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Brigate del Lavoro FLAI CGIL: dalla Maremma al Senese emergono storie di sfruttamento e caporalato
di Ufficio Stampa CGIL Siena | Ottobre 1, 2025
Brigate del Lavoro FLAI CGIL: dalla Maremma al Senese emergono storie di sfruttamento e caporalato.
I primi giorni di attività delle “Brigate del Lavoro” Flai CGIL che promuovono l’attività del sindacato di Strada in provincia di Siena e Grosseto hanno confermato ciò che il sindacato stesso denuncia da tempo: lo sfruttamento lavorativo in agricoltura non è un fenomeno marginale, ma un sistema radicato che attraversa i territori e segna le vite di centinaia di lavoratori e lavoratrici migranti.
A Chianciano Terme, dove si concentrano tre Cas (Centri accoglienza straordinaria) con circa 300 ospiti, decine di giovani provenienti soprattutto da Bangladesh e Pakistan vengono reclutati già pochi giorni dopo l’arrivo. All’alba prendono i bus per Montepulciano, da lì tramite altri furgoni vengono distribuiti nelle aziende agricole della zona. Scene che si ripetono quotidianamente anche nel Grossetano, dove i furgoni prelevano direttamente gruppi di lavoratori da zone oramai note come quelle trovare tra Borgo Santa Rita e Arcidosso, dirigendosi per lo più verso i vigneti senesi.
Molti laboratori hanno appena 19 o 20 anni, alcuni sembrano neanche non avere quell’età, sulle loro spalle grava il peso di un debito contratto per affrontare il viaggio dall’Asia verso un paese europeo (spesso passando dalla Libia) e l’urgenza di mandare soldi a casa. Le paghe si aggirano intorno ai 7 euro l’ora, spesso senza contratto. A volte gli stipendi vengono accreditati non direttamente al lavoratore ma tramite le carte ricaricabili, magari intestate a un collega o a un intermediario. Un sistema che alimenta il meccanismo del caporalato invisibile: aziende senza terra che forniscono manodopera, connazionali che aprono ditte individuali, accumulano debiti e lasciano poi subentrare un parente, generando in un ciclo senza fine.
«Nelle nostre province il lavoro nero e il caporalato hanno assunto forme strutturali – dichiarano Andrea Biagianti (segretario Flai Cgil Siena) e Paolo Rossi (segretario Flai Cgil Grosseto) – e il fenomeno riguarda soprattutto le cosiddette aziende senza terra, che non hanno superficie coltivata ma sono fornitrici praticamente di sola manodopera da sfruttare. Ogni mattina vediamo file di migranti che partono dai Cas o dalle fermate dei bus diretti verso i campi, in un sistema che si ripete giorno dopo giorno. È indispensabile che le istituzioni, a partire dalle Prefetture e dagli enti di vigilanza, diano piena attuazione alle Sezioni territoriali della rete del lavoro agricolo di qualità, strumenti previsti dalla Legge 199/2016 ma ancora troppo spesso inattivi. Solo così si può contrastare più concretamente il lavoro nero e salvaguardare territori e produzioni».
In questi giorni le Brigate hanno intercettato giovani arrivati in Italia da appena tre o quattro giorni, già inseriti nei circuiti dello sfruttamento. Una macchina ben oliata che si muove con velocità impressionante, pronta a sfruttare ogni nuova leva.
«Vedere ragazzi giovanissimi, con gli zaini in spalla, aspettare un bus all’alba– concludono i segretari di Flai Cgil Grosseto e Siena – racconta in modo plastico la distanza tra chi qualche ora si prepara ad andare a scuola e chi invece viene avviato nei campi, spesso senza diritti e senza tutele. Le Brigate del lavoro servono a questo: portare il sindacato dove c’è più bisogno, per fare arrivare i lavoratori non possono giungere da soli, per dare voce a chi rischia di restare invisibile».
La giornata è proseguita con una visita all’azienda Avignonesi, tra le più virtuose del territorio per la lotta allo sfruttamento e con un incontro con i lavoratori e i gestori dei due Cas di Abbadia San Salvatore.
La FLAI CGIL di Siena e Grosseto continuerà nei prossimi giorni a presidiare fermate, strade e campi, per raccogliere segnalazioni e storie, per distribuire materiale informativo in più lingue e per costruire una rete di solidarietà capace di rompere l’isolamento.
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