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Lavoro: Camusso, togliere Cassa straordinaria è follia

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 24, 2012

 Lavoro: Camusso, togliere Cassa straordinaria è follia

 

 All’indomani dell’incontro tra governo e sindacati su riforma del mercato del lavoro, il Segretario Generale della CGIL avverte sulla pericolosità di restringere il sistema di Cassa integrazione. Prossimo confronto su: Tipologie di impiego; Apprendistato, formazione e aggiornamento professionale; Flessibilità, produttività e sviluppo; Ammortizzatori sociali, politiche attive del lavoro e servizi all’impiego.

 

  24/01/2012 da www.cgil.it

All’indomani del primo incontro tra sindacati e governo su riforma del mercato del lavoro e crescita, il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso ribadisce quanto già espresso ieri uscendo da Palazzo Chigi: “togliere uno strumento fondamentale – come quello della Cassa integrazione straordinaria – è esattamente una follia”, soprattutto di fronte, sottolinea la leader della CGIL, “ad un profondo processo di riorganizzazione del sistema industriale e del sistema produttivo, oltre che a elementi diffusi di crisi”.

Forti le criticità espresse dalla CGIL sia sul metodo di confronto che sul merito del documento illustrato ieri dal ministro Elsa Fornero, che ha ricevuto la bocciatura di tutte le parti sociali, e di fronte al quale, la CGIL, ne ha chiesto la non divulgazione perchè non condiviso. Ora il documento sarà rivisto e inviato la prossima settimana, quando si apriranno anche i tavoli di confronto, che saranno quattro e non più cinque, su: Tipologie di impiego; Apprendistato, formazione e aggiornamento professionale; Flessibilità, produttività e sviluppo; Ammortizzatori sociali, politiche attive del lavoro e servizi all’impiego.

La CGIL, non avendo trovato condivisibili le linee guida del documento, auspica un’altra agenda ed altre priorità. “Per noi si parte dall’agenda dei tavoli e non dai contenuti già predeterminati” aveva dichiarato ieri Camusso, precisando come l’incontro fosse stato “propedeutico per avviare il confronto di merito”.

In particolare i sindacati frenano sulla riforma degli ammortizzatori sociali e chiedono un confronto “vero”. Nel documento presentato dal governo è prevista, infatti, una revisione del sistema degli ammortizzatori sociali, che vedrebbe salva solo la cassa integrazione ordinaria, via, dunque, la cassa integrazione straordinaria e quella in deroga. Per la CGIL il superamento della CIGS “non è una cosa fattibile”. Al restringimento della Cassa integrazione ai soli problemi di contrazione della operatività, verrebbero affiancati due provvedimeniti: il primo solo per chi perde l’impiego, finanziato, come riferisce la CGIL, con meccanismi assicurativi e quindi a totale carico di lavoratori e imprese, il seconodo invece è il cosidetto reddito minimo, sul quale è stato già chiarito che non ci sono risorse pubbliche disponibili.

Ad essere rifiutata dai sindacati anche la proposta metodologica del governo, secondo il quale il confronto dovrebbe svilupparsi via web, con scambi di parere tra gruppi di lavoro informatici. Per Camusso “tutto questo può sembrare molto moderno, ma preferiremmo un negoziato più classico, meno online”. Intanto, in attesa del nuovo incontro, Camusso annuncia che Confindustria e sindacati si incontreranno a breve per mettere a punto un documento comune, “è vero – afferma – che ci incontreremo ed è normale che le parti si confrontino anche perchè‚ stiamo parlando di un tema che è fondamentale nel rapporto delle relazioni industriali. E’ normale che si verifichi quali sono i punti comuni e quelli no, ma la trattativa è una trattativa col governo e tale deve rimanere”.

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Camusso, oggi si è aperto il confronto con il Governo

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 23, 2012

Camusso, oggi si è aperto il confronto con il Governo

 

Non c’è condivisione della CGIL con le linee guida del documento presentato dal ministro Elsa Fornero, così come sull’idea di superare la CIG straordinaria: “non è fattibile”. Prossimo incontro tra governo e sindacati su quattro capitoli: tipologie contrattuali, apprendistato e formazione, flessibilità come organizzazione della produttività, ammortizzatori sociali e servizi all’impiego

 

  23/01/2012 www.cgil.it

“Una riunione propedeutica per avviare il confronto di merito”. Così il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso commenta l’incontro che si è svolto oggi a Palazzo Chigi tra le parti sociali e il governo su mercato del lavoro e crescita e avverte: “non sono accettabili ‘scelte unilaterali’ su questi temi”. 

La CGIL insieme a CISL e UIL tornerà a confrontarsi con il Governo la prossima settimana, quando la discussione si articolerà su quattro e non più su cinque capitoli, come da bozza iniziale del documento. I titoli dei capitoli: tipologie contrattuali, apprendistato e formazione, flessibilità come organizzazione della produttività, ammortizzatori sociali e servizi all’impiego. Per il momento fa sapere Camusso “non c’è stata nessuna condivisione delle proposte che il ministro ha illustrato. Per questo aspettiamo l’agenda dei tavoli. Per noi – prosegue – si parte dall’agenda e non dai contenuti già predeterminati”.

In particolare i sindacati frenano sulla riforma degli ammortizzatori sociali e chiedono un confronto “vero”. Nel documento presentato dal governo è prevista, infatti, una revisione del sistema della Cassa integrazione con una stretta sull’attuale durata ed una sostanziale limitazione della cassa ordinaria. L’uso della cassa sarà quindi molto limitato in vista di una rapida ripresa del lavoro. “Tutte la parti sociali – riferisce Camusso – hanno convenuto che non si può superare la cassa integrazione straordinaria. Tutti hanno detto che questa cosa non è fattibile”. Per il Segretario Generale, dunque, la prima questione da affrontare è quella dell’estensione degli ammortizzatori sociali, “il governo continua a dire che non ci sono grandi risorse e quindi bisogna lavorare su quello che c’è, non si può pensare a grandi innovazioni”.

In attesa del nuovo incontro “noi – afferma Camusso – continueremo a lavorare come CGIL CISL e UlL e continueremo a confrontarci con le nostre controparti. Oggi – conclude – si è aperto il confronto”.

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Camusso, l’articolo 18 pilastro di civiltà, il governo non lo modificherà

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 23, 2012

Camusso, l’articolo 18 pilastro di civiltà, il governo non lo modificherà

 

In una intervista al quotidiano ‘la repubblica’ il Segretario Generale della CGIL difende la norma dello Statuto dei lavoratori. “La vera occupazione è quella a tempo indeterminato. Diremo no al contratto unico perché contiene un inganno” Camusso, per noi è no. Ma trattiamo su fisco e tempi dei risarcimenti (Intervista del Segretario Generale della CGIL al quotidiano ‘la Stampa’)

 

  23/01/2012 da www.cgil.it

Segretario Camusso, come replica al presidente del Consiglio Monti secondo cui l’articolo 18 non può essere un tabù?
“Intanto vorrei dire che nell’affermazione di Monti c’è una notizia: per la prima volta, e finalmente, parla di un negoziato tra il governo e le parti sociali. Finora non l’aveva detto”.

È vero, ma l’articolo 18 per lei è un tabù?
“Guardi, io penso che dietro questo giochino di dire che l’articolo 18 non deve essere un tabù, si nasconda l’idea, che non condividiamo e non condivideremo, secondo la quale per combattere il dualismo del nostro mercato del lavoro si debba intervenire sulle tutele di chi è già occupato. Noi continuiamo a non essere d’accordo con questa analisi. L’articolo 18 non può essere un tema di discussione né in partenza del negoziato, né a conclusione del negoziato”.

Eppure l’articolo 18 si applica solo ai dipendenti delle aziende con più di 15 dipendenti. Per tutti gli altri è previsto un risarcimento monetario, anziché il reintegro nel posto di lavoro, in caso di licenziamento ingiustificato. Perché non si può estendere questo meccanismo a tutti i lavoratori?
“Ormai in Italia si pensa che non si possa licenziare per motivi economici. Invece non è vero. Piuttosto inviterei tutti – anche molti professori che fanno tanti guai – a una lettura collettiva dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Una norma che è esplicitamente ed esclusivamente dedicata alla tutela del licenziamento senza giusta causa a carattere discriminatorio. Così chi critica oggi l’articolo 18 dovrebbe avere il coraggio di sostenere che la buona sorte del Paese dipende dalla possibilità o meno di potere licenziare in modo discriminatorio”.

D’accordo, ma perché non adottare il risarcimento economico al posto del reintegro?
“Non è casuale che lo stesso Statuto distinse tra grandi e piccole imprese. In quest’ultime una volta che si rompe il rapporto di fiducia tra datore di lavoro e lavoratore è complicato tornare indietro. E non dimentichiamoci che lo Statuto nacque in un’epoca in cui c’erano soprattutto grandi imprese”.

Sono passati quarant’anni. Perché non si può cambiare?
“Perché l’articolo 18 ha una funzione deterrente. Continuo a pensare che sia una norma di civiltà, anche se a qualcuno dà fastidio. I destini economici di un’impresa si possono affrontare in tante maniere senza intaccare i diritti di chi lavora. L’articolo 18 dice che non si può usare il potere maggiore che hanno le imprese per discriminare le persone”.

Se il governo porrà la questione dell’articolo 18, salterà il negoziato?
“Non ho avuto affatto l’impressione che fosse questa la priorità del presidente Monti. Non credo che il governo partirà da lì. Ha detto che intende fare una trattativa e penso che terrà conto delle proposte unitarie di CGIL, CISL e UIL”.

Quante possibilità ci sono che arriviate ad un’intesa con il governo e la Confindustria?
“Posso dire che ci presentiamo al tavolo in maniera molto seria e con le nostre proposte. Mi auguro che lo facciano anche gli altri, governo e imprenditori”.
Perché siete contrari al “contratto unico” che nell’arco di un triennio permetterebbe di stabilizzare le nuove assunzioni? Perché la CGIL l’ha definito “un inganno”?
“È un inganno perché parte dall’idea che in Italia, e in Europa, non ci sia già una regola generale sulle assunzioni. Invece, c’è, eccome: è quella secondo cui le assunzioni normali sono a tempo indeterminato. In più aggiunge una nuova forma contrattuale, senza intaccare le cause, anche ideologiche e culturali, che hanno portato al proliferare di decine di tipologie contrattuali”.

Ma lei vorrebbe tornare indietro a quando non c’erano i contratti flessibili?
“Non si torna mai indietro. Penso che si debbano fare le cose necessarie per il nostro mercato del lavoro: tornare alla normalità. Per questo pensiamo che vadano incentivate, sul piano fiscale e contributivo, le assunzioni attraverso il contratto di apprendistato e il contratto di inserimento per le donne e gli over 50”.

E quali contratti flessibili salverebbe?
“Penso che vada rafforzato il part time, che vada riordinato il lavoro interinale, ma che si debba smettere di considerare le partite Iva come fossero lavoro subordinato”.

Lei ha criticato le liberalizzazioni di Monti. Perché è contraria?
“Non sono contraria. C’è, però, un tratto che mi preoccupa molto: quello di intervenire scaricando gli effetti sulle condizioni di lavoro. Penso all’allungamento degli orari dei negozi, penso alla cancellazione per legge (una scelta davvero inaudita) del Contratto nazionale delle ferrovie, penso al riordino dei tirocini senza valutare gli aspetti retributivi, penso, infine, che un orario di lavoro più lungo per i tassisti non dia nemmeno un servizio migliore”.

 

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Camusso, vogliono fare i liberisti colpendo il costo del lavoro

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 23, 2012

Camusso, vogliono fare i liberisti colpendo il costo del lavoro

 

In un’intervista al quotidiano ‘L’Unità’ il Segretario Generale della CGIL avverte: “troppo entusiasmo, vedo rischi di smobilitazione dei servizi pubblici. Si torni a parlare sul serio di occupazione”

  22/01/2012 da www.cgil.it

Che cosa chiederete al governo? Susanna Camusso, Segretario della CGIL, ‘accantona’ un attimo il tema liberalizzazioni e riprende la questione del lavoro che non c’è: “Chiederemo al governo di operare perché venga ripristinata una condizione in cui i giovani e i cinquantenni lasciati a casa dalle loro aziende in crisi non siano costretti a imboccare la via crucis della precarietà. L’abbiamo detto tante volte: rimettere al centro il lavoro”.

Le liberalizzazioni non creeranno appunto lavoro? “Intanto bisognerebbe conoscere il testo. Intanto andrebbero ridimensionati certi entusiasmi. L’enfasi mi sembra eccessiva. Non credo che liberalizzando si dia via libera a quell’aumento pronosticato dei salari del dodici per cento. Magari diminuirà qualche prezzo. Non credo neppure a certi automatismi, che prometterebbero aumento dell’occupazione, anche se ovviamente c’è del buono nel decreto legge”.

Un esempio? “La separazione tra il soggetto che fornisce il gas e quello che gestisce la rete distributiva”.

Il cattivo sta forse nell’ennesimo attacco al contratto nazionale, questa volta quello dei ferrovieri, con l’idea di favorire la concorrenza?  “Quando si parla di Ferrovie o di Poste bisognerebbe sempre pensare che si tratta di servizi pubblici, che devono quindi rispondere alle necessità della collettività, necessità che nel caso dei treni si chiamano mobilità, economicità, sicurezza. Da qualsiasi luogo, per qualsiasi luogo. Smobilitare il contratto nazionale ha un senso allora? Non c’è il rischio di peggiorare tutto? Vogliamo costruire una concorrenza che concorre solo agendo sulla voce costo del lavoro? Non mi sembrerebbe un gran segnale. Proviamo a prendere consiglio da chi con le liberalizzazioni e con le privatizzazioni s’è sperimentato prima di noi. E non certo con risultati brillanti”.

Ma i privati come li mobilitiamo? “Il governo dovrebbe chiamare i venti più importanti attori dell’economia italiana, chiedere loro che strategie si danno, chiedere loro progetti concreti, proporsi con autorevolezza per discuterli e, se sono validi, per agevolarli, assecondarli, contribuire. Non si tratta di dare quattrini. Si tratta di garantire condizioni favorevoli, di coordinare. E in primo luogo chiamare alla responsabilità davanti a un Paese in crisi: chi può, faccia. Ovviamente se è capace…”.

Le agenzie di stampa hanno riferito una sua affermazione: “Le intemperanze liberalizzatrici ci porteranno dei guai”. Conferma? “Come può capitare, s’è colta una battuta sottraendola al suo contesto. Torno all’osservazione di prima: eccesso di entusiasmo. Le liberalizzazioni non sono tutto e qualche volta sono sbagliate”.

Si riferiva agli orari dei negozi, ai taxi? “In un caso bisognerebbe pensare alla qualità della vita in Italia, piuttosto che sognare l’America, consentire la vita a una rete commerciale che significa anche socialità e non consegnare tutto alla grande distribuzione, valutando i costi sociali non solo economici di aperture lunghe, che costringerebbero probabilmente molti a rivalersi sui prezzi oppure a chiudere. A danno dei cittadini, comunque, di una cultura, di una tradizione che non sono sempre da buttare. Per quanto riguarda i taxi, riflettiamo sulle origini: in partenza ci sono le licenze, non possiamo pensare di cancellare di colpo quell’investimento. Magari le resistenze appaiono eccessive. Bisogna discutere per raggiungere un punto di equilibrio. In primo piano dovrebbero stare i bisogni reali. Altrimenti si fa solo vecchia ideologia”.

Liberista: come nel caso delle municipalizzate? “Certo, perché alla fine si trascura quello che dovrebbe essere l’obiettivo fondamentale: l’efficienza e quindi la bontà del servizio. Aggiungo che in alcuni casi, come quello delle farmacie, siamo solo ad un ampliamento della base. Ci saremmo attesi altre novità”.

Dunque altro che ‘albero scosso’, bell’Italia dell’immagine dell’Italia che cambia. Domani il tavolo sulle questioni del lavoro. Lei raccomanda di non aver fretta… “Di non aver la fretta con la quale si è chiuso il capitolo delle pensioni, capitolo che non riteniamo assolutamente chiuso, perché troppe ingiustizie sono rimaste e in particolare è rimasta quella ingiustizia che colpisce appunto quella generazione di ultracinquantenni che ha risposto ad una crisi aziendale progettando un altro futuro con le carte in regola per la pensione entro pochi mesi o anni e che si è vista cancellare un diritto acquisito. Più in generale la garanzia di una vecchiaia decente riguarda l’intera società. Quindi credo che la discussione sulle pensioni vada ripresa con grande serietà. Qui parlerei anche di flessibilità”.

Che cosa vi aspettate che vi dica il professor Monti? “Il governo finora non ci ha detto nulla. In compenso ha letto di sicuro il documento di CGIL, CISL e UIL, in cui si chiedono investimenti per creare l’occupazione, che non cresce smobilitando le regole. Abbiamo apprezzato che siano stati sbloccati investimenti, abbiamo apprezzato l’attenzione sul Mezzogiorno. Abbiamo apprezzato molto quanto è stato realizzato nella lotta all’evasione. Ma vorremmo che questa volontà s’applicasse anche nei confronti del lavoro sommerso”.

Altra ‘voce’, di cui molto si è discusso, anche nel Partito democratico: gli ammortizzatori sociali. Si andrà a un cambiamento? “Siamo in un Paese in recessione e dobbiamo rispondere all’emergenza. Non ci sono soldi per grandi riforme, per modelli danesi o altro. La cassa integrazione è peraltro un istituto di grande valore, anche ideale: è nata per mantenere un legame tra lavoratore e posto di lavoro. Il dovere è di garantirla a chi ne è privo. Prima di parlare d’altro”.

Argomenti: CGIL |

“OLTRE LA CRISI”: le foto

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 20, 2012

le foto dell’iniziativa di ieri ‘OLTRE LA CRISI: LE CONQUISTE DEL PASSATO PER I DIRITTI DEL FUTURO’:

https://www.flickr.com/photos/cgil-siena/sets/72157647600412179/show

Argomenti: archivio storico, CGIL, foto |

Legalità: l’unica risposta per il lavoro e il futuro

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 20, 2012

Argomenti: CGIL |

CGIL, CISL, UIL approvano la piattaforma unitaria da presentare al Governo

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 18, 2012

 CGIL, CISL, UIL approvano la piattaforma unitaria da presentare al Governo

I sindacati confederali si sono riuniti oggi nella sede della CGIL nazionale per discutere le proposte da presentare al governo Monti al quale chiedono l’apertura di un confronto che abbia “l’obiettivo prioritario di invertire la pericolosa tendenza recessiva in atto da alcuni mesi e di realizzare al più presto l’obiettivo di far ripartire la crescita”
» Documento unitario approvato oggi dalle segreterie di CGIL, CISL e UIL “Per il lavoro, per la crescita, per l’equità sociale e fiscale”. 

  17/01/2012 www.cgil.it

Le Segreterie Confederali unitarie di CGIL, CISL, UIL, riunite nella sede nazionale della CGIL a corso Italia, hanno approvato oggi il testo con le proposte da presentare al governo Monti in tema di crescita, equità sociale e fiscale e naturalmente occupazione e pensioni. Oltre all’approvazione di una piattaforma comune i sindacati confederali chiedono al Governo l’apertura di un confronto proprio sulla base delle proposte presentate oggi alla stampa, “con l’obiettivo prioritario di invertire la pericolosa tendenza recessiva in atto da alcuni mesi e di realizzare al più presto l’obiettivo di far ripartire la crescita”.

I Segretari Generali di CGIL, CISL, UIL, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti hanno dato anche notizia della creazione di una commissione che avvierà il lavoro della certificazione degli iscritti per arrivare a definizione della rappresentatività delle organizzazioni sindacali.

Serve un “piano per il lavoro” con l’obiettivo di “far ripartire la crescita”, è dunque il messaggio che i sindacati confederali rilanciano oggi al Governo. CGIL, CISL, UIL sostengono che “la gravita’ della crisi impone un cambiamento nella politica economica del Governo che è chiamato a mettere in atto politiche che favoriscano la crescita”.

Alla domanda dei giornalisti sulla data dell’apertura del confronto con il Governo, i Segretari Generali hanno risposto di non avere avuto finora nessuna convocazione ufficiale anche se l’avvio del confronto sembra ormai imminente visto anche che il ministro Fornero ha concluso il suo giro di incontri preparatori con le parti sindacali e industriali. I leader sindacali hanno risposto anche alle domande sull’articolo 18. Il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, ha ribadito, per l’ennesima volta, che l’articolo 18 non farà parte del negoziato e ha confermato che il Governo non è affatto intenzionato a riproporlo al tavolo.

Completamente d’accordo con Camusso anche Bonanni e Angeletti, secondo i quali non è il sindacato che è ideologico e pregiudiziale, ma caso mai chi continua a riproporre una questione che non risolve affatto nessuno dei problemi urgenti. E i problemi urgenti e perfino drammatici (come nel caso dei lavoratori che stanno fuori dalle aziende, ma che non hanno ancora diritto alla pensione), riguardano appunto l’occupazione, la riforma in senso universale ed estensivo degli ammortizzatori sociali, la rivisitazione delle norme sulle pensioni. “La difficile situazione occupazionale – si legge nella piattaforma unitaria che trovate integrale qui sotto nel link – rende necessario mettere all’ordine del giorno l’attuazione di un piano per il lavoro, a partire dall’emergenza della disoccupazione giovanile e femminile, particolarmente accentuata nel Mezzogiorno e dalla necessità di reimpiegare le centinaia di migliaia di lavoratori ancora coinvolti dagli ammortizzatori sociali”.

“A questo fine – dicono ancora le Segreterie di CGIL, CISL, UIL – verranno presentate nell’imminente confronto con il Ministro del Lavoro le proposte del Sindacato Confederale in materia di incentivazione per nuova occupazione, per tutelare maggiormente il lavoro flessibile, per riordinare ed estendere il sistema degli ammortizzatori sociali, per una revisione e una gradualizzazione  degli interventi di fine 2011  in campo previdenziale, in particolare quelli a maggiore impatto negativo sulla situazione occupazionale e le prospettive di vita e di reddito delle persone. In aggiunta e in conseguenza alle diffuse difficoltà occupazionali, si è determinato nel Paese un processo progressivo ed inesorabile di perdita del potere di acquisto delle retribuzioni e delle pensioni, accentuato  dalle manovre restrittive sul  bilancio realizzate nel 2011 che hanno inciso pesantemente in materia di costo dei carburanti, di incremento della fiscalità locale e addizionali regionali, di aumento delle imposte sulla prima casa e dell’Iva, mancata rivalutazione delle pensioni  ed hanno fatto aumentare in modo preoccupante situazioni di difficoltà economica e sociale per milioni di persone”.

Anche sulle liberalizzazioni CGIL, CISL, UIL sono pronte al confronto, ma nel merito delle tante questioni aperte, mentre tra tutte viene giudicata prioritaria la riforma fiscale.

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Camusso, aprire confronto con il governo sulla crescita

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 18, 2012

Camusso, aprire confronto con il governo sulla crescita

In una intervista al quotidiano ‘Il Messaggero’ il Segretario Generale della CGIL dà al Governo un “voto alto in educazione civica, basso in condotta”. In merito alla trattativa con l’esecutivo Camusso rivendica un confronto più ampio: “oltre a decidere come si governa il lavoro, è necessario stabilire come lo si crea. Vogliamo discutere di crescita, sviluppo, liberalizzazioni”

17/01/2012 da www.cgil.it

«Voto alto in educazione civica, basso in condotta». Il leader della CGIL Susanna Camusso, stila la sua prima pagella sul governo Monti. «Formato da professori di grande personalità, il cui vero deficit è quello di confrontarsi poco con il mondo reale».

Un governo con il quale comunque dovrete confrontarvi su un pacchetto di richieste che lei, insieme a Bonanni e Angeletti, avete preparato unitariamente. A proposito, è stato quasi un miracolo…
«Spero che domani (oggi per chi legge; n.d.r) si possa definire una piattaforma unitaria  sulla quale confrontarci con il governo».

La ritrovata unità è frutto di una vostra insoddisfazione sull’operato del governo o di una oggettiva necessità di serrare le fila in un momento di grandissima difficoltà del Paese?
«Tutte e due le cose. Se l’esecutivo intende affrontare i problemi come ha fatto con le pensioni, bè farà solo danni ai lavoratori. Poi la situazione è talmente grave che, se non si cominciano a dare risposte sull’occupazione, non se ne esce. La linea del solo rigore non ci porterà fuori dal guado. Insomma, non va bene l’atteggiamento del governo, non va  bene come si costruiscono le risposte. Poi, evidentemente, c’è anche la drammaticità della situazione».

Lei ha sempre chiesto una trattativa a tutto campo. Nel senso che il tavolo non dovrebbe limitarsi al mercato del lavoro…
«Proprio per questo nella nostra piattaforma c’è una richiesta chiara: oltre a decidere come si governa il lavoro, è necessario stabilire come si crea il lavoro. Vogliamo discutere di crescita, sviluppo, liberalizzazioni».

Ci sono in ballo anche le pensioni?
«Certo che sì. E più discuteremo di mercato del lavoro e più diventerà evidente quale  disastro è stato fatto».

Non è, invece, in discussione l’articolo 18. Vero?
«Vero, e va benissimo così. E` una cosa saggia».

Standard & Poor’s ha declassato mezza Europa e ha retrocesso l’Italia in serie B.
«Non sono particolarmente affascinata dai giudizi delle agenzie di rating e non dimentico cosa dicevano nel 2008 e 2009. Ora che diventino un oracolo mi sembra rientri nel  contesto di una delicata situazione internazionale, ma non un oggettivo indicatore. Noi siamo messi male perché c’è disoccupazione, un apparato industriale sempre più in crisi, non c’è distribuzione della ricchezza».

C’è anche la speculazione internazionale?
«C’è una speculazione evidente sull’euro, ma anche un giudizio sul Paese. Abbiamo perso tre anni e recuperare fiducia ed investimenti diventa complicato. Quindi diventa fondamentale la fase due».

Che comprende anche le liberalizzazioni con rivolte annunciate o in atto come quella dei tassisti.
«Mi stupisce lo stop and go del governo. Dovrebbe prendere l’abitudine a discutere con i soggetti più significativi. Sul tema dei tassisti dico che se tu intraprendi un’attività che  presuppone un forte investimento iniziale, non puoi deprezzarla. Mi spiego, non è solo questione di numeri, ma anche di investimento e del valore che mantiene. Ci sono  persone che hanno speso soldi per acquistare le licenze».

Senta, il governo concerta poco. E` d’accordo?
«Oggi ci confrontiamo con una strana cosa che temo possa favorire un’idea di autosufficienza che non va bene. Non si può confondere una crisi della politica e del Parlamento con il fatto che non esistano più soggetti di rappresentanza».

Fase due, è iniziata secondo lei?
«C’è molta concentrazione sulle liberalizzazioni e nessuna attenzione su politica industriale e investimenti. In questi anni è stato cancellato il ruolo pubblico dell’economia e questo ci ha portato tanti danni. La fase due deve ancora venire. Allora dico, magari non discutiamo di tutto, ma almeno partiamo da quegli interventi che possono creare crescita e occupazione».

 

Argomenti: CGIL |

CEL Università: due sentenze che danno ragione ai lavoratori

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 17, 2012

La Corte d’Appello di Firenze il 12 gennaio ed il Tribunale di Siena il giorno dopo hanno rigettato il ricorso in opposizione proposto dall’Università degli Studi di Siena relativo ai ricorsi presentati per le mancate retribuzioni del personale Collaboratori ed Esperti Linguistici.

Si ricorda che l’Università, con un atto unilaterale, nell’aprile 2010 aveva cessato di pagare la retribuzione dei CEL il cui contratto integrativo era scaduto il 31/12/2009 non dando continuità almeno fino alla sottoscrizione del nuovo contratto.

Due sentenze che danno ragione ai lavoratori dell’Università di Siena e alla FLC CGIL che ha sostenuto la loro battaglia.

Pur cosciente della situazione in cui si trova il nostro Ateneo e consapevole anche degli sforzi che l’Amministrazione sta facendo nella direzione del “risanamento”, la FLC CGIL, sempre e solo dalla parte del lavoro e dei lavoratori, ritiene che le due sentenze richiamino la necessità di ridare legittimità alle richieste dei lavoratori e alla valorizzazione di quelle competenze e professionalità dei CEL, come del personale tecnico amministrativo, che non hanno mai smesso di adoperarsi per il mantenimento degli standar qualitativi e quantitativi degli apprendimenti e dei servizi agli studenti.

Mai come ora è necessario tornare al tavolo della contrattazione e trovare le soluzioni affinchè il personale dell’Università, che sta continuando a pagare un prezzo alto per errori non suoi, trovi soddisfazione alle legittime aspettative di riconoscimento degli sforzi fatti e della giusta e non regalata, ma dovuta, retribuzione.

FLC CGIL SIENA

Siena, 16 gennaio 2012

Argomenti: FLC, università |

OLTRE LA CRISI: LE CONQUISTE DEL PASSATO PER I DIRITTI DEL FUTURO

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Gennaio 16, 2012

banner0kNell’ambito della ‘Settimana degli Archivi Storici della CGIL’ (16-21 gen. ’12) promossa dalla CGIL Nazionale e dalla Fondazione G. Di Vittorio, l’Archivio del movimento operaio e contadino in provincia di Siena e la CGIL di Siena vi invitano a partecipare all’iniziativa

OLTRE LA CRISI: LE CONQUISTE DEL PASSATO PER I DIRITTI DEL FUTURO

Giovedì 19 GENNAIO 2012 ore 16.30
Facoltà di Scienze Politiche – aula 6
Via Pier Andrea Mattioli, 10

Parteciperanno:

 Elisa Castellano, Coord. Archivi e biblioteche della CGIL (Fondazione G. Di Vittorio)
 Claudio Guggiari, Segretario Generale CGIL Siena
 Stefano Maggi, Prof. della Facoltà di Scienze Politiche dell’Univ. degli Studi di Siena e
 Presidente dell’Archivio Storico del Movimento Operaio e democratico Senese
 Mirella Mei, Presidente dell’Archivio del movim. operaio e contadino in prov. di Siena
 Delegati sindacali che hanno preso parte al ‘Progetto 20.000’ della CGIL Nazionale

In collaborazione con ASMOS e CIRAP

Argomenti: archivio storico, CGIL |

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