione di dissesto, ci appare necessario chiedere che ci sia una intensificazione della pratica concertativa.

Il nuovo Statuto universitario, i regolamenti conseguenti, la riorganizzazione in dipartimenti, il Dipint, la dinamica delle immatricolazioni, i servizi agli studenti, il legame con il sistema universitario regionale, il rapporto con l’economia reale sono alcune delle questioni che meritano un approfondimento ed un coinvolgimento che ad oggi non riusciamo pienamente a cogliere.

Chiediamo a tutta la comunità accademica, al Rettore, alla Dirigente Amministrativa ed allo stesso CdA di assumersi la responsabilità che occorre al fine di dare immediate risposte ai temi sia particolari che generali. Ognuno nel proprio ruolo e con le proprie prerogative e di fronte ad un numero di ricorsi giudiziari il cui esito può addirittura appesantire il percorso di risanamento ha il dovere di agire secondo un interesse equitativo che ci pare fortemente compromesso mettendo in essere quei comportamenti che siano in grado di evidenziarne la necessità e l’urgenza e l’immediata realizzazione. Altrimenti che si prenda atto di uno scollamento insanabile con questa collettività.

Claudio Guggiari, Segretario Generale CGIL Siena

Iose Coppi, Segretario Generale CISL Siena

Sandro Santinami, Segretario Generale UIL Siena

Siena, 26 aprile 2012

Argomenti: CGIL, università |

1 Maggio a Poggibonsi

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 25, 2012

Argomenti: Primo maggio, valdelsa |

Floramiata: forte preoccupazione dei lavoratori e dei sindacati

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 24, 2012

Ieri, 23 aprile, l’assemblea dei lavoratori di Floramiata si è riunita immediatamente dopo l’incontro previsto tra la Direzione aziendale, le RSA e le Segreterie Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil al fine ottenere risposte concrete sia sui salari arretrati e correnti che sullo stato economico e finanziario dell’Azienda.

Dopo l’esposizione degli elementi emersi durante il confronto aziendale – relativi in primis alla proposta di pagamento della mensilità di marzo e alle perplessità e preoccupazioni sulle prospettive future – l’assemblea dei lavoratori ha ritenuto che la proposta sui salari sia una risposta solo parziale rispetto agli emolumenti arretrati riferiti a circa metà salario di febbraio e al prossimo adempimento relativo al pagamento della quattordicesima per il quale era stato proposto nello scorso incontro la rateizzazione in cinque rate.

Dalla discussione molto ampia che si è protratta abbondantemente oltre l’orario di lavoro per l’importanza dei temi discussi è emersa la preoccupazione, oltre che per il salario, per la mancanza di risposte e di proposte che permettano di intravedere prospettive certe per il futuro dell’Azienda e la salvaguardia dell’occupazione.

“La percezione dei lavoratori che ci fosse un rallentamento nella produzione – spiegano le Organizzazioni Sindacali – è diventata consapevolezza anche a fronte delle dichiarazioni dell’imprenditore che il budget di fatturato previsto per il 2012 avrà delle rivisitazioni in diminuzione. Inoltre nei mesi a venire, a partire da giugno in poi, il mercato rallenterà in maniera significativa, per cui saranno mesi nei quali l’Azienda venderà di meno, e quindi farà meno fatturato. Questi due elementi congiuntamente ai tempi del concordato, che si sono abbondantemente allungati, hanno fatto slittare anche la discussione sul piano industriale, non entrando così nel merito di un confronto sull’organizzazione dell’Azienda ormai per noi non piu’ rinviabile”.

“Pur non condividendo l’impostazione dell’Azienda – sottolineano Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil – le organizzazioni sindacali con grande forza hanno chiesto l’impegno della Direzione aziendale ad investire immediatamente in maniera importante sulla produzione e sulla qualità del prodotto floricolo anche in questo momento di attesa delle scelte strategiche dell’Azienda. Riteniamo inoltre che la decisione del giudice possa avere una grande valenza dal punto di vista della garanzia della sostenibilità del concordato e del possibile percorso intrapeso dall’imprenditore per rispondere ai debiti contratti con fornitori e banche”.

L’impressione di tutti è che Floramiata sia in una fase molto difficile e di cambiamento, con un potenziale molto importante da poter mettere in campo, ma anche con tante problematiche che si trascinano da troppo tempo.

“Pensando alle potenzialità – precisano i Sindacati – potrebbe emergere un’azienda rinnovata e più forte, con un valore aggiunto che e’ quello dell’utilizzo del calore geotermico, fermo restando che l’Azienda, oggi, riesca a superare le gravi difficoltà nelle quali si trova. Qui è necessaria una forte volontà dell’imprenditore e la capacità dello stesso di attuare cambiamenti strategici e organizzativi all’interno dell’Azienda a partire da un utilizzo ottimale delle risorse umane e delle professionalità che vi si trovano”.

L’assemblea ha dato mandato alle Organizzazioni Sindacali di richiedere un tavolo istituzionale e congiuntamente alle Confederazioni CGIL, CISL e UIL una convocazione dal nuovo Prefetto.

Inoltre le maestranze di Floramiata aderiranno allo sciopero nazionale dei lavoratori del settore agricolo di venerdì 27 aprile – contro l’estensione in campo agricolo del lavoro accessorio prevista dalla riforma del mercato del lavoro – denunciando anche le problematiche aziendali aperte, come richiamo all’imprenditore per un segnale di repentino cambiamento all’interno dell’Azienda.

“Se le nostre richieste continueranno ad essere ignorate – concludono Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil – sarà l’inizio di un lungo periodo di mobilitazione a sostegno dell’occupazione, pur consapevoli dei sacrifici a cui saranno chiamati i lavoratori, ma nella convinzione della necessità di difendere i posti di lavoro in un territorio che purtroppo non offre altre possibilità”.

Siena, 24 aprile 2012

Argomenti: amiata, aziende, FLAI |

GIOVEDI’ 10 MAGGIO SCIOPERO PROVINCIALE

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 24, 2012

Argomenti: CGIL, presidio, scioperi |

Colle di Val d’Elsa: i sindacati contro la vendita della farmacia comunale

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 23, 2012

Le Organizzazioni Sindacali FP CGIL, CISL FP, Confederazione COBAS e la RSU dell’Azienda Speciale Multiservizi del Comune di Colle di Val d’Elsa sono state informate dell’intenzione dell’Amministrazione Comunale di Colle di Val d’Elsa di vendere la farmacia comunale 1, situata in via Don Minzoni.
 
A seguito di tale comunicazione la RSU ha chiesto un incontro con il Sindaco, poichè la vendita della farmacia comunale farà inevitabilmente diminuire le entrate dell’Azienda con ripercussioni conseguenti su tutti i servizi, anche di carattere occupazionale, oltre a ridurre le funzioni e le attività per le quali la Multiservizi è stata costituita.
 
L’Amministrazione Comunale, ancor prima di incontrare la RSU, ha inserito all’o.d.g. del Consiglio Comunale del 26 aprile 2012 la delibera riguardante la vendita della farmacia 1.
 
FP CGIL, CISL FP, Confederazione COBAS e RSU stigmatizzano questo inqualificabile comportamento dell’Amministrazione Comunale, proclamano lo stato di agitazione di tutti i lavoratori della Multiservizi riservandosi di intraprendere le iniziative opportune per tutelare l’erogazione del servizio, i diritti dei lavoratori ed i posti di lavoro e, contestualmente, chiedono un incontro con il Prefetto e con il Sindaco di Colle di Val d’Elsa.
 
Le Organizzazioni Sindacali e la RSU rilevano altresì la scarsa trasparenza della dirigenza dell’Azienda Speciale Multiservizi, che aveva loro comunicato, nell’incontro del 12 aprile, che era in corso una perizia sulla farmacia e che la vendita era soltanto un’ipotesi e non, come si è constatato, una decisione ormai assunta.
 
FP CGIL, CISL FP, Confederazione COBAS e RSU Azienda Speciale Multiservizi
 
Colle di Val d’Elsa, 23 aprile 2012

Argomenti: FP, valdelsa |

Crisi: CGIL, a marzo è boom di CIG, 455 mila in cassa

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 23, 2012

Crisi: CGIL, a marzo è boom di CIG, 455 mila in cassa

Per l’Osservatorio CIG del dipartimento Settori Produttivi della CGIL si tratta del “peggior dato degli ultimi 10 mesi. -2mila euro in busta paga” » Rapporto CIG aprile 2012Causali aziende CIGS aprile 2012
» Il diario delle mobilitazioniLe mobilitazioni di lunedì 23
» Tavoli aperti al Ministero » Le crisi della settimana: dall’Eni di Gela alla Sirti

21/04/2012 da www.cgil.it

Esplode la richiesta di ore di Cassa integrazione a marzo. Con poco meno di 100 milioni di ore è il peggiore risultato degli ultimi dieci mesi, riportando così la lancetta della crisi produttiva a maggio dello scorso anno. Le 99.722.546 ore registrate lo scorso mese segnano un incremento consistente su febbraio pari ad un +21,63%, mentre da inizio anno il monte ore complessivo è pari a 236.692.010 per un +2,10% sullo stesso periodo del 2011. Dietro questa mole di ore sono coinvolti oltre 455 mila lavoratori che hanno subito un taglio del reddito per circa 908 milioni di euro, pari a 1.900 euro per ogni singolo lavoratore. Sono questi i dati che emergono dalle elaborazioni delle rilevazioni Inps da parte dell’Osservatorio CIG del dipartimento Settori produttivi della CGIL Nazionale nel rapporto di marzo.

Numeri che incidono nel tessuto sociale e produttivo del Paese: “Ci sono lacerazioni sempre più profonde dietro lo stillicidio quotidiano di dati drammatici, dall’esercito di cinque milioni di persone in cerca di un lavoro che non trova al pesantissimo tonfo degli ordinativi nell’industria, fino ai spaventosi dati sulla cassa”, osserva il Segretario confederale della CGIL, Vincenzo Scudiere, secondo il quale: “Il sistema produttivo si è avviluppato in una crisi profondissima, con il rischio di un inesorabile declino”. Ecco perché, aggiunge, “le chiacchiere stanno a zero: bisogna far ripartire l’economia con azioni concrete e va salvaguardata l’occupazione e allargarla ai giovani. E’ il lavoro il vero patrimonio da tutelare in questo Paese”.

Dati CIG marzo – Nel dettaglio dell’analisi della CGIL, il ricorso alla Cassa integrazione ordinaria (CIGO) torna a crescere considerevolmente a marzo attestandosi ad un +12,83% sul mese precedente per un monte ore pari a 28.376.553. Nei primi tre mesi del 2012 il totale delle ore di cigo è stato pari a 73.824.858 con un aumento sullo stesso periodo dello scorso anno del +21,79%. Nel rapporto si legge: “La cigo aumenta in tutti i settori tranne l’edilizia che ‘compensa’ negativamente con la richiesta di ore in crescita per la cassa straordinaria e quella in deroga”.

In forte aumento la richiesta di ore anche per la Cassa integrazione straordinaria (CIGS) dove il monte complessivo registrato a marzo è stato pari a 33.733.721 per un +30,93% su febbraio. Le ore registrate in questi tre mesi del 2012 (80.899.375) segnano un -14,65% sullo stesso periodo dell’anno passato. “Professionisti, artisti, scuole private, istituti di vigilanza, case di cura private, e altro ancora: sono queste le attività che sopportano il 51% del totale delle richiese di cigs. Mentre il commercio al minuto subisce una richiesta sostenuta sul mese precedente del +103,34%”, spiega il rapporto.

Infine la cassa integrazione in deroga (CIGD) con le sue 37.612.272 ore di marzo aumenta consistentemente sul mese precedente del +21,04%, così come il dato del periodo gennaio-marzo, pari a 81.967.777 ore autorizzate, segna un +7,27% sullo stesso trimestre del 2011. I settori che presentano un maggiore volume di ricorso alla CIGSin questi tre mesi sono quello del commercio con 29.551.967 ore (+28,37%) – pari al 36% del totale delle ore di cigd – e il meccanico con 16.264.584 (-28,67%). Le regioni maggiormente esposte con la cassa in deroga da inizio anno sono la Lombardia con 15.656.157 ore, il Lazio con 9.783.411 ore e l’Emilia Romagna con 8.948.556.

Causali di CIGS – In diminuzione anche a marzo il numero di aziende che fanno ricorso ai decreti di cigs. Da gennaio sono state 1.382 per un -32,02% sullo stesso periodo del 2011 e riguardano 2.376 unità aziendali (-21,01%). Diminuisce il ricorso per crisi aziendale (754 decreti per un -41,91%) ma rappresenta il 54,56% del totale dei decreti, così come frena il ricorso al fallimento (93 domande per un -32,61%). Infine aumentano sensibilmente le domande di ristrutturazione aziendale (68 per un +36%), pari al 4,92% del totale, e sono consistenti anche le domande di riorganizzazione aziendale (72 per +12,50%), ovvero il 5,21% del totale. Insomma, sottolinea il rapporto, “i percorsi di reinvestimento e di rinnovamento strutturale migliorano ma continuano ad essere una percentuale bassa”, solo il 10,13% del totale dei decreti.

Regioni – Le regioni del nord si segnalano ancora una volta per il ricorso più alto alla cassa integrazione. Dal rapporto della CGIL emerge che al primo posto per ore di Cassa integrazione autorizzate a febbraio c’è la Lombardia con 58.203.451 ore che corrispondono a 111.930 lavoratori (prendendo in considerazione le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il Piemonte con 26.146.785 ore di CIG autorizzate per 50.282 lavoratori e il Veneto con 22.606.462 ore per 43.474 persone. Nelle regioni del centro c’è il Lazio con 20.821.282 ore che coinvolgono 40.041 lavoratori. Mentre per il Mezzogiorno è la Puglia la regione dove si segna il maggiore ricorso alla cig con 12.817.598 ore per 24.649 lavoratori.

Settori – E’ la meccanica il settore in cui si conta a marzo per l’ennesima volta il ricorso più alto allo strumento della cassa integrazione. Secondo il rapporto della CGIL, infatti, sul totale delle ore registrate a febbraio, la meccanica pesa per 74.837.716, coinvolgendo 143.919 lavoratori (prendendo come riferimento le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il settore del commercio con 35.871.433 ore di cig autorizzate per 68.984 lavoratori coinvolti e l’edilizia con 22.994.555 ore e 44.220 persone.

Occupazione e lavoratori in CIG – A marzo, considerando un ricorso medio alla CIG, pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (7 settimane), sono coinvolti 910.354 lavoratori in CIGO, CIGS e in CIGD. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 13 settimane lavorative, si determina un’assenza completa dall’attività produttiva per 455.177 lavoratori, di cui 155 mila in cigs e 157 mila in cigd. Continua così a calare il reddito per migliaia di cassintegrati: dai calcoli dell’Osservatorio CIG, si rileva come i lavoratori parzialmente tutelati dalla CIG abbiano perso nel loro reddito 907.600.000 euro, pari a 1.900 euro per ogni singolo lavoratore.

 

Argomenti: CGIL |

CGIL: il testo del documento conclusivo approvato ieri dal Comitato Direttivo

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 20, 2012

CGIL: il testo del documento conclusivo approvato ieri dal Comitato Direttivo

Dopo oltre quattro anni di crisi, l’Italia è un Paese impoverito con tassi di disoccupazione crescenti. Le politiche scelte dall’Europa e tradotte dal nostro Paese determinano un ciclo recessivo che aggrava ulteriormente la situazione e non permette di vedere un’uscita dalla crisi
» Il diario delle mobilitazioni 20/04/2012 da www.cgil.it

Dopo oltre quattro anni di crisi, l’Italia è un Paese impoverito con tassi di disoccupazione crescenti. Le politiche scelte dall’Europa e tradotte dal nostro Paese determinano un ciclo recessivo che aggrava ulteriormente la situazione e non permette di vedere un’uscita dalla crisi.

 

Le politiche europee, esclusivamente legate al controllo dei debiti sovrani, sono l’opposto di una scelta di crescita. Decisioni per liberare risorse finalizzate agli investimenti (TTF Eurobond) sono improcrastinabili, in assenza di questo sono l’eurozona e la sua moneta ad essere sempre più in difficoltà.

 

I patti europei assunti dal Governo determinano una strada molto stretta e difficile per salvaguardare politiche di crescita, ma se non vengono intraprese la situazione del Paese diverrà intollerabile.

 

Il Governo, che si era presentato all’insegna di rigore, crescita, equità, ha invece realizzato provvedimenti non equi e senza crescita, che hanno determinato un peggioramento delle condizioni di vita e di reddito dei lavoratori e dei pensionati generando un forte e crescente disagio sociale.

 

La stessa politica fiscale ha determinato un crescente prelievo sul lavoro, sulle pensioni e sulle famiglie senza alcuna equità distributiva, mentre bisognerebbe agire sulle rendite e sulle grandi ricchezze.

 

Le politiche di nuovo riproposte nel DEF e nel PNR, che indicano nelle riforme strutturali la fonte della futura crescita, non determinano nessuna inversione di tendenza e negano l’obiettivo principale ovvero creare lavoro.

 

Cambiare questa politica è l’obiettivo fondamentale per la CGIL. Redistribuzione fiscale, contrasto all’evasione e al sommerso, lotta alla corruzione, piano per il Lavoro, nuovo welfare in funzione dello sviluppo e allentamento del Patto di Stabilità sono le proposte necessarie ed urgenti per determinare una prospettiva di uscita dalla crisi.

 

A tal proposito è positivo che CISL e UIL, nei loro rispettivi organismi, abbiano discusso di una mobilitazione unitaria con questi obiettivi.

 

La segreteria della CGIL, su mandato del CD, proporrà a CISL e UIL di riunire le segreterie unitarie per concretizzare una piattaforma e le conseguenti iniziative di mobilitazione.

 

Le scelta del Governo di abbandonare il confronto con le parti sociali sul mercato del lavoro, per ripetere lo schema della riforma pensionistica con l’aggravante della volontà, fallita, di isolare la CGIL, è una scelta sbagliata che si dimostra di giorno in giorno più miope.

 

Il Governo, dopo essersi presentato come il paladino dei giovani, della riduzione della precarietà e dell’universalità degli ammortizzatori sociali, produce un disegno di legge che tradisce quegli obiettivi.

 

L’enfasi del Governo sull’art. 18, ovvero sui licenziamenti facili, si è invece tradotta nel primo vero passo indietro del Governo stesso.

 

L’iniziativa della CGIL, la forte mobilitazione di lavoratori, lavoratrici e pensionati, ha costruito le condizioni per una mediazione politica che ha reintrodotto il reintegro per i licenziamenti economici individuali e collettivi, ricostruendo l’effettuo di deterrenza e ripristinando un principio di civiltà giuridica.

 

Il mantenimento dell’onere della prova in capo alle aziende e la definizione della procedura di conciliazione che può determinare un effettivo ruolo della rappresentanza sindacale, insieme al reintegro, rappresentano un primo importante risultato, come già indicato nel documento della Segreteria.

 

E’ essenziale oggi, che lo squilibrio sulla precarietà e sugli ammortizzatori non si traduca nella riproposizione della presunta contrapposizione di una CGIL impegnata a difendere una parte e disattenta ai giovani e precari.

 

Abbiamo detto che avremmo giudicato l’equilibrio del ddl se si fosse invertita la pratica della moltiplicazione delle forme di ingresso e si fossero indirizzati gli ammortizzatori alla universalità, se si fosse aperto un vero confronto per l’attuazione del contrasto alla precarietà nei settori pubblici, per i quali si propone invece una inaccettabile e generica mobilità, presupponendo esuberi mai dimostrati.

 

Questa ipotesi è tanto più inaccettabile mentre è ancora del tutto oscuro come il Ministro per la Pubblica Amministrazione intenda esercitare la delega contenuta nell’art.2 del DDL sul Mercato del Lavoro. La scelta del Governo va respinta con ogni azione di contrasto fino allo sciopero generale del lavoro pubblico che sarà, ovviamente, proclamato dalle categorie. La CGIL conferma la propria volontà di aprire invece un negoziato sul lavoro pubblico come mezzo per riqualificare ed estendere il welfare nel nostro Paese.

 

Insieme abbiamo sottolineato l’esigenza di mantenere l’istituto della mobilità con una particolare attenzione al Mezzogiorno.

 

In ragione di queste valutazioni, confermando il nostro giudizio sulla complessiva inadeguatezza del ddl presentato dal Governo, abbiamo proposto alla commissione lavoro del Senato emendamenti su tutti i capitoli del ddl stesso, per segnare un cambiamento sulla precarietà, rafforzare gli ammortizzatori, rendere più lineare l’interpretazione dell’art. 18 e determinare un effettivo contrasto alle dimissioni in bianco.

 

La CGIL con le mobilitazioni in corso, quelle programmate e con la scelta di una giornata nazionale di iniziativa dei e con i giovani sulla precarietà il 10 maggio, continuerà a caratterizzare la sua iniziativa per la discussione in Parlamento. Il CD, dando il mandato alla Segreteria di definire la data dello sciopero generale in rapporto all’andamento dell’iter parlamentare del ddl, impegna tutte le strutture ad articolare la loro iniziativa anche sui temi del Piano per il Lavoro, del fisco, della crescita e del welfare.

 

Questo percorso è reso ancor più necessario dalla offensiva del sistema delle imprese che, mancato l’obiettivo della libertà di licenziamento, propone uno stravolgimento negativo ed ulteriormente peggiorativo di tutto il ddl confermando la scelta di una via basata sul lavoro debole e povero e non sulla qualità, sulla formazione e sull’innovazione.

 

La stessa necessità del susseguirsi dei vertici politici e il nervosismo del Governo dimostrano quanto sbagliata sia la strada dell’esclusione del confronto con le parti sociali e della negazione degli accordi.

 

La CGIL è impegnata ad attuare l’intesa sulla rappresentanza del 28 giugno 2011, iniziativa che va collegata alla riapertura di una campagna per la democrazia e la modifica dell’art. 19, ed aprendo su questo un confronto con CISL e UIL.

 

Infine, la mobilitazione unitaria del 13 aprile sulle pensioni ha visto una grande partecipazione e reso evidente a tutto il Paese i guai prodotti da una riforma sbagliata, priva anche delle tradizionali clausole di garanzia.

 

Con il mondo variegato dei lavoratori in mobilità, in esodo volontario, in ricongiunzione e con i licenziati abbiamo preso l’impegno di attivare un confronto con il Governo, che nuovamente sollecitiamo , e della prosecuzione della mobilitazione.

 

Servono risposte non solo per dare soluzione alle tante domande individuali ed alle tante preoccupazioni, ma anche per riaprire il tema della riforma delle pensioni che produce tante ingiustizie ai lavoratori ed ai pensionati.

 

Le risorse per affrontare il problema si devono trovare, a partire dal pagare in titoli di Stato retribuzioni e pensioni d’oro che ad oggi contribuiscono alla solidarietà proporzionalmente meno dei pensionati a cui è stata bloccata la rivalutazione.


 

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