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‘Facciamo insieme un passo di Pace’, in Piazza a Firenze il 21 settembre

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 5, 2014

passo_pace_vol‘Facciamo insieme un passo di Pace’, in Piazza a Firenze il 21 settembre

05/09/2014 » AppelloVolantino

‘Facciamo insieme un passo di Pace’, è questo lo slogan della giornata di mobilitazione nazionale ed internazionale promossa dalla Rete della Pace, a cui la CGIL aderisce, che si terrà a Firenze il prossimo 21 settembre in Piazza Michelangelo alle ore 11.00.

Una iniziativa di mobilitazione straordinaria per fermare le guerre che circondano l’Europa, a partire dalla Palestina, al Medio Oriente, all’Ucraina, ma anche una giornata di riflessione, di conoscenza e di sostegno alla costruzione di un percorso di pace e giustizia.
Da Firenze verrà lanciata, infatti, la piattaforma di richieste e di campagne per un cambio di passo delle politiche dei governi e delle istituzioni internazionali, “il passo di pace che dobbiamo fare è tanto urgente quanto ambizioso e difficile” scrivono i promotori nell’appello (Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci! e Tavolo Interventi Civili di Pace). Firenze sarà il punto di incontro e di ascolto delle testimonianze provenienti dai teatri di guerra e delle voci di chi si oppone in Europa e nel mondo alle politiche di guerra.

La CGIL da sempre impegnata nella costruzione di un percorso di Pace è parte attiva, sia a livello nazionale che locale, per la piena riuscita di questa importante giornata di mobilitazione e nella definizione delle proposte che saranno presentate nel corso dell’evento.

Argomenti: CGIL, manifestazioni, pace |

Pa: Camusso, blocco rinnovo incomprensibile, colpiti soliti noti

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 4, 2014

Carta_rismePa: Camusso, blocco rinnovo incomprensibile, colpiti soliti noti

04/09/2014 da www.cgil.it

Governo sia coerente, mettere al centro tema creazione lavoro

“Non comprendiamo la logica per cui si continua a prorogare il blocco dei contratti. La sensazione è che si seguiti a chiedere ai soliti noti per non toccare altri interessi che invece produrrebbero molte risorse”. Ad affermarlo è il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, oggi in Sardegna, a Buggerru, per ricordare il primo sciopero generale d’Italia del 4 settembre 1904, in merito alla decisione annunciata ieri dal ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, di bloccare ancora il rinnovo dei salari degli statali.“Bisogna decidere che cosa si vuol fare. Il Presidente del consiglio e il governo hanno fatto la manovra sugli 80 euro che noi abbiamo giudicato positivamente, non solo perché era un segno di riconoscimento al lavoro ma soprattutto perché era il segnale che non si esce dalla crisi abbassando i salari e peggiorando le condizioni dei lavoratori. Ecco perché vorremmo coerenza con questa scelta, chiudendo una stagione lunga sei anni che ha portato all’impoverimento delle retribuzioni e delle pensioni. Bisogna mettere al centro il tema della creazione di lavoro: se non si riparte da questo, dal fare investimenti, non possiamo uscire dalla recessione”, conclude Camusso.

Argomenti: CGIL |

Camusso a Renzi: «Ora basta con gli slogan»

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 3, 2014

Camusso_13Camusso a Renzi: «Ora basta con gli slogan»

03/09/2014 Intervista al Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso su Unità.it da www.cgil.it

“Modello tedesco? Sarebbe ora di smetterla con gli slogan e di avviare un discorso ampio, che modifichi gli schemi che abbiamo utilizzato finora, perché il lavoro non può più aspettare”.
Susanna Camusso è appena tornata da un viaggio in Giappone, ed è sorpresa della piega che ha preso il dibattito italiano sull’occupazione. “Cosa vuol dire come la Germania? Se significa universalità delle tutele, salari dignitosi, partecipazione dei lavoratori alle scelte di impresa, professionalizzazione e valorizzazione del lavoro, innovazione, regole contrattuali, riconoscimento reciproco dei ruoli noi ci siamo, siamo pronti da subito a discuterne e a firmare. Se vuol dire lavoro povero e dequalificato – come i mini job – precarizzazione a vita, competizione sul lato dei costi non va bene, ci opporremo. E poi è davvero uno strano dibattito: come si potrebbe coniugare questa idea di lavoro povero e precario con il Jobs Act? La verità è che in questa discussione non si capisce dove si vuole andare, cosa si vuole veramente fare”. E alla fine, nel tourbillon di dichiarazioni, si va a parare sempre lì: l’articolo 18. “Che non è vero che riguarda 3 mila persone – dice il segretario – Questo è un modo di sminuire. Quell’articolo riguarda i diritti fondamentali dei cittadini, e dei lavoratori, diritti che non possono essere soppressi”.

Il premier indica il modello tedesco come modello vincente. Voi non siete d’accordo?
“La prima contraddizione è che il Jobs Act, che nelle prossime settimane sarà in Parlamento, da quando è stato presentato ha mutato più volte faccia e obiettivo. Quando poi si parla di modello tedesco, si lascia tutto nel vago e ci si chiede cosa si voglia veramente intendere. Di cosa si parla? Dei diritti di informazione e di codeterminazione? In quel modello i lavoratori hanno un potere fortissimo, sugli investimenti e sulle scelte aziendali. Si vuol dire che vanno introdotte ulteriori forme di precarietà, questa volta chiamandole mini jobs? Se è così, se si tratta di prendere solo il pezzo che scarica sul lavoro la competizione e i costi, allora meglio lasciar perdere, è un modello che abbiamo già provato e ha fallito. Quando si discute di modelli in astratto senza specificare alcunché, si rischia solo di parlare per slogan. Un modo di fare e di agire che all’Italia non serve. Questo è un Paese che ha legiferato molto sulle regole del lavoro. E’ arrivato il momento di cambiare schema e di cominciare a pensare come creare il lavoro, elaborare un piano serio di investimenti, superare la precarietà, dare stabilità e fiducia alle famiglie”.

Vuol dire che il modello tedesco include altri aspetti?
“Certo. La Germania ha reagito alla crisi con investimenti in ricerca e innovazione, con un modello di istruzione che favorisce l’inserimento al lavoro. Ripeto: non si può prendere un pezzo, riadattarlo e metterlo a casaccio in un altro posto. Così facendo non si rende moderno un sistema, lo si fa solo più farraginoso. Continua a leggere questo articolo »

Argomenti: CGIL |

Occhio alla ricetta!

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 1, 2014

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Argomenti: CGIL, sanità |

Mafia: Cgil, solidarietà a Don Ciotti, al fianco di Libera

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Settembre 1, 2014

LiberaMafia: Cgil, solidarietà a Don Ciotti, al fianco di Libera

31/08/2014

La Cgil esprime “profonda solidarietà” a Don Ciotti per le minacce mafiose di cui è stato oggetto nei mesi scorsi e rivelate quest’oggi da fonti giornalistiche. “La nostra organizzazione – si legge in una nota del sindacato di corso d’Italia – continuerà con determinazione ad essere al fianco di Libera nella lotta alla mafia e a difesa della legalità di questo Paese”.
La Cgil chiede quindi al Governo e al Parlamento che “vengano moltiplicati gli sforzi per individuare efficaci strumenti di contrasto alla criminalità organizzata e, in tal senso, sollecita la rapida approvazione della legge di iniziativa popolare sull’emersione alla legalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alle mafie”, conclude la nota.

Argomenti: CGIL |

Disoccupazione: CGIL, misure sul lavoro non hanno funzionato, bisogna cambiare direzione

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 29, 2014

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29/08/2014 da www.cgil.it

“Non è polemica, sono dati oggettivi, il decreto Poletti sui contratti a termine doveva dare una scossa all’occupazione, noi sostenevamo che avrebbe trasformato altre tipologie in contratti a termine ma senza una politica economica di ripresa della domanda non avrebbe avuto effetti sull’occupazione in valore assoluto e i dati confermano che l’unica cosa che è aumentata è la precarietà”. Così il segretario nazionale della CGIL, Serena Sorrentino, commenta i dati diffusi oggi dall’Istat.

“I dati relativi al mese di luglio – sottolinea la dirigente sindacale – certificano che diminuisce l’occupazione anche rispetto a luglio del 2013 (il tasso di occupazione, pari al 55,6%, infatti, diminuisce di 0,1 punti percentuali sia in termini congiunturali sia rispetto a dodici mesi prima) e che la disoccupazione aumenta (il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 220 mila, aumenta del 2,2% rispetto al mese precedente (+69 mila) e del 4,6% su base annua (+143 mila), anche rispetto al mese di giugno dove si registra un aumento di 0,3 punti percentuali)”.

“Dietro i numeri – aggiunge Sorrentino – c’è un Paese che non solo non riparte ma va indietro proprio sul lavoro che dovrebbe trainare la ripresa. La riforma degli ammortizzatori con garanzie per tutti,  la riduzione della precarietà con un diritto del lavoro più semplice e chiaro, e diritti anche per i precari sono obiettivi che si possono realizzare nel jobs act che ci pare, invece, prosegua su un binario che porta al deragliamento”.

“Ma anche la migliore riforma del lavoro – conclude la sindacalista della CGIL – per avere effetti avrà bisogno di una politica che fa investimenti nei settori pubblici, che hanno una funzione anticiclica e laddove continuiamo ad assistere a tagli, e nel privato, dove onestamente non è che ci sia una politica industriale del Governo inefficace, risulta  proprio non pervenuta”.

Argomenti: CGIL |

“Non è un gioco” – 20 settembre – Palazzetto dello Sport di Siena

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 28, 2014

manifesto SPI CGIL Siena HENDEL 20 sett 14

Argomenti: pensionati, SPI |

CGIL, CISL e UIL Siena rispondono a Campinoti

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 26, 2014

cgil cisl uil siena Siena, 26 agosto 2014 – “A fronte dell’intervista del Presidente di Confindustria avvertiamo la necessità di sottolineare il nostro punto di vista”.

Così esordiscono CGIL, CISL e UIL in merito alle dichiarazioni di Paolo Campinoti lanciate oggi dalle pagine di un giornale locale.

“Al Presidente di Confindustria Siena che afferma che il sindacato ‘vive ancora degli schemi del passato’ – spiegano le sigle sindacali – vorremmo far notare che non è affatto originale. Sono mesi ormai che a livello politico e, più in generale, istituzionale il sindacato è diventato un bersaglio, anzi il bersaglio principale eletto a causa di tutti i mali, o quasi, della crisi che sta attraversando il nostro Paese. Dalla mancanza di volontà della politica nazionale a confronti costruttivi con noi, fino al dimezzamento dei distacchi e dei permessi sindacali nella pubblica amministrazione, l’attacco ai sindacati ha raggiunto livelli forse mai toccati negli ultimi decenni nel nostro Paese. Ci rendiamo conto che trovare il capro espiatorio sia un esercizio salvifico anche per chi non riesce ad ammettere la propria responsabilità nella pessima gestione politica di questa crisi, tuttavia ci saremmo anche stancati di questo ruolo che le altre parti ritengono necessario affibbiarci.”

“Almeno noi – continuano i sindacati – abbiamo la coscienza e il coraggio di assumerci le nostre responsabilità anche di fronte ad accordi che non ci hanno pienamente soddisfatto ed onestamente sentirci apostrofare come soggetti resistenti al cambiamento rasenta l’ironia di una barzelletta anche mal raccontata”.

“Siamo sempre stati in campo – ribadiscono CGIL, CISL e UIL – per il lavoro e l’occupazione, i nostri principali obbiettivi per la collettività, i giovani ed il futuro del territorio. Ciò ci ha mosso anche all’interno dell’azienda di cui il Presidente di Confindustria è proprietario (la Pramac), dove il sindacato che ‘vive l’impresa e l’imprenditore come un nemico’ ha sottoscritto un accordo che ha consentito alla nuova società di essere traghettata nel futuro dopo una vicenda prefallimentare piuttosto complicata.”

“E potremmo fare molti altri esempi – proseguono le organizzazioni sindacali – del nostro impegno e della nostra capacità di rispondere responsabilmente alla crisi che sta ancora colpendo il quadro economico e produttivo della nostra provincia. Più di quindicimila posti di lavoro persi dal 2008, oltre 11.000 disoccupati, aumento del numero dei licenziamenti, il 93,01% delle nuove assunzioni fatte con l’utilizzo di contratti precari. Sarebbero disinteressati e veteri quei sindacati che con centinaia di accordi nelle realtà produttive di tutto il territorio sono riusciti ad evitare che il tema disoccupazione assumesse contorni ben più drammatici?”.

“Una risposta convincente – aggiungono i sindacati – ci pare sia stata data dall’ultimo accordo quadro con MPS, dove è stato riconosciuto finalmente da parte dell’Azienda il valore e la necessità di un costante e proficuo rapporto con i lavoratori ed il sindacato”. Continua a leggere questo articolo »

Argomenti: CGIL |

Lavoro: Cgil twitta, serve una #verasvolta, ora #buonapolitica

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 25, 2014

Bandiera_CGILLavoro: Cgil twitta, serve una #verasvolta, ora #buonapolitica

25/08/2014 “È arrivato #ciaovacanze, ora occupazione e tutele”

Quattro tweet per rivendicare una vera svolta sui temi del lavoro. Svolta possibile mettendo da parte gli annunci, partendo dalla buona politica. E’ in sintesi quanto comunicato oggi dalla Cgil dal suo account ufficiale su twitter. Nel primo dei quattro tweet si legge: “Cgil per una #verasvolta sul lavoro. Più tutele non meno; più occupazione e meno precari. Basta annunci e parole ora ci vuole #buonapolitica”. E poi ancora di seguito, nei restanti tre tweet sempre introdotti dalla frase ‘Cgil per una #verasvolta sul lavoro’, il sindacato di corso d’Italia ‘suggerisce’: “Poche forme contrattuali: tutele crescenti, determinato, somministrazione, lavoro autonomo effettivo, apprendistato”.

Per quanto riguarda il dibattito sulla revisione dello Statuto dei Lavoratori, tema affrontato dal segretario generale Susanna Camusso in una lettera al Corriere della Sera dello scorso 14 agosto dal titolo ‘Statuto più moderno per tutelare anche i precari’, nel terzo tweet si legge: “ La fabbrica si è allargata: rivedere lo Statuto perché tutti i lavoratori abbiano uguali diritti”. Infine, riprendendo l’hashtag lanciato oggi dal premier Renzi, il quarto e ultimo messaggio della Cgil al governo: “È arrivato #ciaovacanze, ora serve #buonapolitica per creare occupazione e tutelare il lavoro”.

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Crisi: Cgil, 650 mln di cassa da inizio anno, 530 mila in cig

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 22, 2014

Assemblea_aceaCrisi: Cgil, 650 mln di cassa da inizio anno, 530 mila in cig

 da www.cgil.it 22/08/2014 Persi in sette mesi 2,5 mld di euro, -4.700 euro in busta

Poco meno di 650 milioni di cassa integrazione, richieste e autorizzate, e per oltre la metà fatte di cassa straordinaria, messe a segno nel periodo che va da gennaio a luglio. Un monte ore di cig che relega in cassa a zero ore circa 530 mila lavoratori da inizio anno, che hanno subito un taglio del reddito pari a 2,5 miliardi di euro, ovvero quasi 4 mila e 700 euro netti in meno in busta paga per ogni singolo lavoratore. Questi alcuni dati delle elaborazioni delle rilevazioni Inps da parte dell’Osservatorio Cig della Cgil Nazionale nel rapporto di luglio.

 Secondo il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, “ancora una volta registriamo un trend medio di ore richieste, stabile da anni sulle 80 ore al mese, che punta anche per quest’anno a superare la soglia di un miliardo di ore. Un segnale inequivocabile di una crisi strutturale, come emerge chiaramente dall’andamento della cassa straordinaria”. Per la dirigente sindacale di corso d’Italia “difesa e rilancio del sistema produttivo, tutela e creazione di lavoro, devono essere il binomio strategico per portare il paese fuori dalla crisi. Meccanica, commercio e edilizia, risultano essere i settori più colpiti. Il governo non perda altro tempo e rilanci subito una politica industriale”. I dati della Cgil, infatti, prosegue Sorrentino, “ci dicono che sempre di più bisogna agire con urgenza: il lavoro, la sua centralità, sono la sola via per offrire al paese una prospettiva positiva. Eppure in questi giorni di tutto, e del suo contrario, si sta discutendo tranne che dell’emergenza occupazione, ovvero del bisogno non di intervenire ancora una volta sulle regole ma di determinare piani per creare occupazione”.

Dati cig luglio – Dall’analisi di corso d’Italia si rileva come il totale di ore di cassa integrazione a luglio sia stato pari a 79.530.285 di ore richieste e autorizzate, in aumento sul mese precedente del +6,74%. Nei primi sette mesi dell’anno si sono registrate 642.030.774 ore di cig per un -7,78% sullo stesso periodo dello scorso anno. Nel dettaglio emerge che la cassa integrazione ordinaria (cigo) cala a luglio su giugno del -9,68%, per un totale pari a 20.234.728 di ore. Da inizio anno la cigo invece ha raggiunto quota 162.220.949 di ore per un -29,86% sul periodo gennaio-luglio del 2013. Continua a leggere questo articolo »

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