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Donne: Camusso, mettiamo al centro il lavoro o saremo sempre più deboli

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 11, 2011

Donne: Camusso, mettiamo al centro il lavoro o saremo sempre più deboli
Il Segretario Generale della CGIL, presente a Siena per l’importante appuntamento lanciato dal comitato ‘Se non ora quando?’, sottolinea in un’intervista a ‘La Repubblica’ come la manovra di questo governo sia “misogina”, perchè spiega “parla contro le donne attraverso una serie di provvedimenti punitivi, a cominciare dalla liberalizzazione del collocamento e i tagli ai servizi sociali”
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» VIDEO: Siena: la voce delle donne su CGILtv
10/07/2011 da www.cgil.it

“Abbiamo una responsabilità enorme, dobbiamo riprendere in mano il nostro destino, per noi e per le donne di domani”.Susanna Camusso è tra le più applaudite dalla piazza di Siena. Sul palco parla con in testa il cappellino di ‘Se non ora quando?’, sembra un’allenatrice che incita la squadra.

Duemila donne insieme possono fare la differenza? “Le donne ci sono sempre state nei momenti difficili di questo paese, lo abbiamo scoperto anche durante le celebrazioni dei 150 anni dell´Unità. Di certo ora stanno segnando il cambiamento, sono state le prime a reagire all´ineluttabilità del degrado politico e culturale”.

Uno di questi temi riguarda il lavoro e i diritti messi a rischio. “Parte tutto dal lavoro, senza lavoro le donne saranno sempre più deboli. Non ci stiamo più a fare il salario di riserva, ad essere quelle che entrano quando l´economia va bene e poi vengono buttate fuori appena arriva la crisi. E la manovra di questo governo è misogina, perché parla contro le donne attraverso una serie di provvedimenti punitivi, a cominciare dalla liberalizzazione del collocamento e i tagli ai servizi sociali”.

Diventare movimento è una forza o può nascondere dei rischi? “Le donne sono sempre state movimento, non c´è altra forma per esprimere temi così trasversali. La straordinarietà del femminismo fu che riuscì a concentrarsi sui temi legati al corpo della donna perché allora era in campo una politica in grado di recepire certe idee. Oggi non è più così”.

Si torna a difendere il diritto di fare figli senza perdere il posto. “Ecco la grande discriminazione della manovra. E allora io dico che ci vuole un´altra manovra che si chiama Ridistribuiamo la Ricchezza. E facciamo una legge sulla paternità obbligatoria, così la discriminazione cesserà”.

Argomenti: CGIL, donne |