cgil siena

VOTA per tutelare i tuoi diritti!

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 25, 2009

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Argomenti: accordo separato, CGIL, referendum |

Epifani all’Attivo regionale a Pisa

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 24, 2009

Dalla redazione di ‘Pisanotizie’ articolo, video e foto dell’intervento di ieri del Segretario Generale della CGIL Guglielmo Epifani:

http://www.pisanotizie.it/index.php/news/news_20090324_epifani_a_pisa.html

Argomenti: CGIL |

Futuro sì, indietro no

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 23, 2009

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http://www.cgil.it/speciali/20090404

Argomenti: CGIL, manifestazioni |

Domenica a Firenze

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 20, 2009

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Argomenti: CGIL, immigrati |

Congedo biennale retribuito per assistere genitore gravemente disabile

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 20, 2009

Sentenza della Corte Costituzionale: estensione del diritto al figlio convivente

In seguito alla sentenza della Corte Costituzionale n. 19/2009, che ha esteso il diritto al congedo biennale retribuito anche al figlio/a convivente di genitore gravemente disabile, l’INPS ha emanato una circolare attuativa n° 41/09 nella quale richiama i requisiti, stabiliti dalla sentenza in questione.
Il primo requisito riguarda la convivenza del lavoratore richiedente con il genitore disabile ed il secondo è relativo all’assenza di altri soggetti idonei a prendersi cura del disabile.
L’INPS elenca anche i lavoratori aventi diritto al congedo in ordine di priorità:
1. il coniuge convivente della persona gravemente disabile
2. i genitori (naturali, adottivi o affidatari) del figlio gravemente disabile
3. i fratelli o le sorelle conviventi con il familiare gravemente disabile nel caso in cui i genitori siano deceduti o gravemente inabili
4. il figlio convivente con il genitore gravemente disabile in caso si verifichino le condizioni seguenti:
 il genitore non sia coniugato o non conviva con il coniuge, oppure se coniugato e convivente con il coniuge
 il coniuge non sia lavoratore o sia lavoratore autonomo
 il coniuge rinunci espressamente a beneficiare del congedo nello stesso periodo
 i genitori del disabile (i nonni del lavoratore) siano deceduti o totalmente inabili
 il genitore disabile non abbia altri figli o non conviva con alcuno di loro. In caso di convivenza, tali altri figli non devono prestare attività lavorativa oppure essere lavoratori autonomi; oppure rinunciare espressamente a beneficiare del congedo nello stesso periodo
 il genitore disabile non abbia fratelli o non conviva con loro, a meno che i fratelli non prestino attività lavorativa o siano lavoratori autonomi oppure ancora rinuncino espressamente a beneficiare del congedo nello stesso periodo.
Il congedo biennale può essere fruito con modalità frazionata fra tutti gli aventi diritto, alternativamente e non contemporaneamente. A fronte di più lavoratori richiedenti è l’ordine prioritario degli aventi diritto a determinare chi fra loro ne può per primo essere beneficiario.
Per questa ragione, chi fra gli aventi diritto non vuole esercitare tale diritto deve rinunciare espressamente ad avvalersene nel periodo richiesto dall’altro avente diritto.
Nel caso infatti di genitore gravemente disabile che conviva con due figli, ambedue lavoratori dipendenti, il congedo viene concesso al figlio richiedente se l’altro figlio rinuncia espressamente a fruirne nello stesso periodo. Potrà fruire, in un periodo successivo, di un periodo di congedo qualora i 24 mesi non siano già esauriti e il fratello (cioè il figlio che per primo ha fruito del congedo) a sua volta rinunci espressamente a fruirne nello stesso periodo.
Il requisito della convivenza è sempre richiesto con l’eccezione dei genitori che assistono il figlio/a disabile.
Il familiare gravemente disabile per assistere il quale viene richiesto il congedo retribuito NON può esercitare attività lavorativa durante la fruizione del congedo stesso.

INCA CGIL Siena

Argomenti: CGIL, disabili, INCA, Legge 104, servizi |

Sabato 4 aprile sciopero dei lavoratori toscani del terziario, turismo e servizi

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 18, 2009

SABATO 4 APRILE, giorno della grande manifestazione nazionale a Roma, SCIOPERO per l’INTERA GIORNATA dei lavoratori e delle lavoratrici TOSCANI del TERZIARIO, TURISMO e SERVIZI – Per chi lavora su 5 giorni lo sciopero è VENERDI’ 3 APRILE

scarica il volantino: volantino-sciopero-filcams-040409.pdf

Argomenti: CGIL, commercio, FILCAMS, manifestazioni, scioperi, turismo |

FLC CGIL: domani sciopero intera giornata

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 17, 2009

MERCOLEDI’ 18 MARZO SCIOPERO LAVORATORI CONOSCENZA

SCUOLA, UNIVERSITÀ, RICERCA, AFAM E FORMAZIONE PROFESSIONALE

“USCIRE DALLA CRISI INVESTENDO NELLA CONOSCENZA”

MANIFESTAZIONE REGIONALE A FIRENZE CON LA PARTECIPAZIONE DI LAVORATORI, STUDENTI, COORDINAMENTI DEI GENITORI

CONCENTRAMENTO IN PIAZZA SAN MARCO (LATO SUD VERSO VIA MARTELLI) ALLE ORE 9,30

IL CORTEO ATTRAVERSERÀ VIA MARTELLI, PIAZZA DUOMO (LATO VIA DEI SERVI), VIA DEL PROCONSOLO, VIA GHIBELLINA, VIA VERDI, P.ZZA S. CROCE DOVE SONO PREVISTI INTERVENTI PREVALENTEMENTE DI PRECARI E CONCLUSIONI DEL SEGRETARIO GENERALE CGIL TOSCANA ALESSIO GRAMOLATI.

Nessun progetto per uscire dalla crisi
Le politiche del Governo Berlusconi stanno portando un attacco profondo ai diritti costituzionali e ai diritti del lavoro.
Non si intravede alcun progetto che prefiguri l’uscita da una crisi che viene già pagata dai più deboli e che salvaguarda, al contrario, gli interessi dei più forti.
La crisi non la devono pagare i precari
I diritti sul lavoro sono oggi messi in discussione: migliaia di lavoratori precari perderanno il posto dopo anni di servizio, senza alcun paracadute sociale: le competenze e le esperienze di un’intera generazione verranno espulse dalla scuola, università, ricerca, formazione, accademie e conservatori, a danno della qualità delle attività istituzionali
Meno contratti, meno sindacato
I provvedimenti del Governo cancellano la contrattazione e i diritti del lavoro nei nostri comparti, per lasciare il posto al potere unilaterale del Governo su reclutamento, carriere, salario, organizzazione del lavoro, provvedimenti disciplinari. L’accordo separato del 30 ottobre sul protocollo per il pubblico impiego e quello del 22 gennaio sul modello contrattuale vanno esattamente in questa direzione: i contratti del secondo biennio, una manciata di spiccioli concessi dal Governo, sono l’anticipazione dei futuri contratti nazionali. La grande partecipazione ai referendum e l’esito del voto certificato nella consultazione della scuola, con il 95 per cento di NO, conferma e rafforza il giudizio negativo della FLC su quelle intese.
Lo sciopero diventa un’arma spuntata
Il disegno di legge sulla regolamentazione delle azioni di lotta nei servizi pubblici locali ha come unico obiettivo quello di limitare il diritto allo sciopero ed è un ulteriore segnale della pericolosa deriva autoritaria del Governo.
Si scommette sull’ignoranza
La Legge 133/08 e la Legge Finanziaria 2009 hanno previsto insostenibili tagli al sistema dell’istruzione e della formazione. Si tratta di un attacco senza precedenti alle lavoratrici ed ai lavoratori, a partire da quelli precari che potrebbero essere condannati ad un futuro ravvicinato di disoccupazione.
La CGIL respinge tutto questo
Il 18 marzo tutti i settori della conoscenza scioperano per protestare contro il tentativo di distruggere Scuola, Formazione professionale, Università, Ricerca e AFAM.
Il 4 aprile si terrà una grande manifestazione nazionale a Roma per dire no e proporre un’Italia diversa e possibile.
Uscire dalla crisi investendo nella conoscenza
Le questioni prioritarie che rivendichiamo con l’iniziativa di lotta del 18 Marzo sono:
l’immediato ripristino delle risorse tagliate con la legge 133/08;
la necessità di mettere in campo un vero progetto riformatore che integri le politiche in tutti i comparti della conoscenza pubblica;
la conferma della centralità del contratto nazionale e la tutela del diritto alla contrattazione, a partire dal rinnovo del CCNL AFAM fermo da oltre 36 mesi

FLC CGIL TOSCANA

Argomenti: FLC, manifestazioni, scioperi, università |

Ammortizzatori sociali in deroga

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 17, 2009

Una nuova circolare dell’Inps

L’Inps ha diramato la circolare n. 39 del 6 marzo 2009 nella quale fornisce le disposizioni  per l’erogazione di alcuni degli ammortizzatori sociali previsti nel “decreto anticrisi”, in particolare, per quanto riguarda: la disoccupazione ordinaria non agricola e quella con requisiti ridotti per i lavoratori sospesi per crisi aziendali ed occupazionali; il trattamento, pari all’indennità ordinaria di disoccupazione, per i lavoratori sospesi o licenziati che siano stati assunti con la qualifica di apprendista.

L’intervento degli ammortizzatori in deroga dovrà essere successivo all’esaurimento dei periodi e delle tutele di seguito indicate (90 giorni di disoccupazione ordinaria o con requisiti ridotti e 90 giorni nel periodo di apprendistato).

In dettaglio, per quanto riguarda la disoccupazione ordinaria non agricola per i lavoratori sospesi a causa di crisi aziendali ed occupazionali (art. 19 comma 1 lett. a) della legge n. 2/2009), i requisiti per l’accesso a tale prestazione sono quelli richiesti per l’indennità di disoccupazione, così come stabiliti dal Regio Decreto  n. 636 del 1939, vale a dire: almeno due anni di assicurazione; almeno un anno di contribuzione nel biennio precedente l’inizio del periodo di disoccupazione.

Ai lavoratori che perfezionano tali requisiti sarà erogata un’ indennità ordinaria di disoccupazione non agricola con requisiti normali della durata massima di 90 giornate annue. Tale periodo sarà coperto da contribuzione figurativa ed, in presenza dei requisiti necessari, saranno concessi gli assegni al nucleo familiare.

Questo beneficio non sarà riconosciuto ai dipendenti di aziende destinatarie di trattamenti di integrazione salariale né ai lavoratori in part-time verticale limitatamente alle sospensioni lavorative programmate dal contratto.

Per ciò che concerne la disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti per i lavoratori sospesi per crisi aziendali ed occupazionali (Art. 19 comma 1 lett. b)), i requisiti sono i seguenti: almeno due anni di assicurazione; 78 giornate per le quali siano stati versati o dovuti i contributi per l’assicurazione obbligatoria (in questa definizione rientrano tutti i dipendenti che abbiano contribuzione IVS, a prescindere dal versamento del contributo DS – vedi circolare Inps n 139/88).

Ai lavoratori, in possesso di questi requisiti sarà riconosciuta un’ indennità ordinaria di disoccupazione non agricola con requisiti ridotti della durata massima di 90 giornate annue. Tale periodo sarà coperto da contribuzione figurativa ed, in presenza dei requisiti necessari, saranno concessi gli assegni al nucleo familiare.

La disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti  non sarà erogata ai dipendenti di aziende destinatarie di trattamenti di integrazione salariale né ai lavoratori in part-time verticale, limitatamente alle sospensioni lavorative programmate dal contratto.

L’Inps, infine, stabilisce che il trattamento pari all’indennità ordinaria di disoccupazione è riconosciuta ai lavoratori sospesi o licenziati che siano stati assunti con la qualifica di apprendista (Art. 19 comma 1 lettera c)).

I requisiti richiesti per accedere alla prestazione sono: essere nella qualifica di apprendista alla data di entrata in vigore del decreto n.185/08, ovvero il 29 novembre 2008; avere almeno 3 mesi di servizio presso l’azienda interessata all’atto del licenziamento o della sospensione.

Non sono previsti ulteriori requisiti; in particolare, non è necessario che il lavoratore abbia anzianità assicurativa e contribuzione nel biennio precedente il licenziamento o la sospensione.

Gli apprendisti, con questi requisiti, avranno diritto all’indennità per la durata di 90 giorni, nell’intero periodo di vigenza del contratto di apprendistato, o per un numero inferiore di giornate, qualora il contratto scada prima della durata massima dell’indennità.

Per tale beneficio non è rilevante che l’apprendista sia o meno alle dipendenze di un’azienda destinataria di trattamenti di integrazione salariale.

La legge prevede, senza deroghe, che  questa indennità sia subordinata all’intervento integrativo, pari almeno alla misura del 20% dell’indennità stessa, da parte degli enti bilaterali previsti dalla contrattazione collettiva.
Per questo motivo l’Inps sostiene che questa tipologia di intervento non è ancora operativa, e non lo sarà finché non sarà definito l’intervento degli enti bilaterali.

INCA CGIL

Argomenti: ammortizzatori sociali, CGIL, INCA, servizi |

‘Pane e libertà’ regina prima serata tv: 5,5 mln di spettatori

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 16, 2009

Grande successo ieri su Raiuno per ‘Pane e libertà’. La fiction dedicata a Giuseppe Di Vittorio, interpretato da Pierfrancesco Favino, è stata il programma più visto in prima serata con 5 milioni 548mila telespettatori e il 22.14 di share.

Stasera la seconda ed ultima puntata.

» Una vita in fiction / Pane e libertà, Giuseppe Di Vittorio in tv

16/03/2009 11:53 Rassegna.it

Argomenti: CGIL, Di Vittorio |

Epifani: “Confindustria ora l’ha capito. Il peggio sta per arrivare”

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 15, 2009

Il segretario della Cgil: “In Francia e in Grecia la rabbia è esplosa. In Italia, grazie a noi, la protesta è stata governata. Bisogna sbloccare i fondi di sostegno alla cassa integrazione, perché i 9 miliardi stanziati devono essere effettivamente spendibili. So che usciremo dalla crisi e che ci sono realtà produttive che reagiscono meglio, ma mi preoccupa il ritardo col quale si muove l’esecutivo.”

«Confindustria ora l’ha capito Il peggio sta per arrivare»
Il leader della Cgil: si fermino sui contratti e torneremo a collaborare.

ROMA — Il presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, dice che la crisi si aggrava e che il governo deve mettere sul tavolo soldi veri e il presidente del Consiglio la invita a un incontro martedì. Lei pure dice che la crisi è grave, ma Silvio Berlusconi fa spallucce e la Cgil si rifugia in piazza a protestare, senza neppure la compagnia di Cisl e Uil. Forse contate poco.
«Vedo con piacere — risponde il leader della Cgil, Guglielmo Epifani — che Marcegaglia dice oggi le cose che noi, inascoltati, avevamo già detto mesi fa, cioè che il picco della crisi stava per arrivare e che, visto il ritardo con cui il governo si muoveva, sarebbe stato peggio del previsto. E questo conferma che il problema non è contare poco o molto, ma avere o non avere ragione».
Il governo vi accusa di fare un’opposizione a prescindere.
«No, è che Berlusconi è un imprenditore e quindi è molto sensibile alle richieste della Confindustria. Solo che come capo del governo farebbe bene ad ascoltare anche il sindacato».
È una richiesta di incontro?
«Troverei giusto che il presidente del Consiglio, se vede gli imprenditori, vedesse anche noi».
Che cosa gli chiederebbe?
«Subito tre cose. Primo, di sbloccare i fondi per i sostegni ai lavoratori in cassa integrazione o che perdono il lavoro, perché i 9 miliardi stanziati devono essere effettivamente spendibili. Secondo, di lanciare un vasto programma di interventi in opere pubbliche, ma non quelle grandi che non si sa mai quando si fanno, bensì quelle piccole, nei comuni, per la manutenzione, che subito avrebbero effetti. Terzo, un piano di politica industriale e di interventi per uno sviluppo ecosostenibile».
Non sembrano richieste molto diverse da quelle della Confindustria, ma allora, in una crisi come questa, non avrebbe più senso unire gli sforzi di imprese e lavoratori invece di scioperare?
«Non siamo stati noi a scegliere il conflitto. È il governo che ha voluto rompere con la Cgil nel tentativo di isolarla. Io, di fronte a questo disegno, avevo chiesto al presidente della Confindustria di fermarsi, sottolineando che la priorità da affrontare era appunto l’aggravarsi della crisi e non certo la riforma della contrattazione. Ma Marcegaglia non si è fermata e ha firmato un accordo separato, senza la Cgil. Dunque non è colpa nostra».
Ma si tratta di un accordo che, bene che vada, avrà effetti non prima di un anno. C’è ancora da tradurre l’intesa quadro del 22 gennaio in un accordo di settore con Confindustria.
«Appunto. Noi continuiamo a non essere d’accordo su questo nuovo modello contrattuale, a pensare che ci si dovrebbe fermare e concentrare invece sulle risposte da dare alla crisi. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo».
È un ultimo appello a Marcegaglia a ripensarci?
«Non è questione di appelli, ma di capire quale è la vera priorità in questa fase. È chiaro che se questo avvenisse, sarebbe un segnale molto importante».
Intanto il 4 aprile si avvicina. La Cgil prepara la manifestazione contro il governo. Più politica che sindacale?
«Noi facciamo sindacato. E comunque faccio osservare che tutte le nostre iniziative di lotta sono servite a governare una rabbia e una protesta che sono diffuse e che in altri Paesi sono esplose, come in Grecia o in Francia dove, l’altro giorno, i dipendenti della Sony hanno sequestrato per una notte l’amministratore delegato che aveva annunciato licenziamenti. E non è un caso se il sabato prima della nostra manifestazione il sindacato inglese ne farà una a Londra sugli stessi temi».
In Italia il governo è convinto che i 9 miliardi aggiuntivi stanziati per gli ammortizzatori sociali basteranno a sostenere i lavoratori a rischio. È d’accordo?
«Se fossero davvero spendibili, può essere. Per il momento osservo che in Veneto, Lombardia e Piemonte ancora non è spendibile un euro per la cassa integrazione in deroga. Le procedure sono complicate e poi, per gli apprendisti e l’artigianato, resta il problema dell’intervento obbligatorio degli enti bilaterali, altrimenti il sussidio non scatta. Anche di questo vorrei parlare col presidente del Consiglio».
Non le viene mai il dubbio che a forza di lanciare allarmi la Cgil pecchi di catastrofismo? Il sociologo Giuseppe De Rita è convinto che l’Italia digerirà la crisi meglio di altri grazie al suo policentrismo.
«Lo so anche io che usciremo dalla crisi e che ci sono realtà produttive che reagiscono meglio, ma mi preoccupa il ritardo col quale si muove il governo. Faccio solo un esempio: sull’auto essere intervenuti con la rottamazione dopo gli altri Paesi ci è costato un taglio della produzione del 50% a dicembre e gennaio e se l’esecutivo avesse aspettato ancora, il settore avrebbe chiuso».
Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, dice che se la crisi è da debito non la si può risolvere facendo altro debito.
«Il governo non ha capito che questa è una crisi da domanda e che si risolve sostenendo la domanda. Tremonti è troppo preoccupato per lo spread fra i tassi dei nostri titoli di Stato e quelli tedeschi, ma gli ho detto che dovrebbe considerare due fattori: che lo spread dipende non solo dal livello del debito ma anche dalle prospettive di ripresa e che comunque la differenza tra il debito dell’Italia e quello degli altri Paesi si ridurrà vista l’entità delle risorse che gli altri governi hanno deciso di spendere».
Il Pd di Dario Franceschini, spostatosi più a sinistra, le piace di più?
«Condivido le proposte del segretario, ultima quella di un prelievo una tantum sui redditi superiori a 120 mila euro. La Cgil aveva proposto una cosa analoga oltre 150 mila euro. Credo che sia importante avere nel Paese un’opposizione politica che faccia con decisione la sua parte».

15/03/2009 Il Corriere della Sera (Enrico Marro)

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