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Riforma apprendistato: un risultato importante frutto delle parti sociali

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 29, 2011

Lavoro: CGIL, riforma apprendistato è risultato importante frutto delle parti sociali
Positivo per la Confederazione il testo approvato per la riforma dell’apprendistato. Tuttavia per il sindacato “il lavoro non è finito: entro settembre necessario riformare istituti stage e tirocini e intervenire sui contratti di collaborazione”
28/07/2011 da www.cgil.it

“Si è raggiunto un risultato importante che dimostra quanto conti un ruolo vero e da protagonista delle parti sociali che ha costretto il governo a dover trattare”. E’ quanto afferma il Segretario Confederale della CGIL, Fulvio Fammoni, dopo il via libera da parte del consiglio dei ministri della riforma dell’apprendistato. “Quando giudicammo non condivisibile il primo testo – ricorda il sindacalista – avanzammo proposte di modifica che molti liquidarono come un modo per non raggiungere l’intesa: il testo definitivo dimostra invece che gran parte di quelle proposte sono state accettate”.

In sintesi, il testo approvato oggi dal Consiglio dei ministri, prevede quattro ipotesi di apprendistato: apprendistato per la qualifica e il diploma professionale per gli under 25 con la possibilità di acquisire un titolo di studio in ambiente di lavoro; apprendistato di mestiere per i giovani tra i 18 e i 29 anni che potranno apprendere un mestiere o una professione in ambiente di lavoro; apprendistato di alta formazione e ricerca per conseguire titoli di studio specialistici, universitari e post-universitari e per la formazione di giovani ricercatori per il settore privato e infine, la quarta tipologia riguarda, l’apprendistato per la riqualificazione di lavoratori in mobilità espulsi da processi produttivi.

Nel merito del provvedimento, secondo Fammoni, la nuova legislazione è “obbiettivamente un positivo avanzamento” rispetto alla normativa in vigore, soprattutto per i lavoratori apprendisti, infatti: la durata massima cala a 3 anni dai 6 attuali; è prevista una durata minima; il contratto nazionale è l’unico titolato ad intervenire sulla materia; la quantità di ore di formazione ritorna congrua; viene ripristinato in modo corretto il repertorio delle professioni e la certificazione pubblica; infine, non si potrà più sommare fra loro forme di decremento del salario dell’apprendista. Fa parte del testo, inoltre, continua il dirigente sindacale, “la possibilità che i contratti prevedano la conferma di una quota di apprendisti come condizione per poter procedere a nuove assunzioni: una norma – sottolinea Fammoni – volta alla stabilizzazione che non è certo usuale con questo Governo”.

Rimangono però punti che la CGIL giudica “non positivi”, e che, avverte il dirigente sindacale “abbiamo evidenziato e cercheremo di recuperare con la contrattazione”, ma non c’è dubbio, prosegue Fammoni “che un accordo che rappresenta sempre un compromesso fra interessi differenti rappresenti un positivo risultato di avanzamento”. Tuttavia il lavoro, annuncia il Segretario Confederale CGIL, “non è finito: tutti concordano sul ruolo anomalo e di sbagliata concorrenza degli attuali stage e tirocini e c’è un impegno per una nuova normazione per questi istituti contestualmente all’avvio del nuovo apprendistato”. Secondo Fammoni “sarebbe incomprensibile e autolesionista non trovare una soluzione entro settembre, così come resta l’esigenza – conclude – di intervenire sui contratti di collaborazione e questo sarà il nostro prossimo impegno”.

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