cgil siena

Verso lo sciopero

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 25, 2011

Argomenti: CGIL |

6 settembre Sciopero Generale ‘un’altra manovra è possibile’

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 24, 2011

CGIL: 6 settembre Sciopero Generale ‘un’altra manovra è possibile’
Cento manifestazioni territoriali accompagneranno le 8 ore di astensione dal lavoro. Il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, ha presentato oggi nel corso del presidio davanti al Senato la ‘contromanovra’ elaborata dalla Confederazione, proposte alternative per contrastare la crisi che tengono conto dell’equità e della crescita
» La contromanovra della CGIL, le proposte alternative per contrastare la crisiSchede
» VIDEO: su CGILtv Intervista Susanna Camusso» Le Schede
» Il manifesto dello sciopero
24/08/2011 da www.cgil.it

Uno Sciopero Generale, quello proclamato dalla CGIL per mercoledì 6 settembre, che si rende necessario per cambiare il forte segno di iniquità della manovra del 13 agosto, che da ieri è all’esame della Commissione bilancio del Senato. La decisione della Confederazione di lanciare lo Sciopero Generale, come spiegato da Susanna Camusso, Segretario Generale della CGIL, oggi in presidio davanti a Palazzo Madama, insieme ad una numerosa delegazione del sindacato di Corso d’Italia, si è resa necessaria di fronte ad una manovra “bugiarda”, che non “permetterà al paese di raggiungere gli obiettivi dichiarati per i pareggi di bilancio, perchè profondamente depressiva”. “Sappiamo benissimo – ha proseguito Camusso – che stiamo chiedendo un sacrificio straordinario ai lavoratori, ma un sacrificio straordinario va chiesto di fronte ad una situazione straordinaria, e lo chiediamo oggi per non avere una condizione sbagliata domani”.

Cento manifestazioni territoriali accompagneranno lo Sciopero Generale del 6 settembre che sarà di 8 ore per ogni turno di lavoro. Una grande mobilitazione per chiedere l’immediato ritiro di una manovra che “non favorisce la crescita e fa pagare solo ai contribuenti onesti” e per sostenere delle proposte alternative di contrasto alla crisi, come quelle presentate oggi dalla CGIL nel corso della conferenza stampa davanti al Senato, perchè “un’altra manovra è possibile”.

La ‘contromanovra’ elaborata dalla Confederazione, come spiega Camusso ai microfoni della CGILtv “vuole tener conto dell’equità e della giustizia fiscale e indica dove trovare le risorse utili, costruendo contemporaneamente risposte per la crescita a partire dall’occupazione giovanile”. La CGIL accusa il Governo di aver varato una manovra che aumenta le tasse, soprattutto sui redditi da lavoro dipendenti e da pensione, sui redditi medio bassi e sui contribuenti onesti, per questo propone una maggior equità attraverso la tassazione dei redditi diversi quelli ‘fissi’ a cominciare dai grandi patrimoni e da una vera lotta all’evasione fiscale e contributiva. In particolare, nella ‘contromanovra’ la CGIL rivendica un’imposta ordinaria sulle grandi ricchezze, con un’aliquota progressiva solo sulla quota che eccede gli 800mila euro; un’imposta straordinaria sui grandi immobili, il cui valore netto superi la soglia degli 800mila euro; un ‘contributo di solidarietà’ su tutti i redditi; l’aumento della tassa di successione per incentivare l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. Inoltre, la CGIL vuole contrastare il carattere depressivo del decreto e propone un fondo per la crescita e l’innovazione da destinare ad un piano energentico nazionale, a politiche di green economy, alla ricerca e allo sviluppo e ad una seria politica industriale per il Mezzogiorno. Come più volte ribadito dalla leader della CGIL, il Consiglio dei ministri ha varato una manovra “bugiarda” perchè “dice di tagliare i costi della politica, ma in realtà fa solo demagogia, riducendo gli spazi di democrazia, con i tagli agli enti locali, senza intervenire sulle risorse nazionali”, per questo è importante, ribadisce la CGIL nella sua ‘contromanovra’, “il taglio lineare ed immediato di tutti i vitalizi di politici e amministratori pubblici”.

Minacciata dalla manovra anche la “natura e l’identità del nostro Paese” ha avvertito Camusso, è un provvedimento, spiega, “che senza dirlo introduce la norma di licenziamento senza giusta causa, interferendo nella libertà di contrattazione dei sindacati” e “tenta di cancellare le festività del 25 aprile, del 1° maggio e del 2 giugno, si vuole cambiare la sua storia e le sue gloriose radici che risiedono nella Liberazione e nella costituzione della Repubblica”. A questo proposito il Segretario Generale ha ricordato la petizione popolare che la CGIL ha promosso per preservare la memoria e l’identità dell’Italia, che ad oggi ha raccolto quasi 30mila firme. Con lo Sciopero Generale del 6 settembre la CGIL vuole sostenere tutto questo e quindi più crescita, più occupazione e più sviluppo.

Argomenti: CGIL |

La CGIL proclama per il 6 settembre lo Sciopero Generale contro la manovra

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 23, 2011

La CGIL proclama per il 6 settembre lo Sciopero Generale contro la manovra
Al via la mobilitazione della Confederazione contro la manovra di Ferragosto. Domani ore 9 presidio davanti al Senato. Prevista in piazza conferenza stampa con Susanna Camusso che illustrerà le proposte alternative della CGIL e le modalità dello Sciopero Generale. Raggiunte quasi 16mila firme a difesa delle feste del Lavoro, della Liberazione e della Repubblica
» Firma anche tu

» La contromanovra della CGIL, le proposte alternative per contrastare la crisi

23/08/2011 da www.cgil.it

La Segreteria Confederale della CGIL, a conclusione della riunione dei segretari generali di categoria e territoriali sulla base del mandato ricevuto dal Direttivo nazionale dell’11 e 12 luglio, ha indetto per martedì 6 settembre uno sciopero generale di 8 ore per ogni turno contro (e per cambiare) la manovra iniqua e sbagliata del governo.

Prende il via in Commissione Bilancio del Senato l’esame della manovra economica che lo scorso 13 agosto ha ricevuto il via libera dal Consiglio dei Ministri. Un provvedimento da oltre 45 miliardi che andrà a sommarsi ai 47 dell’intervento di luglio, per un impatto complessivo che supererà i 90 miliardi da qui al 2013 e che la CGIL, fin da subito, ha fortemente contrastato poiché ritiene essere nella forma “depressivo, socialmente iniquo, innefficace e antisindacale” e contro il quale ha rafforzato la sua mobilitazione, proclamando per martedì 6 settembre uno sciopero generale di 8 ore per ogni turno.

La protesta inizierà domani, 24 agosto alle ore 9, davanti alla sede del Senato con un presidio proclamato dalla Confederazione, al quale parteciperà, insieme ai componenti della Segreteria Nazionale, il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso. Prevista in piazza per le ore 11 la conferenza stampa della leader del sindacato di Corso Italia, la quale illustrerà  le proposte alternative della CGIL e le ragioni e le modalità dello Sciopero Generale promosso oggi. Come spiegato dalla CGIL, la completa bocciatura della manovra sta nel fatto che con questo provvedimento si “condanna il paese alla recessione e alla disgregazione sociale” per difendere invece “le grandi ricchezze e gli interessi che rappresentano la base di consenso del Governo”.

In particolare per la CGIL la manovra è “depressiva” e “socialmente iniqua”, perchè non viene destinata alcuna risorsa né alla crescita, né all’occupazione, mentre i redditi e i consumi dei cittadini continuano a ridursi. Per la CGIL ad essere colpiti dal provvedimento sono, ancora una volta, i soggetti sociali più deboli: lavoratori, pensionati, famiglie, mentre si continua ad evitare di intervenire sull’evasione fiscale, sulle rendite finanziarie e sulle grandi ricchezze. Il decreto del 13 agosto oltre ad essere “inefficace” perchè, come spiega la CGIL, “non affronta in maniera strutturale le cause del deficit, né pone le basi per ridurre realmente il debito”, possiede “caratteri antisindacali” in quanto “pretende di cancellare per legge uno strumento di regolazione generale dei diritti dei lavoratori come il Contratto Nazionale di lavoro”.

La manovra di ferragosto prevede, infatti, che gli accordi aziendali possano regolare le condizioni di lavoro in deroga al CCNL e alle leggi anche in materia di licenziamento. Per la CGIL questa norma rappresenta un “nuovo gravissimo taglio ai diritti dei lavoratori”. E’ proprio sull’articolo 8 del decreto (‘misure a sostegno dell’occupazione’) che la CGIL si sofferma nella lettera inviata a CISL e UIL, il 22 agosto scorso. Alle due Confederazioni la CGIL apre una serie di questioni: “L’art. 8 della manovra non è un attacco alla autonomia delle parti?”, “Non è forse chiaro che trasformare l’art. 18 in materia contrattabile di non meglio identificate ‘rappresentanze sindacali operanti in azienda’, mina l’efficacia dell’articolo stesso?”, “Non è forse evidente che una norma che non si basa sulla rappresentanza, e affida poteri su tutte le materie fuori dai contratti, è la proliferazione di qualunque forma di sindacalismo ed un attacco esplicito al sindacato confederale?”.

Altra scelta contenuta nella manovra e fortemente criticata dalla CGIL è quella di spostare o accorpare alla domenica le festività civili e laiche, per la CGIL significa “colpire l’identità e la storia del nostro Paese, indebolirne la memoria”, rappresenta, prosegue “un grave limite per il futuro”, producendo per altro un “irrisorio beneficio economico”. Per questo motivo la CGIL ha deciso di lanciare una petizione popolare a difesa delle feste della Liberazione, del Lavoro e della Repubblica. Raggiunte al momento quasi 16mila firme.  E’ possibile firmare la petizione sul sito della CGIL (www.cgil.it) o direttamente presso le diverse sedi delle Camere del Lavoro dietro le parole “alziamo insieme la nostra voce perché l’identità ed il futuro dell’Italia sono un bene indisponibile ad ogni manipolazione”.

Argomenti: CGIL |

FIRMA la petizione popolare per salvare le festività civili e laiche

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 23, 2011

CONTRO UNA MANOVRA INGIUSTA

Petizione popolare per salvare le festività civili e laiche
Festa della liberazione, del Lavoro e della Repubblica: nessuno cambi data a giornate che parlano all’identità ed ai valori laici del nostro Paese. La proposta del Governo, contenuta nel DL 138, è sbagliata e discriminatoria

Firma la petizione per salvare le festivita civili e laiche

Argomenti: CGIL |

TICKET SANITARI – Istruzioni per la comprensione

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 22, 2011

ticket

dal sito della Regione Toscana, la brochure informativa

Argomenti: CGIL, sanità |

CGIL: Lettera aperta a CISL e UIL

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 21, 2011

Lettera aperta a CISL e UIL
La CGIL scrive a CISL e UIL per porre alcune domande sui temi della manovra economica varata dal governo e sul futuro del mondo del lavoro nel nostro Paese
19/08/2011 da www.cgil.it

Cari amici di Cisl e Uil,

usiamo una forma inusuale, ma sicuramente la situazione non è ordinaria, per porvi pubblicamente qualche domanda, per ritrovare qualche coerenza nelle scelte del sindacato confederale in una fase così difficile.
La situazione che stiamo attraversando, è molto grave, la crisi mondiale spiega solo in parte il nostro Paese, che è in forte declino ed ha alle spalle tre anni, persi dal Governo a negare la crisi.

Il giudizio sulla negazione della crisi ed i provvedimenti sbagliati, l’ossessione del Governo per la rottura dell’unità sindacale, ci hanno visto divisi in questi anni, in particolare, per l’operato del Governo sulle questioni del lavoro.
Infatti, fin dalla terz’ultima manovra all’idea di difendere nelle pubbliche amministrazioni il potere contrattuale, quanto meno sulle problematiche organizzative e sulle condizioni di lavoro, si è da parte vostra preferito sostenere la legge 150 e la conseguente negazione della contrattazione.

Ma fingiamo per un attimo che tutto ciò sia il passato, ora siamo di fronte ad una terza manovra, con caratteri di iniquità che pensavamo inarrivabili.
E’ evidente, dai commenti degli ultimi giorni, che i giudizi sono – se possibile – ancora più distanti, leggiamo che avremmo dovuto aprire una discussione cauta, diplomatica….. Vorremmo dirvi, che discussioni ne abbiamo fatte molte, sempre proposte da noi, ma efficacia ne abbiamo vista poca.

Soprattutto, vorremmo sottolineare che siamo per le discussioni esplicite e trasparenti, che comunque sono meglio degli incontri “clandestini e secretati” che contraddicono quanto si fa “insieme” ed in “pubblico”.

Siamo alla ricerca di risposte, e ci scusiamo se utilizziamo un’intervista del Segretario Bonanni, il 12 agosto sul Corriere della Sera veniva dichiarato: “siamo sempre stati contrari ad ogni ingerenza del legislatore. Quelle norme hanno funzionato proprio grazie all’accordo tra le parti sociali. Se si ritiene che il mercato del lavoro debba essere ancora più regolato, la soluzione va ancora una volta ricercata tra noi. Con questo bipolarismo c’è il rischio che tutto diventi la tela di Penelope oggi il centro destra fa così, domani arrivano gli altri e cambiano…….e lo stesso discorso vale per qualsiasi eventuale, insensata modifica dell’art. 18”.

Possiamo chiedervi cosa è cambiato il 13 agosto alla presentazione della manovra?

L’art. 8 della manovra non è un attacco alla autonomia delle parti?

Non è un tentativo di cancellare, perché cambia la gerarchia delle fonti, l’intesa del 28 giugno con Confindustria?

Non è forse chiaro che trasformare l’art. 18 in materia contrattabile di non meglio identificate “rappresentanze sindacali operanti in azienda”, mina l’efficacia dell’articolo stesso?

Non è forse evidente che una norma che non si basa sulla rappresentanza, e affida poteri su tutte le materie fuori dai contratti, è la proliferazione di qualunque forma di sindacalismo ed un attacco esplicito al sindacato confederale?

Ed ancora, da quando una legge può rendere vigente retroattivamente un accordo sindacale separato e che prevede l’esclusione di una grande organizzazione sindacale?

Non eravate voi che respingevate l’ipotesi che fosse la legge a definire il solo voto dei lavoratori perché lesivo della funzione delle associazioni sindacali?

Abbiamo più volte discusso della necessità che sui costi della politica non si finisse nel qualunquismo e nella riduzione degli spazi di partecipazione, non possiamo dire che la manovra da invece una risposta demagogica perché taglia, senza neanche indicare i risparmi, Comuni e Province senza nessun criterio? Inoltre, si scaricherà sui cittadini (a reddito da lavoro dipendente e pensione) perché non agisce sull’efficacia, ma anticipa il federalismo fiscale a compensazione dei tagli agli enti locali previsti nella manovre.

Altre domande ci vengono sull’accanimento sulle municipalizzate, sull’aggressione agli enti locali mentre nulla si dice sulle consulenze dei ministeri e sulle nomine politiche in sanità.

Forse, nel frattempo, si fa strada l’idea dello stato minimo?

Potremmo parlare di collocamento obbligatorio e dei reparti confino per i disabili?

Abbiamo visto che sui lavoratori pubblici ci sono punti di sintonia, ma come portiamo avanti queste rivendicazioni?

Come si fa a dire che i deboli sono risparmiati dalla manovra quando i tagli saranno tutti sui servizi?

Certo ci vuole una vera riforma degli assetti istituzionali, si può fare una proposta comune e decidere di sostenerla?

Delega assistenza e fisco, sappiamo, che è costruita per far cassa e non per abbassare la pressione fiscale? Possiamo ricostruire una piattaforma sul tema?

Le fasi di divisioni sono difficili per tutti, bisogna governarle perché non si traducano in comportamenti inaccettabili e lesivi del dovuto rispetto reciproco, rispetto alle persone e alle organizzazioni. Pluralismo e democrazia richiedono innanzitutto rispetto, e la Cgil farà di tutto perché non venga meno, ma vorremmo suggerirvi che se la Cgil, in assenza di scelte unitarie, prende una decisione così seria come lo sciopero generale, lo fa perché guarda al Paese, ai lavoratori, ai pensionati.

Non siamo abituati a guardare dal buco della serratura in casa di altri, ci aspettiamo lo stesso rispetto.

Scusandoci per la schematicità, vorremmo ribadire che lo scopo di questa riflessione e di queste domande è l’incrollabile volontà di costruire una proposta ed un’iniziativa comune.

Segreteria Cgil

Argomenti: CGIL |

Manovra: CGIL, al via petizione per salvare feste civili

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 20, 2011

Manovra: CGIL, al via petizione per salvare feste civili
Norma va cancellata per preservare memoria e identità paese
19/08/2011 da www.cgil.it

Spostare o accorpare alla domenica le festività civili e laiche “colpisce l’identità e la storia del nostro Paese, ne indebolisce la memoria e rappresenta un grave limite per il futuro”, producendo per altro un “irrisorio beneficio economico”. Per cancellare questa scelta contenuta nella manovra la CGIL lancia oggi una petizione per salvaguardare le tre ricorrenze in discussione – il giorno della Liberazione, quello del lavoro e quello della Repubblica – che si potrà firmare sul sito della CGIL   www.cgil.it (a partire da domani mattina) o direttamente presso le Camere del lavoro sul territorio.

La segreteria nazionale della CGIL in una nota sottolinea, infatti, come “in un provvedimento iniquo, e che noi contrastiamo con forza, si colloca così anche una norma che colpisce l’identità e la storia del nostro Paese, ne indebolisce la memoria e rappresenta un grave limite per il futuro”. Le ricorrenze civili, spiega il sindacato di corso d’Italia, “vanno celebrate con attenzione e rispetto, perché parlano a tutti, alla ragione stessa del nostro stare insieme, e perché i valori che esse affermano non siano ridotti ad un momento residuale”.

Il 25 aprile, il 1° maggio e il 2 giugno, ovvero “il ricordo della Liberazione del nostro Paese da una dittatura feroce e sanguinaria; la celebrazione del Lavoro come strumento di dignità per milioni di donne e uomini che con la loro fatica ed intelligenza consentono al Paese di progredire; la celebrazione del passaggio alla Repubblica parlamentare”, sono “tappe fondamentali che non intendiamo consentire vengano cancellate”. Per altro, sottolinea ancora la segreteria CGIL, “mentre irrisorio è il beneficio economico che ne deriverebbe, i costi civili sul versante della memoria e dell’identità sarebbero, se la norma venisse confermata, di gran lunga maggiori. Inoltre, è sufficiente un confronto con altre situazione per vedere come l’Italia è un Paese che ha un numero contenuto di festività civili e come in altri Paesi le ricorrenze civili siano celebrate e custodite con attenzione”.

Da queste considerazioni nasce per la CGIL la convinzione che “bisogna che ognuno di noi si faccia carico di dire la propria contrarietà a questa previsione e di farla dire al maggior numero di cittadini possibile: tante sono le gravi conseguenze dei contenuti della manovra, quella che riguarda le festività civili non è da meno”. Per questo a partire da domani mattina e per i prossimi giorni sarà possibile firmare la petizione sul sito della CGIL ( www.cgil.it ) o direttamente presso le diverse sedi delle Camere del Lavoro dietro le parole “alziamo insieme la nostra voce perché l’identità ed il futuro dell’Italia sono un bene indisponibile ad ogni manipolazione”.

In basso il testo della petizione e le festività di alcuni paesi a confronto

__________________
Testo petizione

NON CANCELLATE IL GIORNO DELLA LIBERAZIONE DEL NOSTRO PAESE; IL GIORNO DEL LAVORO; IL GIORNO DELLA REPUBBLICA

FIRMA ANCHE TU

Onorevoli parlamentari,
i sottoscritti cittadini chiedono che il Parlamento cancelli il comma 24, art. 1, del Decreto Legge 13 agosto 2011, n. 138, “Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”, nel quale si prevede per tre importanti ricorrenze civili (25 aprile; I maggio; 2 giugno) una diversa collocazione o l’accorpamento ad una domenica.
Questa scelta è sbagliata perché si colpiscono giornate che celebrano i tratti costitutivi, l’identità, la memoria del nostro Paese; discriminatoria perché il numero maggiore di festività infrasettimanali sono di carattere religioso ed il nostro Paese è fra quelli che ha meno ricorrenze civili e laiche; strumentale perché produce un beneficio economico irrilevante a fronte di un costo civile e democratico particolarmente consistente; irragionevole perché non corrisponde ad alcun criterio di equità politica e sociale.

Clicca per firmare
____________________
Le festività di alcuni paesi a confronto

Italia – 9 festività religiose (Santa Madre di Dio; Epifania; il Lunedì dell’Angelo; Assunzione; Tutti i Santi; Immacolata Concezione; Natale; Santo Stefano; il Santo Patrono) e 3 ricorrenze civili (Liberazione; Festa del Lavoro; Anniversario della Repubblica).

Francia – 6 festività religiose e 5 civili (Giorno dell’anno; Festa del Lavoro; Festa della Vittoria; Presa della Bastiglia; Armistizio).

Spagna – 9 festività religiose e 4 festività civili (Capodanno; Festa del Lavoro; Festa nazionale spagnola; Giorno della Costituzione spagnola).

Stati Uniti – 2 festività religiose e 10 festività civili (fra le quali, il compleanno di Lincoln; il compleanno di Martin Luther King; il Memorial Day; l’Independence Day; la Festa del Ringraziamento).

Giappone – 16 festività civili (fra le quali, la Festa della Fondazione dello Stato; la Festa della Costituzione; la Festa del popolo; la Festa della Cultura; la Festa del Lavoro; il compleanno dell’imperatore).

Argomenti: CGIL |

Manovra: nota della Segreteria Nazionale della CGIL sui provvedimenti del governo

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 15, 2011

Manovra: nota della Segreteria Nazionale della CGIL sui provvedimenti del governo
Bocciatura completa per la manovra da parte della CGIL. In un documento il sindacato di Corso d’Italia definisce il provvedimento ”depressivo” e che ”condanna il paese alla recessione e alla disgregazione sociale” per il suo tratto di inquita’
» Il testo della manovra economica elaborata dal governo
» Camusso, colpiti i più deboli e chi paga le tasse contro questa manovra sarà scioperoIntervista su ‘la Repubblica’
14/08/2011 da www.cgil.it

La manovra del Governo riassume in sé tutte le negatività che avevamo previsto e tentato di scongiurare, assieme alle altre parti sociali.

Con questa manovra il Governo condanna il paese alla recessione e alla disgregazione sociale per difendere le grandi ricchezze e gli interessi che rappresentano la sua base di consenso.

Con questa manovra le chiacchiere sulla riduzione delle tasse e sul federalismo giungono al capolinea. La manovra del Governo impedisce alle Regioni e ai Comuni di svolgere le funzioni proprie previste dalla Costituzione.

La manovra del Governo è:

  • depressiva, in quanto non destina risorse alla crescita né all’economia né all’occupazione, riduce il reddito e i consumi dei cittadini, mancano totalmente gli investimenti, impedisce agli enti territoriali virtuosi di impegnare le loro risorse per rilanciare le opere pubbliche e il tessuto delle imprese locali;
  • socialmente iniqua poiché colpisce lavoratori, pensionati, famiglie, soggetti sociali deboli e non ha il coraggio di intervenire sull’evasione fiscale, sulle rendite finanziarie, sulle grandi ricchezze;
  • centralista anche se riduce il perimetro dello Stato, poiché ignora le obiezioni e le proposte che sono giunte dal paese attraverso le parti sociali, le Regioni, le Autonomie locali, salva gli enti nazionali inutili e colpisce indiscriminatamente il pubblico impiego;
  • istituzionalmente scorretta in quanto interviene per decreto senza motivi di urgenza in campi affidati alla autonomia delle parti sociali;
  • velleitaria e antisindacale in quanto pretende di cancellare per legge uno strumento di regolazione generale dei diritti dei lavoratori come il Contratto Nazionale di lavoro;
  • costituzionalmente dubbia in quanto discrimina tra persone riducendo le garanzie di pari opportunità dei soggetti più deboli e incentiva la violazione della legislazione esistente;
  • inefficace in quanto non affronta in maniera strutturale le cause del deficit, ne’ pone le basi per ricostruire avanzo primario e ridurre realmente il debito;
  • provvisoria e improvvisata, in quanto non è in grado di scongiurare ulteriori declassamenti del Paese e ulteriori costi di rientro nei parametri richiesti dall”Europa;
  • sbagliata in quanto nasconde dietro le richieste della Bce scelte ideologiche che non hanno nulla a che vedere con il riequilibrio e le riforme strutturali (richieste peraltro dalla stessa Europa) per la crescita;
  • confusa e indeterminata negli obbiettivi e negli effetti presentati.
La CGIL nei prossimi giorni definirà una propria proposta per dimostrare che, con gli stessi saldi previsti dal Governo, si può ragione di equilibrio dei conti e crescita.

La CGIL, di fronte allo spregio della forma, delle norme costituzionali, delle situazioni reali di vita delle persone e delle famiglie fa appello alle altre organizzazioni sindacali, alle forze sociali, alle Istituzioni più vicine alle comunità, al mondo dell’associazionismo e del volontariato e della cooperazione sociale per opporsi alla iniquità delle decisioni del governo e per impedire la disgregazione della società italiana.

La CGIL valuterà  le forme della mobilitazione più opportune per cambiare il segno economico e sociale dei provvedimenti del Governo Berlusconi.

Argomenti: CGIL |

Manovra: Camusso, colpiti i più deboli e chi paga le tasse contro questa manovra sarà sciopero

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 14, 2011

Manovra: Camusso, colpiti i più deboli e chi paga le tasse contro questa manovra sarà sciopero
In una intervista al quotidiano ‘la Repubblica’ il Segretario Generale della CGIL critica le “misure ingiuste” adottate dal Governo e la mancanza di norme sulla crescita. Camusso afferma “sullo sciopero generale decideremo il 23 agosto e lo proporremo anche a CISL e UIL”
14/08/2011 da www.cgil.it

Segretario Camusso, lei mercoledì scorso, dopo l’incontro con il governo, parlò di possibile sciopero generale contro la manovra economica in preparazione. Ora il decreto legge dei sacrifici è stato approvato: l’ipotesi dello sciopero si avvicina o si allontana?
«Dopo l’incontro con il governo dissi una cosa precisa: se la manovra avesse avuto tratti di forte iniquità noi l’avremmo contrastata anche con lo sciopero generale».

E ora cosa dice?
«Ora lo confermo. E aggiungo che il 23 agosto ci sarà una riunione straordinaria dei segretari generali delle categorie e delle strutture territoriali della CGIL per decidere la data della mobilitazione».

Quindi proclamerete lo sciopero?
«Non vedo un altro modo per cambiare l’iniquità di questa manovra».

Ma in un momento di emergenza nazionale, in cui da più parti si invoca la coesione, il ricorso al conflitto le sembra la soluzione più efficace?
«Guardi, questo è un interrogativo che, ovviamente, ci siamo posti anche noi. Siamo assolutamente coscienti e convinti che sia purtroppo necessario un intervento sui conti pubblici. A questa situazione ci hanno portato anche i tre anni passati durante i quali il governo ha negato la gravità della crisi. Così come ci è assolutamente chiaro che né le politiche monetariste europee, né gli interventi a livello mondiale, abbiano interferito con le ragioni che hanno provocato la crisi. L’appello di tutte le parti sociali nasceva da questa premessa. C’era uno sforzo comune per provare a costruire un quadro differente e soprattutto offrire una prospettiva al paese. E invece, per quel che finora si è potuto capire data la scarsezza delle informazioni da parte del governo, questa manovra “parla” solo a chi le tasse le paga già. Dall’altra parte i tagli agli enti locali mettono in discussione le prestazioni ai cittadini e, come sempre, in particolare ai più deboli. Continuo: colpire il lavoro pubblico è diventato uno sport nazionale, ma ora lo si fa con modalità mai viste. Ora la retribuzione stessa di un impiegato pubblico (la tredicesima non è altro che una parte della retribuzione) dipende dal comportamento del suo dirigente o addirittura da quello dello stesso ministro. Ma ci rendiamo conto? Davvero, è come se il governo, o qualche suo ministro, anziché porsi il problema di come tirare fuori dai guai il Paese, approfittasse della situazione per esercitare una sorta di vendetta nei confronti di chi lo ha contrastato».

Proporrete a CISL e UIL di scioperare con voi?
«Certo. L’abbiamo già detto e lo ribadiamo. A lavoratori e pensionati si chiedono sacrifici al di sopra delle loro stesse possibilità».

Pur tuttavia i dipendenti con reddito superiore ai 90 mila euro l’anno sui quali grava il contributo di solidarietà non sono esattamente la vostra base.
«La CGIL non ha mai ragionato in termini di contrapposizioni tra lavoratori. Siamo stati i primi, e lo rivendichiamo, ad aver proposto un contributo straordinario sui redditi superiori ai 150 mila euro, ma ciò che fa orrore nell’operazione del governo è che si colpisce esclusivamente chi già paga le tasse. Questo è ingiusto. Perché chi evade continuerà a guadagnare da tutto questo? Perché chi, evadendo, si è costruito grandi patrimoni immobiliari, viene salvaguardato?».

Per avere entrate certe non si può che andare a prendere i soldi dal reddito fisso. Anche gli altri Paesi europei l’hanno fatto.
«Già, ma non hanno fatto solo questo. La verità è che da noi si continua a proteggere una parte del Paese che per mille ragioni contribuisce alla situazione di difficoltà in cui ci troviamo, semplicemente perché evade. E la crescita? Dove sono le misure per la crescita?».

Per incrementare la produttività, le feste laiche nazionali si celebreranno sempre di domenica.
«E´ una misura a dir poco umoristica. Dicono che così fanno anche gli altri Paesi. Quali? Forse la Francia, la Germania o la Gran Bretagna rinunciano a festeggiare le loro ricorrenze nazionali se cadono durante la settimana? E il primo maggio è dovunque la festa del lavoro, con la sola eccezione dei paesi nei quali vige una dittatura».

Il governo ha anche trasferito in legge l’accordo con la Confindustria sulla contrattazione e la democrazia sindacale.
«Non c’è stato alcun trasferimento. No, no e no. Il governo ha fatto un’altra cosa: ha stravolto quell’intesa. Così vuol far saltare a piè pari il contratto nazionale. L’accordo tra le parti sociali è stata una soluzione di equilibrio tra diverse posizioni, qui c’è la volontà di qualcuno di affermare la sua tesi, secondo cui si può fare a meno del contratto nazionale».

Quel “qualcuno” è il ministro Sacconi?
«Sì. Ed è la prima volta che un fatto del genere accade nelle relazioni industriali».

L’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori non è stato toccato. Decideranno le parti, di volta in volta, se derogare alla norma che protegge dai licenziamenti senza giusta causa. Perché la CGIL è contraria?
«Questo è un vero pasticcio. I diritti dei lavoratori dipenderanno dalle condizioni della propria azienda. Chiederemo al Parlamento di cambiare anche questa norma. C’è il rischio concreto di una proliferazione di “accordi pirata”, firmati da sindacati di comodo. Queste sarebbero le misure per la crescita?».

Resta il fatto che questa manovra è stata in buona parte imposta dalla BCE. C’è una lettera firmata da Jean-Claude Trichet e Mario Draghi.
«Io quella lettera non l’ho letta pur avendo chiesto al governo che la rendesse pubblica. Penso che la BCE abbia chiesto di anticipare il pareggio di bilancio nel 2013, ma non abbia detto come raggiungerlo».

Quale pensa che sarà martedì, alla riapertura dei mercati, il giudizio degli investitori sulla manovra?
«Non voglio pensarci. Sono preoccupata. Spero comunque che l’Italia non sia sottoposta a una nuova ondata speculativa».

Argomenti: CGIL |

Manovra: CGIL, gravissimi tagli a diritti lavoratori

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 13, 2011

Manovra: CGIL, gravissimi tagli a diritti lavoratori
In merito ai provvedimenti sulla parte lavoro contenuti nella manovra ‘anti crisi’varata dal Governo, la Confederazione avverte “si ribalta l’accordo del 28 giugno” e si “introduce un criterio di retroattività, pagando così la cambiale da tempo promessa alla FIAT”. Per la CGIL si tratta di norme “norme sbagliate, ideologiche e punitive” che non sostengono l’occupazione dei giovani
13/08/2011 da www.cgil.it

“In una manovra ancora più sbagliata e iniqua si usa la crisi per nuovi gravissimi tagli ai diritti dei lavoratori”. E’ il commento del Segretario Confederale della CGIL, Fulvio Fammoni, sulla parte lavoro della manovra ‘anti crisi’. “Solo così, se i testi saranno confermati, si possono leggere le norme che si ha il coraggio di chiamare ‘a sostegno dello sviluppo e dell’occupazione’”, aggiunge.

Il dirigente sindacale nel ricordare come le parti sociali avevano chiesto di non intervenire, afferma “ma il governo se ne infischia e annuncia il ribaltamento dell’accordo del 28 giugno che prevedeva la sovra ordinazione dei contratti nazionali sul resto della contrattazione”. Con le nuove disposizioni, spiega Fammoni, “i contratti sottoscritti a livello aziendale (anche da rappresentanti aziendali di comodo e senza il voto dei lavoratori?) potrebbero operare in totale deroga ai contratti nazionali e addirittura alle ‘disposizioni di legge vigente’”.

Inoltre, prosegue il sindacalista, “sono previste tutte le materie possibili e naturalmente anche il tema della libertà di licenziamento e dell’articolo 18: l’ossessione del ministro del Lavoro”. E come al solito, fa sapere Fammoni “si introduce un criterio di retroattività, pagando così la cambiale da tempo promessa alla FIAT. Non si può – avverte -, anche se lo dice questa legge, con un contratto aziendale disapplicare altre norme di legge. Non è solo una scelta gravissima ma ritengo abbia evidenti vizi di incostituzionalità”.

Altri punti del provvedimento sono contestati dalla CGIL. “Al governo non basta – aggiunge Fammoni – perchè c’è anche una norma molto grave verso i disabili, legalizzando praticamente la scelta dei reparti o aziende confino per questi lavoratori. Così come c’è – prosegue il dirigente sindacale – un nuovo schiaffo alle parti sociali e alle regioni sul tema dei tirocini”. In generale, quindi, sono “norme sbagliate, ideologiche e punitive, che durante una fase così grave di crisi attaccano i diritti dei lavoratori. Niente ma proprio niente a sostegno dell’occupazione e dei giovani. Norme – conclude Fammoni – che contrasteremo fino in fondo, come spero faranno le altre parti sociali, e fino a quando saranno ritirate o cassate”.


Argomenti: CGIL |

« Articoli Precedenti Articoli Successivi »