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Tavolo permanente sul lavoro di Abbadia S. Salvatore: nuovo incontro

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 4, 2017

TAVOLO PERMANENTE SUL LAVORO ABBADIA S. SALVATORE (di cui fa parte la Cgil): NUOVO INCONTRO

Abbadia S. Salvatore, 4 aprile 2017 – Il “Tavolo sul lavoro” di Abbadia San Salvatore – cui partecipano forze politiche, sindacali, associazioni del territorio, alcuni professionisti e liberi cittadini – si è nuovamente riunito il 24 marzo scorso per fare il punto della situazione.

La vicenda Floramiata ha avuto un epilogo positivo, con il salvataggio ed il rilancio del sito produttivo, tutt’altro che scontato ed in linea con le richieste del tavolo presentate nell’iniziativa del 29 giugno 2016. Tuttavia, se da una parte la nuova compagine imprenditoriale si presenta con determinazione e con un piano industriale giudicato da più parti serio e che verosimilmente possa rilanciare quell’attività tornando a garantire un buon livello occupazionale, dall’altra rimane l’angoscia e la solidarietà per quanti si troveranno in condizioni di estrema difficoltà a breve.

A questi lavoratori vanno aggiunti i dipendenti della Rivart, della Rimor e di altre aziende del territorio che fra poco termineranno la mobilità ed il sostegno al reddito, così come tutti gli ex avventizi di Floramiata che, di fatto, ad oggi sono esclusi dalla ristrutturazione. Complessivamente si parla di circa 200 persone e relative famiglie.

Gli agricoli beneficiano di ammortizzatori sociali diversi da quelli accessibili dagli altri lavoratori e al contrario di altre posizioni contrattuali le prestazioni a sostegno del loro reddito non sono state riformate negli ultimi anni. Si fa risalire la diversità alla stagionalità delle produzioni agricole, anche se è lecito chiedersi se questa ragione possa riguardare anche produzioni che avvengono all’interno di serre di coltivazione con metodi sempre più prossimi a quelli industriali. Ma tant’è… Quindi gli operai di Floramiata che perderanno il lavoro (a differenza degli impiegati cui spetta la NASPI) si ritroveranno nel giro di poco senza alcuna fonte di reddito. Uniche entrate loro spettanti saranno la disoccupazione agricola (un piccolo assegno una tantum che andrà richiesto nel 2018) e il TFR maturato.

Visto l’inserimento della nostra zona nelle aree di crisi non complessa, che il Tavolo rivendica come una propria richiesta, ci chiediamo per esempio se non sia possibile lavorare ad un segnale concreto di presa in carico dei problemi di una così larga fetta della popolazione, non solo proveniente da Floramiata. Senza illudere nessuno, forse bisognerebbe ipotizzare strumenti, anche innovativi e sperimentali, che sostenessero il reddito di quelle famiglie per un periodo congruo a rilanciare l’occupazione e comunque a non mettere repentinamente a rischio il sostentamento di molte famiglie e dell’indotto che su esse vive. Punto di partenza potrebbero essere le ipotesi di politiche di sostegno al reddito recentemente annunciate dal Presidente della Regione Toscana.

Siamo consapevoli che l’occupazione si ricreerà solo con nuovi investimenti: rivolgiamo perciò un appello accorato agli imprenditori della zona e non (per esempio i pellettieri, ma anche la nuova proprietà di Floramiata) a sfruttare l’opportunità che si è aperta con i bandi Invitalia riservati alle zone come la nostra. In fondo si tratta di contributi in conto capitale e in conto interessi. Perché non anticipare qualche progetto previsto per gli anni a venire e impiegare manodopera della zona?

Infine ci sentiamo di ribadire una richiesta di attenzione verso la tutela della proprietà delle fonti di approvvigionamento energetico che devono, oggi più che mai, essere a servizio di una programmazione di livello sovracomunale.

TAVOLO PERMANENTE SUL LAVORO DI ABBADIA S. SALVATORE

Argomenti: amiata, CGIL |