cgil siena

RINVIATO 2 FEBBRAIO – FOCUS ECONOMIA

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Febbraio 1, 2012

causa neve, l’iniziativa prevista per domani è stata rinviata a data da destinarsi

Argomenti: CGIL |

Scuola infanzia Chianciano: un salto nel buio il passaggio da comunale a statale

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 31, 2012

Il Comune di Chianciano Terme decide il passaggio della scuola comunale dell’infanzia “Il giardino delle Catalpe” allo Stato.

I dipendenti e le Organizzazioni Sindacali denunciano: “Un salto nel buio”.

Il Comune di Chianciano sta deliberando il passaggio della scuola comunale dell’infanzia, da sempre universalmente apprezzata sia per il servizio dato alle famiglie sia per la qualità della didattica, a scuola statale. Le organizzazioni sindacali hanno responsabilmente chiesto all’Amministrazione di sospendere la decisione politica fino a quando non sarà chiaro il percorso sul mantenimento dei livelli del servizio e fino a quando non saranno sciolte le troppe perplessità che tuttora permangono in merito alla collocazione delle 9 dipendenti interessate. Ad oggi, infatti, non pare possibile il passaggio del personale dal Comune alle dipendenze della scuola statale e non sono ancora chiare le eventuali posizioni vacanti nella pianta organica del Comune. Le organizzazioni sindacali, inoltre, hanno riconfermato la propria disponibilità a verificare insieme all’Amministrazione comunale eventuali soluzioni per la ricollocazione del personale, anche se evidenziano che sarebbe stato opportuno, prima di intraprendere tale strada, capire quale è il progetto complessivo ed anche la reale motivazione di tale scelta. Ricordiamo infatti che solo un anno fa la struttura è stata oggetto di ristrutturazione per circa 1 milione di euro. Inoltre risulta che con il passaggio allo Stato le spese per il Comune rimarrebbero le stesse (manutenzione e utenze infatti permarrebbero a carico del Comune) e che il personale “dovrebbe” essere ricollocato all’interno dell’ente con sostanziale mantenimento del livello di spesa vigente. Per cui tale scelta non risponderebbe nè a logiche di risparmio economico nè a logiche riorganizzative. Allora ci domandiamo: vale la pena fare un salto nel buio? Non sarebbe opportuno prima verificare e valutare le possibili conseguenze e poi decidere? Con queste incertezze di fondo ci permettiamo di chiedere al Consiglio comunale, che domani 1 febbraio dovrebbe deliberare, una pausa di riflessione. Una sospensiva temporanea della delibera servirebbe inoltre per verificare la fattibilità delle proposte che sindacalmente sono state avanzate. L’auspicio è che tale richiesta venga accolta; in caso contrario saranno valutate opportune iniziative. 

FP CGIL e FP CISL Siena

Siena, 31 gennaio 2012

Argomenti: Comuni, FP, scuola, valdichiana |

2 FEBBRAIO – Iniziativa IRES e CGIL di Siena su economia senese

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 31, 2012

2 febbraio

IRES Toscana, CGIL Siena e la Facoltà di economia dell’Università degli Studi di Siena presentano

per FocusEconomia Toscana Incontri

L’economia senese nel contesto regionale e nazionale”

2 febbraio 2012 ore 14.30

Siena – Aula Franco Romani – Facoltà di Economia ‘Richard Goodwin’ dell’Università degli Studi di Siena (P.zza S. Francesco)

 Saluto: Franco Ceccuzzi, Sindaco del Comune di Siena

 Presiede: Prof. Giulio Ghellini, Preside Facoltà di economia ‘Richard Goodwin’

 Comunicazioni: Franco Bortolotti, Coordinatore Scientifico di IRES Toscana, “Nota congiunturale”, Stefano Casini Benvenuti, Direttore di IRPET, “Le sfide dell’economia e i riflessi sulla provincia di Siena”, Prof. Lorenzo Zanni, Facoltà di economia ‘Richard Goodwin’, “Innovazione e trasferimento tecnologico: il ruolo dell’Università di Siena per lo sviluppo economico del territorio”

 Interverranno: Simone Bezzini, Presidente della Provincia di Siena, Prof. Michelangelo Vasta, Facoltà di economia ‘Richard Goodwin’

 Dibattito

 Conclusioni: Claudio Guggiari, Segretario Generale CGIL Siena

Argomenti: CGIL |

GIU‘ LE MANI DALLE PROVINCE!

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 30, 2012

GIU‘ LE MANI DALLE PROVINCE!

Domani, in concomitanza con il Consiglio provinciale aperto, volantinaggio della FP CGIL di Siena

La Funzione Pubblica CGIL di Siena esprime netta contrarietà al progetto di smantellamento dell’Ente Provincia visto il metodo con il quale il Governo affronta una materia così delicata senza, peraltro, indicare vere soluzioni alternative nella gestione dei servizi che l’Ente stesso eroga.

Questa scelta rientra in una visione populista e liberista e di deregolamentazione che ha caratterizzato questi ultimi anni una certa Politica e che è tesa a disconoscere lo stato sociale come patrimonio e quindi ricchezza della comunità. Ormai è evidente che non si ricercano da parte della Politica i motivi della crisi, ma si preferisce indicare i problemi in modo generico quale soluzione ad una crisi economica e politica e quindi strutturale. E questo non solo a costo di spremere letteralmente i singoli cittadini, ma anche eliminando tutto il sistema sociale che oggi può e deve svolgere un ruolo sussidiario contrastando l’impoverimento generale del Paese. Capri espiatori vengono indicati i servizi pubblici e i lavoratori pubblici prevedendo modifiche costituzionali anticipate in modo surrettizio da Decreti Legge, con il solo scopo di rispondere alle logiche dei mercati internazionali che governano oramai senza contraltare politico.

In questo contesto s’inquadra il futuro delle Province. Si tratta di organi sovracomunali che possono garantire anche un governo dei servizi a rete tra Comuni, riducendo i problemi derivanti dalla frammentazione e dall’autoreferenzialità degli Enti. E’ per questo che la FP CGIL di Siena è contraria al progetto di determinare scatole vuote senza che vengano garantite alternative credibili. L’allontanamento del centro decisionale oggi gestito dalle Amministrazioni provinciali creerà un vuoto istituzionale con conseguenze che incideranno in peggio sia sulla vita democratica e sociale, che su quella economica del territorio e che avranno ripercussioni dirette sui servizi fino ad oggi erogati con qualità e competenza, come la stessa UPI (Unione delle Province d’Italia) ha attestato attraverso meticolosi studi di settore supportati da inequivocabili dati. Chi fornirà domani questi servizi? Con quali garanzie e con quale qualità? È la domanda che ci poniamo e che andrebbe posta ai cittadini, alle Istituzioni e ai Partiti al fine di uscire da un’ambiguità che caratterizza questa fase di Governo tecnico.

I Comuni, bersagliati dai tagli delle Finanziarie fatte dal Governo Berlusconi negli anni precedenti, già ora non riescono più a garantire i servizi fino ad oggi erogati. Essendo strutturati in maniera così diversa fra loro non avrebbero neppure le competenze necessarie per assolvere ad un ruolo che è sovracomunale. Non vogliamo credere che fra i costi della politica vi siano compresi i lavoratori, che costituiscono una vera e propria risorsa per tutta la società locale, che con professionalità e competenza danno un apporto quotidiano allo sviluppo del territorio senese ed un sostegno tangibile ai cittadini. Pensiamo ai servizi forniti dal Centro per l’impiego, dai Servizi agricoltura e ambiente, attività economiche e turismo, da quello per l’edilizia scolastica, dal Servizio viabilità, dalla Polizia Provinciale, dalle Risorse faunistiche e da tutti gli altri servizi provinciali.

Per tutti questi motivi crediamo che non abbia un senso logico la soppressione delle Province, mentre siamo d’accordo per una revisione generale con una verifica complessiva sugli Enti, Agenzie, Consorzi ed “apparati” in genere che sono gli autentici dissipatori delle risorse pubbliche, consapevoli che anche nell’Ente Provincia stesso sia possibile migliorare la gestione delle risorse.

Le Province sono presidio di legalità e volano di sviluppo economico. Per la difesa dei Servizi provinciali e per salvaguardare la professionalità e le condizioni del personale la FP CGIL sosterrà le iniziative di lotta che verranno intraprese dai lavoratori e dalla Rappresentanza Sindacale Unitaria, a partire dai volantinaggi che si svolgeranno a Siena in concomitanza con il Consiglio provinciale aperto di domani 31 Gennaio 2012.

FP CGIL Siena

Siena, 30 gennaio 2012

Argomenti: FP, Provincia |

Camusso, quante differenze dagli anni di Lama, oggi la precarietà è il primo problema

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 30, 2012

Camusso, quante differenze dagli anni di Lama, oggi la precarietà è il primo problema

 

Il leader della CGIL, con una lettera apparsa quest’oggi su ‘la Repubblica’ risponde all’editoriale di ieri di Eugenio Scalfari e torna a ribadire: “la riduzione della precarietà viene prima, molto prima, di altri temi. Pensiamo sia utile proporre un negoziato vero e non affidarsi a ricette preconfezionate il cui fallimento è nei numeri della precarietà e della disoccupazione”. 

30/01/2012 www.cgil.it

“Caro Direttore, nel suo editoriale di ieri Scalfari cita un’intervista a Luciano Lama, della quale si tralascia di ricordare le affermazioni sui profitti e sulla funzione ‘programmatica’ dell’accumulazione che è fondamentale nel pensiero di Lama, e nella svolta dell´Eur”. Con queste parole il Segretario Generale della CGIL apre la lettera, apparsa questa mattina sul quotidiano ‘la Repubblica’, in risposta ad un editoriale di Eugenio Scalfari.

“La CGIL oggi, come Lama ieri, – prosegue la lettera – mette al centro occupazione e lavoro, ma mentre allora i salari crescevano, anche se molto erosi dall´inflazione, oggi siamo alla perdita sistematica del loro potere d´acquisto e ciò rappresenta una ragione importante della recessione in atto. La distribuzione del reddito tra profitti e retribuzioni non aveva lo squilibrio di oggi. Tutti, ormai, leggono in questa diseguaglianza la ragione profonda della crisi che attraversiamo e il motivo per cui le politiche monetariste non ci porteranno fuori dal guado”.

“La diseguaglianza è dettata – osserva Camusso – dallo spostamento progressivo dei profitti oltre che a reddito dei ‘capitalisti’, a speculazione (o si preferisce investimento?) di natura finanziaria. Così si riducono, oltre che la redistribuzione, anche gli investimenti in innovazione, ricerca, formazione e in prodotti a maggior valore e più qualificati. Senza investimenti, si è scelto di produrre precarietà, traducendo l´idea di flessibilità invece che nella ricerca di maggior qualità del lavoro, di accrescimento professionale dei lavoratori, in quella precarietà che ha trasferito su lavoratori e lavoratrici le conseguenze alla via bassa dello sviluppo. In sintesi: lo spostamento sui lavoratori dei rischi del fare impresa”.

“Quale straordinaria differenza dal 1978! E ancora si potrebbe sottolineare che invece di avere attenzione ai redditi, si continua ad agire sulle accise, attuando una politica dei redditi senza nessun controllo dei prezzi. Quanta disattenzione, poi, alle proposte vere della CGIL, quando indichiamo come priorità un Piano per il Lavoro, che per noi affronta i grandi temi del paese e interroga equità e crescita non come mantra per edulcorare, ma come scelte che devono intervenire sulla responsabilità e i comportamenti di ciascuno, se si vuole dare senso alla riduzione della diseguaglianza e riparlare di futuro”.

“Il Piano del Lavoro – spiega Camusso – si misura con la funzione dell´intervento pubblico, troppo facilmente archiviato dal liberismo e dai suoi effetti evidenti, sulla funzione del welfare come motore di uno sviluppo attento alle persone e non mera ‘assicurazione’ o costo, sulla funzione dello sviluppo che ha esaurito la spinta propulsiva del puro consumismo”. Ancora, un Piano del Lavoro per giovani e donne del nostro paese a cui non possiamo solo raccontare che avranno meno tutele perché i padri gli avrebbero mangiato il futuro. Un Piano per il Lavoro che voglia bene al nostro paese, non solo perché la Cgil (per troppo tempo da sola) ha indicato che non fare politiche industriali e di sistema ci avrebbe portato al declino, ma perché non ci sfugge il pericolo economico e democratico di una crisi prolungata di cui la disoccupazione è primo indicatore. A noi è chiara l´emergenza così come la necessità di una nuova idea di sviluppo. Per questo, voler bene al paese e voler attivare i giovani, o meglio riconoscergli l´età adulta, può partire dalla scelta pubblica e politica di un Piano del Lavoro”.

Secondo il Segretario Generale della CGIL “un Piano per il Lavoro guarda, ovviamente, all’immediato e alla capacità di programmare. In questo quadro intende affrontare anche i nodi della produttività, della contrattazione, della rappresentanza, del mercato del lavoro, e soprattutto del fisco. Il coro sull´importanza del rilancio della produttività trascura di cimentarsi con le cause del suo declino in Italia. O inventa cause di comodo: qualcuno arriva a teorizzare l´assurdità che sarebbe per colpa dell´articolo 18. Al contrario, la produttività nel nostro paese decresce al crescere della precarietà, che non ha neanche incrementato l´occupazione, producendo, invece, quel lavoro povero su cui sarebbe bene interrogarsi”.

L’urgenza per la CGIL è “la riduzione della precarietà che viene prima, molto prima, di altri temi. Nella riduzione della precarietà vi è compresa certamente la riformulazione degli ammortizzatori, su cui da tre anni abbiamo proposto una riforma. Vorrei poi ricordare che la mobilità annunciata dall´intervista di Lama è realtà da molti anni, che la Cigs ha la durata di un anno rinnovabile a due, che comunque ha un tetto, come pure la Cig ordinaria, in ogni quinquennio, che una stagione di riorganizzazione del sistema produttivo non deve disperdere professionalità e competenze. Oppure si deve ritenere che la società della conoscenza è solo dei manager? Credo che sarebbe bene per tutti, discutere fuori dai pregiudizi e dagli slogan facili, e non confondere l´emergenza con l´idea che ‘qualunque cosa può essere fatta’”.

“Siamo i primi ad apprezzare che l´Italia sia tornata al tavolo dei grandi, a sostenere sforzi per far ripartire il paese, ma se ogni scelta presenta il conto solo al lavoro (nella finanziaria la cassa sulle pensioni; nelle liberalizzazioni il contratto ferrovie e l´equo compenso dei tirocinanti, ad esempio), abbiamo il legittimo dubbio, anzi la certezza, che si affronta il ‘nuovo’ con uno strumento antico e che il fine non sia far ripartire il paese, ma ‘salvare il soldato Ryan’. Se sarà così, non si salverà l´Italia ma una sua piccola parte, che forse non ha bisogno di salvarsi, perché lo fa già tra evasione, sommerso e lobbismo di ogni specie. Questa è un’ipotesi cui non intendiamo rassegnarci. Siamo seriamente impegnati al confronto su crescita e mercato dal lavoro: l’abbiamo preparato con un documento unitario, abbiamo guardato ai modelli europei, fra cui la Germania che usa l´orario ridotto finanziato dallo stato e non licenzia. Ci siamo trovati di fronte ad un documento del ministro, non condiviso da nessuno. Senza nostalgie di nessun tipo pensiamo sia utile proporre un negoziato vero e non affidarsi a ricette preconfezionate il cui fallimento è nei numeri della precarietà e della disoccupazione, a partire dai settecentomila posti di lavoro persi dell´industria in cinque anni”. Conclude la lettera.

 

Argomenti: CGIL |

Scalfaro: scompare protagonista della Costituente e difensore dei valori della Carta Costituzionale

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 30, 2012

 Scalfaro: CGIL, scompare protagonista della Costituente e difensore dei valori della Carta Costituzionale

 

 La Confederazione esprime infinita riconoscenza al Presidente Oscar Luigi Scalfaro per aver “dedicato un’intera vita alla difesa e alla promozione dei valori sanciti nella nostra Carta Costituzionale, fin dalle sue origini”

 

 29/01/2012 da www.cgil.it

“Un protagonista della Costituente e strenuo difensore dei valori della Carta Costituzionale per tutta la sua vita”. Così la CGIL ricorda con affetto e commozione la figura del Presidente Scalfaro, nel giorno della sua scomparsa.

“Con la sua Presidenza, nel comitato ‘Salviamo la Costituzione – si legge in una nota della CGIL – abbiamo partecipato alla campagna referendaria del 2006 per difendere i principi della nostra Carta, che lui aveva contribuito a realizzare. In quella occasione lo abbiamo potuto conoscere più da vicino e abbiamo imparato ad apprezzare il rigore ideale, ma anche le sue profonde doti di umanità e limpidezza che lo hanno reso così caro a tutti noi e ai tanti giovani che ha conquistato all’amore per la Carta con i suoi discorsi e i suoi insegnamenti”.

La CGIL esprime infinita riconoscenza al Presidente Oscar Luigi Scalfaro “per aver dedicato un’intera vita alla difesa e alla promozione dei valori sanciti nella nostra Carta Costituzionale, fin dalle sue origini, come componente dell’Assemblea Costituente, come Presidente della Repubblica, nella sua quotidiana attività da senatore e come presidente dell’Associazione Salviamo la Costituzione”. Conclude la nota.

Argomenti: CGIL |

Lavoro: Camusso, per noi la “fase due” parte dalla riduzione della precarietà

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 26, 2012

Lavoro: Camusso, per noi la “fase due” parte dalla riduzione della precarietà

 

 Il Segretario Generale della CGIL parlando al Forum di Assago, in vista della riapertura del confronto con il Governo, rilancia le proposte del sindacato sul lavoro e sulla ripresa dell’economia. A partire dal tema centrale della legalità
» Lavoro: Camusso, è follia togliere CIGS

  26/01/2012 da www.cgil.it

‘Non pieghiamo i diritti’ è questo il monito lanciato oggi dal Mediolanum forum Assago a Milano in occasione della manifestazione interregionale organizzata dalla CGIL (Alto Adige-Sudtirol, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino, Valle d’Aosta e Veneto) per discutere di coesione sociale, equità, futuro per i giovani in un’ottica di crescita del paese.

La rivendicazione di un ‘Lavoro’ con la ‘L’ maiuscola, con i suoi diritti e con la sua dignità è stata al centro dei numerosi interventi che si sono succeduti sul palco del Mediolanum e che hanno preceduto l’intervento conclusivo del Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso che ha sottolineato come ad un lavoro senza diritti corrisponda la mancanza di prospettive per il paese, in questo modo, ha detto “non si rimettono a posto né i conti dello Stato né le prospettive per il futuro dei giovani”.

Ed è proprio ai giovani che la leader della CGIL si è rivolta affrontando il capitolo della precarietà, uno dei temi principali nella discussione sul mercato del lavoro aperta in questi giorni con il governo. “La nostra priorità – ha detto Camusso – è ricomporre il mercato del lavoro, superare la precarietà ed offrire una prospettiva a tutti quelli che sono fuori dal mercato del lavoro”. Per la CGIL infatti un indice della discussione con il Governo è quello della lotta al lavoro precario e la riduzione delle troppo numerose forme contrattuali che l’hanno incentivata, “come si distingue tra ciò che è lavoro subordinato e ciò che è lavoro autonomo. Si deve cominciare a controllare – ha insistito Camusso – che le forme di lavoro vengano utilizzate appropriatamente”.

Camusso, nel suo intervento individua una delle soluzioni nella ricostruzione del “gusto per la legalità”, anche nel lavoro “il lavoro regolare, il lavoro contrattualizzato e che riconosce dignità alle persone – ha detto – è la più grande lotta contro l’illegalità, che oggi passa attraverso il lavoro sommerso”. Nel parlare di legalità non poteva mancare un riferimento al sistema fiscale “essere paladini della legalità – ha sottolineato Camusso – significa anche un fisco giusto, che chiede in ragione di ciò che possiedi, che chiede di più a chi ha di più”. E nella fase due, che, ha affermato la leader della CGIL deve essere “qui ed ora” è necessario spostare il peso della tassazione su chi ha di più, alleggerendo la tassazione sulle retribuzioni da lavoro dipendente e sulle pensioni”.

In merito alle liberalizzazzioni, il numero uno di corso d’italia ha avvertito “non ci dicano che porteranno ad un aumento dei salari perchè ciò che può aumentarne il valore d’acquisto è, invece, ridurre la tassazione sul lavoro dipendente trasferendo lì ciò che viene recuperato dall’evasione”.

Camusso, rivolgendosi al Governo ha avvertito “nel modo in cui ha approcciato questa trattativa sul mercato del lavoro vediamo un grande rischio: siccome si ipotizza ad un improvviso stravolgimento di tutto prevalga la tentazione di dire ‘lasciamo tutto com’è’. Noi non siamo disposti a lasciare tutto com’è. Per una ragione precisa: vorrebbe dire – ha insistito – condannare i giovani alla precarietà e al dualismo nel mercato del lavoro”. Dunque, ha concluso Camusso, per la CGIL “non può esserci un tavolo del mercato del lavoro che si occupa solo delle regole senza un’idea dello sviluppo del paese”.

Argomenti: CGIL, precari |

Donne: fiaccole accese oggi contro la violenza

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 26, 2012

 Donne: fiaccole accese oggi contro la violenza

 

 In tutta Italia “una, cento, mille fiaccolate per Stefania Noce, uomini schieratevi contro la violenza sulle donne”. Un’iniziativa promossa dal Comitato ‘Se non ora quando?’ alla quale parteciperà anche la CGIL

 

  26/01/2012 da www.cgil.it

Una lunga fiaccolata contro la violenza sulle donne e in ricordo di Stefania Noce attraverserà, quest’oggi, l’Italia intera. All’iniziativa, promossa da ‘Se non ora quando?’, parteciperà anche la CGIL perchè come spiegato da Valeria Fedeli, uno dei membri del Comitato e Vicesegretario della FILCTEM CGIL, “le donne che subiscono violenza sono troppo spesso invisibili e sole, lasciate più sole se sulla loro morte dopo la notizia giornalistica cala il silenzio dell’opinione pubblica. La violenza contro le donne giovani ed adulte è una delle violazioni dei diritti umani più diffuse al mondo”.

Ogni anno, come scrive Fedeli in un articolo uscito quest’oggi (26 gennaio) sul quotidiano ‘L’Unità’, di cui riportiamo la versione integrale, milioni di donne nel mondo subiscono violenza, “un fenomeno – spiega – diffuso in ogni angolo del pianeta che purtroppo non accenna a diminuire. Una donna ogni tre nel mondo e una donna su 4 in Europa, subisce maltrattamenti nel suo ambiente familiare, situazione che colpisce, in maggiore o minore misura, tutti i paesi senza eccezione, secondo dati del Fondo delle Nazioni Unite per la Donna (UNIFEM)”.

“In Italia – prosegue Fedeli – sono almeno un milione all’anno. Gli ultimi dati internazionali dicono che sono le donne tra i 15 e i 44 anni ad essere quelle più esposte alla violenza carnale e all’interno della famiglia. Una donna ogni tre nel mondo sarà violentata, aggredita, forzata ad avere relazioni sessuali o sarà maltrattata, altrimenti, durante la sua vita. La violenza distrugge le vite delle donne e anche la qualità e la civiltà nella vita delle comunità. Nel 2011 solamente in Italia sono stati denunciati oltre un milione di casi di violenza su donne, di ogni età, provenienza e religione.

“La violenza subita dalle donne, sia fisica, sessuale o psicologica, è un dramma quotidiano che tocca le nostre realtà, perché, com’è ormai noto – ma mai abbastanza contrastato – la violenza è endemica, sia nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo, e le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali, culturali e, a tutti i ceti economici. Per combattere la violenza sessuale e domestica, bisogna sicuramente cambiare innanzitutto la cultura dominante e la concezione della libertà e dell’autodeterminazione delle donne. Il rapporto degli uomini con la propria sessualità, e relazione verso le donne”.

“Oggi con le nostre candele, i nostri corpi, ma anche con le nostre parole, siamo nelle piazze per dirlo ad inizio 2012: non ci accontentiamo di manifestare ogni anno, al 25 novembre nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Con la nostra presenza di oggi nelle piazze d’Italia, vogliamo rilanciare, allargare e rendere sempre più forte, il contrasto a tale drammatica situazione, che troppi uomini, ancora, considerano quasi normale: impedire la libertà delle donne, il loro diritto a dire no a rapporti sessuali, a relazioni, a chiudere e troncare storie considerate finite. A scegliere in libertà! Tutto questo rimette in campo le donne come persone, cittadine, libere di scegliere di amare e di non amare più. Oggi siamo in piazza, per ricordare, per non tacere, per gridare la nostra rabbia, per prenderci l’impegno di non dimenticare tornando a casa, l’uccisione delle ragazze e donne che insieme a Stefania, uccisa dal suo ex fidanzato a Catania, già sono state uccise in questo inizio di 2012. Serve un forte e costante impegno delle donne, di tutte le associazioni sociali e delle istituzioni, ciascuno secondo le proprie responsabilità. Ogni donna violentata – conclude Valeria Fedeli – è una sconfitta di tutte e di tutti e dell’intera comunità”.

Argomenti: CGIL, donne |

Redditi: il vero problema dell’Italia è la diseguaglianza. Ci vuole una tassa sui grandi patrimoni

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 26, 2012

 Redditi: CGIL, il vero problema dell’Italia è la diseguaglianza. Ci vuole una tassa sui grandi patrimoni

 

 Alla luce dei dati diffusi dalla Banca d’Italia e dall’OCSE su ricchezza e diseguaglianza nel nostro Paese, la Confederazione avverte: “si tratta di un quadro molto preoccupante, determinato dall’abnorme evasione fiscale e dalla particolare ingiustizia fiscale”

 

  25/01/2012 da www.cgil.it

Aumenta la diseguaglianza tra i redditi e crescono i poveri nel nostro Paese. E’ quanto emerge dai dati forniti oggi dalla Banca d’Italia sulla ricchezza delle famiglie nel 2010 e quelli forniti dall’OCSE sulla diseguaglianza che, secondo il Segretario Confederale della CGIL, Danilo Barbi con delega alle politiche economiche “compongono un quadro chiaro del problema principale del nostro Paese e cioè l’aumento della diseguaglianza sia nel lungo periodo, sia negli ultimi anni della crisi”.

Nel rapporto ‘Divided We Stand: Why Inequality Keep Rising’ curato dall’organizzazione dei 34 Paesi più industrializzati (OCSE) presentato ieri (24 gennaio) dall’ISTAT, emerge, infatti, che in Italia la diseguaglianza dei redditi risulta superiore alla media dei Paesi OCSE, più elevata che in Spagna e inferiore rispetto a Portogallo e Regno Unito. Nel 2008, spiega lo studio, il reddito medio del 10% più ricco degli italiani era di 49.300 euro, dieci volte superiore al reddito medio del 10% più povero (4.877 euro), segnando un aumento della disuguaglianza rispetto al rapporto di 8 a 1 di metà degli anni Ottanta.

Il quadro non cambia, anzi viene confermato, dai dati diffusi da Bankitalia nell’indagine sui bilanci delle famiglie italiane secondo la quale, nel 2010 il reddito familiare medio annuo  è stato pari a 32.714 euro, cioè 2.726 euro al mese, mentre quello equivalente si è attestato sui 18.914 mila euro per individuo, registrando un calo dello 0,6% rispetto al 2008. Inoltre, secondo l’indagine di Bankitalia, la quota di individui poveri (coloro che hanno un reddito equivalente inferiore alla metà della media) nel 2010 è stata a pari al 14,4%, in aumento di un punto percentuale rispetto al 2008.

Per il dirigente sindacale della CGIL sono tre i punti essenziali su cui concentrare l’attenzione e quindi le scelte di politica economica: “prima di tutto – spiega Barbi – emerge un dato di fatto: la differenza dei redditi medi è notevolmente aumentata dagli anni ’80 a oggi, passando da 8 a 1 a 10 a 1”; il secondo elemento che emerge con forza, prosegue il Segretario Confederale della CGIL è che “all’interno della diseguaglianza dei redditi che riguarda l’insieme della popolazione, una particolare ingiustizia ha colpito i redditi da lavoro che sono tornati indietro al valore reale di 20 anni fa”; infine, il terzo elemento messo in evidenza da Barbi è che “la diseguaglianza nei patrimoni è di gran lunga maggiore di quella rilevata nei redditi ed è anche aumentata sensibilmente nel 2010 rispetto al 2008”.

Dunque, sottolinea il dirigente sindacale della CGIL “si tratta di un quadro molto preoccupante che è determinato – spiega ancora Barbi – dall’abnorme evasione fiscale e dalla particolare ingiustizia fiscale. Si tratta dunque dell’ennesima conferma autorevole della giustezza e urgenza delle proposte lanciate dalla CGIL da tempo, proposte che oggi sono contenute nel documento unitario di CGIL, CISL e UIL consegnato al Governo”. Nel concludere Barbi ribadisce la necessità di “una imposta strutturale sui grandi patrimoni e il lancio di un piano, anch’esso strutturale, contro l’evasione fiscale e il sommerso da cui attingere risorse per ridurre la pressione fiscale sui redditi da lavoro”.

Argomenti: CGIL |

Rinnovato il contratto integrativo alla Bassilichi

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 25, 2012

Oltre il 96% dei lavoratori della Bassilichi SpA che hanno preso parte al referendum indetto dal Sindacato ha espresso la propria soddisfazione per il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale”- spiega Marco Goracci, Segretario Generale della FIOM CGIL di Siena.

“La trattativa è stata lunga e complicata – prosegue Goracci – ed è giunta al suo positivo epilogo dopo tutta una serie di ‘stop and go’ dovuti alle iniziali divergenze fra FIOM CGIL e FIM e alla difficoltà di rendere fra loro compatibili le peculiarità territoriali dei diversi siti (Siena, Firenze, Bologna, Roma, Pisa) rappresentati nella delegazione sindacale. Ma con questa ipotesi di accordo vengono rafforzate le relazioni sindacali e il ruolo delle RSU, impegnando l’Azienda a fornire tutta una serie di informazioni periodiche sull’andamento aziendale e sulla composizione della forza lavoro”.

“Oltre ad individuare i percorsi per la stabilizzazione dei rapporti lavorativi a contratto a termine e interinali – evidenzia il Segretario della FIOM – con l’accordo si sono affrontate tutta una serie di tematiche che rientrano nel concetto di ‘welfare aziendale’: dal riconoscimento di permessi retribuiti e congedi aggiuntivi per le lavoratrici con figli, ad un potenziamento del part time in modo particolare per le madri dopo il primo anno di vita del bambino, fino all’introduzione di una polizza sanitaria a valere per tutti i lavoratori a totale carico dell’Azienda. Un importante segnale di sensibilità verso le situazioni familiari difficili è stato l’aver ottenuto che i lavoratori potessero ottenere un anticipo del loro TFR in caso di cassa integrazione o perdita del posto di lavoro del coniuge”.

“Infine – conclude Goracci – non è stato di secondaria importanza l’aver confermato un premio di risultato che al raggiungimento degli obiettivi concordati permetterà il riconoscimento di 1.350 euro annui a tassazione agevolata.

Un risultato generale apprezzato dai lavoratori e dalle lavoratrici, ben consapevoli che in altre realtà produttive, al momento, i confronti sindacali si sviluppano principalmente su questioni indirizzate al mantenimento occupazionale.

Siena, 25 gennaio 2012

Argomenti: aziende, contrattazione, FIOM |

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