Crisi: serve equità nell’emergenza, tassare le grandi ricchezze
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 15, 2011
Crisi: CGIL, serve equità nell’emergenza, tassare le grandi ricchezze |
Per la Confederazione è necessaria un’imposta per i patrimoni oltre gli 800 mila euro che permetterebbe di recuperare 18 miliardi di euro l’anno |
Una tassa ordinaria sulle “Grandi ricchezze”, una priorità imprescindibile nel solco di scelte dal carattere di equità sociale, vitali in un momento di straordinaria emergenza come quello che il paese vive. Questa la priorità della CGIL che verrà ribadita oggi nell’incontro che il Segretario Generale, Susanna Camusso, avrà con il premier in pectore, Mario Monti. Una patrimoniale, ispirata al modello francese, con una previsione di imposta mediamente dell’1,0% a carico delle famiglie con una ricchezza complessiva sopra gli 800mila euro e che potrebbe generare un gettito di circa 18 miliardi di euro l’anno. Una tassa che colpirebbe solo il 5% più ricco e ricchissimo della popolazione italiana e che non toccherebbe nessun altro ceto e reddito. Sarebbero infatti soggetti a tale imposta tutte le famiglie la cui ricchezza complessiva, mobiliare e immobiliare, superi gli 800mila euro l’anno al netto dei mutui e delle altre passività finanziarie. Allo stesso tempo, ne sarebbero esclusi tutti coloro che, pur essendo proprietari di una o più abitazioni, nonché depositi in conto corrente, titoli di Stato o altre obbligazioni, non raggiungano il limite indicato. Era il marzo dello scorso anno quando la CGIL, primo grande soggetto a spingere dall’inizio della crisi per l’adozione di una imposta patrimoniale, declinava la sua proposta specifica all’interno di un progetto complessivo di riforma fiscale per un fisco giusto. Una proposta di tassazione delle Grandi ricchezze da coniugare anche attraverso una vera lotta all’evasione (perché oggi l’evasione ogni anno costa 3.000 euro in più ai redditi “fissi” e, in generale, ad ogni contribuente onesto); per un fisco più leggero per le famiglie di lavoratori e pensionati e per un fisco più pesante per i redditi alla radice degli squilibri e delle debolezze del paese: transazioni speculative, rendite e grandi ricchezze. Entrando nel dettaglio della proposta della CGIL sarebbero infatti molto consistenti le risorse che si potrebbero ottenere annualmente solo dalla nuova tassa sulle grandi ricchezze (in Francia la chiamano la tassa sulle fortune). Dai calcoli effettuati dal dipartimento Politiche economiche della CGIL nazionale, le simulazioni comporterebbero un gettito potenziale, derivante dall’applicazione di un’Imposta sulle Grandi ricchezze (IGR), di circa 18 miliardi di euro l’anno. Secondo lo studio del sindacato, infatti, se si applica un’aliquota media dell’1,0% sulla ricchezza netta totale, superiore agli 800mila euro complessivi, al netto delle detrazioni, detenuta da circa il 5% delle famiglie più ricche d’Italia, la tassa comporterebbe un gettito di 17,9 miliardi di euro annui; e con anche solo una aliquota media dello 0,55% (primo scaglione francese) sulla ricchezza netta totale, superiore agli 800mila euro complessivi, al netto delle detrazioni, detenuta da circa il 5% delle famiglie più ricche d’Italia, comporterebbe un gettito di 9,8 miliardi di euro annui. Prendendo come riferimento la definizione di ricchezza netta della Banca d’Italia, definita dalla somma delle attività reali (immobili, aziende e oggetti di valore), delle attività finanziarie (depositi, titoli di Stato, azioni, etc.) al netto delle passività finanziarie (mutui e altri debiti), è possibile calcolare la nuova tassa con delle simulazioni. Ecco dunque come si calcolerebbe l’IGR, l’imposta grandi ricchezze. Facciamo alcuni esempi (prendendo come realtà di riferimento le rilevazioni sui bilanci delle famiglie della Banca d’Italia): 1. Una famiglia di lavoratori dipendenti che – a prescindere dal reddito imponibile ai fini IRPEF – è proprietaria di una casa dove abita con un valore di 130mila euro e detiene 10.000 euro quasi tutti in depositi bancari, con solo un 10% in titoli di Stato, obbligazioni e fondi comuni di investimento, per un totale di 140.000 euro di ricchezza netta non sarebbe soggetto all’Imposta sulle Grandi ricchezze e non pagherebbe niente di più. 2. Una famiglia di pensionati che – a prescindere dal reddito imponibile ai fini IRPEF – è proprietaria di una casa dove abita con un valore di 500 mila euro e detiene 250.000 euro in depositi bancari, titoli di Stato e obbligazioni, per un totale di 550.000 euro di ricchezza netta non sarebbe soggetto all’Imposta sulle Grandi ricchezze e non pagherebbe niente di più. 3. Una famiglia di lavoratori dipendenti che – a prescindere dal reddito imponibile ai fini IRPEF – è proprietaria di una casa dove abita con un valore di 450mila euro, un’altra casa con un valore di 250.000 euro ma che paga un mutuo su questa di 20 anni (per un montante di 150.000) e detiene anche 100.000 euro in depositi bancari, titoli di Stato, obbligazioni, azioni, partecipazioni, per un totale di 650.000 euro di ricchezza netta non sarebbe soggetto all’Imposta sulle Grandi ricchezze e non pagherebbe niente di più. 4. Una famiglia di imprenditori e liberi professionisti che – a prescindere dal reddito imponibile ai fini IRPEF – è proprietario di una casa dove abita con un valore di 500mila euro, un’altra casa con un valore di 300.000 euro e detiene 100.000 euro in depositi bancari, titoli di Stato e obbligazioni, azioni e fondi comuni di investimento, per un totale di 900.000 euro di ricchezza netta, pagherebbe: IGR = 900.000 x 1,0% – 8.000 euro (detrazione fissa data dalla soglia) = 1.000 euro Come appare evidente, a subire un aumento del prelievo fiscale non sarebbe il 95% delle famiglie italiane ma solo i ricchissimi e gli ultraricchi, ossia appunto solo un 5% delle famiglie italiane. La tassa sulla grandi ricchezze, oltre a creare ingenti risorse per la collettività (pari ogni anno a una finanziaria di medie dimensioni), avrebbe anche un effetto in termini di equità in un paese sempre più diseguale. Ogni indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane rileva infatti, dal 1995 ad oggi, che il 10% delle famiglie più ricche possiede quasi il 45% dell’intera ricchezza netta delle famiglie italiane, a fronte del 50% della popolazione (la metà più povera) che ne detiene meno del 10%. (Vedi il documento nel link). In pratica, circa 2,4 milioni di famiglie posseggono mediamente quasi 1.600.000 euro di patrimonio immobiliare e finanziario netto, a fronte di circa 12 milioni di famiglie che posseggono mediamente meno di 70.000 euro. Se si osserva anche solo una parte delle famiglie più ricche, definite “ricchissime”, la ricchezza netta del 5% più ricco d’Italia è mediamente circa 2 milioni e 300 mila euro. Così come quella dell’1% delle famiglie più ricche, le “ultraricche”, è pari a circa 5 milioni e 300 mila euro. Con la tassa sulle grandi ricchezze, si chiederebbe un contributo davvero minimo ai nostri super ricchi, visto che le simulazioni ci danno cifre quasi irrisorie di 1000 (mille) euro l’anno. Si potrebbe dire che neppure i super ricchi piangerebbero. |
Argomenti: CGIL |
FILT: “Ieri l’ennesimo attacco alla linea ferroviaria della provincia di Siena”
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 15, 2011
L’ennesimo attacco alla linea ferroviaria della provincia di Siena.
Nella giornata di ieri abbiamo potuto assistere, per l’ennesima volta, ad un susseguirsi di disservizi sulla rete ferroviaria del trasporto regionale che interessa la nostra provincia dovuti alla rottura dei materiali rotabili utilizzati, da ricondurre principalmente al protrarsi di una forte riduzione del personale di manutenzione delle Officine di Siena ed al mancato investimento nel rinnovo dei materiali.
La FILT CGIL di Siena, dopo i molteplici richiami rivolti alla Direzione del trasporto regionale di Trenitalia, non ha mai trovato risposte risolutive ad un problema annoso e di forte impatto sociale. Nonostante le dichiarazioni e gli appelli rivolti da più parti ai cittadini per un utilizzo sempre più costante del trasporto pubblico locale, è palese che in queste condizioni non sarà mai possibile incentivare l’uso del mezzo pubblico, anzi la disaffezione da parte dell’utenza crescerà sempre di più, sfociando nell’utilizzo sempre più marcato dei mezzi privati.
Richiamiamo tutte le istituzioni interessate, nonché Trenitalia, ad una rapida soluzione di questi problemi che troppo spesso si ripetono con grosse ripercussioni su tutte quelle persone per le quali il trasporto pubblico locale è indispensabile e rappresenta soprattutto l’unico modo per poter raggiungere il luogo di lavoro o di studio. In un momento di criticità economica del nostro paese, il trasporto pubblico locale diventa, oltrechè un bene per l’ambiente, una fonte di risparmio per tutta quell’utenza già provata dalla forte crisi.
La FILT CGIL di Siena, in mancanza di risposte risolutive a quanto denunciato, si vedrà costretta ad intraprendere le iniziative di lotta più idonee a far sentire il suo dissenso e quello dei lavoratori e dei cittadini.
FILT CGIL Siena
Siena, 15 novembre 2011
Crisi: CGIL, tre anni di mobilitazione per cambiare governo
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 15, 2011
Crisi: CGIL, tre anni di mobilitazione per cambiare governo |
Per la Confederazione, Berlusconi ha lasciato non solo per gli spread e per la pressione dei mercati, ma anche per la lunga protesta che lavoratori, cittadini, giovani, donne e pensionati hanno portato avanti insieme alla CGIL. Prossimo importante appuntamento il 3 dicembre a Roma per la manifestazione nazionale |
Spread, pressione dei mercati, bocciatura internazionale, ma non solo. Per la CGIL tra le ragioni che hanno spinto Silvio Berlusconi a rassegnare le proprie dimissioni c’è la lunga mobilitazione portata avanti in questi anni da lavoratori, cittadini, giovani, donne e pensionati che, al fianco della CGIL, hanno contrastato quelle politiche che oggi si sono dimostrate fallimentari e che confermano il giudizio negativo su di un Governo che non si è interessato alla crescita del Paese, ma solo al risanamento dei conti da realizzare attraverso provvedimenti economici e finanziari ingiusti ed iniqui. Come già dichiarato, nei giorni scorsi, dal Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, questi ultimi tre anni di mobilitazione hanno fatto si che Berlusconi si rendesse conto che “il Paese ormai gli si era rivoltato contro”. La CGIL nel solo 2011 ha proclamato due Scioperi Generali dal “sucesso straordinario”. Il 6 maggio e poi ancora il 6 settembre il Sindacato di Corso d’Italia ha portato in piazza il disagio, il malumore, il sentire generale del Paese contro delle politiche che hanno impoverito un intero Paese, deprimendo l’economia, aumentando la disoccupazione e le disuguaglianze sociali, abbassando le tutele, cancellando lo stato sociale e i diritti dei lavoratori. Anche nel corso del 2010, la CGIL ha condotto i lavoratori e le lavoratrici allo Sciopero Generale: il 12 marzo e il 25 giugno. Una protesta che per la CGIL viene da lontano dalla grande manifestazione del 4 aprile 2009 ‘Futuro Si indietro No’ quando tutto il Circo Massimo si è colorato con le bandiere rosse della Confederazione e che poi è proseguita il 14 novembre con la manifestazione nazionale ‘Il Lavoro e la Crisi’. Nel 2010 gli appuntamenti nazionali sono stati ben due il 12 giugno a Roma ‘Tutto sulle nostre spalle’ e il 27 novembre ‘Il Futuro è dei giovani e del lavoro’. Con l’acuirsi della crisi economica la CGIL tutta ha intensificato la sua protesta al fianco dei movimenti e nel corso del 2011 è scesa in piazza il 13 febbraio con le donne di ‘Se non ora quando?’, il 12 marzo ‘A difesa della Costituzione’, il 26 marzo per ”l’Acqua pubblica’ e il 9 aprile con i giovani, per ribadire con forza che ‘Il nostro tempo è adesso’. Prossima mobilitazione il 3 dicembre a Roma per ‘risanare’ i mali prodotti dal Governo Berlusconi e a favore del lavoro, “quello che – come sottolineato da Camusso – bisogna costruire, quello che bisogna difendere, quello che bisogna rendere stabile e non precario”. |
Argomenti: CGIL |
Crisi: Camusso, nuovo Governo riparta dall’istituzione della patrimoniale
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 14, 2011
Crisi: Camusso, nuovo Governo riparta dall’istituzione della patrimoniale |
“Serve maggior equità sociale” per questo la leader della CGIL invita il prossimo esecutivo a dare un segno di discontinuità rispetto alle politiche passate e a guardare al lavoro e alla crescita » Governo finalmente sconfitto dopo tre anni di mobilitazione » Governo: Camusso, a Monti gli auguri miei personali e di tutta la CGIL |
Un segno di discontinuità rispetto alle politiche del passato. E’ quanto la CGIL si augura dal prossimo esecutivo che il premier incaricato Mario Monti si appresta a formare. Un esecutivo che, come sottolineato dal Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, intervenuto oggi a Palermo nel corso della manifestazione ‘Giovani e Lavoro’, promossa dalla CGIL Sicilia, deve innanzitutto prestare attenzione ai temi del lavoro e della crescita e ripartire dall’istituzione di una patrimoniale per ritrovare una maggiore giustizia sociale. “L’Italia – ha dichiarato la leader della CGIL – ha bisogno di un’altra politica economica che si basi innanzitutto sull’equità sociale e sulle possibilità di crescita”. Per questo, il sindacato guidato da Susanna Camusso, ribadirà domani (15 novembre) in occasione dell’incontro tra sindacati e il premier designato Monti che “le ricette fino ad oggi presentate non sono utili” e che per creare equità sociale “bisogna partire dalla redistribuzione fiscale e quindi dall’imposta sulle grandi ricchezze”. “Bisogna partire da una condizione che liberi risorse per il lavoro”, ha proseguito la leader della CGIL, augurandosi che “a differenza del governo avuto fino ad ora, quello nuovo sia un interlocutore attento alle questioni dell’equità e apra un confronto con le organizzazioni sindacali e non sindacali”. In vista dei prossimi incontri con CISL e UIL, Camusso ricorda “è possibile fare sindacato unitariamente, bisogna ricostruire la democrazia lavorando insieme e decidendo le priorità senza che prima si parli con qualche ministro”. Riferendosi alle dimissioni del Governo Berlusconi, la dirigente sindacale è tornata a ribadire: “non concedo a nessuno di dire che Berlusconi se ne sia andato solo per le regole del mercato”. “E’ indubbio – ha aggiunto – che i giorni neri dello spread siano stati un contributo ma per tre anni hanno detto che andava bene ciò che ha fatto il governo Berlusconi”. La pressione europea e internazionale nei confronti del paese, hanno reso necessario un governo di emergenza, di transizione e di garanzia del Presidente della Repubblica, ma secondo Camusso “dopo l’emergenza deve tornare la politica, subito il voto. Per il Paese è una sconfitta avere un governo tecnico”. Diversi i punti fermi, espressi dal Segretario Generale della CGIL. Oltre all’istituzione di una patrimoniale sulle grandi ricchezze, Camusso ha sottolineato la necessità di agire, da parte del governo, sulle rendite finanziarie, sui grandi immobili e le seconde case. Inoltre, la leader della CGIL ha confermato l’impossibilità dell’eliminazione dell’articolo 18, “noi non lo cancelleremo mai”, perchè, ha spiegato “è una legge a scopo deterrente”. Sul tema delle pensioni, secondo Camusso “si può discutere, ma ci sono condizioni di lavoratori dipendenti che non possono essere modificate e non è possibile immaginare un sistema pensionistico per fare cassa e sistemare i conti”. |
Argomenti: CGIL |
Governo finalmente sconfitto dopo tre anni di mobilitazione
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 14, 2011
Governo finalmente sconfitto dopo tre anni di mobilitazione |
Camusso a Ballarò: Berlusconi lascia non solo per gli spread e per le pressioni dei mercati. Ha capito di avere un Paese contro e di essere diventato un ostacolo. Ora il governo di emergenza deve voltare pagina con politiche di crescita e di equità » Crisi: Camusso, 3 dicembre tutti in piazza per risollevare un Paese che il Governo ha portato al disastro » Governo: Camusso, a Monti gli auguri miei personali e di tutta la CGIL |
“Sono stati questi ultimi tre anni di mobilitazione dei lavoratori, dei cittadini, dei giovani e delle donne a determinare le dimissioni di oggi di Silvio Berlusconi, che ha deciso di lasciare Palazzo Chigi non solo per la bocciatura internazionale del suo governo e per le pressioni dei mercati, ma anche perché ha capito che il Paese ormai gli si era rivoltato contro. E proprio questa sera, per la prima volta, assistiamo alla ricongiunzione tra il sentire dei cittadini e quello del Palazzo”. Sono le parole usate dal segretario generale della CGIL, Susanna Camusso che ha partecipato sabato sera allo speciale di Ballarò sulle dimissioni di Silvio Berlusconi. La trasmissione di Giovanni Floris era stata pensata con l’ambizione di segnare la registrazione di un punto di svolta politico che aspettavamo da quasi 17 anni. Purtroppo – come succede sempre più spesso nei talk show – il livello del dibattito non è stato sempre all’altezza e ci si è attardati ancora a discutere sui limiti della sinistra che non sarebbe in grado di fare politiche diverse dalla destra e perfino sull’annosa questione delle differenze sostanziali tra destra e sinistra, negate dall’ex premier britannico Tony Blair, che in collegamento da Londra, ha parlato genericamente della necessità della politica di adeguarsi alle grandi trasformazioni della globalizzazione e dell’importanza della difesa dell’euro senza spiegare poi come mai il suo Paese non fa parte dell’euro stessa. Susanna Camusso ha voluto invece riportare il dibattito aereo alla realtà delle cose. “E’ vero – come dicono molti economisti – che la crisi non è relativa solo agli ultimi tre anni – ha detto Susanna Camusso – Ma se il periodo che dobbiamo considerare è quello degli ultimi 15 anni, vorrei ricordare che è stato il periodo di governo dello stesso schieramento che oggi esce di scena. Le loro responsabilità sono molto pesanti perché per anni si è negata la crisi e non si sono fatte politiche all’altezza della gravità della situazione. Anche con la legge di stabilità si conferma l’incapacità del governo di far ripartire l’economia e sarebbe anche sbagliato prendere ora le cose che ci dice la BCE e il Consiglio europeo come oro colato, come una Bibbia. Per far ripartire l’economia si devono invece cercare risorse tra chi non ha mai pagato, attraverso la patrimoniale. Se ripartiamo dai licenziamenti facili, dal taglio delle pensioni, dalle pensioni di anzianità, dall’ennesima penalizzazione degli statali, non si andrà da nessuna parte”. E anche rispetto alla difesa di ufficio del governo uscente sulla questione del debito (a Ballarò Crosetto ha detto che negli ultimi anni il debito italiano è quello che è cresciuto meno tra tutti i paesi europei), il segretario generale della CGIL ha precisato che il problema vero non è tanto quello di vedere quanto il debito è stato messo sotto controllo, ma caso mai vedere “come” è cresciuto e quali politiche economiche sono state fatte. Anche perché tutti gli altri paesi hanno reagito alla crisi con nuovi investimenti per il rilancio, mentre in Italia c’è stato lo zero assoluto. E da questo punto di vista la lista che Susanna Camusso ha voluto ricordare ai telespettatori è netta: taglio degli stipendi, riduzione progressiva del potere di acquisto di salari e pensioni, restringimento della base occupazionale, aumento delle persone senza lavoro e scoraggiate e via dicendo. “Insomma tutti hanno meno, tutti stanno peggio ed è per questo che bisogna ripartire da politiche completamente diverse da quelle che sono state messe in atto finora. Bisogna ripartire dalla necessità di creare lavoro stabile e condizioni migliori per tutti quelli che lavorano”. E’ arrivato appunto il momento di far pagare chi non ha mai pagato. Lo impone la situazione di emergenza, ma lo impone anche una vera politica di equità e giustizia. E non è stato neppure un caso vedere dai sondaggi riproposti da Ballarò la crescita esponenziale del consenso intorno a misure come la patrimoniale di cui la CGIL parla da molti mesi. Vedremo quindi già dalle prossime ore gli sviluppi della situazione. La CGIL si prepara a verificare le politiche che saranno scelte dal governo di Mario Monti, che dovrà traghettare il Paese verso le elezioni politiche. Il giudizio della confederazione, nel merito, è però chiarissimo: bisogna voltare totalmente pagina. Solo così si renderà davvero storico questo passaggio che stiamo vivendo. Ed è anche per questo – ha spiegato Susanna Camusso – che la CGIL non ha voluto firmare l’ultimo appello unitario “a fare presto” delle forse economiche e sociali. In quel testo, infatti, non c’è alcun accenno alla necessità di abbandonare le vecchie politiche fallimentari per costruirne di nuove. |
Argomenti: CGIL |
Il Senatore Passoni alla RDB
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 12, 2011
Ancora solidarietà ai lavoratori della RDB di Montepulciano.
Oggi al presidio permanente dei lavoratori davanti ai cancelli dello stabilimento RDB di Montepulciano è giunto il Senatore PD Achille Passoni che ha voluto manifestare personalmente vicinanza e massima attenzione alla vertenza delle maestranze aziendali.
Nell’occasione Gian Luca Scartoni della FILLEA CGIL di Siena ha sintetizzato lo stato attuale della vertenza e la preoccupante situazione di stallo che rende estremamente incerto il futuro del Gruppo e nello specifico del sito produttivo poliziano, specificando che purtroppo quella di RDB non è una crisi isolata bensì la punta di un iceberg – viste le numerose crisi presenti in tutta la Valdichiana – che sta mettendo a repentaglio il tessuto economico e occupazionale della zona.
Nel portare la solidarietà di tutto il gruppo dei Senatori toscani Passoni ha raccolto le preoccupazioni dei lavoratori presenti e si è preso carico di promuovere azioni di sostegno, anticipando fra l’altro l’intenzione di redigere un’interrogazione parlamentare da presentare in Senato appena insediato l’auspicato nuovo Governo.
Nel lasciare il presidio il Senatore ha salutato i lavoratori con un “arrivederci” dando la disponibilità ad essere presente nei prossimi giorni alle iniziative che le maestranze vorranno intraprendere.
Montepulciano, 12 novembre 2011
Argomenti: aziende, FILLEA, presidio, valdichiana |
Crisi: Camusso, 3 dicembre tutti in piazza per risollevare un Paese che il Governo ha portato al disastro
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 11, 2011
Crisi: Camusso, 3 dicembre tutti in piazza per risollevare un Paese che il Governo ha portato al disastro |
Il leader della CGIL torna a commentare l’epilogo del Governo Berlusconi: “deve andarsene il prima possibile” per dare così la parola agli elettori. Inoltre, invita tutti e tutte a partecipare alla manifestazione nazionale promossa dalla Confederazione per “far valere le ragioni del lavoro, ragioni che questo governo ha totalmente dimenticato” |
La CGIL, per voce del suo Segretario Generale, Susanna Camusso, torna a denunciare le politiche fallimentari di un Governo che “ ha portato il Paese al disastro” e che ora “deve andarsene il prima possibile”, per dare così la parola agli elettori. La leader della CGIL, intervenendo ad un’assemblea dei lavoratori del call center Teleperformance a Taranto, rilancia, inoltre, la mobilitazione di tutta la Confederazione e conferma la manifestazione nazionale del 3 dicembre, per il lavoro e per cercare soluzioni ai tanti “guai che questo governo ci ha creato”. “Siamo alla conferma di un governo che, non avendo affrontato la crisi, ha portato questo Paese al disastro. E’ assolutamente essenziale che se ne vada il prima possibile e non continui a tenere il Paese in balia di un giudizio di non credibilità che tutto il mondo ha nei nostri confronti”. Ha dichiarato il Segretario Generale della CGIL che ha sottolineato la necessità di “mettere al riparo il Paese e dare il più rapidamente possibile la parola agli elettori”. “Capiamo – ha aggiunto – che non si può andare alle elezioni con un governo come questo perchè terrebbe il Paese nella sua non credibilità e quindi bisogna fare un governo d’emergenza con garanzia del presidente”. Sull’eventuale governo Monti, la leader del sindacato di Corso d’Italia, ha aggiunto “non esiste nessun governo di cui si possa parlare finchè il presidente della Repubblica non adempie al suo ruolo. Se assegnerà l’incarico daremo il nostro giudizio”. Il 3 dicembre la CGIL sarà di nuovo in piazza per ‘risanare’ i mali prodotti dal Governo Berlusconi e a favore del lavoro, “quello che – come sottolineato da Camusso – bisogna costruire, quello che bisogna difendere, quello che bisogna rendere stabile e non precario”. “Penso ai tanti lavoratori – ha proseguito – che sono in mobilità per raggiungere la pensione e che grazie alle norme introdotte dal governo rimarranno disoccupati”. “In piazza San Giovanni faremo valere le ragioni del lavoro, ragioni che – ha concluso il Segretario Generale della CGIL – questo governo ha totalmente dimenticato”. |
Argomenti: CGIL |
L’Esecutivo Valdichiana sulla crisi: “Fare fronte comune”
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 10, 2011
VALDICHIANA IN “CRISI”
L’Esecutivo della Cgil Valdichiana, riunitosi oggi presso la Camera del Lavoro di Sinalunga, esprime vicinanza e solidarietà ai lavoratori della RDB di Montepulciano che da oltre un mese sono in presidio permanente davanti ai cancelli dell’azienda per difendere con le unghie e con i denti il loro lavoro. Il presidio, portato avanti con molto sacrificio, evidenzia una dignità profonda e merita ammirazione e sostegno: è assurdo che un’azienda che esprime valide professionalità e che ha potenzialmente interessanti spazi di mercato rischi di implodere a causa dell’insensata condotta del management.
L’Esecutivo esprime allo stesso modo piena solidarietà a tutte le altre numerose ed altrettanto serie situazioni di crisi che investono donne e uomini della Valdichiana dipendenti di tante aziende in difficoltà; nel dichiarare a tutti loro la propria vicinanza sottolinea la disponibilità a sostenerli nella lotta anche tramite scelte forti ed importanti come quella messa in atto dai lavoratori della RDB.
Oltre alla prioritaria gestione delle crisi, rimane comunque la fortissima preoccupazione per il futuro. Tutti i posti di lavoro che si stanno perdendo difficilmente saranno recuperabili a breve; si profilano dunque tempi duri sul fronte occupazionale e si rischia un ulteriore impoverimento sociale ed economico della già fragile Valdichiana. Impoverimento aggravato dalle assurde e recenti scelte governative.
Ora più che mai è necessario che tutti i soggetti, partire dalle associazioni di categoria, facciano fronte comune per tutelare e mantenere l’economia del nostro territorio già provato dalle crisi degli anni passati.
CGIL Valdichiana
Sinalunga, 10 novembre 2011
Argomenti: CGIL, valdichiana |
Crisi: CGIL, fine Governo Berlusconi, risultato positivo per il Paese
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 10, 2011
Crisi: CGIL, fine Governo Berlusconi, risultato positivo per il Paese |
La Confederazione ritiene che “il corretto epilogo della crisi di governo aperta sia il ricorso alle urne” e ribadisce la necessità di “un governo di emergenza, di transizione e di garanzia del Presidente della Repubblica che possa affrontare il problema del ripristino della nostra credibilità internazionale” » |
“La fine del governo Berlusconi, delle sue politiche di divisione sociale, di attacco al lavoro, di penalizzazione del lavoro pubblico e delle autonomie locali è uno straordinario e positivo risultato per il Paese ed è frutto non solo del giudizio di non credibilità sancito dai mercati in questo periodo ma soprattutto della lunga stagione di lotte del lavoro e sociali che hanno attraversato il Paese in questi anni di cui la CGIL è stata a pieno titolo soggetto fondamentale”. E’ quanto si legge in una nota della Segreteria Confederale della CGIL. “La crisi mondiale all’origine della crisi europea e nazionale – prosegue la nota – dispiega ancora i suoi effetti e dimostra, in particolare in Europa, che non si può sacrificare la democrazia ed inseguire ricette finanziarie e liberiste. I ritardi europei e l’assenza di un governo politico sono parte della drammatica crisi che il Paese vive in queste ore. Ciò nulla toglie alla responsabilità del governo Berlusconi che ha reso oggi il nostro Paese non credibile, inadeguato, incapace di reagire e sottoposto a commissariamento e tutela”. Proprio per questo la CGIL ritiene che “il corretto epilogo della crisi di governo aperta sia il ricorso alle urne. La drammatica situazione, la pressione europea e internazionale nei confronti del Paese impongono che non sia l’attuale governo dimissionario a guidare il Paese alle elezioni”. A questo fine la CGIL pensa che sia necessario un governo di emergenza, di transizione e di garanzia del Presidente della Repubblica che possa affrontare il problema del “ripristino della nostra credibilità internazionale. In questo senso una nuova credibilità richiede che sia dato subito un segno di discontinuità attraverso equità fiscale (patrimoniale) e l’attenzione al lavoro, a partire dai giovani”. “La CGIL cosciente che ancor di più in queste ore va dimostrato il senso di responsabilità del Paese mette a disposizione le sue proposte (contromanovra presentata in occasione dello sciopero generale dello scorso 6 settembre) ed intende, anche con la mobilitazione del 3 dicembre, ribadire la centralità del lavoro, condizione per delineare un futuro diverso da quello che le politiche berlusconiane hanno tracciato, determinando un pesante costo che oggi – conclude la nota della Segreteria Confederale della CGIL – è sulle spalle dei cittadini italiani ed in particolare delle nuove generazioni”. |
Argomenti: CGIL |
Crisi: Camusso, l’anno peggiore sarà il prossimo
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 10, 2011
Crisi: Camusso, l’anno peggiore sarà il prossimo |
La leader della CGIL in una intervista al settimanale ‘Famiglia Cristiana’ esprime timore per il 2012: “la situazione sarà più grave soprattutto per i giovani. Sì a un patto tra generazioni, ma senza togliere diritti ai padri per darli ai loro figli” |
Susanna Camusso festeggia un anno alla guida della CGIL (il 3 novembre del 2010 sostituiva Guglielmo Epifani, diventando la prima donna a raggiungere il vertice della confederazione) e snocciola le date degli eventi che hanno segnato la sua esperienza. «Due scioperi generali, le manifestazioni delle categorie, la stagione della ripartenza dei movimenti. La grande giornata delle donne il 13 febbraio, il grande raduno dei giovani “Il nostro tempo è adesso” il 9 aprile. É stato un anno movimentato. Un anno vissuto molto intensamente. Per il nostro Paese anche molto pericolosamente. Un anno in cui abbiamo continuato a resistere rispetto a politiche del Governo che giudicavamo sbagliate. In questo il 2011 non è l’anno peggiore. Noi siamo motto preoccupati soprattutto per l’anno prossimo». E’ stato un anno in trincea? Con CISL e UIL oggi sono più le ragioni che vi uniscono o quelle che vi dividono? Cosa vi divide attualmente? L’uscita della FIAT da Confindustria cosa significa secondo lei? Il Governo Berlusconi vi accusa di ragionare con schemi ottocenteschi, ideologici, che guardano all’azienda come a una controparte conflittuale, secondo i vecchi schemi della lotta di classe… Ma a volte non è meglio trovare una mediazione che andare in piazza, per salvare il lavoro e le fabbriche? La critica che viene fatta alla CGIL è che protegge determinate fasce di lavoratori, quelle con i contratti a tempo indeterminato e i pensionati, abbandonando a sé stesse le categorie meno protette: i giovani con contratti precari, i co.co.co, gli assunti a progetto… E le frange giovanili rimaste in strada? Quelle che non hanno nemmeno la possibilità di versarsi i contributi? È d’accordo sul salario minimo garantito? Esiste l’esigenza, secondo lei, di un patto generazionale? |
Argomenti: CGIL |