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Guggiari sulla tragedia di Firenze

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Dicembre 15, 2011

Una comunità come quella di Firenze, colpita dall’infame agguato di un fascista, è una collettività alla quale deve essere tributata la massima solidarietà e fratellanza.

In una terra come la Toscana è perfino assurdo pensare che simili cose possano accadere e lo shock di fronte alla tragedia è quindi ancora più grande.

Nella Toscana che per prima ha riconosciuto l’inciviltà della pena di morte non possiamo che sostenere con forza il no alla barbarie, al razzismo, allo sfruttamento umano e materiale che spesso oggi sottendono.

Reazioni superficiali contro settori della società che brandiscono la restaurazione di un regime xenofobo, violento, antidemocratico come quello che sembra essere stata la casa ideologica del criminale ragioniere di Firenze non sono ammissibili.

Evidentemente ci sono germi, anche al di là del gravissimo episodio, che si stanno alimentando per tentare di ridisegnare in senso non inclusivo ed autoritario la nostra società. E in questo particolare momento di crisi economica, finanziaria, sociale e forse anche morale potrebbero trovare terreno anche più fertile.

La nostra Organizzazione qui a Siena rappresenta almeno 5.000 cittadini stranieri di cui molti extracomunitari di varie origini. Da noi vengono spesso a cercare sostegno, aiuto, informazioni. Spessissimo svolgono lavori manuali, alcune volte denunciano sfruttamento, altre ancora sono nelle nostre case al nostro servizio. In tante occasioni ci insegnano quanta amicizia possono dispensare. Tante volte ci fanno riflettere sui nostri valori, quelli di una società forse più evoluta di quella dei loro Paesi di origine ma più arida sul piano dei sentimenti.

Voglio esprimere piena vicinanza e solidarietà alla comunità senegalese presente nella nostra provincia: anche con il vostro aiuto ci troverete sempre impegnati nella difesa dei più deboli e della piena integrazione fra i popoli.

Il Segretario Generale CGIL Siena Claudio Guggiari

Siena, 15 dicembre 2011

Argomenti: CGIL, immigrati |