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Guggiari su FLORAMIATA e la vicenda dei ‘CERTIFICATI BIANCHI’

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 14, 2016

Susanna Camuso 21 Giugno a SinalungaFLORAMIATA: LA CGIL RISPONDE AL CORRIERE DI SIENA SULLA VICENDA DEI ‘CERTIFICATI BIANCHI’

Siena, 14 luglio 2016 – “E’ inaccettabile che un quotidiano locale si presti a delle battaglie strumentali in una fase così delicata per la vita di Floramiata e dei suoi lavoratori. Come inaccettabile è il tentativo di collegare la critica ad un progetto che vedeva il credito d’imposta e i ‘certificati bianchi’ come ragione stessa di sopravvivenza e rilancio dell’azienda alla mancata scelta di un ulteriore periodo di affitto a favore di Floramiata Servizi, per altri 6 mesi, come condizione necessaria e sufficiente alla continuazione dell’attività attraverso il riconoscimento dei ‘certificati bianchi’”.

Inizia così la dura nota del Segretario provinciale della Cgil Claudio Guggiari a seguito dell’articolo su Floramiata pubblicato ieri dal Corriere di Siena.

“È evidente infatti – prosegue Guggiari – che 6 mesi, dall’agosto dell’anno scorso, non sarebbero stati comunque sufficienti a dirimere la questione con il gestore sugli stessi certificati che, ci permettiamo di dire, giuridicamente potrebbe non essere terminata”.

“Come è chiaro che sulla base di una gestione assolutamente negativa che ha bruciato decine di milioni di risorse pubbliche – aggiunge il Segretario – il Giudice e le procedure concorsuali hanno deciso le sorti di Floramiata Servizi e di Floramiata S.p.A., non la CGIL, come sembra invece voler insinuare il giornale. Il Corriere di Siena sta cercando di sostenere la tesi dello scarica barile che altri soggetti, che hanno penosamente gestito la vicenda in questi anni, tentano di fare”.

“Abbiamo sempre sostenuto con coerenza denunciando più volte la drammatica situazione aziendale, e per questo ricevendo più di una critica, – sottolinea Claudio Guggiari – che Floramiata ha bisogno di un vero progetto industriale che può essere supportato e non sostituito dal credito d’imposta derivante dall’utilizzo della risorsa geotermica. Occorrono investimenti, nuovi progetti produttivi, capacità finanziaria ed imprenditoriale”.

“Speriamo che il tentativo di cercare un capro espiatorio – conclude il Segretario provinciale della Cgil – non sia il sintomo di un fallimento totale dell’azione di qualche istituzione locale al cospetto della seconda gara d’asta per la vendita dell’azienda. Certo è che la prospettiva di Floramiata ha bisogno di prescindere dalle attenzioni ‘troppo’ interessate di certe Istituzioni, a cui è giusto ricordare la miracolosa iniziativa sulla cannabis, nuovo ‘eldorado’ per Floramiata, di cui si sono perse le tracce, e il sostegno a corsi di formazione, intrisi di razzismo territoriale, che hanno colpevolmente illuso troppi disoccupati, un’altra volta ingannati da falsi portatori di comode soluzioni”.

Argomenti: amiata, aziende, CGIL |