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Epifani: “Ci attendono mesi difficili”

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Agosto 20, 2008

“Il problema più grande che ha il Paese è la crisi economica, il rallentamento, l’aumento fortissimo della cassa integrazione, le crisi aziendali. Eppure la notizia di oggi è l’aumento delle ore di straordinario perché sono state detassate. C’è un rovesciamento ideologico, anche nella lettura della realtà. La crisi è europea, ma qui non si considera la gravità della situazione sociale e si guarda solo alle piccole cose che si riescono a realizzare”. A dirlo è il leader della Cgil Guglielmo Epifani, in un’intervista all’Unità, parlando dell’attuale situazione economica: “Il Paese vivrà mesi sempre più difficili. Perché non si è lavorato per sostenere consumi e redditi, perché i pensionati stanno peggio, perché si perdono posti di lavoro e al Sud la situazione tende a peggiorare”. Al governo il segretario generale della Cgil chiede “un cambiamento della politica economica e fiscale. Nessuno dice che mentre Francia o Spagna, di fronte al rallentamento forte della congiuntura anche per il 2009, si interrogano su come farvi fronte, l’Italia considera già chiusa la sua manovra e parla soltanto di federalismo fiscale. Lì si interrompono le vacanze per riunire i gabinetti di crisi, qui si dice che tutto è già stato affrontato”. Epifani interviene anche sul confronto per la riforma del modello contrattuale: “Io intendo fare la trattativa, però se Confindustria vuole programmare una riduzione del salario attraverso il contratto nazionale noi non saremo disponibili, né ora né domani né dopodomani. E la discussione sull’indicatore dell’inflazione ha questo problema al fondo. Usare un indicatore meno sensibile vuol dire programmare i rinnovi contrattuali al di sotto dell’inflazione reale. La struttura contrattuale deve proteggere e far crescere i salari in tutte le sue componenti, nazionale e aziendale. Non si può pensare a indicatori che abbassino il valore del contratto nazionale”.

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