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Contratti: con ‘ipotesi accordo’ Confindustria salari a -1.914 euro

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Ottobre 2, 2008

Roma, 2 ottobre – Applicando la ‘ipotesi di accordo’ stilata da Confindustria come nuovo modello contrattuale, il salario di un lavoratore dipendente perderebbe cumulativamente, nei prossimi quattro anni, circa il 2,7% del suo valore, vale a dire 1.914 euro. È questo il dato che emerge dallo studio Ires-Cgil “Salari e contrattazione – Modelli a confronto” che simula gli effetti economici del documento di riforma degli assetti contrattuali di Viale dell’Astronomia e che motiva il No della Cgil al tavolo della trattativa. Lo studio è stato presentato oggi in Corso d’Italia dal segretario confederale della Cgil, e presidente dell’Ires, Agostino Megale, e dal segretario generale, Guglielmo Epifani.

Il taglio dei salari si annida nelle richieste formulate dalla Confindustria al tavolo, e certificate nel suo documento: quella di depurare dal tasso di inflazione previsionale, cui ancorare i futuri incrementi economici contrattuali, il differenziale energetico, pari a circa un punto percentuale sull’inflazione date; e quella di partire da un valore economico del punto di inflazione alla base degli aumenti contrattuali, più basso di quello attuale.

Se i salari infatti, pur decurtati del valore punto, si incrementassero seguendo l’indice armonizzato europeo (Ipca) e non fossero ‘sterilizzati’ della voce energia la loro crescita risulterebbe in linea con l’inflazione effettiva aumentando del 3,6% nel 2008; del 3,2% nel 2009; del 2,8% nel 2010; del 2,3% nel 2011. Applicando invece la ‘ricetta’ Confindustria i salari registrerebbero un aumento decisamente piu’ contenuto: il 2,4% nel 2008, e cioè l’1,2% in meno rispetto all’indice europeo: il 2,5% nel 2009, lo 0,7% in meno; il 2,2% nel 2010 (lo 0,6% in meno) e il 2,1% nel 2011 (lo 0,2% in meno).

“Un trucco”, lo ha definito il numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani, per rendere chiare ed esplicite le ragioni di merito che hanno portato la Confederazione di Corso d’Italia a rigettare la proposta confindustriale e a ribadire la necessità di ripartire dalla piattaforma unitaria sui contratti di Cgil, Cisl e Uil, allargando il confronto a tutte le parti in causa. “Il trucco è che oggi la base di calcolo degli aumenti è definita contratto per contratto, Confindustria invece propone una base di calcolo universale”, parametrato sulle retribuzioni più basse, “e per molte categorie vuol dire avere molto meno a parità di inflazione, un trucco che vuol dire meno salario”. Inoltre, c’è un altro problema, “grande come una casa”, lo ha definito Epifani, dell’inflazione depurata che fa sì che “i lavoratori paghino due volte i costi dell’energia”. ‘Trucchi’ che consegnano ai lavoratori “la riduzione strutturale, programmata, dei salari”.

La perdita salariale dimostrata dalla simulazione Ires-Cgil viene confermata anche comparando, in via teorica, gli incrementi ottenuti con l’applicazione del Protocollo del 23 luglio del ‘93 e quelli che si sarebbero prodotti con il documento di Confindustria tra il 2004 ed il 2008: un confronto che farebbe registrare un taglio delle retribuzioni del 2,3% pari a circa 1.357 euro. Se nel 2004, infatti, grazie al protocollo Ciampi i salari sono cresciuti del 2,8% con la proposta degli industriali si sarebbero fermati al 2%. Anche peggio nel 2005: al +3,1% ottenuto con il protocollo sarebbe corrisposto un +1,8% ottenuto da Confindustria. E così nel 2006 (2,8% contro il 2%), nel 2007 (2,3% contro il 2%) e nel 2008 (stime dell’Ires) che vedrebbe opporsi un +3,4% ad un +2,4%. Numeri questi che, seppur simulati, tradotti in soldi equivarrebbero ad una perdita reale di circa 1.032 euro l’anno per un metalmeccanico: di 1.465 euro per un lavoratore chimico e di 1.299 euro per un lavoratore del commercio.

“Queste sono le nostre ragioni – ha concluso Epifani -. Le spiegheremo da subito ai lavoratori. Spero che la forza di queste argomentazioni faccia riflettere tutti. La proposta di Confindustria peggiora la condizione delle retribuzioni dei lavoratori. Questa è una fotografia onesta della situazione, che ci spinge a dire che non va bene”.

Lo studio Ires-Cgil “Salari e contrattazione – Modelli a confronto”:

ires-cgil_modelli-contrattuali_definitivoottobre-2008.ppt

Argomenti: CGIL, contrattazione, salari |