Lavoro: Camusso, per noi la “fase due” parte dalla riduzione della precarietà
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 26, 2012
Lavoro: Camusso, per noi la “fase due” parte dalla riduzione della precarietà
Il Segretario Generale della CGIL parlando al Forum di Assago, in vista della riapertura del confronto con il Governo, rilancia le proposte del sindacato sul lavoro e sulla ripresa dell’economia. A partire dal tema centrale della legalità
» Lavoro: Camusso, è follia togliere CIGS
26/01/2012 da www.cgil.it
‘Non pieghiamo i diritti’ è questo il monito lanciato oggi dal Mediolanum forum Assago a Milano in occasione della manifestazione interregionale organizzata dalla CGIL (Alto Adige-Sudtirol, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino, Valle d’Aosta e Veneto) per discutere di coesione sociale, equità, futuro per i giovani in un’ottica di crescita del paese.
La rivendicazione di un ‘Lavoro’ con la ‘L’ maiuscola, con i suoi diritti e con la sua dignità è stata al centro dei numerosi interventi che si sono succeduti sul palco del Mediolanum e che hanno preceduto l’intervento conclusivo del Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso che ha sottolineato come ad un lavoro senza diritti corrisponda la mancanza di prospettive per il paese, in questo modo, ha detto “non si rimettono a posto né i conti dello Stato né le prospettive per il futuro dei giovani”.
Ed è proprio ai giovani che la leader della CGIL si è rivolta affrontando il capitolo della precarietà, uno dei temi principali nella discussione sul mercato del lavoro aperta in questi giorni con il governo. “La nostra priorità – ha detto Camusso – è ricomporre il mercato del lavoro, superare la precarietà ed offrire una prospettiva a tutti quelli che sono fuori dal mercato del lavoro”. Per la CGIL infatti un indice della discussione con il Governo è quello della lotta al lavoro precario e la riduzione delle troppo numerose forme contrattuali che l’hanno incentivata, “come si distingue tra ciò che è lavoro subordinato e ciò che è lavoro autonomo. Si deve cominciare a controllare – ha insistito Camusso – che le forme di lavoro vengano utilizzate appropriatamente”.
Camusso, nel suo intervento individua una delle soluzioni nella ricostruzione del “gusto per la legalità”, anche nel lavoro “il lavoro regolare, il lavoro contrattualizzato e che riconosce dignità alle persone – ha detto – è la più grande lotta contro l’illegalità, che oggi passa attraverso il lavoro sommerso”. Nel parlare di legalità non poteva mancare un riferimento al sistema fiscale “essere paladini della legalità – ha sottolineato Camusso – significa anche un fisco giusto, che chiede in ragione di ciò che possiedi, che chiede di più a chi ha di più”. E nella fase due, che, ha affermato la leader della CGIL deve essere “qui ed ora” è necessario spostare il peso della tassazione su chi ha di più, alleggerendo la tassazione sulle retribuzioni da lavoro dipendente e sulle pensioni”.
In merito alle liberalizzazzioni, il numero uno di corso d’italia ha avvertito “non ci dicano che porteranno ad un aumento dei salari perchè ciò che può aumentarne il valore d’acquisto è, invece, ridurre la tassazione sul lavoro dipendente trasferendo lì ciò che viene recuperato dall’evasione”.
Camusso, rivolgendosi al Governo ha avvertito “nel modo in cui ha approcciato questa trattativa sul mercato del lavoro vediamo un grande rischio: siccome si ipotizza ad un improvviso stravolgimento di tutto prevalga la tentazione di dire ‘lasciamo tutto com’è’. Noi non siamo disposti a lasciare tutto com’è. Per una ragione precisa: vorrebbe dire – ha insistito – condannare i giovani alla precarietà e al dualismo nel mercato del lavoro”. Dunque, ha concluso Camusso, per la CGIL “non può esserci un tavolo del mercato del lavoro che si occupa solo delle regole senza un’idea dello sviluppo del paese”.
- Ascolta l’intervento completo di Susanna Camusso
Donne: fiaccole accese oggi contro la violenza
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 26, 2012
Donne: fiaccole accese oggi contro la violenza
In tutta Italia “una, cento, mille fiaccolate per Stefania Noce, uomini schieratevi contro la violenza sulle donne”. Un’iniziativa promossa dal Comitato ‘Se non ora quando?’ alla quale parteciperà anche la CGIL
26/01/2012 da www.cgil.it
Una lunga fiaccolata contro la violenza sulle donne e in ricordo di Stefania Noce attraverserà, quest’oggi, l’Italia intera. All’iniziativa, promossa da ‘Se non ora quando?’, parteciperà anche la CGIL perchè come spiegato da Valeria Fedeli, uno dei membri del Comitato e Vicesegretario della FILCTEM CGIL, “le donne che subiscono violenza sono troppo spesso invisibili e sole, lasciate più sole se sulla loro morte dopo la notizia giornalistica cala il silenzio dell’opinione pubblica. La violenza contro le donne giovani ed adulte è una delle violazioni dei diritti umani più diffuse al mondo”.
Ogni anno, come scrive Fedeli in un articolo uscito quest’oggi (26 gennaio) sul quotidiano ‘L’Unità’, di cui riportiamo la versione integrale, milioni di donne nel mondo subiscono violenza, “un fenomeno – spiega – diffuso in ogni angolo del pianeta che purtroppo non accenna a diminuire. Una donna ogni tre nel mondo e una donna su 4 in Europa, subisce maltrattamenti nel suo ambiente familiare, situazione che colpisce, in maggiore o minore misura, tutti i paesi senza eccezione, secondo dati del Fondo delle Nazioni Unite per la Donna (UNIFEM)”.
“In Italia – prosegue Fedeli – sono almeno un milione all’anno. Gli ultimi dati internazionali dicono che sono le donne tra i 15 e i 44 anni ad essere quelle più esposte alla violenza carnale e all’interno della famiglia. Una donna ogni tre nel mondo sarà violentata, aggredita, forzata ad avere relazioni sessuali o sarà maltrattata, altrimenti, durante la sua vita. La violenza distrugge le vite delle donne e anche la qualità e la civiltà nella vita delle comunità. Nel 2011 solamente in Italia sono stati denunciati oltre un milione di casi di violenza su donne, di ogni età, provenienza e religione.
“La violenza subita dalle donne, sia fisica, sessuale o psicologica, è un dramma quotidiano che tocca le nostre realtà, perché, com’è ormai noto – ma mai abbastanza contrastato – la violenza è endemica, sia nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo, e le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali, culturali e, a tutti i ceti economici. Per combattere la violenza sessuale e domestica, bisogna sicuramente cambiare innanzitutto la cultura dominante e la concezione della libertà e dell’autodeterminazione delle donne. Il rapporto degli uomini con la propria sessualità, e relazione verso le donne”.
“Oggi con le nostre candele, i nostri corpi, ma anche con le nostre parole, siamo nelle piazze per dirlo ad inizio 2012: non ci accontentiamo di manifestare ogni anno, al 25 novembre nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Con la nostra presenza di oggi nelle piazze d’Italia, vogliamo rilanciare, allargare e rendere sempre più forte, il contrasto a tale drammatica situazione, che troppi uomini, ancora, considerano quasi normale: impedire la libertà delle donne, il loro diritto a dire no a rapporti sessuali, a relazioni, a chiudere e troncare storie considerate finite. A scegliere in libertà! Tutto questo rimette in campo le donne come persone, cittadine, libere di scegliere di amare e di non amare più. Oggi siamo in piazza, per ricordare, per non tacere, per gridare la nostra rabbia, per prenderci l’impegno di non dimenticare tornando a casa, l’uccisione delle ragazze e donne che insieme a Stefania, uccisa dal suo ex fidanzato a Catania, già sono state uccise in questo inizio di 2012. Serve un forte e costante impegno delle donne, di tutte le associazioni sociali e delle istituzioni, ciascuno secondo le proprie responsabilità. Ogni donna violentata – conclude Valeria Fedeli – è una sconfitta di tutte e di tutti e dell’intera comunità”.
Redditi: il vero problema dell’Italia è la diseguaglianza. Ci vuole una tassa sui grandi patrimoni
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 26, 2012
Redditi: CGIL, il vero problema dell’Italia è la diseguaglianza. Ci vuole una tassa sui grandi patrimoni
Alla luce dei dati diffusi dalla Banca d’Italia e dall’OCSE su ricchezza e diseguaglianza nel nostro Paese, la Confederazione avverte: “si tratta di un quadro molto preoccupante, determinato dall’abnorme evasione fiscale e dalla particolare ingiustizia fiscale”
25/01/2012 da www.cgil.it
Nel rapporto ‘Divided We Stand: Why Inequality Keep Rising’ curato dall’organizzazione dei 34 Paesi più industrializzati (OCSE) presentato ieri (24 gennaio) dall’ISTAT, emerge, infatti, che in Italia la diseguaglianza dei redditi risulta superiore alla media dei Paesi OCSE, più elevata che in Spagna e inferiore rispetto a Portogallo e Regno Unito. Nel 2008, spiega lo studio, il reddito medio del 10% più ricco degli italiani era di 49.300 euro, dieci volte superiore al reddito medio del 10% più povero (4.877 euro), segnando un aumento della disuguaglianza rispetto al rapporto di 8 a 1 di metà degli anni Ottanta.
Il quadro non cambia, anzi viene confermato, dai dati diffusi da Bankitalia nell’indagine sui bilanci delle famiglie italiane secondo la quale, nel 2010 il reddito familiare medio annuo è stato pari a 32.714 euro, cioè 2.726 euro al mese, mentre quello equivalente si è attestato sui 18.914 mila euro per individuo, registrando un calo dello 0,6% rispetto al 2008. Inoltre, secondo l’indagine di Bankitalia, la quota di individui poveri (coloro che hanno un reddito equivalente inferiore alla metà della media) nel 2010 è stata a pari al 14,4%, in aumento di un punto percentuale rispetto al 2008.
Per il dirigente sindacale della CGIL sono tre i punti essenziali su cui concentrare l’attenzione e quindi le scelte di politica economica: “prima di tutto – spiega Barbi – emerge un dato di fatto: la differenza dei redditi medi è notevolmente aumentata dagli anni ’80 a oggi, passando da 8 a 1 a 10 a 1”; il secondo elemento che emerge con forza, prosegue il Segretario Confederale della CGIL è che “all’interno della diseguaglianza dei redditi che riguarda l’insieme della popolazione, una particolare ingiustizia ha colpito i redditi da lavoro che sono tornati indietro al valore reale di 20 anni fa”; infine, il terzo elemento messo in evidenza da Barbi è che “la diseguaglianza nei patrimoni è di gran lunga maggiore di quella rilevata nei redditi ed è anche aumentata sensibilmente nel 2010 rispetto al 2008”.
Dunque, sottolinea il dirigente sindacale della CGIL “si tratta di un quadro molto preoccupante che è determinato – spiega ancora Barbi – dall’abnorme evasione fiscale e dalla particolare ingiustizia fiscale. Si tratta dunque dell’ennesima conferma autorevole della giustezza e urgenza delle proposte lanciate dalla CGIL da tempo, proposte che oggi sono contenute nel documento unitario di CGIL, CISL e UIL consegnato al Governo”. Nel concludere Barbi ribadisce la necessità di “una imposta strutturale sui grandi patrimoni e il lancio di un piano, anch’esso strutturale, contro l’evasione fiscale e il sommerso da cui attingere risorse per ridurre la pressione fiscale sui redditi da lavoro”.
Argomenti: CGIL |
Rinnovato il contratto integrativo alla Bassilichi
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 25, 2012
“Oltre il 96% dei lavoratori della Bassilichi SpA che hanno preso parte al referendum indetto dal Sindacato ha espresso la propria soddisfazione per il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale”- spiega Marco Goracci, Segretario Generale della FIOM CGIL di Siena.
“La trattativa è stata lunga e complicata – prosegue Goracci – ed è giunta al suo positivo epilogo dopo tutta una serie di ‘stop and go’ dovuti alle iniziali divergenze fra FIOM CGIL e FIM e alla difficoltà di rendere fra loro compatibili le peculiarità territoriali dei diversi siti (Siena, Firenze, Bologna, Roma, Pisa) rappresentati nella delegazione sindacale. Ma con questa ipotesi di accordo vengono rafforzate le relazioni sindacali e il ruolo delle RSU, impegnando l’Azienda a fornire tutta una serie di informazioni periodiche sull’andamento aziendale e sulla composizione della forza lavoro”.
“Oltre ad individuare i percorsi per la stabilizzazione dei rapporti lavorativi a contratto a termine e interinali – evidenzia il Segretario della FIOM – con l’accordo si sono affrontate tutta una serie di tematiche che rientrano nel concetto di ‘welfare aziendale’: dal riconoscimento di permessi retribuiti e congedi aggiuntivi per le lavoratrici con figli, ad un potenziamento del part time in modo particolare per le madri dopo il primo anno di vita del bambino, fino all’introduzione di una polizza sanitaria a valere per tutti i lavoratori a totale carico dell’Azienda. Un importante segnale di sensibilità verso le situazioni familiari difficili è stato l’aver ottenuto che i lavoratori potessero ottenere un anticipo del loro TFR in caso di cassa integrazione o perdita del posto di lavoro del coniuge”.
“Infine – conclude Goracci – non è stato di secondaria importanza l’aver confermato un premio di risultato che al raggiungimento degli obiettivi concordati permetterà il riconoscimento di 1.350 euro annui a tassazione agevolata.
Un risultato generale apprezzato dai lavoratori e dalle lavoratrici, ben consapevoli che in altre realtà produttive, al momento, i confronti sindacali si sviluppano principalmente su questioni indirizzate al mantenimento occupazionale.
Siena, 25 gennaio 2012
Argomenti: aziende, contrattazione, FIOM |
Lavoro: Camusso, togliere Cassa straordinaria è follia
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 24, 2012
Lavoro: Camusso, togliere Cassa straordinaria è follia
All’indomani dell’incontro tra governo e sindacati su riforma del mercato del lavoro, il Segretario Generale della CGIL avverte sulla pericolosità di restringere il sistema di Cassa integrazione. Prossimo confronto su: Tipologie di impiego; Apprendistato, formazione e aggiornamento professionale; Flessibilità, produttività e sviluppo; Ammortizzatori sociali, politiche attive del lavoro e servizi all’impiego.
24/01/2012 da www.cgil.it
All’indomani del primo incontro tra sindacati e governo su riforma del mercato del lavoro e crescita, il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso ribadisce quanto già espresso ieri uscendo da Palazzo Chigi: “togliere uno strumento fondamentale – come quello della Cassa integrazione straordinaria – è esattamente una follia”, soprattutto di fronte, sottolinea la leader della CGIL, “ad un profondo processo di riorganizzazione del sistema industriale e del sistema produttivo, oltre che a elementi diffusi di crisi”.
Forti le criticità espresse dalla CGIL sia sul metodo di confronto che sul merito del documento illustrato ieri dal ministro Elsa Fornero, che ha ricevuto la bocciatura di tutte le parti sociali, e di fronte al quale, la CGIL, ne ha chiesto la non divulgazione perchè non condiviso. Ora il documento sarà rivisto e inviato la prossima settimana, quando si apriranno anche i tavoli di confronto, che saranno quattro e non più cinque, su: Tipologie di impiego; Apprendistato, formazione e aggiornamento professionale; Flessibilità, produttività e sviluppo; Ammortizzatori sociali, politiche attive del lavoro e servizi all’impiego.
La CGIL, non avendo trovato condivisibili le linee guida del documento, auspica un’altra agenda ed altre priorità. “Per noi si parte dall’agenda dei tavoli e non dai contenuti già predeterminati” aveva dichiarato ieri Camusso, precisando come l’incontro fosse stato “propedeutico per avviare il confronto di merito”.
In particolare i sindacati frenano sulla riforma degli ammortizzatori sociali e chiedono un confronto “vero”. Nel documento presentato dal governo è prevista, infatti, una revisione del sistema degli ammortizzatori sociali, che vedrebbe salva solo la cassa integrazione ordinaria, via, dunque, la cassa integrazione straordinaria e quella in deroga. Per la CGIL il superamento della CIGS “non è una cosa fattibile”. Al restringimento della Cassa integrazione ai soli problemi di contrazione della operatività, verrebbero affiancati due provvedimeniti: il primo solo per chi perde l’impiego, finanziato, come riferisce la CGIL, con meccanismi assicurativi e quindi a totale carico di lavoratori e imprese, il seconodo invece è il cosidetto reddito minimo, sul quale è stato già chiarito che non ci sono risorse pubbliche disponibili.
Ad essere rifiutata dai sindacati anche la proposta metodologica del governo, secondo il quale il confronto dovrebbe svilupparsi via web, con scambi di parere tra gruppi di lavoro informatici. Per Camusso “tutto questo può sembrare molto moderno, ma preferiremmo un negoziato più classico, meno online”. Intanto, in attesa del nuovo incontro, Camusso annuncia che Confindustria e sindacati si incontreranno a breve per mettere a punto un documento comune, “è vero – afferma – che ci incontreremo ed è normale che le parti si confrontino anche perchè‚ stiamo parlando di un tema che è fondamentale nel rapporto delle relazioni industriali. E’ normale che si verifichi quali sono i punti comuni e quelli no, ma la trattativa è una trattativa col governo e tale deve rimanere”.
Argomenti: CGIL |
Camusso, oggi si è aperto il confronto con il Governo
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 23, 2012
Camusso, oggi si è aperto il confronto con il Governo
Non c’è condivisione della CGIL con le linee guida del documento presentato dal ministro Elsa Fornero, così come sull’idea di superare la CIG straordinaria: “non è fattibile”. Prossimo incontro tra governo e sindacati su quattro capitoli: tipologie contrattuali, apprendistato e formazione, flessibilità come organizzazione della produttività, ammortizzatori sociali e servizi all’impiego
23/01/2012 www.cgil.it
“Una riunione propedeutica per avviare il confronto di merito”. Così il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso commenta l’incontro che si è svolto oggi a Palazzo Chigi tra le parti sociali e il governo su mercato del lavoro e crescita e avverte: “non sono accettabili ‘scelte unilaterali’ su questi temi”.
La CGIL insieme a CISL e UIL tornerà a confrontarsi con il Governo la prossima settimana, quando la discussione si articolerà su quattro e non più su cinque capitoli, come da bozza iniziale del documento. I titoli dei capitoli: tipologie contrattuali, apprendistato e formazione, flessibilità come organizzazione della produttività, ammortizzatori sociali e servizi all’impiego. Per il momento fa sapere Camusso “non c’è stata nessuna condivisione delle proposte che il ministro ha illustrato. Per questo aspettiamo l’agenda dei tavoli. Per noi – prosegue – si parte dall’agenda e non dai contenuti già predeterminati”.
In particolare i sindacati frenano sulla riforma degli ammortizzatori sociali e chiedono un confronto “vero”. Nel documento presentato dal governo è prevista, infatti, una revisione del sistema della Cassa integrazione con una stretta sull’attuale durata ed una sostanziale limitazione della cassa ordinaria. L’uso della cassa sarà quindi molto limitato in vista di una rapida ripresa del lavoro. “Tutte la parti sociali – riferisce Camusso – hanno convenuto che non si può superare la cassa integrazione straordinaria. Tutti hanno detto che questa cosa non è fattibile”. Per il Segretario Generale, dunque, la prima questione da affrontare è quella dell’estensione degli ammortizzatori sociali, “il governo continua a dire che non ci sono grandi risorse e quindi bisogna lavorare su quello che c’è, non si può pensare a grandi innovazioni”.
In attesa del nuovo incontro “noi – afferma Camusso – continueremo a lavorare come CGIL CISL e UlL e continueremo a confrontarci con le nostre controparti. Oggi – conclude – si è aperto il confronto”.
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Camusso, l’articolo 18 pilastro di civiltà, il governo non lo modificherà
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 23, 2012
Camusso, l’articolo 18 pilastro di civiltà, il governo non lo modificherà
In una intervista al quotidiano ‘la repubblica’ il Segretario Generale della CGIL difende la norma dello Statuto dei lavoratori. “La vera occupazione è quella a tempo indeterminato. Diremo no al contratto unico perché contiene un inganno” Camusso, per noi è no. Ma trattiamo su fisco e tempi dei risarcimenti (Intervista del Segretario Generale della CGIL al quotidiano ‘la Stampa’)
23/01/2012 da www.cgil.it
Segretario Camusso, come replica al presidente del Consiglio Monti secondo cui l’articolo 18 non può essere un tabù?
“Intanto vorrei dire che nell’affermazione di Monti c’è una notizia: per la prima volta, e finalmente, parla di un negoziato tra il governo e le parti sociali. Finora non l’aveva detto”.
È vero, ma l’articolo 18 per lei è un tabù?
“Guardi, io penso che dietro questo giochino di dire che l’articolo 18 non deve essere un tabù, si nasconda l’idea, che non condividiamo e non condivideremo, secondo la quale per combattere il dualismo del nostro mercato del lavoro si debba intervenire sulle tutele di chi è già occupato. Noi continuiamo a non essere d’accordo con questa analisi. L’articolo 18 non può essere un tema di discussione né in partenza del negoziato, né a conclusione del negoziato”.
Eppure l’articolo 18 si applica solo ai dipendenti delle aziende con più di 15 dipendenti. Per tutti gli altri è previsto un risarcimento monetario, anziché il reintegro nel posto di lavoro, in caso di licenziamento ingiustificato. Perché non si può estendere questo meccanismo a tutti i lavoratori?
“Ormai in Italia si pensa che non si possa licenziare per motivi economici. Invece non è vero. Piuttosto inviterei tutti – anche molti professori che fanno tanti guai – a una lettura collettiva dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Una norma che è esplicitamente ed esclusivamente dedicata alla tutela del licenziamento senza giusta causa a carattere discriminatorio. Così chi critica oggi l’articolo 18 dovrebbe avere il coraggio di sostenere che la buona sorte del Paese dipende dalla possibilità o meno di potere licenziare in modo discriminatorio”.
D’accordo, ma perché non adottare il risarcimento economico al posto del reintegro?
“Non è casuale che lo stesso Statuto distinse tra grandi e piccole imprese. In quest’ultime una volta che si rompe il rapporto di fiducia tra datore di lavoro e lavoratore è complicato tornare indietro. E non dimentichiamoci che lo Statuto nacque in un’epoca in cui c’erano soprattutto grandi imprese”.
Sono passati quarant’anni. Perché non si può cambiare?
“Perché l’articolo 18 ha una funzione deterrente. Continuo a pensare che sia una norma di civiltà, anche se a qualcuno dà fastidio. I destini economici di un’impresa si possono affrontare in tante maniere senza intaccare i diritti di chi lavora. L’articolo 18 dice che non si può usare il potere maggiore che hanno le imprese per discriminare le persone”.
Se il governo porrà la questione dell’articolo 18, salterà il negoziato?
“Non ho avuto affatto l’impressione che fosse questa la priorità del presidente Monti. Non credo che il governo partirà da lì. Ha detto che intende fare una trattativa e penso che terrà conto delle proposte unitarie di CGIL, CISL e UIL”.
Quante possibilità ci sono che arriviate ad un’intesa con il governo e la Confindustria?
“Posso dire che ci presentiamo al tavolo in maniera molto seria e con le nostre proposte. Mi auguro che lo facciano anche gli altri, governo e imprenditori”.
Perché siete contrari al “contratto unico” che nell’arco di un triennio permetterebbe di stabilizzare le nuove assunzioni? Perché la CGIL l’ha definito “un inganno”?
“È un inganno perché parte dall’idea che in Italia, e in Europa, non ci sia già una regola generale sulle assunzioni. Invece, c’è, eccome: è quella secondo cui le assunzioni normali sono a tempo indeterminato. In più aggiunge una nuova forma contrattuale, senza intaccare le cause, anche ideologiche e culturali, che hanno portato al proliferare di decine di tipologie contrattuali”.
Ma lei vorrebbe tornare indietro a quando non c’erano i contratti flessibili?
“Non si torna mai indietro. Penso che si debbano fare le cose necessarie per il nostro mercato del lavoro: tornare alla normalità. Per questo pensiamo che vadano incentivate, sul piano fiscale e contributivo, le assunzioni attraverso il contratto di apprendistato e il contratto di inserimento per le donne e gli over 50”.
E quali contratti flessibili salverebbe?
“Penso che vada rafforzato il part time, che vada riordinato il lavoro interinale, ma che si debba smettere di considerare le partite Iva come fossero lavoro subordinato”.
Lei ha criticato le liberalizzazioni di Monti. Perché è contraria?
“Non sono contraria. C’è, però, un tratto che mi preoccupa molto: quello di intervenire scaricando gli effetti sulle condizioni di lavoro. Penso all’allungamento degli orari dei negozi, penso alla cancellazione per legge (una scelta davvero inaudita) del Contratto nazionale delle ferrovie, penso al riordino dei tirocini senza valutare gli aspetti retributivi, penso, infine, che un orario di lavoro più lungo per i tassisti non dia nemmeno un servizio migliore”.
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Camusso, vogliono fare i liberisti colpendo il costo del lavoro
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 23, 2012
Camusso, vogliono fare i liberisti colpendo il costo del lavoro
In un’intervista al quotidiano ‘L’Unità’ il Segretario Generale della CGIL avverte: “troppo entusiasmo, vedo rischi di smobilitazione dei servizi pubblici. Si torni a parlare sul serio di occupazione”
22/01/2012 da www.cgil.it
Le liberalizzazioni non creeranno appunto lavoro? “Intanto bisognerebbe conoscere il testo. Intanto andrebbero ridimensionati certi entusiasmi. L’enfasi mi sembra eccessiva. Non credo che liberalizzando si dia via libera a quell’aumento pronosticato dei salari del dodici per cento. Magari diminuirà qualche prezzo. Non credo neppure a certi automatismi, che prometterebbero aumento dell’occupazione, anche se ovviamente c’è del buono nel decreto legge”.
Un esempio? “La separazione tra il soggetto che fornisce il gas e quello che gestisce la rete distributiva”.
Il cattivo sta forse nell’ennesimo attacco al contratto nazionale, questa volta quello dei ferrovieri, con l’idea di favorire la concorrenza? “Quando si parla di Ferrovie o di Poste bisognerebbe sempre pensare che si tratta di servizi pubblici, che devono quindi rispondere alle necessità della collettività, necessità che nel caso dei treni si chiamano mobilità, economicità, sicurezza. Da qualsiasi luogo, per qualsiasi luogo. Smobilitare il contratto nazionale ha un senso allora? Non c’è il rischio di peggiorare tutto? Vogliamo costruire una concorrenza che concorre solo agendo sulla voce costo del lavoro? Non mi sembrerebbe un gran segnale. Proviamo a prendere consiglio da chi con le liberalizzazioni e con le privatizzazioni s’è sperimentato prima di noi. E non certo con risultati brillanti”.
Ma i privati come li mobilitiamo? “Il governo dovrebbe chiamare i venti più importanti attori dell’economia italiana, chiedere loro che strategie si danno, chiedere loro progetti concreti, proporsi con autorevolezza per discuterli e, se sono validi, per agevolarli, assecondarli, contribuire. Non si tratta di dare quattrini. Si tratta di garantire condizioni favorevoli, di coordinare. E in primo luogo chiamare alla responsabilità davanti a un Paese in crisi: chi può, faccia. Ovviamente se è capace…”.
Le agenzie di stampa hanno riferito una sua affermazione: “Le intemperanze liberalizzatrici ci porteranno dei guai”. Conferma? “Come può capitare, s’è colta una battuta sottraendola al suo contesto. Torno all’osservazione di prima: eccesso di entusiasmo. Le liberalizzazioni non sono tutto e qualche volta sono sbagliate”.
Si riferiva agli orari dei negozi, ai taxi? “In un caso bisognerebbe pensare alla qualità della vita in Italia, piuttosto che sognare l’America, consentire la vita a una rete commerciale che significa anche socialità e non consegnare tutto alla grande distribuzione, valutando i costi sociali non solo economici di aperture lunghe, che costringerebbero probabilmente molti a rivalersi sui prezzi oppure a chiudere. A danno dei cittadini, comunque, di una cultura, di una tradizione che non sono sempre da buttare. Per quanto riguarda i taxi, riflettiamo sulle origini: in partenza ci sono le licenze, non possiamo pensare di cancellare di colpo quell’investimento. Magari le resistenze appaiono eccessive. Bisogna discutere per raggiungere un punto di equilibrio. In primo piano dovrebbero stare i bisogni reali. Altrimenti si fa solo vecchia ideologia”.
Liberista: come nel caso delle municipalizzate? “Certo, perché alla fine si trascura quello che dovrebbe essere l’obiettivo fondamentale: l’efficienza e quindi la bontà del servizio. Aggiungo che in alcuni casi, come quello delle farmacie, siamo solo ad un ampliamento della base. Ci saremmo attesi altre novità”.
Dunque altro che ‘albero scosso’, bell’Italia dell’immagine dell’Italia che cambia. Domani il tavolo sulle questioni del lavoro. Lei raccomanda di non aver fretta… “Di non aver la fretta con la quale si è chiuso il capitolo delle pensioni, capitolo che non riteniamo assolutamente chiuso, perché troppe ingiustizie sono rimaste e in particolare è rimasta quella ingiustizia che colpisce appunto quella generazione di ultracinquantenni che ha risposto ad una crisi aziendale progettando un altro futuro con le carte in regola per la pensione entro pochi mesi o anni e che si è vista cancellare un diritto acquisito. Più in generale la garanzia di una vecchiaia decente riguarda l’intera società. Quindi credo che la discussione sulle pensioni vada ripresa con grande serietà. Qui parlerei anche di flessibilità”.
Che cosa vi aspettate che vi dica il professor Monti? “Il governo finora non ci ha detto nulla. In compenso ha letto di sicuro il documento di CGIL, CISL e UIL, in cui si chiedono investimenti per creare l’occupazione, che non cresce smobilitando le regole. Abbiamo apprezzato che siano stati sbloccati investimenti, abbiamo apprezzato l’attenzione sul Mezzogiorno. Abbiamo apprezzato molto quanto è stato realizzato nella lotta all’evasione. Ma vorremmo che questa volontà s’applicasse anche nei confronti del lavoro sommerso”.
Altra ‘voce’, di cui molto si è discusso, anche nel Partito democratico: gli ammortizzatori sociali. Si andrà a un cambiamento? “Siamo in un Paese in recessione e dobbiamo rispondere all’emergenza. Non ci sono soldi per grandi riforme, per modelli danesi o altro. La cassa integrazione è peraltro un istituto di grande valore, anche ideale: è nata per mantenere un legame tra lavoratore e posto di lavoro. Il dovere è di garantirla a chi ne è privo. Prima di parlare d’altro”.
Argomenti: CGIL |
“OLTRE LA CRISI”: le foto
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 20, 2012
le foto dell’iniziativa di ieri ‘OLTRE LA CRISI: LE CONQUISTE DEL PASSATO PER I DIRITTI DEL FUTURO’:
https://www.flickr.com/photos/cgil-siena/sets/72157647600412179/show
Argomenti: archivio storico, CGIL, foto |
Legalità: l’unica risposta per il lavoro e il futuro
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 20, 2012
Argomenti: CGIL |