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Crisi: dati Confindustria dimostrano che il governo ha legato l’Italia ad un palo

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 21, 2011

Crisi: CGIL, dati Confindustria dimostrano che il governo ha legato l’Italia ad un palo
Un quadro drammatico emerge dai dati del Centro Studi Confindustria sull’andamento dell’economia italiana nel terzo trimestre: in Italia “la crescita sarà quasi nulla”. Per la Confederazione la cosa più grave è che “la manovra economica del Governo non fa altro che aggravare questa situazione”
21/07/2011 da www.cgil.it

“L’Italia è ferma al palo”. A sostenerlo è Vincenzo Scudiere, Segretario Confederale della CGIL con delega alle politiche industriali, nel commentare i dati economici diffusi oggi (21 luglio) dal Centro Studi Confindustria sull’andamento dell’economia italiana nel terzo trimestre, che “continuano a rendere allarmante la situazione economica e industriale del Paese”. Secondo il dirigente sindacale, il nostro Paese, non paga solo gli effetti della crisi internazionale, ma anche “le mancate scelte di un Governo, che non ci ha voluto ascoltare quando chiedevamo politiche di sostegno alla domanda e all’offerta”.

Il Centro Studi Confindustria fa sapere, infatti, che nel terzo trimestre in Italia “la crescita sarà quasi nulla”, dopo che nel secondo si è avuto un aumento dell’1,6% della produzione industriale, concentrato nella prima parte del periodo, che ha originato una temporanea accelerazione del PIL. Per il nostro Paese, dunque, si legge nell’analisi del CSC, si profilano: debolezza della domanda interna, minor forza di quella estera, ripercussioni dalle violente turbolenze finanziarie globali e stretta sui conti pubblici. In particolare, “gli indicatori puntano a una nuova e prolungata fase di variazioni del PIL che saranno molto difficilmente superiori all’1% annuo”. Per quanto riguarda l’attività industriale, giudizi e attese delle imprese rivelano la “fiacca dinamica produttiva”. Infatti, sempre nel terzo trimestre, ricorda il Centro Studi di Viale dell’Astronomia, essa parte dal -0,3% ereditato dal secondo trimestre. Gli indicatori qualitativi sono in corale arretramento: gli indici PMI hanno rilevato in giugno ordini calanti nel manifatturiero (47,5, minimo da 20 mesi, da 51,1) e nel terziario (47,4, da 50,1).

Scudiere ricorda le richieste, da parte della CGIL, di interventi specifici “per consentire la ripresa dei consumi attraverso interventi mirati alla salvaguardia dei redditi da lavoro e pensione e politiche industriali che non ci facessero trovare impreparati di fronte a crisi di interi settori che oggi – prosegue il dirigente sindacale – anche quando riescono ad acquisire commesse, non sono certi del lavoro futuro”. In questo senso, secondo Scudiere, fanno testo il caso di Fincantieri e di tutte quelle aziende che “pur avendo innovato per tempo i processi e i prodotti, oggi non sono in grado di agganciarsi a quel minimo di ripresa in Europa come invece hanno fatto le imprese tedesche e francesi”.

Ma quello che è più grave in questo contesto, avverte il Segretario confederale della CGIL è che “la manovra economica del Governo non fa altro che aggravare questa situazione. Gli oltre 180 tavoli di crisi aperti al Ministero dello Sviluppo – conclude Scudiere – sono la dimostrazione lampante dell’inerzia del Governo e della fallacia delle sue politiche”.

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