Decreto flussi immigrazione: l’Inca chiede la sospensione dei click day
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 19, 2011
Decreto flussi immigrazione: L’Inca, nel denunciare il blocco della procedura telematica, chiede la sospensione dei click day
Il Patronato Inca Cgil denuncia i continui blocchi del sistema informatico delle domande di nulla osta al lavoro per il decreto flussi 2010. A tre giorni dall’avvio della procedura telematica, gli uffici del Patronato si trovano nella impossibilità di supportare quei datori di lavoro che, pur in un momento così difficile sul piano occupazionale, fanno richiesta di assunzione di manodopera straniera. “Questa situazione inaccettabile – spiega Morena Piccinini, presidente Inca – sta creando gravi disagi agli utenti, all’organizzazione del lavoro degli uffici e alla stessa immagine del Patronato”.
“Peraltro – aggiunge il Presidente – il ministero degli interni -, nonostante le preoccupazioni espresse più volte dopo le esperienze passate nelle scorse edizioni, il Patronato non è mai stato coinvolto in nessun confronto che aiutasse l’avvio regolare dell’inoltro telematico delle richieste. Nell’unico incontro, che si è tenuto il 12 gennaio, a 5 giorni dall’avvio della procedura, il ministero degli interni si è limitato a illustrare le modalità tecniche del sistema informatico, senza dare la possibilità ai Patronati di intervenire nel merito”.
“Ancora una volta – sottolinea Piccinini – questo Governo mentre pretende il rispetto delle regole da parte degli immigrati, agisce senza alcun riguardo verso gli immigrati stessi e i patronati, che si sono impegnati ad agevolare e ad aiutare i datori di lavoro nell’inoltro delle domande. Per questa ragione, visti i pochi giorni mancanti per il primo click day (31 gennaio) e il perdurare del disservizio, denunciamo come venga a mancare il tempo indispensabile per poter istruire adeguatamente le domande di gestione dei flussi. Pertanto, diventa indispensabile che il Ministero si faccia carico di questa situazione, sospendendo l’intera procedura, prorogando i termini per i click day, fino a quando non sarà in grado di garantire la ripresa dell’operatività senza alcun blocco”.
Roma, 19 gennaio 2011
Argomenti: CGIL |
Precari non + soli: corsa al ricorso: il 23 Gennaio scadono i tuoi diritti!
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 19, 2011
Ricordiamo che il 23 gennaio scadono i 60 giorni per l’impugnazione di tutti i contratti illegittimi dei lavoratori temporanei.
Questo è quanto previsto dal ‘Collegato Lavoro’ approvato dal governo e in vigore dal 24 novembre.
La norma, definita dalla CGIL ‘sbagliata, ingiusta e con vizi di incostituzionalità’, colpisce i precari, chiamati a decidere se impugnare il contratto irregolare o rischiare di perdere per sempre questo diritto. Si equipara di fatto la conclusione di un contratto temporaneo ad un licenziamento.
La legge si basa sul principio della retroattività e mette le persone, soprattutto giovani, in una condizione di crisi gravissima: si trovano davanti ad una difficile scelta, in solitudine, rischiando, se impugnano i contratti e fanno legittimamente valere un proprio diritto, che quell’azienda non sarà probabilmente più disposta a dar loro alcuna possibilità di lavoro, rimanendo nell’attesa, lunga, del processo e di una decisione in merito.
Una decisione sbagliata presa da questo governo, che si accanisce contro i lavoratori precari, persone che percepiscono salari più bassi e che sono di fronte ad un ricatto continuo nell’incertezza del rinnovo del proprio contratto, persone che la crisi ha colpito profondamente non avendo neanche diritto agli ammortizzatori sociali (tranne l’una tantum del governo che si è rivelata uno specchietto per le allodole). Al danno si è aggiunta la beffa di queste ulteriori norme, che peraltro non sono neanche state pubblicizzate, come la CGIL aveva chiesto affinchè le persone fossero informate.
Chiunque si trovasse nella situazione descritta può rivolgersi agli Uffici Vertenze CGIL presenti in tutta la provincia. La CGIL invita a farlo.
Siena, 19 gennaio 2011
Argomenti: precari |
Democrazia e rappresentanza: CGIL lancia proposta a CISL e UIL
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 18, 2011
Democrazia e rappresentanza: CGIL lancia proposta a CISL e UIL |
Una grande campagna di mobilitazione verrà messa in campo dalla Confederazione, perchè “la democrazia sindacale è parte fondamentale e integrante della democrazia del Paese” » Proposta su ‘Democrazia e rappresentanza’ |
La CGIL, come approvato dal Comitato Direttivo Nazionale di sabato scorso (15 gennaio), scrive ai leader di CISL e UIL, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, per proporre un percorso di riflessione sulla democrazia e la rappresentanza sindacale.
Come spiega in una nota la Segreteria, “la CGIL avanza una proposta a tutte le parti sociali, a partire da un confronto con CISL e UIL, per giungere ad un accordo tra i sindacati sulla democrazia e la rappresentanza come prima tappa per una iniziativa legislativa”. “E’ un diritto costituzionale dei lavoratori – prosegue la nota – quello di partecipare a tutte le decisioni che li riguardano nell’iniziativa sindacale e nell’attività di impresa. L’insieme delle forze sociali deve dunque reagire, con uno scatto di responsabilità, che escluda la proliferazione degli accordi separati e porti a norme certe, omogenee ed esigibili”. “Lo strappo, prodottosi con la vertenza FIAT – aggiunge la nota – dimostra e conferma che il tema del consenso delle decisioni democratiche non può risolversi con le esclusioni, con la ratifica delle logiche della rottura e della disparità dei lavoratori e degli iscritti a eleggere i propri rappresentanti. La proposta parte dalla necessità di consolidare le regole del protocollo del 1993 e dal concetto che la libertà sindacale non può divenire una variabile dipendente del processo negoziale e degli accordi contrattuali di nessuna azienda”. Alcuni dei principali obiettivi, secondo la Confederazione di Corso d’Italia, sono: la certificazione della rappresentatività di tutte le associazioni e sindacati; percorsi di consultazione dei lavoratori attraverso il voto certificato o referendario; la verifica del mandato in caso di rilevanti dissensi tra le Organizzazioni Sindacali; la definizione delle materie indisponibili alla contrattazione e al voto e la generalizzazione delle RSU in tutti i posti di lavoro. Proposte che, spiega la nota “fanno riferimento alla piattaforma unitaria del 2008, ma che la sviluppano tenendo conto delle negative novità che da allora si sono prodotte e puntando perciò a risolverle”. “La democrazia sindacale – conclude il documento – è parte fondamentale e integrante della democrazia del Paese, non solo quindi occorre non ridurre gli spazi di coesione ma ampliare democrazia e partecipazione. Per questo la CGIL lancia una grande campagna di mobilitazione che, a partire dalle assemblee dei luoghi di lavoro e nel territorio e dal sostegno alla campagna per l’elezione delle RSU in tutti i settori pubblici, punterà a coinvolgere lavoratori, pensionati e tutta la società per un obiettivo che veda al centro la libertà per i lavoratori di scegliere”. |
Argomenti: CGIL |
Manifestazione dei sindacati contro l’aumento delle rette dell’ASP
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 18, 2011
Le OO.SS. confederali CGIL, CISL e UIL e dei pensionati SPI-CGIL, FNP-CISL e UILP-UIL di Siena, dopo la presa di posizione apparsa sulla stampa della Giunta Comunale di Siena che conferma l’aumento delle rette deciso dall’Asp, ritengono necessario ed opportuno rimettere in ordine le cose:
– il 1 settembre 2010 l’Asp città di Siena decide con propria delibera di aumentare le rette di 3,55 euro al giorno, mentre nella Delibera della Società della Salute senese del 28.12.2010 l’aumento sarebbe addirittura di 4,15 euro al giorno;
– il 13 settembre il sindacato chiede la sospensione della delibera e l’apertura di un confronto di merito, nei giorni successivi il sindacato si incontra con l’Assessore ai Servizi Sociali ribadendo la propria posizione e trovando assicurazione di un intervento della stessa Amministrazione;
– il 23 settembre il Sindaco di Siena invia una lettera a tutti i componenti del C.d.A e al Direttore dell’Asp nella quale chiede di sospendere temporaneamente l’efficacia della delibera;
– il 4 ottobre il C.d.A dell’Asp decide di accogliere la richiesta del Sindaco.
Questa la cronologia dei fatti. Ed allora sono evidenti alcune domande:
– la Giunta Comunale afferma che “dopo mesi di discussione si deve aumentare le rette”. Ma di discussione con chi? Il sindacato non è mai stato chiamato a discutere del possibile aumento delle rette e stupisce che la stessa Giunta, informata della richiesta del sindacato da un comunicato stampa e direttamente all’Assessore competente, non solo non ci abbia mai convocato, ma addirittura faccia pure finta di non ricordare…;
– si porta a giustificazione dell’aumento il fatto “che le rette sono ferme da 8 anni”. Francamente ci pare una giustificazione risibile, perché se non vi era bisogno di aumento era perché evidentemente le risorse erano sufficienti, o qualcuno vuole affermare che gli amministratori del Comune di Siena prima e successivamente quelli dell’Asp hanno fatto volutamente beneficienza con tutti i rischi che ciò avrebbe potuto comportare o perché non si è proceduto ad eventuali aumenti graduali?;
– quanto sopra trova poi giustificazione nell’altra affermazione fatta dalla Giunta Comunale ovvero “sono state effettuate tutte le economie possibili all’interno dell’Azienda”. Allora significa che negli anni scorsi c’era spazio per spendere anche per cose non proprio necessarie e che comunque le risorse c’erano. Allora perché aumentare le rette? Le risorse che c’erano dove sono finite?;
– la Giunta Comunale afferma che tale decisone sarebbe figlia del “consistente taglio ai trasferimenti statali operati dal Governo”. In questo caso diventa comprensibile, ma per condividerlo come sindacato vorremmo conoscere i costi amministrativi e di gestione e se sono state adottate tutte le azioni possibili per razionalizzare, ma pare di tutta evidenza che per condividere bisogna conoscere, discutere e mettersi a sedere ad un tavolo. Cosa, questa, che nè la Direzione dell’Asp nè la Giunta del Comune di Siena hanno mai voluto fare. Forse hanno qualcosa da nascondere?
Le OO.SS. confederali CGIL, CISL e UIL e dei pensionati SPI-CGIL, FNP-CISL e UILP-UIL di Siena ribadiscono le loro richieste:
– sospensione della delibera ed apertura di un tavolo di confronto per discutere del possibile aumento delle rette, per esaminare la reale consistenza dei tagli e delle disponibilità economiche dell’Asp, per individuare possibili meccanismi di equità che tengano conto della diversificazione delle quote in funzione del reddito e delle capacità economiche degli assistiti;
– migliorare la qualità dei servizi offerti agli utenti, individuando quali devono restare di assoluta responsabilità dell’Asp e quelli su cui si può procedere ad una possibile esternalizzazione con particolare attenzione alla salvaguardia dei livelli occupazionali.
A sostegno di questa richiesta le OO.SS. organizzeranno una MANIFESTAZIONE PUBBLICA per GIOVEDI’ 27 GENNAIO alle ore 15,30 in via Campansi 18, davanti alla sede della RSA.
Siena, 17 gennaio 2011
Argomenti: pensionati, presidio, SPI |
Ddl lavoro: meno 7 giorni a scadenza ‘tagliola’ precari
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 17, 2011
Ddl lavoro: CGIL, meno 7 giorni a scadenza ‘tagliola’ precari |
Tutte le sedi della confederazione stanno lavorando per dare consulenza e tutela a chi è interessato dalla scadenza. Registrate, secondo stime della CGIL, “già migliaia di richieste di informazione e di soccorso giunte” » Hai tempo fino al 23 gennaio per impugnare i licenziamenti » VIDEO su CGILtv |
Manca una settimana al termine dei 60 giorni, stabiliti dal collegato lavoro, entro i quali i lavoratori, con un contratto a termine scaduto, possono fare ricorso al proprio datore di lavoro prima di perderne definitivamente il diritto. Il 23 gennaio, infatti, è la ‘dead line’ individuata dal collegato lavoro, dopo l’entrata in vigore della legge avvenuta lo scorso 24 novembre, per quei lavoratori con un contratto a termine scaduto, oltre la quale sarà impossibile impugnare l’eventuale licenziamento irregolare, con effetto retroattivo.Una norma “tagliola”, così ha bollato la CGIL il provvedimento che colpisce i precari che attendono un eventuale rinnovo, e contenuta in un legge che la confederazione ha più volte definito “una vera e propria controriforma del diritto e del processo del lavoro”.Secondo le stime del sindacato di Corso d’Italia, la platea dei lavoratori interessati oscilla tra le 100mila e le 150mila persone coinvolte in quella che è, come osserva il Segretario Confederale Fulvio Fammoni, “una norma sbagliata, ingiusta e con vizi di costituzionalità”, a cui si aggiunge la “gravità” della retroattività. Con l’approvazione del collegato lavoro, spiega il dirigente sindacale, “un lavoratore precario con contratto a termine scaduto viene messo nella condizione di dover decidere se impugnare il contratto irregolare o perdere per sempre quel diritto”. Un fatto, rileva Fammoni, “che crea una disparità fortissima anche perché, in questa maniera, si equipara la conclusione di un contratto temporaneo ad un licenziamento”. Tempi strettissimi, quindi, che per Fammoni determineranno “una sanatoria al rovescio, perché tanti precari non verranno a sapere in tempo che i termini sono cambiati”, ma anche un’impennata del contenzioso, “cioè l’esatto contrario di quanto il governo dichiara di voler perseguire” con l’allargamento del ricorso all’arbitrato. La CGIL è impegnata, con le sue strutture su tutto il territorio nazionale, in un’opera di sensibilizzazione nei confronti dei lavoratori potenzialmente coinvolti e rinnova l’appello agli organi di informazione perché, alla luce dei sette giorni che ci dividono dalla scadenza, si accenda un faro sul tema. “Il governo avrebbe dovuto sentire l’obbligo di informare i lavoratori, anche attraverso l’uso della pubblicità istituzionale, eppure non ha fatto nulla”, denuncia Fammoni, ed è anche per questo che tutte le sedi della confederazione stanno lavorando per dare consulenza e tutela a chi è interessato dalla scadenza, registrando al momento “già migliaia di richieste di informazione e di soccorso giunte”. Alla fine di questa settimana, al termine della scadenza per decidere l’impugnativa, “forniremo i primi dati – annuncia il Segretario Confederale CGIL – sapendo che anche altri sindacati e associazioni stanno predisponendo i ricorsi”. Ma non solo, la Confederazione di Corso d’Italia, su questo punto così come sull’intero collegato lavoro, sta predisponendo una memoria su principali vizi di incostituzionalità della legge. La CGIL ricorda infine, che i contratti di lavoro precari, già conclusi da tempo, se si ritiene siano viziati da irregolarità, devono essere contestati per scritto entro i 60 giorni successivi all’entrata in vigore della Legge. Questo lo si può fare anche con una lettera che interrompa i termini di legge. Successivamente si avranno 270 giorni a disposizione per andare ad un giudice per riaffermare il diritto. |
Argomenti: CGIL |
FIAT: Camusso, Marchionne farebbe bene a fermarsi. Serve il consenso, non l’autoritarismo
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 17, 2011
FIAT: Camusso, Marchionne farebbe bene a fermarsi. Serve il consenso, non l’autoritarismo |
La leader della CGIL in un’intervista al quotidiano ‘La Repubblica’ in merito al referendum di Mirafiori, fa sapere che: “gli operai coinvolti dalle nuove regole hanno votato ‘no’ in maggioranza”, ora afferma “spetta alla FIAT meditare sul risultato” » VIDEO Intervista a Susanna Camusso su CGILtv » Testo accordo » 28 gennaio, Sciopero Generale FIOM CGIL » Direttivo Nazionale: VIDEO 1 – 2 intervento Segretario Generale – Documento conclusivo |
Camusso, nelle parole di molti dirigenti FIOM e CGIL sembra che al referendum di Mirafiori abbia perso Marchionne. Non è troppo? Marchionne sarebbe stato sconfitto perché non ha stravinto? Susanna Camusso, Segretario Generale della CGIL, sta concludendo la sua interminabile giornata. Notte insonne ad aspettare il risultato di Torino, poi la lunga riunione del Direttivo confederale con un via libera, sorprendentemente senza alcun voto contrario, alla proposta per la rappresentanza sindacale. Questa sì, una sua vittoria. Volto stanco, una sigaretta dopo l’altra nel suo ufficio che ancora risente del recente passaggio delle consegne tra Guglielmo Epifani e lei. Ma al referendum hanno prevalso i sì. Lei riconosce il risultato? Resta il fatto che ha vinto il sì. La FIOM dovrebbe firmare l’accordo? Si deve riaprire la trattativa? Considera quello degli operai di Mirafiori un “voto di classe”? Marchionne parla di scelta lungimirante da parte dei lavoratori contro l’immobilismo di chi parla e aspetta. Di fatto ha detto che è stato un voto contro la CGIL. Cosa farete quando la FIAT vi proporrà le stesse condizioni per gli stabilimenti di Cassino, Termoli e Melfi? Chiuse le urne, cosa pensa dell’atteggiamento della sinistra politica in questa vicenda? |
Argomenti: CGIL |
FIAT: Camusso, bocciato modello autoritario, serve consenso
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 15, 2011
FIAT: Camusso, bocciato modello autoritario, serve consenso |
All’indomani del referendum di Mirafiori il Segretario Generale CGIL, nel corso del Direttivo Nazionale, ha affermato “ora subito accordo pattizio su regole democrazia e rappresentanza”. » VIDEO Intervista a Susanna Camusso su CGILtv » A Mirafiori vince il sì con il 54%. Decisivo voto degli impiegati » Testo accordo » 28 gennaio, Sciopero Generale FIOM CGIL » Direttivo Nazionale: VIDEO 1 – 2 intervento Segretario Generale – Documento conclusivo |
da www.cgil.it “Il voto di Mirafiori, per il quale Rsu e iscritti FIOM si sono spesi, dimostra che non c’è la possibilità di governare la fabbrica senza il consenso dei lavoratori e quindi nega il ritorno del modello autoritario delle fabbriche-caserme. Sappiano Marchionne e Confindustria che così non si governa. Si tratta di un voto che conferma l’esigenza di definire regole di rappresentanza e democrazia per tutti”. Lo ha dichiarato questa mattina il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, in un passaggio della sua relazione introduttiva al Direttivo Nazionale convocato a Roma per discutere la proposta della Confederazione su democrazia e rappresentanza, all’indomani del voto di Mirafiori.
Analizzando nel dettaglio il voto espresso dai lavoratori dello stabilimento torinese, Susanna Camusso ha spiegato che “tra gli operai direttamente interessati alla produzione è prevalso il no”. Il totale dei voti contrari all’accordo firmato da tutti i sindacati, ad eccezione della FIOM, si è attestato su 2.307 no. “Siccome la FIOM a Mirafiori ha circa 600 iscritti – ha affermato Camusso -, e ha ottenuto oltre 900 voti all’ultima elezione delle Rsu, l’area dei voti contrari è molto più vasta, una rappresentanza che va molto oltre”. Il Segretario Generale della CGIL, anche alla luce di questo risultato a Mirafiori, ha detto che “l’obiettivo è raggiungere un accordo con gli altri sindacati e le associazioni di impresa sulle regole della rappresentanza e sulla democrazia. L’accordo pattizio dovrà essere la base di una legge che abbia valenza ‘erga omnes’”. Rivolgendosi al mondo politico, il Segretario Generale, a proposito della legge sulla rappresentanza, ha invitato ad “una coerenza con le scelte assunte dalle parti sociali”. La CGIL chiede quindi un sostegno diretto alla sua proposta che possa finalmente dare attuazione all’articolo 39 della Costituzione sui temi della rappresentatività e della rappresentanza. Su questo punto, Camusso ha annunciato che “da oggi partirà una grande campagna nazionale per la democrazia” e ha invitato tutta la CGIL “a mobilitarsi per avere la piena riuscita dello Sciopero Generale dei metalmeccanici promosso dalla FIOM per il 28 gennaio”. Rivolgendosi al Segretario Generale della CISL, Raffaele Bonanni, il leader di Corso d’Italia ha detto che “la CGIL è sempre stata d’accordo con il concetto di pluralismo sindacale. Ma il pluralismo va riconosciuto sempre, ed è in contraddizione con gli accordi ad excludendum”. Per quanto riguarda la proposta organica sulla rappresentanza e sulla democrazia, “la CGIL si misura attraverso novità con quanto è successo a partire dallo strappo sulle regole del modello contrattuale del 2009. Per questo – ha spiegato – ci esercitiamo sulla funzione del mandato e dell’allargamento della coalizione per non lavorare nella logica dell’esclusione, insieme al tema della libertà dei lavoratori di scegliere ed eleggere i loro rappresentanti attraverso la generalizzazione del voto delle Rsu”. Questi i contenuti della proposta sui temi della rappresentanza e della democrazia su cui si dovrà esprimere in serata il direttivo. “Ma – ha concluso il Segretario Generale – il tempo della discussione è finito. Il tempo della decisione è oggi”. |
Argomenti: CGIL |
Su dati INPS, qualità CIG è “drasticamente peggiorata”
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 14, 2011
Lavoro: CGIL su dati INPS, qualità CIG è “drasticamente peggiorata” |
L’istituto di previdenza rivela che l’uso effettivo della Cassa integrazione, nei primi dieci mesi del 2010 si è fermato al 48% del totale delle ore autorizzate alle aziende, ma per la CGIL la “vera notizia” è che si consumeranno almeno 600 milioni di ore di CIG |
Nello specifico, fa sapere l’INPS, per la Cassa integrazione ordinaria su 100 ore autorizzate ne risultano utilizzate il 52,5% mentre si fermano al 46,5% quelle autorizzate per Cassa integrazione straordinaria e in deroga. Ma la vera notizia, secondo il dirigente sindacale è che, anche nel 2010, si consumeranno almeno 600 milioni di ore di CIG, “si ripete quindi – spiega Fammoni – per il secondo anno consecutivo, il gravissimo dato del 2009 su settori produttivi già in enorme difficoltà e su lavoratori che ormai da due anni vivono con circa 700 euro al mese”. Per Fammoni, queste sono le premesse del 2011, se, afferma “non ripartono i consumi, la produzione e lo sviluppo” questa, aggiunge il sindacalista “è la realtà gravissima dell’occupazione italiana che viene sistematicamente oscurata” e, puntando il dito contro il governo, prosegue “è questo quello di cui non si occupa, perché non vuole e perché non può, un governo in crisi e che addirittura in questa situazione dice che è meglio che le imprese italiane vadano all’estero”. Nel concludere Fammoni ricorda che la mobilitazione della CGIL, per contrastare i danni di questo governo, “prosegue con l’iniziativa straordinaria delle ‘marce per il lavoro’ che partiranno a giorni nei territori”. |
Argomenti: CGIL |
FIAT: Mirafiori nel giorno del referendum
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 13, 2011
FIAT: Mirafiori nel giorno del referendum |
CGIL, no ad un accordo che tocca materie indisponibili come: il diritto di sciopero o l’esclusione dalla fabbrica di un sindacato, la FIOM. Si comincerà a votare dalle 22 di questa sera fino a domani pomeriggio. Camusso, straordinario torto nei confronti dei lavoratori » Testo dell’accordo |
I circa 5.400 lavoratori dello stabilimento FIAT di Mirafiori saranno oggi chiamati ad esprimere il loro giudizio sull’accordo raggiunto il 23 dicembre scorso da sindacati e azienda, senza il consenso della FIOM CGIL. Un accordo, secondo il Segretario Generale della CGIL, “negativo” poiché, viola innanzitutto due principi: la libertà dei lavoratori di scioperare e di organizzarsi sindacalmente, quindi, per la sindacalista, “è evidente che si sta commettendo uno strardinario torto ai lavoratori”. A poche ore dal referendum (i primi lavoratori, infatti, saranno chiamati al voto alle 22 di questa sera, gli ultimi domani pomeriggio), è chiara l’indicazione di voto della CGIL: “no” ad un accordo che calpesta la libertà dei lavoratori e delle lavoratrici di decidere a quale sindacato aderire e di eleggere i propri rappresentanti in azienda. “No” ad un accordo che annulla il Contratto nazionale di lavoro e che peggiora le condizioni di fabbrica; che lede ogni diritto di sciopero e riduce la retribuzione a chi si ammala. Rivolgendosi alle tute blu dello stabilimento FIAT Torinese, Susanna Camusso, senza azzardare previsioni sulla consulta referendaria, ha dichiarato “sono consapevole che hanno di fronte una scelta difficile, perché il referendum è stato presentato in definitiva come una scelta per il posto di lavoro ma, pur rispettando questo ‘travaglio’, credo che sia giusto ribadire che l’accordo è sbagliato e che si debba quindi votare no”. Qualunque sia l’esito del referendum, il leader della CGIL, ha sottolineato “in quella fabbrica la FIOM CGIL tornerà” e facendo riferimento alle scelte di Sergio Marchionne ha affermato, “evitiamo di attribuire all’amministratore delegato della FIAT il potere di cancellare la storia, le tradizioni e le organizzazioni del nostro Paese”, la FIOM “è una grande organizzazione con migliaia di iscritti, non è che viene cancellata così”. Inoltre, rispetto alle dichiarazioni di ieri del Presidente del Consiglio, Camusso ha accusato Berlusconi di fare spettacolo, abdicando da tempo al suo mestiere, “non me l’aspettavo”, ha dichiarato la dirigente sindacale, “perché in un Paese normale, un Governo, di fronte ad un’impresa che vuole fare investimenti, avrebbe agito diversamente: avrebbe chiamato l’impresa verificando gli investimenti. Invece di fare tutto ciò, si continua a fare spettacolo” ha concluso. |
Argomenti: CGIL |
Governo: Camusso, nessun premier si augurerebbe di perdere la più grande azienda del paese
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 12, 2011
Governo: Camusso, nessun premier si augurerebbe di perdere la più grande azienda del paese |
Necessario ridare prospettiva ai giovani e costruire un welfare inclusivo » Crisi: Camusso, contrattazione sociale territoriale fondamentale per ridurre le disuguaglianze sociali » Temi della contrattazione: Casa (Video), Sanità (Video), Infanzia (Video), Sostegno al reddito (Video), Patti antievasione, Migranti » Linee guida per la contrattazione sociale » FOTO: prima e seconda giornata / VIDEO: Interventi Camusso |
E’ il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, a chiudere, con il suo intervento, la seconda Assemblea Nazionale delle Camere del Lavoro. Lo fa sottolineando l’importanza della contrattazione sociale territoriale, argomento di dibattito di queste due giornate, centrale nella costruzione di un welfare inclusivo, presupposto per il benessere, ma anche motore dello sviluppo del territorio. Quello a cui dobbiamo puntare, ha spiegato Camusso, è un welfare in grado di costruire una reale cittadinanza, per i lavoratori italiani e stranieri, ma soprattutto per i giovani, perché, come ha aggiunto la dirigente sindacale, c’è il rischio di trovarci difronte ad una generazione che pensa di non avere nulla da perdere, con tutti i rischi che ne conseguono. Il paese, Secondo Camusso, deve interrogarsi sul ‘movimento’ dei giovani che ha riempito le piazze durante questo autunno, e sul debito che grava, purtroppo, sulle nuove generazioni. Un debito che si misura nelle poche prospettive previdenziali, nei tagli all’istruzione, nell’idea dell’impiego pubblico parassitario e nel disinvestimento che sta consegnando ai nostri futuri cittadini un territorio in perenne pericolo. Secondo la leader della CGIL, bisogna inoltre sconfiggere l’egoismo sociale che è nato dai modelli della globalizzazione, dove tutto sembra vicino, ma in realtà si rischia di rimanere soli. Discutendo delle prospettive per il futuro, il Segretario Generale della CGIL ha poi voluto rispondere alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, secondo il quale, in caso di vittoria dei no al referendum di Mirafiori, la FIAT, farebbe bene a lasciare l’Italia. “Io non conosco – ha detto Camusso – un Presidente del Consiglio, di nessun paese, che si augura che se ne vada il più grande gruppo industriale”. ”E mi piacerebbe – ha aggiunto Camusso – che non solo noi, ma anche il mondo delle imprese e della politica, dica che se questa è la sua idea del Paese è meglio che se ne vada”. Nel criticare l’azione di governo Camusso ha poi puntato il dito contro il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che “ci spiega come il governo non ha compiti se non uno: per l’ennesima volta cambiare la Costituzione, cambiare l’articolo 41”. “Questo – ha aggiunto la leader di Corso d’Italia – la dice lunga sulla cultura che si sta affermando, cioè se ho un problema non lo affronto ma lo aggiro per raggiungere qualche altro obiettivo”. “Il ministro dell’Economia – dice ancora Camusso – che già aveva fatto una straordinaria scoperta sul fatto che la crisi c’è ancora, oggi ha scoperto che c’è un possibile declino del Paese. Vorremmo – ha sottolineato ulteriormente il Segretario Generale – un governo che avanzi qualche proposta per governare e non che cambi la storia del Paese”. Esiste un punto, ha concluso Camusso, fondamentale per il sindacato “noi abbiamo sempre avuto una bussola: non si può mai mettere in discussione la dignità delle persone, ma lo stesso deve valere anche per la dignità del Paese”. |
Argomenti: CGIL |