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Società Consortile GS 09: stato di agitazione e sciopero delle lavoratrici del pulimento della struttura di accoglienza di Filetta per i lavori della ‘Siena-Grosseto’.

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 6, 2025

Società Consortile GS 09: stato di agitazione e sciopero delle lavoratrici del pulimento della struttura di accoglienza di Filetta per i lavori della ‘Siena-Grosseto’.

Siena-Grosseto, 6 novembre 2025 – “Le lavoratrici della Società Consortile GS 09 che operano nel pulimento della struttura di accoglienza di Filetta adibita per i lavori della ‘Siena-Grosseto’ della E78 ‘Due Mari’ sono in stato di agitazione e già da ieri in sciopero – spiega la FILCAMS CGIL Siena – ed esprimono tutta la loro rabbia e preoccupazione per le condizioni in cui sono costrette a lavorare ormai da mesi, perché non ce la fanno più per i carichi di lavoro sempre più pesanti e per la carenza di personale, che non viene sostituito da mesi, per cui in poche unità devono sobbarcarsi il lavoro complessivo determinando non poche conseguenze sulla loro salute fisica”.

“Ad oggi le donne impegnate sono rimaste in 2 a fronte delle 6 unità previste sulla struttura, – prosegue la sigla sindacale – tra l’altro ci risulta che ad una delle lavoratrici a tempo determinato non sia stato rinnovato il contratto, mentre il lavoro è come sempre tantissimo. Non crediamo che sia una scelta corretta.”.

“Diffidiamo la Società Consortile GS 09 dal continuare con questo tipo di organizzazione del lavoro, non più conciliabile con le condizione di salute delle signore, – prosegue la FILCAMS – che sono messe sotto pressione da troppo tempo e non ce fanno a supplire al lavoro di tutti. Se tale modalità dovesse continuare saremmo costretti, nostro malgrado, a prendere altri provvedimenti di natura sindacale, a partire dalla prosecuzione dello sciopero”.

“Attendiamo un tavolo di confronto con l’Azienda – conclude l’organizzazione sindacale – speranzosi di trovare una soluzione a questa annosa condizione. Tutelare la dignità e la salute di chi lavora non è uno slogan, ma un dovere”.

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