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Lavoro: subito due priorità da risolvere

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Novembre 22, 2011

Lavoro: CGIL a governo, subito due priorità da risolvere
Il superamento del tetto dei 10mila in mobilità e l’accesso all’indennità per i precari. Sono queste per la Confederazione le due questioni “particolarmente urgenti” da affrontare con “decisioni immediate” e “senza oneri di spesa”, perchè “la drammaticità della crisi richiede azioni di governo immediate verso la condizione del lavoro”.
22/11/2011 da www.cgil.it

Due questioni “particolarmente urgenti” da affrontare con “decisioni immediate” e “senza oneri di spesa”: il superamento del tetto posto a 10mila per quei lavoratori in mobilità esclusi dalle norme che hanno prolungato l’accesso alla pensione e la revisione dei requisiti di accesso per l’indennità per i lavoratori con contratto di collaborazione. A chiederlo al nuovo governo è la CGIL che, attraverso i Segretari Confederali, Fulvio Fammoni e Vera Lamonica, sottolinea come “la drammaticità della crisi richiede azioni di governo immediate verso la condizione del lavoro”.

Due decisioni, rilevano i due dirigenti sindacali, che sono “particolarmente urgenti per la condizione dei lavoratori e la cui attuazione peraltro non comporta oneri di spesa essendo già finanziata”. La prima: dopo il prolungamento dell’acceso alla pensione per effetto delle nuove finestre di uscita, furono per legge esclusi un numero massimo di 10mila lavoratori collocati in mobilità entro il 30 aprile 2010. “Fu da subito evidente – spiegano i dirigenti sindacali della CGIL – l’inadeguatezza del numero e delle date prese a riferimento, ma invece di correggere quel merito fu prevista la continuità dell’erogazione dell’indennità di mobilità a quanti risultassero esclusi”. Per questo, continuano Fammoni e Lamonica, “era però necessario un Decreto che, a tutt’oggi, non è mai stato emanato”. Il numero di lavoratori coinvolto è molto più alto e già dalla finestra di luglio-ottobre 2011, ma in modo esponenziale da gennaio, avvertono “questi lavoratori restano senza alcuna tutela. La norma è già finanziata e da tempo le organizzazioni sindacali tutte chiedono che sia data attuazione al decreto – spiegano – garantendo l’erogazione dell’indennità di mobilità, richiesta che urgentemente riproponiamo”.

Seconda e ultima richiesta della CGIL. Fammoni e Lamonica fanno sapere che tre anni fa è stata istituita una indennità per i lavoratori con contratto di collaborazione che perdevano il lavoro, essendo esclusi dalla normale disoccupazione. “Una indennità – sottolineano – che a tutt’oggi risulta corrisposta a pochissime persone a fronte di una forte espulsione dal lavoro. Il motivo – proseguono i dirigenti sindacali – è legato a requisiti che non consentono l’accesso (l’80% delle domande presentate è stato rifiutato) e dalla esclusione per legge dei collaboratori della pubblica amministrazione. Le risorse di 200 milioni di euro già previste nel triennio per quanto ci risulta sono ad oggi almeno per il 70% non spese”.

La normativa, ricordano i due sindacalisti, “scade a fine anno e decine di migliaia di persone disoccupate rischiano di non poter accedere neanche a quella piccola indennità”. Fammoni e Lamonica spiegano come si può intervenire in molti modi: dare risposta positiva alle domande già presentate per chi risulti ancora privo di impiego, garantire l’accesso ai lavoratori pubblici, in ogni caso prolungare la vigenza del fondo cambiandone i meccanismi. “E’ una decisione però – avvertono – che deve essere assunta entro fine anno con uno specifico atto normativo”. Due temi, quindi, che il governo è chiamato a risolvere al più presto. “Chiediamo che con urgenza, a partire dal prossimo Consiglio dei Ministri, queste disposizioni vengano adottate”, concludono Fammoni e Lamonica.

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