Incendi e operai forestali – FLAI CGIL e FAI CISL Siena e Grosseto: “Chiediamo la riapertura del turnover”
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 17, 2017
Gli incendi, la foresta e gli operai forestali – FLAI CGIL e FAI CISL Siena e Grosseto: “Chiediamo la riapertura del turnover”
17 luglio 2017 – Negli ultimi anni anche in Toscana si sono susseguite estati sempre più torride e siccitose con incendi sempre più frequenti e di intensità sempre maggiore.
Al di là di quanto riportato dagli organi di stampa, un ruolo essenziale viene svolto dagli operai forestali dell’Unione dei Comuni della Toscana, con personale che vanta professionalità ed esperienza in questo tipo di intervento.
Queste figure professionali, fortemente legate al territorio, sono il primo presidio di deterrenza per contrastare il triste fenomeno degli incendi boschivi.
Purtroppo la figura dell’operaio non viene considerate per quello che di positivo realmente svolge ed allo stesso tempo si sono ridotti a livelli ormai intollerabili i finanziamenti al settore della forestazione.
Anche in Toscana il numero di operai forestali si è ridotto drasticamente con ripercussioni negative sui livelli minimi essenziali.
Eppure il ruolo della foresta e del bosco sta assumendo un’importanza fondamentale: è determinante per la tutela della biodiversità, è indispensabile per la corretta conservazione delle acque e del suolo, fornisce legname ed è un serbatoio naturale per l’assorbimento del carbonio mitigando gli effetti dei cambiamenti climatici.
Ma il bosco, ormai fortemente antropizzato, va gestito e curato con professionalità e passione.
Però di questo ci si ricorda solo in presenza di emergenze ambientali quali alluvioni e incendi boschivi; nella pratica comune di tutti i giorni si assiste a continui tagli agli investimenti e al personale.
Pertanto non sembra più rinviabile un piano regionale finalizzato alla tutela della risorsa foresta. FLAI CGIL e FAI CISL di Siena e Grosseto chiedono fortemente la riapertura del turnover da parte della Regione Toscana con l’inserimento di giovani motivati e formati per svolgere un ruolo positivo di trascinamento del settore e vantaggio di tutta la collettività toscana.
FLAI CGIL e FAI CISL Siena e Grosseto
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Serve un progetto diverso
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 17, 2017
da fb CGIL Confederazione Generale Italiana del Lavoro
“L’indagine della Fondazione Di Vittorio /Tecnè [ http://bit.ly/2t2j7Ng ] che evidenzia il clima di preoccupazione degli italiani rispetto al lavoro e al futuro, conferma sul tema delle diseguaglianze, della vulnerabilità sociale e della fiducia economica, il clima che costantemente ci viene rappresentato nei luoghi di lavoro. Serve un progetto diverso”. Susanna Camusso commenta così l’indagine FdV/Tecnè presentata oggi e individua proposte e soluzioni ➡️ http://bit.ly/2tdbisn
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Violenza: un mese fa si è rischiata addirittura la depenalizzazione dello stalking
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 14, 2017
CGIL SIENA SU FEMMINICIDIO: “UN MESE FA SI E’ RISCHIATA ADDIRITTURA LA DEPENALIZZAZIONE DELLO STALKING”
Siena, 14 luglio 2017 – Purtroppo ancora una giornata segnata da notizie di drammatici episodi di violenza maschile contro le donne: a Monza, a Roma, a Cagliari, a Caserta e nella ‘nostra’ Montepulciano.
Antoneta, badante romena, viveva infatti nella provincia senese e ha trovato sulla sua strada la mano violenta dell’ex compagno italiano.
Un’altra storia consumata tra quelli che dovrebbero essere gli affetti più cari e la cosiddetta “protezione” delle mura domestiche, che invece continuano ad essere il luogo principale e relazionale più diffuso della violenza di genere.
Episodi ai quali spesso si arriva anche dopo tante denunce per maltrattamenti che le donne riescono con coraggio a portare avanti nonostante i rischi che comunque possono correre.
Tutto questo risulta più assurdo se si pensa che nella legge di riforma del codice penale, approvata proprio un mese fa, il 14 giugno, si è introdotto un nuovo articolo, il 162 ter, che prevede l’estinzione dei reati a seguito di condotte riparatorie, senza tenere conto che tra questi reati vi sarebbe potuto rientrare anche lo stalking: senza il consenso della vittima l’imputato potrà estinguere il reato pagando una somma se il giudice la riterrà congrua, versandola anche a rate.
Solo la mobilitazione dei sindacati, delle associazioni femminili e dei centri antiviolenza ha fatto ammettere l’errore al Dicastero della giustizia, con la promessa di una norma riparatoria.
Lo Stato non può tradire le donne due volte, prima esortandole a denunciare e poi archiviando le denunce, o peggio, depenalizzando il reato di stalking.
Il reato di stalking non può essere depenalizzato in un paese come l’Italia dove ogni due giorni viene uccisa una donna e che ha registrato nel 2016 120 femminicidi. Evidentemente c’è ancora troppa superficialità e non sufficiente consapevolezza di questa tragica mattanza.
A cosa dobbiamo ancora assistere prima che si pensi concretamente ad aiutare le persone vittime di abusi e violenze? Siamo stanchi di piangere, vogliamo poter iniziare a dare delle risposte. La vita, la libertà di viverla, non possono essere considerati disponibilità del “più forte” o meglio ancora un privilegio, ma devono essere diritti esigibili a tutti gli effetti.
CGIL Siena
APE PER EDILI: UNA PRIMA VITTORIA
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 13, 2017
APE PER EDILI. GENOVESI: UNA PRIMA VITTORIA
I sindacati portano a casa un importante risultato sul fronte pensioni: gli ultimi 6 su 7 anni di continuità contributiva per accedere all’Ape verranno certificati dalle Casse Edili. La soddisfazione Fillea
“Con riferimento alla categoria degli operai edili, in considerazione delle segnalate difficoltà di reperire il datore di lavoro per la sottoscrizione della relativa attestazione (modello AP116), il richiedente potrà farsi rilasciare idonea dichiarazione, sottoscritta dal responsabile della Cassa edile, dalla quale risultino i periodi durante i quali egli è stato iscritto alla Cassa. Tale dichiarazione dovrà essere allegata alla domanda telematica e il richiedente dovrà dichiarare nel campo note (presente nella scelta prodotto) che, stante l’impossibilità di reperire il datore di lavoro, è stata allegata la dichiarazione delle Casse edili interessate, al fine di consentire ai competenti uffici del Ministero del Lavoro, dell’INAIL e dell’INL le verifiche di competenza.”
Così scrive la Direzione Centrale delle Pensioni dell’Inps nel messaggio n. 2884, in cui l’Istituto integra la precedente circolare e aggiunge ulteriori specifiche sulle modalità di presentazione delle domande per accedere all’Ape.
Dunque, per gli edili torna la “speranza” di poter accedere all’Ape social, non dovendo più, così come indicava la circolare 99 Inps, andarsi a cercare tutti i datori di lavoro avuti nei sei degli ultimi sette anni di lavoro. Circolare che aveva provocato la durissima reazione della Fillea e degli altri sindacati del settore, che da subito si erano mobilitati contro quella che lo stesso segretario generale degli edili Cgil aveva definito “una vera e propria truffa”.
E proprio da Genovesi arriva il commento a caldo “il mio primo pensiero va a quei lavoratori, circa 2mila dei 23mila over 63 che stanno ancora sulle impalcature, che possono tirare un sospiro di sollievo e forse finalmente poter guardare al proprio futuro con maggiore serenità. Sapere di aver contribuito, insieme a Filca e Feneal, a modificare una circolare ingiusta e a restituire ad alcuni lavoratori il diritto a scendere dalle impalcature e godersi finalmente la propria pensione, è per noi una soddisfazione enorme, che ci riempie di orgoglio. Per questo devo ringraziare tutte le nostre strutture, gli iscritti, i lavoratori che, con la loro incessante mobilitazione – ancora ieri con un presidio davanti al Ministero del Lavoro – hanno contribuito in modo determinante a raggiungere questo importante obiettivo. Le Casse Edili sono già in condizioni di poter certificare rapidamente la continuità contributiva, la macchina è pronta per rispondere immediatamente alla richiesta del lavoratore.”
Per la Fillea resta però il tema dei “paletti” per l’accesso all’Ape, come spiega ancora Genovesi “restano 21mila lavoratori over 63 che ad oggi non hanno i requisiti per accedere all’Ape, perché nel nostro settore 36 anni di contributi, sui cui gli ultimi 6 su 7 continuativi, sono condizioni che solo in pochi possono raggiungere, per le caratteristiche strutturali del lavoro edile, frammentato, discontinuo e segnato generalmente da lunghi periodi di non lavoro e carriere in cui il lavoro nero e grigio rappresentano purtroppo una costante generalizzata” ma i sindacati non si arrendono “continueremo la nostra battaglia per cambiare i requisiti dell’accesso alla pensione anticipata e per garantire che sulle spalle degli edili al peso di un lavoro gravoso e faticoso si aggiunga anche la disperazione per una pensione inarrivabile.”
Infine da Genovesi il messaggio ai lavoratori edili “abbiamo portato a casa un procedimento che vale anche per le domande del 2018 e 2019 ma ora la priorità è non perdere tempo. Quindi chiamateci, cercate la sede a voi più vicina, la scadenza di quest’anno, il 15 luglio, è ormai alle porte ed entro quella data dovete presentare la domanda di accesso all’Ape. I nostri funzionari ed operatori sono a vostra disposizione per aiutarvi a compilare le domande telematiche. E’ importante sapere che le documentazioni – così come indicato dal messaggio dell’Inps – possono essere allegate successivamente, e questo è un bene ma è importante compilare senza errori la richiesta telematica. Sul nostro sito potete trovare facilmente il recapito delle sede più vicina e l’opuscolo dell’Inca contenente tutte le informazioni sui requisiti per l’accesso all’anticipo pensionistico.”
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Previdenza: Cgil, Cisl, Uil, sindacato mobilitato per rilanciare Fase due
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 13, 2017
Roma, 13 luglio – “Cgil, Cisl e Uil sono determinate a continuare il confronto con il Governo per sviluppare i temi individuati un anno fa nel Verbale di sintesi e realizzare così un nuovo disegno organico, sostenibile economicamente e socialmente, per il nostro sistema previdenziale, in coerenza con la Piattaforma sindacale unitaria. Ma il tavolo dovrà portare a risposte positive da concretizzare già nella prossima legge di bilancio. Il sindacato è mobilitato per conseguire questi obiettivi”. Questo il messaggio lanciato dall’Attivo nazionale dei quadri e dei delegati di Cgil, Cisl e Uil sulla Fase due del confronto con l’Esecutivo sulla previdenza, tenutosi questa mattina a Roma.
I segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Roberto Ghiselli, Maurizio Petriccioli e Domenico Proietti hanno innanzitutto rilanciato la proposta della pensione contributiva di garanzia “per dare prospettiva previdenziale ai giovani e a chi ha carriere lavorative fragili”, che “dovrà essere incardinata nel sistema contributivo ma con dei correttivi solidaristici, sostenuti dalla fiscalità generale, e che dovrà valorizzare anche il lavoro di cura e le specificità di genere”.
Centrali i nodi della flessibilità in uscita e del superamento degli automatismi legati alle aspettative di vita poiché “non è pensabile ipotizzare ulteriori aumenti dell’età pensionabile, dal momento che già oggi le norme italiane sono fra le più penalizzanti in Europa. Occorre tenere conto dei profili sociali e delle differenze legate ai singoli percorsi lavorativi”.
Nella Fase due si deve intervenire anche sulla previdenza complementare. Obiettivo dei sindacati “rimuovere gli ostacoli che oggi limitano l’accesso ai lavoratori dei settori pubblici e privati, a cominciare dai dipendenti delle piccole e piccolissime imprese”. Importante poi “favorire l’investimento di una parte delle risorse dei Fondi pensione contrattuali in investimenti strategici per il Paese” e “la parificazione della tassazione fra i lavoratori pubblici e privati”.
Inoltre “occorre sostenere la tutela del potere d’acquisto dei trattamenti pensionistici in essere”.
Infine sono state ribadite le richieste di riforma della governance di Inps e Inail e di “completare il processo di separazione contabile tra previdenza e assistenza”.
“Siamo consapevoli che questo confronto si svolge nella fase particolare di fine legislatura, ma proprio per questo – hanno concluso Ghiselli, Petriccioli e Proietti – chiediamo coerenza e concretezza, poiché l’unica e ultima possibilità di intervenire è la legge di Bilancio. Il sindacato è mobilitato per conseguire questi importanti obiettivi”.
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#pensioni
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 13, 2017
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Pensionati: TI E’ ARRIVATA LA QUATTORDICESIMA ?
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 12, 2017
Se hai almeno 64 anni e un reddito mensile lordo che non supera i 1.000 euro hai diritto alla 14esima.
SE NON L’HAI RICEVUTA TI POSSIAMO AIUTARE NOI AD OTTENERLA. VIENI IN UNA NOSTRA SEDE SPI CGIL PER FARE LA DOMANDA ALL’INPS.
Argomenti: pensionati, SPI |
25 Vittime Del Lavoro In Toscana Nei Primi 5 Mesi Del 2017 (-6 Su 2016)
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 11, 2017
SCARICA TABELLA DENUNCE MALATTIE PROF.LI
SCARICA TABELLA GENERALE DENUNCE INFORTUNI
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Un vertice, cento questioni
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 11, 2017
Il primo obiettivo di Cgil, Cisl e Uil è interrompere l’innalzamento automatico dell’età pensionabile, previsto dalla riforma del 2011 per adeguarla alla speranza di vita. Nell’audizione di mercoledì 5 luglio alla Commissione Affari costituzionali della Camera, il presidente dell’Istat Giorgio Alleva ha detto che nel 2019 si passerà a 67 anni (dai 66 anni e sette mesi del 2018), con uno scatto di cinque mesi in avanti. Altri tre mesi verranno aggiunti nel 2021, mentre dal 2023 si prevede un incremento di due mesi alla volta: l’età pensionabile sarà di 68 anni e 1 mese nel 2031, di 68 anni e 11 mesi nel 2041 e di 69 anni e 9 mesi nel 2051. La progressione è fortemente contestata dai sindacati che attendono entro breve una risposta del governo: il primo aumento, quello a 67 anni, dovrà essere autorizzato con un decreto interministeriale da emanarsi entro il 1° gennaio 2018.
La Cgil tornerà anche a insistere, spiegano il segretario confederale Roberto Ghiselli e il coordinatore Area welfare Nicola Marongiu, sulla necessità di “una verifica riguardo alla gestione dell’ottava salvaguardia (che consente a determinate categorie di andare in pensione con le vecchie regole, vigenti sino al dicembre 2011, ndr) e di opzione donna (la possibilità per le donne di andare in pensione prima, ndr), evidenziando l’esigenza di un ulteriore intervento per gestire le ultime situazioni aperte, tenendo conto che le risorse utilizzate sono state notevolmente inferiori a quelle preventivate”.
Ma ancora molte sono le questioni da affrontare: la definizione di una “pensione contributiva di garanzia” per i giovani, la copertura contributiva per chi ha svolto un lavoro di cura per familiari anziani o disabili, il rafforzamento della flessibilità nell’accesso al pensionamento nel contributivo, lo sviluppo della previdenza complementare (con la conseguente adozione di misure che favoriscano gli investimenti dei fondi nell’economia reale), la rivalutazione delle pensioni attuali (la proposta Cgil è “di adottare meccanismi a scaglioni”) e l’adeguatezza di quelle future. I sindacati puntano a intensificare i tavoli tecnici per arrivare entro settembre a definire l’intero pacchetto d’interventi, in modo da poterlo poi inserire nella Legge di stabilità 2018.
Qualche novità, però, sembra anche preparare il governo. Nei giorni scorsi ministri e sottosegretari hanno rivelato alla stampa i propositi dell’esecutivo. Le proposte in campo, ancora però non formalizzate, sono il riscatto gratuito della laurea per chi si iscrive all’università nel 2018 (i beneficiari dovrebbero essere 250 mila, per un investimento complessivo di 300 milioni di euro); il riconoscimento di un periodo di contribuzione figurativa aggiuntiva per le mamme, da concedersi per ogni figlio; un intervento di “liberalizzazione” della previdenza integrativa, agevolato dallo Stato mediante sgravi fiscali, che permetta a chi raggiunge i 63 anni e dispone di un fondo pensione di poter chiedere una sorta di pensione anticipata.
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Lavoro: FdV, nel 2016 disoccupazione potenziale ha raggiunto il 18,5%
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 10, 2017
Lavoro: FdV, nel 2016 disoccupazione potenziale ha raggiunto il 18,5%
Oltre 5 mln i disoccupati in Italia. Scacchetti, mercato del lavoro in grave sofferenza. Occorre favorire politiche di crescita dell’occupazione giovanile e femminile
Pubblicato il 08/07/2017 da www.cgil.it
Roma, 8 luglio – In Italia la disoccupazione potenziale è di circa 2 milioni in più rispetto al dato ufficiale. È quanto emerge dal rapporto di ricerca sul mercato del lavoro, elaborato dalla Fondazione di Vittorio, dal titolo ‘La disoccupazione dopo la grande crisi’, aggiornato al 2016.
Per misurare lo stato di salute del lavoro in Italia, la FdV ha elaborato una ulteriore stima della disoccupazione, il tasso di disoccupazione potenziale, utilizzando le rilevazioni della Bce e la percezione degli intervistati della Rilevazione Continua della Forza Lavoro Istat. Nella ricerca, infatti, vengono considerati non solo i disoccupati formalmente riconosciuti, ma anche le persone che all’interno delle forze di lavoro potenziali aggiuntive (FLPA), riferiscono di sentirsi in cerca di occupazione (condizione percepita). Il tasso di disoccupazione schizza così al 18,5%, ben 6,8 punti sopra il tasso ufficiale, e il numero dei disoccupati sale a 5 milioni e 200 mila.
Lo studio fornisce, inoltre, un’analisi comparativa con le rilevazioni della Bce che stimano l’offerta di lavoro reale. Attraverso due metodologie di calcolo diverse si registra in entrambi i casi una disoccupazione italiana superiore al 20%. Il tasso di disoccupazione allargata per i Paesi dell’area euro è pari al 14,6% (4,3 punti sopra il tasso ufficiale) e al 21,8% per l’Italia (circa 10 punti sopra il tasso ufficiale), mentre il tasso di sottoutilizzo della forza lavoro raggiunge il 17,6% per la zona euro e il 23,8% per il nostro Paese (più del doppio del tasso ufficiale di disoccupazione).
“Quale delle tre stime si voglia prendere a riferimento per misurare la disoccupazione effettiva in Italia (23,8%, 21,8%, 18,5%) il valore è molto più alto rispetto al dato ufficiale – sottolinea il presidente della Fondazione di Vittorio Fulvio Fammoni – e conferma quindi che nell’inattività si cela una quota importante di disoccupazione che le statistiche tradizionali non catturano”. Nel rapporto si spiega infatti che il tasso di occupazione italiano, 8,3 punti sotto quello della zona euro, non è compatibile con un tasso di disoccupazione ufficiale solo 2 punti più alto: dati spiegabili solo con la dimensione dell’inattività. “Affinchè il mercato del lavoro italiano abbia un profilo coerente con quello riferito all’eurozona, occorrerebbe – prosegue Fammoni – ridurre drasticamente il numero di disoccupati ufficiali e far emergere una parte consistente della disoccupazione potenziale”.
“Da questa rilevazione – secondo la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti – emerge un quadro di grave sofferenza del mercato del lavoro, distante dalle medie degli altri Paesi europei. Incomprensibili quindi i tanto sbandierati ottimismi sul recupero occupazionale degli ultimi mesi. La crescita non solo non è consolidata, ma è costituita prevalentemente da lavoro povero e debole”. Per la dirigente sindacale “sono state fallimentari le politiche che per favorire la ripresa occupazionale e la crescita del lavoro stabile hanno puntato sulla strada delle decontribuzioni temporanee e generalizzate e sulla deregolamentazione e decontrattualizzazione dei rapporti di lavoro, come nel caso del lavoro occasionale, con l’idea che ciò potesse far emergere il lavoro nero e sommerso”.
“Lo sosteniamo da tempo nel nostro Piano straordinario, è indispensabile – aggiunge Scacchetti – rimettere in moto gli investimenti, pubblici e privati, per favorire la crescita e l’occupazione, in particolare giovanile e femminile, intervenendo così sul lato della domanda di lavoro, come indica la rilevazione della FdV”.
“È determinante investire sulla qualità dell’occupazione, anche in termini di diritti, perché la crescita del lavoro povero alimenta il bacino dei sottoccupati e frena una crescita basata su innovazione, valorizzazione delle competenze, ricerca. Va rafforzato poi – conclude Scacchetti – l’investimento sulle politiche attive, a partire dal ruolo dei centri per l’impiego, cruciali per contrastare gli alti tassi di inattività nelle aree più deboli del Paese e per i soggetti più a rischio”.
Rapporto ricerca completo
Sintesi del rapporto
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