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Elezioni RSU alla RCR: grande successo della FILCTEM CGIL.

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Ottobre 4, 2017

ELEZIONI RAPPRESENTANZA SINDACALE ALLA RCR:

GRANDE SUCCESSO DELLA LISTA FILCTEM CGIL. ARRETRA LA CISL.

Colle di Val d’Elsa, 4 ottobre 2017 – Chi sostiene con fare arrogante e minaccioso che il Sindacato deve autoriformarsi in quanto non più rappresentativo e considerato di intralcio per far sì che il Paese raggiunga una maggiore competitività, dovrebbe essere messo a conoscenza che i lavoratori non la pensano proprio così.

La grande partecipazione registrata nelle recenti elezioni della RSU alla RCR (la ex storica Calp) di Colle di Val d’Elsa ne è un esempio: dei circa 350 attuali dipendenti ben l’80% ha preso parte alle votazioni per rinnovare la delegazione sindacale interna.

Un messaggio di fiducia importante, espresso fra l’altro da lavoratori di un’Azienda da anni annoverata fra quelle maggiormente in difficoltà del nostro territorio; lavoratori che in questi anni hanno sopportato enormi sacrifici nella speranza che le loro rinunce non risultassero vane nel percorso di risanamento aziendale tracciato a suo tempo.

La lista Filctem CGIL ha conquistato la maggioranza assoluta dei componenti la RSU, con 5 delegati su 9, un grande successo che è andato a premiare la coerenza dimostrata in questi anni nel saper ascoltare e portare avanti le decisioni assunte democraticamente dai lavoratori. Un buon risultato lo ha raggiunto anche la Uiltec UIL, che si è vista confermare il delegato già presente nella RSU uscente. Un deciso arretramento lo ha registrato invece la Femca CISL che, rispetto alle precedenti elezioni, ha perso un delegato, rischiando per soli due voti di vedersi addirittura dimezzata la propria presenza all’interno della rappresentanza sindacale unitaria.

Ora, accantonate le tensioni e le rivalità sindacali fini a se stesse, la RSU, facendo tesoro dell’inequivocabile messaggio scaturito dalle urne, dovrà impegnarsi per ritrovare la necessaria compattezza, per affrontare e individuare assieme ai vertici aziendali le soluzioni più eque per risolvere alcune spinose questioni rimaste irrisolte.

FILCTEM CGIL Siena

Argomenti: FILCTEM, RSU |

Servizi. Caf, Isee a rischio dal mese di ottobre

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Ottobre 4, 2017

Servizi. Caf, Isee a rischio dal mese di ottobre

I fondi pubblici messi a disposizione dall’Inps stanno per finire. Soldini (Cgil): se non interverrà un piccolo finanziamento aggiuntivo (pari a circa 20 milioni di euro), i Centri di assistenza fiscale non accetteranno più le domande
Già dai primi giorni di ottobre i Caf potrebbero essere costretti a sospendere la compilazione gratuita delle Dichiarazioni sostitutive uniche (Dsu) ai fini Isee. I fondi pubblici messi a disposizione dall’Inps per il servizio stanno per finire. Se non interverrà un piccolo finanziamento aggiuntivo, i Centri di assistenza fiscale non accetteranno più le domande da parte dei cittadini.
Un evento che andrebbe a danno di tutte quelle persone che necessiteranno dell’aiuto dei Caf per predisporre la richiesta del Reddito d’inclusione (Rei), approvato per decreto legislativo il 29 agosto scorso. In una lettera inviata giovedì 21 alla Presidenza del Consiglio dei ministri, i coordinatori della Consulta nazionale dei Caf, Massimo Bagnoli e Mauro Soldini, sottolineano come il Rei sia “un’importante misura a sostegno delle persone e delle famiglie che vivono gravi disagi sociali”, un “diffuso disagio di cui il sistema dei Caf è quotidianamente testimone attraverso i propri operatori che rappresentano, per queste persone e per le loro famiglie, l’unica opportunità per accedere alle diverse provvidenze sociali”.
Ora si tratta di capire, prosegue la Consulta, come il governo intenda procedere nelle fasi operative. “Abbiamo appreso – scrivono Bagnoli e Soldini – della dichiarazione Isee precompilata che verrà messa a disposizione, nel corso del 2018, degli oltre 400 mila nuclei familiari, di procedure semplificate per accedere al Reddito di inclusione e di molto altro: poco o quasi nulla abbiamo letto sul ruolo che è chiamato a svolgere il sistema dei Caf”. Un sistema, rimarcano i due coordinatori, che “assiste oltre il 97 per cento dei nuclei familiari che richiedono all’Inps la certificazione Isee in modo gratuito, accontentandosi di quanto riconosciuto dalla convenzione sottoscritta con l’Istituto”.
Massimo Bagnoli e Mauro Soldini ricordano alla Presidenza del Consiglio di aver “più volte chiesto al Signor Ministro, dal quale siamo ancora in attesa di convocazione, un confronto su questi temi e sull’attuale convenzione Isee per il 2017”. Un confronto, concludono i due esponenti della Consulta, utile a “definire per il futuro il ruolo e la funzione dei Caf e a evitare, per l’immediato, conseguenze a danno dei cittadini che, in assenza di copertura finanziaria, potrebbero non avere più l’assistenza dei Caf per la predisposizione della propria Dsu a partire dai primi giorni di ottobre”.
Ma a quanto ammonta la copertura finanziaria mancante? “Il valore necessario per l’ultimo trimestre dell’anno, con un compenso ai Centri di assistenza fiscale che soddisfa il 60 per cento del costo industriale di una Dichiarazione sostitutiva unica (che non può essere ulteriormente tariffata al cittadino a differenza del modello 730), è di circa 20 milioni di euro” conclude Mauro Soldini, coordinatore nazionale della Consulta dei Caf e presidente del Consorzio nazionale dei Caaf Cgil: “Una goccia nel mare del bilancio dell’Inps, ma anche dello stanziamento del governo sul Reddito di inclusione”. da rassegna.it

Notizia del: lun 25 set, 2017 da www.cgiltoscana.it

Argomenti: CAAF, ISEE |

Lavoro: Cgil, ripresa occupazione precaria, non premia giovani

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Ottobre 3, 2017

#Istat 👉 “I dati di oggi confermano le difficoltà dettate da una ripresa fragile, congiunturale, fondata su un incremento dell’occupazione che è in grossa parte precaria e che non premia i giovani.

La prima scelta che bisognerebbe fare è aumentare gli investimenti, a partire da quelli pubblici. È l’unica via per generare occupazione giovanile, in particolare nella ricerca, nell’innovazione, nel welfare e nell’ambiente. Gli investimenti sono la leva per far ripartire la domanda e puntare su una crescita di qualità”

“Continuare sulla sola strada della decontribuzione è sbagliato e, come dimostrano i dati, non serve a sostenere i contratti stabili, condizione invece ineludibile specie in una situazione in cui vi sono seri problemi di tenuta degli ammortizzatori sociali in vigore. Permangono strumenti come gli stage e i tirocini che, in assenza di limitazioni, sono utilizzati in alternativa alle forme contrattuali”.

“Da giorni assistiamo ad un moltiplicarsi di ipotesi su cui attendiamo venga fatta chiarezza e si riapra il confronto. Tra queste apprezziamo quella di sostenere l’apprendistato come forma prevalente di ingresso nel mercato del lavoro per i giovani. Ma sarebbe utile, vista l’esplosione dell’utilizzo dei tempi determinati, prevedere dei vincoli al loro utilizzo”.

➡️ bit.ly/2yT0EWU

Argomenti: CGIL |

2 ottobre 1925, per non dimenticare!

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Ottobre 2, 2017

 

 

2 ottobre 1925, per non dimenticare!
Con gli accordi di Palazzo Vidoni del 2 ottobre 1925, Confindustria e sindacato fascista si riconoscono reciprocamente quali unici rappresentanti di capitale e lavoro e aboliscono le Commissioni Interne.
La sanzione ufficiale di tale svolta arriva con la legge n. 563 del 3 aprile 1926, che riconosce giuridicamente il solo sindacato fascista (l’unico a poter firmare i contratti collettivi nazionali di lavoro), istituisce una speciale Magistratura per la risoluzione delle controversie di lavoro e cancella il diritto di sciopero

Argomenti: CGIL |

Camusso a Di Maio: “non sa di che parla, linguaggio insopportabile”

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Ottobre 2, 2017

Camusso a Di Maio: “non sa di che parla, linguaggio insopportabile”

Camusso, dalla manifestazione di Roma contro la violenza sulle donne, ricorda che Di Maio “non è il primo” a dire di voler riformare i sindacati, “ce n’è stato un altro che poi ha fatto il jobs act”.
Il deputato Cinque stelle per il segretario generale della Cgil “dimostra tutta la sua ignoranza, e allo stesso tempo l’arroganza di chi crede che l’unico pensiero a contare sia quello di chi governa e non riconosce la rappresentanza”.

Inoltre “parla di cose che non conosce. Non sa come è fatto un sindacato, non sa che non è un’organizzazione statuale di cui decidi le modalità organizzative, è una libera associazione”. “Non sa – aggiunge Camusso – che il sindacato cambia in continuazione, perché a differenza di altri soggetti, è radicato nei luoghi di lavoro ed è composto da decine di migliaia di militanti”.

“Il segno – ha concluso Camusso – è quello di ridurre la partecipazione alla democrazia”.

Argomenti: CGIL |

Non sa di che parla

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Ottobre 2, 2017

Argomenti: CGIL |

Flai Cgil: arresto caporali, in espansione “intermediazione di manodopera” camuffata da appalto

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 30, 2017

Flai Cgil: arresto caporali, in espansione “intermediazione di manodopera” camuffata da appalto

Aziende terze, all’apparenza regolari, offrono servizi in agricoltura a prezzi stracciati prendendosi in carico il lavoro sporco, lo sfruttamento e il sotto salario.
Ancora una volta il copione si ripete, purtroppo siamo ancora di fronte al modello di sfruttamento dei lavoratori agricoli che nella nostra regione si concretizza attraverso “l’intermediazione di manodopera” camuffata da appalto.
Il metodo che è ormai collaudato e in piena espansione si declina attraverso aziende terze, all’apparenza regolari, che offrono servizi in agricoltura a prezzi stracciati prendendosi in carico il lavoro sporco, lo sfruttamento e il sotto salario, attraverso la gestione della manodopera alle condizioni che sistematicamente dopo i vari blitz delle forze dell’ordine vengono alla luce in tutta la loro crudeltà e inciviltà.
Dopo anni di politiche che hanno sistematicamente e progressivamente indebolito il diritto e il costo del lavoro individuandolo come causa della crisi economica, la risorsa umana tende a non essere più interpretata come il valore aggiunto che dovrebbe fare la differenza per lo sviluppo delle aziende ma sta’ semplicemente diventando una variabile di costo.
E’ così che si insinuano e trovano terreno fertile questi metodi di sfruttamento strutturati che rischiano di compromettere tutto il settore dal punto di vista della reputazione e della concorrenza sleale.
La nostra battaglia per avere strumenti adeguati a estirpare il fenomeno parte da lontano.
Siamo stati promotori e sostenitori prima della rete del lavoro agricolo di qualità, istituita con la legge 116/2014, e della legge 199/2016 (Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo) approvata lo scorso ottobre e che ha fornito ulteriori strumenti anche agli inquirenti.
A ottobre dello scorso anno abbiamo inoltre sottoscritto a livello regionale il protocollo contro lo sfruttamento del lavoro in agricoltura.
La 199 inasprisce le pene arrivando a prevedere anche il sequestro dei beni ottenuti con lo sfruttamento e riconosce i riferimenti normativi ed economici della contrattazione collettiva.
Si avvale della Rete del lavoro agricolo di qualità che ad oggi però rimane uno strumento potenzialmente qualificante ma ancora inefficace a causa delle complessità burocratiche e soprattutto la mancanza delle linee guida che la rendano operativa anche a livello locale presso le commissioni INPS CISOA e diventi finalmente il luogo di monitoraggio del settore e per l’incontro tra domanda e offerta di mano d’opera in modo trasparente,
Mentre il protocollo regionale che ha istituito una cabina di regia con la Regione, i Sindacati, le Associazioni Datoriali, Inps e Inail, che si è insediata a fine gennaio si è posto come obbiettivi di istituire un albo volontario delle ditte prestatrici di servizi che lavorano in trasparenza e nel rispetto dei contratti e delle leggi per permettere alle aziende agricole di soddisfare i picchi stagionali e levare ogni possibile alibi.
Punto altrettanto qualificante tra gli obbiettivi previsti dal protocollo sarebbe un sistema premiante nei bandi per l’assegnazione delle risorse della PAC, del PSR e più in generale di tutti i finanziamenti pubblici a quelle aziende che fanno occupazione regolare diretta.
Ma anche qui i lavori procedono molto a rilento.
Anche in previsione della PAC del 2020 (che vale circa un miliardo di euro di contributi al settore agricolo) il buon lavoro deve diventare un criterio indispensabile a tutti gli effetti e non devono più andare risorse pubbliche a chi sfrutta la manodopera direttamente o indirettamente.
Se vogliamo che la nostra agricoltura cresca e sia in grado di continuare a competere sui mercati internazionali dobbiamo fare in modo che la competizione si basi sull’innovazione, la qualità dei prodotti e di conseguenza la qualità del lavoro.
Senza contare che la concorrenza sleale in primo luogo nuoce alle aziende regolari che rappresentano la stragrande maggioranza dell’agricoltura della nostra regione e hanno tutto l’interesse a mantenere le leve della competizione su un livello che sia all’altezza del brand Toscana.
A questo punto non è più rinviabile la piena attuazione da parte delle istituzioni degli strumenti legislativi e i protocolli se vogliamo veramente svolgere un azione di prevenzione dei fenomeni di sfruttamento dei lavoratori agricoli e più in generale di tutti i lavoratori che lavorano negli appalti.
F.to
Gianluca Giussani, segretario generale Flai Cgil Toscana
Simone Pizzichi, segretario generale Flai Cgil Siena
Pierpaolo Micci, segretario generale Flai Cgil Grosseto

Argomenti: caporalato, FLAI |

Arresti per caporalato, la Cgil Toscana-Siena-Grosseto: “Preoccupati ma non stupiti”

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 29, 2017

Arresti per caporalato, la Cgil Toscana-Siena-Grosseto: “Preoccupati ma non stupiti, da tempo denunciamo il fenomeno che è anche in una fase di trasformazione. E’ nell’interesse di tutti che si rispettino i diritti dei lavoratori”

Firenze, 29-9-2017 – “Una notizia che ci preoccupa ma non ci stupisce, perché ormai da tempo denunciamo che anche in Toscana ci sono forme di caporalato”: così Maurizio Brotini (segretario Cgil Toscana), Claudio Guggiari (segretario generale Cgil Siena) e Claudio Renzetti (segretario generale Cgil Grosseto) commentano la notizia delle tre persone arrestate dai carabinieri – nelle province di Siena e Grosseto – con l’accusa di caporalato e sfruttamento del lavoro.
Aggiungono Brotini, Guggiari e Renzetti, complimentandosi con l’azione delle forze dell’ordine: “La situazione è in trasformazione, si sta passando da forme di caporalato pure ad altre più spurie, subdole, insidiose, tanto che a volte questo tipo di indagini hanno trovato difficoltà ad arrivare all’obiettivo. Il quadro è complesso: c’è chi usa le disoccupazioni agricole come forme di retribuzioni, c’è l’esigenza di tracciare le retribuzioni stesse, c’è la necessità di linee guida per indice di congruità di alcune filiere agricole. Ben vengano le indagini, noi siamo sempre pronti a vigilare e denunciare. La Cgil si è battuta l’anno scorso per far approvare in Parlamento nuove norme per colpire il caporalato; oggi, è sempre più necessario accompagnarle a una collaborazione – la più stretta possibile – tra sindacato, istituzioni e forze dell’ordine, tendendo sempre una mano ai lavoratori che trovano il coraggio di denunciare, anche quelli che per colpa della situazione delle norme sull’immigrazione sono ancora più deboli. E’ fondamentale e nell’interesse di tutte le parti che si rispettino i diritti dei lavoratori”.

Argomenti: caporalato, CGIL |

Buon compleanno, Cgil

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 29, 2017

Buon compleanno, Cgil – da rassegna.it

di Ilaria Romeo 29 settembre 2017
In occasione del 50° anniversario della sua fondazione, Di Vittorio traccia su “Lavoro” le tappe fondamentali della storia della Confederazione generale. “La creazione della Cgl ha segnato un passo di portata storica del movimento sindacale italiano”

La Confederazione generale del lavoro (Cgdl) nasce al primo congresso di Milano del 29 settembre-1° ottobre 1906 “per ottenere e disciplinare – da Statuto, articolo 1 – la lotta della classe lavoratrice contro il regime capitalistico della produzione e del lavoro”. A conquistarne la guida sono i socialisti riformisti e Rinaldo Rigola ne è il primo segretario generale. In occasione del 50° anniversario della fondazione, Giuseppe Di Vittorio, segretario generale della ricostituita Cgil, traccerà su Lavoro, giornale rotocalco della confederazione dal 1948 al 1962, le tappe fondamentali della sua storia: “Questo numero di Lavoro – scriveva Di Vittorio – è dedicato alla celebrazione del cinquantesimo anniversario della fondazione della Confederazione generale del lavoro, della quale la nostra Cgil rappresenta la continuità storica. La costituzione della Cgl, nel lontano ottobre del 1906, fu salutata dalla parte più avanzata della classe operaia come una grande conquista”.

La nascita della Cgdl aveva permesso alla classe operaia italiana di dare forma concreta al principio dell’identità fondamentale di interessi e di destino dei lavoratori di tutte le categorie e professioni. “Da questa premessa – proseguiva Di Vittorio – sorgeva la necessità d’una organizzazione alla quale facessero capo tutti i sindacati, per garantirne l’unità di orientamento e di lotta, per praticare ogni volta che fosse necessario il reciproco aiuto fra i sindacati dei vari settori del lavoro, per rendere vivente e operante il principio della solidarietà di tutti i lavoratori, sulla base della parola d’ordine: tutti per uno, uno per tutti! Con la nascita della Cgl, la classe operaia italiana entrava in una fase nuova della sua storia, giungeva a uno stadio più avanzato della sua organizzazione, della sua coscienza di classe e delle sue lotte. La nascita della confederazione coronava una serie di sforzi compiuti nei decenni precedenti, volti a dare il necessario sviluppo al movimento sindacale italiano, prima su scala locale e provinciale, poi su scala nazionale e internazionale”.

Dal 1848, quando una delle più antiche Società operaie di mutuo soccorso – la Società dei tipografi di Torino, che riuscì a strappare in quell’anno la prima tariffa (ossia il primo contratto collettivo di lavoro in Italia) – si trasforma in sindacato, fino alla costituzione della Cgdl, il movimento sindacale italiano è passato faticosamente, con vittorie e cocenti sconfitte, attraverso varie fasi del suo sviluppo, nella ricerca costante di forme superiori della sua organizzazione. “Nel 1891 – continuava Di Vittorio – sorgono le prime Camere del lavoro, nelle due principali capitali proletarie d’Italia: Milano e Torino, seguite poco dopo da numerose altre città d’Italia. Era la prima tappa dell’organizzazione unitaria delle varie categorie, su scala locale e provinciale. Ma questo non bastava; bisognava allargare questa forma superiore di organizzazione di classe a tutta la nazione. Si giunse così al primo congresso di tutte le Camere del lavoro d’Italia, il 1° luglio 1893, che si costituivano in Federazione formando il Comitato nazionale della Resistenza col compito di: promuovere la difesa degli interessi dei lavoratori, in tutte le contingenze della loro vita, realizzare un contatto permanente fra tutti i lavoratori, organizzare il collocamento professionale, il mutuo appoggio… e di allacciare le Camere del lavoro d’Italia al movimento internazionale”.

Fin da quel tempo, dunque, il movimento sindacale italiano affermava la sua piena adesione al principio dell’internazionalismo proletario – proseguiva il segretario generale della Cgil – e la sua volontà di partecipare attivamente all’organizzazione internazionale dei lavoratori. Negli anni seguenti andò sempre crescendo il numero delle Camere del lavoro e sorsero le principali Federazioni nazionali di categoria: la Fiom, la Fiot, la Fioc, la Fiae, la Federazione del libro, la Federterra ecc. Il Comitato nazionale della Resistenza non era più sufficiente a garantire la direzione di tutto il movimento, in crescente sviluppo. Si giunse così alla creazione della Cgl, che segnò un passo avanti di portata storica del movimento sindacale italiano”. Per dare un’idea delle grandi conquiste conseguite dall’organizzazione sindacale italiana, in tanti anni di lotte basti pensare che si era partiti da queste due rivendicazioni elementari: ottenere una tariffa (cioè un salario contrattato dal sindacato e prestabilito, al posto del salario fissato di proprio arbitrio dal padrone); ottenere le 12 ore di lavoro, invece delle 14 a anche 16 ore che si lavorava prima, secondo il buon cuore del padrone… “Nel confronto tra quelle prime rivendicazioni – che all’epoca sembravano eccessive e troppo rivoluzionarie al padronato – alle condizioni di oggi (che pur sono tutt’altro che soddisfacenti), gli operai delle giovani generazioni trovano materia sufficiente per considerare quale grande e glorioso cammino è stato compiuto dal nostro movimento sindacale”.

Attraverso le conquiste sindacali, realizzate nelle alterne vicende d’una lotta dura e asperrima, che ha richiesto grandi sacrifici – scriveva Di Vittorio su Lavoro –, i lavoratori italiani sono riusciti a migliorare notevolmente il proprio livello di vita, a imporre un ben altro rispetto della propria dignità professionale e umana, a elevare gradualmente la propria coscienza di classe, ad accumulare tesori di esperienza, ad assurgere a classe che rivendica a giusto titolo la propria partecipazione alla direzione dello Stato”. A misura che avanzava il movimento sindacale, si sviluppavano le lotte e si strappavano nuovi miglioramenti economici e sociali, il pigro capitalismo italiano veniva scosso dal suo letargo: “Le conquiste operaie forzavano il progresso tecnico e lo sviluppo produttivo, come la conquista dell’imponibile dei braccianti agricoli forzava le trasformazioni fondiarie, il prosciugamento di vaste paludi (già fonti di malaria e di miseria) e la messa in valore di grandi estensioni di terre incolte. Tutta la società era scossa dalle conquiste operaie e spinta in avanti. La classe operaia ha esercitato e continua ad esercitare con efficacia la sua funzione di stimolo allo sviluppo produttivo e al progresso sociale e civile di tutta la società nazionale. È un titolo indelebile di gloria della vecchia Confederazione generale del lavoro, di aver diretto questo grande movimento di rinnovamento sociale”.

Un esame critico dell’azione svolta dal gruppo dirigente della vecchia Cgl, in gran parte della corrente riformista – concludeva Di Vittorio – ci condurrebbe a rilevare gravi errori e deficienze, alcuni dei quali erano forse inevitabili in quell’epoca. Ma nel momento in cui celebriamo il cinquantenario della vecchia e gloriosa Cgl, desideriamo mettere sopratutto in luce gli aspetti positivi della grande funzione alla quale i vecchi dirigenti hanno assolto. Al disopra d’ogni preconcetto di parte, tutti i lavoratori e i dirigenti sindacali devono nutrire un senso di profonda gratitudine e riconoscenza verso i pionieri del movimento sindacale italiano, che furono i creatori e i primi dirigenti della Cgl, da Angelo Cabrini a Rinaldo Rigola, da Ludovico D’Aragona al grande martire dell’unita sindacale e della Resistenza italiana, Bruno Buozzi, i quali aprirono la strada allo sviluppo del movimento e ci trasmisero una preziosa esperienza. Tocca a noi utilizzare quella esperienza, sceverando gli aspetti positivi da quelli negativi, ai fini dello sviluppo ulteriore del movimento. Oggi i lavoratori italiani sono di fronte a problemi nuovi e vasti, di carattere sindacale e sociale, che pongono ai sindacati compiti nuovi di più ampia portata. La soluzione positiva di questi problemi, per i lavoratori e per lo sviluppo democratico del paese, e i compiti nuovi che ne derivano, esigono un allargamento incessante dell’unita d’azione e la sua costante sistematicità, che possa culminare nell’unità sindacale organica, secondo la giusta impostazione largamente unitaria data a questo problema dall’ultima sessione del Comitato esecutivo della Cgil. Questa linea di politica unitaria comporta, per tutti i nostri aderenti l’impegno di applicarla fedelmente, nel corso di tutta la loro attività, moltiplicando ovunque le iniziative unitarie”.

DALL’ARCHIVIO
Quando Di Vittorio rivalutò la figura di Rinaldo Rigola

110 anni di storia nei materiali dell’Archivio Cgil

Bruno Buozzi: uno dei protagonisti dell’unità sindacale

Argomenti: CGIL |

Codice antimafia: Camusso, risultato importante per democrazia Paese

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 28, 2017

Codice antimafia: Camusso, risultato importante per democrazia Paese

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO Avviso Pubblico, Libera, Legambiente, Arci, Sos impresa, Cgil, Cisl, Uil, Acli, Centro studi Pio La Torre


Roma, 27 settembre –  “L’approvazione del nuovo Codice antimafia è un risultato importante per la democrazia del nostro Paese”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Susanna Camusso.

“Un risultato – aggiunge il leader della Cgil – frutto di una discussione approfondita che parte da una legge di iniziativa popolare, ‘Io Riattivo il Lavoro’, promossa dalla Cgil attraverso il coinvolgimento di un vasto schieramento di associazioni e un costante e quotidiano lavoro di sensibilizzazione e di lotta alla criminalità organizzata”.

“Un risultato importante – conclude Camusso – che, ci auguriamo, potrà agevolare il contrasto a  due fenomeni come quelli delle mafie e della corruzione che rappresentano un cappio al collo per la democrazia, lo sviluppo economico e la creazione di buona occupazione nel nostro Paese”.

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