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Un altro incidente mortale in un cantiere

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Dicembre 1, 2010

Un altro incidente mortale in un cantiere. A distanza di poco più di un anno dalla morte di Antonio, lavoratore edile vittima anch’essa del lavoro, un’altra vittima, Sauro, entrambe dipendenti di imprese del territorio senese. Diverso il luogo, questa volta l’incidente è avvenuto in un’altra provincia, Arezzo. Il dramma è come sempre tremendo. Numeri, elenchi che si susseguono, e nuovamente indignazione, cronaca, e poi…
Indipendentemente dalle responsabilità del caso ancora si continua a ‘morire di lavoro’.
Troppe volte la sicurezza viene considerata un costo e la formazione in materia una perdita di tempo, l’edilizia è un settore difficile, una giungla in cui è facile perdersi, tra irregolarità, lavoro nero, sfruttamento, subappalti e massimi ribassi; la crisi ha elevato all’ennesima potenza il rischio inteso come rischio di perdere il posto di lavoro, il permesso di soggiorno ha aumentato l’esposizione dei lavoratori al ricatto sotto la spada di Damocle del mantenimento dell’occupazione. In una situazione come questa, dove devi dire grazie ogni giorno a chi ti dà lavoro, dove si deve correre sempre di più perché l’operaio non produce mai abbastanza, il rischio aumenta.
Tutti devono sentirsi responsabili dell’accaduto, tutti, lasciando giacche e giacchetti, dobbiamo agire affinché queste disgrazie non si verifichino più. Basta affermare “questo non compete a me” oppure “non è previsto dalla legge” od ancora “loro non hanno fatto abbastanza”. Serve una responsabilità collettiva.
Vogliamo una società in cui la sicurezza viene considerata un investimento, in cui gli appalti pubblici seguono solo la regola dell’offerta economicamente più vantaggiosa, in cui un’Amministrazione si indigna davanti ad un ribasso del 40%, in cui la sicurezza non è solo un spot radiofonico o televisivo ma ci si crede davvero, in cui sono gli imprenditori a chiedere regole severe per lavori privati, appalti e subappalti pubblici, regole che loro stessi rispettano e di cui pretendono il rispetto da parte di coloro a cui danno i lavori. Se questa società è possibile allora le cose potranno cambiare davvero, allora la lotta contro le morti sul lavoro può essere vinta.
Le FILLEA CGIL di Siena e di Arezzo e le Camere del Lavoro esprimono il loro più grande cordoglio alla famiglia e ai cari lasciando che tutti gli organi competenti verifichino l’accaduto per il momento in un rispettoso silenzio.

CGIL e FILLEA CGIL Siena ed Arezzo

1 dicembre 2010

Argomenti: CGIL, FILLEA, infortuni |