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CGIL: in autunno riparte la mobilitazione

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 17, 2009

Chianciano Terme – Epifani chiude i lavori dell’assemblea di programma. “E’ la crisi più grave degli ultimi 80 anni. Basta con l’ottimismo del governo”. Contratti: “Dobbiamo far fallire l’accordo separato”. Appello per un congresso unitario

“Sarà un autunno difficile. (…) Continuano a crescere le persone in cassa integrazione e mobilità. Noi riprenderemo la nostra azione, il comitato direttivo della Cgil deciderà le modalità. Speriamo di fare iniziative unitarie, ma adesso abbiamo difficoltà a farle anche contro la crisi. Se non sarà possibile, comunque, continueremo la mobilitazione”. Guglielmo Epifani ha chiuso l’Assemblea di programma della Cgil a Chianciano Terme dando appuntamento alle iniziative da rimettere in campo dopo l’estate, quando gli effetti della crisi economica si sentiranno ancora e il sindacato tornerà a incalzare il governo.

Ma si apre anche una stagione di vertenze e rinnovi contrattuali. Al riguardo, ha detto Epifani, “proveremo a fare piattaforme e contratti unitari senza tradire il nostro no all’accordo separato (del 22 gennaio, ndr). Ma quell’intesa dobbiamo farla fallire, perché segna un arretramento per i lavoratori. Anche un accordo separato per i metalmeccanici sarebbe un errore profondo. La vicenda di Fincantieri ha appena dimostrato come non si può far scomparire l’organizzazione più rappresentativa: si può provare una volta, ma poi si fa marcia indietro. Allora meglio farla subito. Ci tengo a specificare – ha detto Epifani – che la Cgil non lascerà mai sola la Fiom”.

“Abbiamo ascoltato Cisl e Uil – ha proseguito Epifani -. A Bonanni avrei voluto chiedere: qual è il peccato che pensi di aver commesso in questi mesi? Per la verità ne troverei più di uno. Per esempio, ripetere per settimane che sulle pensioni serve flessibilità, poi accettare la proposta del governo. Oppure fare un accordo sulle regole senza di noi: noi senza Cisl e Uil non l’avremmo mai fatto, manteniamo il rispetto verso gli altri. La cesura tra sindacati è molto pesante proprio in ragione di questo. Non perdiamo l’idea di lavorare per l’unità, proprio quando le cose sono difficili bisogna insistere. Non la faremo domani, ne siamo consapevoli, ma un giorno la situazione ci darà ragione”.

Un congresso unitario
“Questa assemblea è destinata a lasciare il segno, abbiamo un impianto che ci guiderà nei prossimi anni. Ora bisogna passare alla coerenza quotidiana di scelte e comportamenti. Presto dovremo preparare il congresso: si può riflettere e discutere, me non dobbiamo essere chiusi su noi stessi”. Con queste parole il segretario generale della confederazione, Guglielmo Epifani, ha chiuso i lavori. “Dobbiamo esprimere rispetto – ha detto – verso coloro che con la crisi stanno peggio e chiedono un gesto di speranza. Fermo restando che ognuno farà le sue scelte, nella Cgil non ci sono impostazioni alternative: per questo il congresso deve avere un impianto forte e chiaro che confermi l’unità della nostra organizzazione”.

Il governo ha scelto le imprese
“E’ la crisi più grave degli ultimi 80 anni, non passerà da un giorno all’altro”, ha detto Epifani aggiungendo: “Il governo la smetta di fare ottimismo: per quattro-cinque anni questa condizione rimarrà, servirà un progetto all’altezza del problema e un piano di coesione sociale che coinvolga chi paga il prezzo più alto. Ci sono tanti occupati in meno, tante persone senza prospettiva, tanti ipotesi di taglio alle reti pubbliche e sociali di cui non possiamo fare a meno”. “Quando bisogna ripartire una quota sotto lo zero, servono nuove politiche redistributive: altrimenti si condannano migliaia di persone a valicare la soglia della povertà e vivere sotto la dignità minima. Ci vuole più redistribuzione, non meno. Finora il governo ha fatto esattamente la scelta opposta: con l’eccezione degli ammortizzatori, che non poteva negare, in tutti gli altri casi ha scelto i grandi patrimoni e le imprese rispetto ai lavoratori e pensionati”.

Parlando dello scudo fiscale, Epifani ha sottolineato che “ancora una volta, senza che ce ne fosse bisogno, il governo ha dato una risposta alle grandi rendite e ricchezze, senza considerare ai contribuenti fedeli che sono lavoratori dipendenti e pensionati. Al governo manca un progetto su tutto: non ha idea di come affrontare al crisi, al contrario dei maggiori Stati europei”. E ancora: “Cosa fa l’esecutivo per sostenere i consumi interni? Non ha fatto assolutamente nulla. A proposito della social card, Tremonti ha incarnato la definizione di Bonanni: sembrava un peccatore che aveva fatto una ‘marachella’. Sul Mezzogiorno il governo ha qualche idea, oltre a quella di togliere risorse? Non basta citare la cassa del Mezzogiono, così non si risolve il problema ma si corporativizza la situazione del Sud, questo è inaccettabile. Silenzio assoluto anche sul fisco: il governo ha detto ‘avete ragione, ma ora non si può’, ci ha fatto promesse per quando arriveranno le risorse. Non può funzionare così: se si tolgono fondi e non si danno a lavoratori dipendenti e pensionati, il problema fiscale diventerà esplosivo”.

tratto da rassegna.it

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