Una ‘scritta umana’ per dire ‘Basta’
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 6, 2011
Oggi lo sciopero generale nazionale indetto dalla CGIL ha registrato a Siena un’alta adesione in tutta la provincia.
La manifestazione provinciale che si è svolta a Siena ha visto un lunghissimo, chiassoso e coloratissimo corteo per le vie cittadine ed un suggestivo atto conclusivo in Piazza del Duomo.
La presenza di moltissimi precari e lavoratori provenienti dalle aziende di tutta la provincia, di pensionati, disoccupati e studenti, delle molte associazioni – in particolare ANPI ed ARCI – e partiti politici ha reso possibile un’originale coreografia all’ombra della Cattedrale: una parte dei partecipanti ha dato vita – con in testa cappellini verdi, bianchi e rossi – alla ‘scritta umana’ a lettere cubitali ‘Basta’.
Presenti con i loro striscioni rappresentanti di lavoratori delle scuole e dell’università, del commercio, della grande distribuzione e del turismo, del settore edile e metalmeccanico, di quello pubblico e chimico-farmaceutico, dei bancari e dell’agroindustria.
Dal palco, oltre all’intervento conclusivo di Claudio Guggiari, Segretario Generale della CGIL di Siena, si sono alternate le testimonianze di un precario della multinazionale Novartis, di una pensionata, di due rappresentanti degli studenti, di un dipendente della Whirlpool, di una rappresentante delle donne ‘del 13 febbraio’ e di una precaria della scuola.
“Abbiamo ascoltato con quanta incertezza e drammaticità viva oggi in Italia uno studente, un giovane, un disoccupato, un precario, un lavoratore ed un pensionato… – ha detto il Segretario Claudio Guggiari – Noi insieme siamo qui oggi per dire BASTA! BASTA! ED ANCORA BASTA!”.
Siena, 6 maggio 2011
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6 maggio SCIOPERO GENERALE: ‘BASTA!…PER CAMBIARE’
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 4, 2011
per la regione Toscana: INTERA GIORNATA
programma della MANIFESTAZIONE PROVINCIALE A SIENA:
ore 9.00 concentramento alla Lizza
ore 9.30 partenza del corteo per le vie cittadine
ore 11.30 atto conclusivo in Piazza del Duomo
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Argomenti: CGIL |
Camusso, sciopero generale 6 maggio contro politica economica del Governo
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 4, 2011
| Camusso, sciopero generale 6 maggio contro politica economica del Governo |
| Lo sciopero di venerdì prossimo, il quarto dall’insediamento del governo Berlusconi, parlerà a tutti i lavoratori perchè, sottolinea la leader della CGIL, il bilancio di due anni e mezzo di crisi e di tre anni di governo è “del tutto negativo per il lavoro. Continuano ad aumentare le tasse e diminuiscono i diritti dei lavoratori” |
da www.cgil.it Lo sciopero di venerdì prossimo “parla di lavoro, di fisco, di cambiamento e di una politica economica del Governo che sta solo peggiorando le condizioni dei lavoratori”. A ribadirlo il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso in occasione di un’assemblea con i lavoratori del Nuovo Pignone a Firenze. Il bilancio di due anni e mezzo di crisi e di tre anni di governo è per la leader della CGIL “del tutto negativo per il lavoro”, e precisa “mentre continuano ad aumentare le tasse, diminuiscono i diritti dei lavoratori”. In particolare Camusso critica le manovre del ministro dell’Economia Giulio Tremonti che “hanno portato solo effetti depressivi” e nelle quali “non esiste un vero riferimento alla crescita”, ma “si pensa a galleggiare in attesa di eventi miracolosi”. Ma il Segretario Generale della CGIL punta il dito anche contro l’operato del ministro dello Sviluppo Paolo Romani, sottolineando come delle tantissime vertenze aperte, “da quelle piccole a quelle grandi, in tutti i settori, non ne è stata risolta neppure una”. Camusso espreme forti critiche al ministro Romani anche per l’assenza di un vero piano energetico nazionale “una sua responsabilità”, attraverso il quale stimolare gli investimenti e l’occupazione. Lo sciopero del 6 maggio parlerà quindi a tutti i lavoratori, “non sarà di un solo sindacato” perchè spiega Camusso “si rivolge all’intero mondo del lavoro, anche a quei lavoratori non iscritti al sindacato o iscritti ad altri sindacati”. La mobilitazione della CGIL, come ricordato dal Segretario Generale della CGIL, metterà quindi al centro la difesa del lavoro dagli effetti della crisi, dalle scelte depressive del governo e dall’attacco ai diritti e alle tutele. Non solo, il sindacato chiede anche di rilanciare l’occupazione, unica via percorribile per riprendere la crescita e di ricercare soluzioni positive alle tante, troppe, crisi industriali accumulate al ministero dello Sviluppo economico. Sul fisco la CGIL reclama un intervento di giustizia sociale, alleggerendo il carico fiscale sui lavoratori dipendenti e sui pensionati, e per reperire le risorse necessarie per la crescita che si sono accumulate nei grandi patrimoni e nelle transazioni finanziarie. |
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FAU: salvare i posti di lavoro è possibile!
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 4, 2011
FAU: SALVARE I POSTI DI LAVORO E’ POSSIBILE!
Terminato il primo mese di cassa integrazione, per i circa 80 dipendenti della FAU permangono tutte le comprensibili preoccupazioni rispetto al loro futuro occupazionale.
Va comunque detto che in questo frattempo, tramite il lavoro incessante messo in atto dalla FIOM CGIL di Siena e dalle Istituzioni, più di un’azienda ha manifestato interesse a partecipare al tentativo di salvataggio dell’attività produttiva di Asciano.
La fase che necessariamente deve arrivare a compimento entro poche settimane è quella di effettuare una scelta univoca e ben ponderata sulla tipologia di imprenditori che potrebbero impegnarsi in questo progetto. Le strade sono due, diverse, quanto diverso potrà essere il risultato nel medio-lungo periodo.
Prima opzione: Azienda esterna ai confini regionali o addirittura nazionali – senza escludere un preciso interesse da parte di un’impresa multinazionale – interessata, magari, più a sfruttare in proprio i canali già attivati negli anni dalla FAU, che a porsi l’obiettivo di un investimento che vada a salvaguardare e consolidare la produzione in loco.
Seconda possibilità: anch’essa concretamente realizzabile visti i contatti degli ultimi giorni, è la soluzione “nostrana”, tramite l’ingresso di imprese senesi nel capitale sociale della nuova Azienda che potrebbe rilevare l’attività.
Come si può ben capire, se nell’immediato le due opzioni potrebbero essere anche equivalenti, a lungo andare, investimenti di aziende già radicate sul posto darebbero indubbiamente maggiori garanzie, rispetto al rischio di vedersi in futuro depredare il territorio – magari dopo aver goduto di finanziamenti pubblici – come soventemente purtroppo avviene.
E’ necessario pertanto che a livello istituzionale si vigili attentamente sugli scenari che potrebbero concretizzarsi, agevolando la soluzione che meglio possa rispondere agli obiettivi che tutti abbiamo condiviso.
Marco Goracci, Segretario Generale FIOM CGIL Siena
Siena, 3 maggio 2011
CGIL: 12 ragioni per lo sciopero generale del 6 maggio
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 3, 2011
| CGIL: 12 ragioni per lo sciopero generale del 6 maggio |
| Una mobilitazione per la difesa del lavoro dagli effetti della crisi, dalle scelte depressive del governo e dall’attacco ai diritti e alle tutele, per rilanciare l’occupazione e per un’operazione di ridistribuzione e di uguaglianza del Paese» Come si articola lo sciopero generale » Le manifestazioni » SPOT su CGILtv |
da www.cgil.it Trentasei mesi di governo Berlusconi hanno seriamente impoverito il paese. L’economia è depressa, la disoccupazione aumenta così come la pressione fiscale. I lavoratori subiscono l’abbassamento delle tutele e la cancellazione dei diritti. Lo stato sociale è stato tagliato indiscriminatamente. Penalizzati i pensionati, negato il futuro ai giovani, umiliato il lavoro e la dignità delle donne. Per queste ragioni la CGIL sarà in piazza venerdì 6 maggio in occasione dello sciopero generale indetto dal sindacato di Corso d’Italia. Uno sciopero che per gran parte delle categorie della CGIL riguarderà l’intera giornata lavorativa con decine di manifestazioni in altrettante piazze d’Italia. Se questo è quindi lo stato in cui versa il paese a tre anni dall’insediamento del quarto governo Berlusconi, la CGIL rivendica una svolta urgente contro l’azione di un governo impegnato da troppo tempo in una operazione di puro galleggiamento: il paese arretra e le diseguaglianze crescono. Per arginare il degrado e il declino in cui sembra essere condannato il paese la confederazione di Corso d’Italia con lo sciopero generale vuole lanciare un messaggio di speranza attraverso quello che è, a tutti gli effetti, un grande atto di responsabilità. E lo fa promuovendo una mobilitazione che ruota intorno ai temi del Fisco e del Lavoro. Fisco come strumento di giustizia sociale, Lavoro come via per la crescita. Due grandi temi che si articolano in 12 punti. Le dodici buone ragioni per lo sciopero generale di venerdì 6 maggio. La sintesi della piattaforma in dodici punti: 2. Per difendere i redditi – Un fisco giusto attraverso una vera lotta all’evasione. Un fisco più leggero per le famiglie dei lavoratori e dei pensionati. Un fisco più pesante sulle transazioni speculative, sulle rendite e sulle grandi ricchezze. 3. Per una nuova politica industriale e per rilanciare gli investimenti – Riordino degli incentivi per un maggiore e migliore sviluppo, puntando su ricerca e innovazione industriale, con particolare attenzione al Mezzogiorno. Nuove misure per il sistema produttivo per portarlo verso settori e prodotti sostenibili ad alto valore tecnologico e di conoscenza. Favorire la crescita dimensionale delle piccole e medie imprese. 4. Per la scuola pubblica, l’università e la ricerca – Investimenti sulla conoscenza e sul diritto allo studio. Sviluppo della qualità per la scuola pubblica, l’università e la ricerca. Considerare la cultura come un investimento per la crescita civile, morale ed economica. Valorizzare il patrimonio storico, artistico, architettonico e culturale del paese. 5. Per un welfare diffuso e di qualità – Rifinanziare adeguatamente il servizio sanitario, il fondo per le politiche sociali, il fondo per la non autosufficienza. Definire un piano nazionale contro la povertà e l’esclusione sociale. 6. Per un adeguato livello delle pensioni e del benessere oltre il lavoro – Meccanismi di rivalutazione delle pensioni e il riconoscimento della quattordicesima. Garantire alle future generazioni un reddito da pensione adeguato. Ripristinare la flessibilità dell’età pensionabile. 7. Per i giovani e per il futuro – Avviare interventi straordinari per creare occupazione e sradicare la precarietà. Costruire un sistema di welfare che dia ai giovani autonomia dalla famiglia. 8. Per le donne, una battaglia per la dignità – Introdurre incentivi fiscali all’occupazione. Garantire la tutela concreta della maternità e introdurre il congedo obbligatorio di paternità. Una legge che impedisca il licenziamento preventivo come le dimissioni in bianco. 9. Per il lavoro pubblico – Rinnovo dei contratti nazionali e dei contratti integrativi contro ogni accordo separato. Blocco dei licenziamenti dei precari e definizione di un piano occupazionale. 10. Per una nuovo politica di accoglienza e cittadinanza attiva dei migranti – Regolarizzare i lavoratori immigrati per sconfiggere la piaga del lavoro nero. Fornire i livelli essenziali di welfare. Regolare i diritti di cittadinanza per superare le discriminazioni a partire dal diritto di voto. 11. Per un federalismo solidale ed efficace a livello regionale e comunale – Definire i livelli essenziali delle prestazioni sociali affinché il federalismo non divida ulteriormente il paese. Garantire agli enti locali le risorse per i diritti sociali, il welfare e l’equità della tassazione. Promuovere l’integrazione socio-sanitaria investendo nei servizi territoriali e nella riqualificazione della rete ospedaliera. 12. Per più democrazia nei luoghi di lavoro – Eleggere ed estendere le Rsu in tutti i settori privati. Misurare la rappresentatività delle organizzazioni sindacali sulla base degli iscritti e dei voti ricevuti nelle elezioni delle Rsu. Garantire ai lavoratori la possibilità di esprimere un voto vincolante sugli indirizzi e sugli esiti contrattuali, ancora di più in presenza di accordi separati. |
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Crisi: allarme CGIL, con inattivi e cassintegrati esplode disoccupazione
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 2, 2011
| Crisi: allarme CGIL, con inattivi e cassintegrati esplode disoccupazione |
| Secondo l’Osservatorio CIG della CGIL la percentuale complessiva di disoccupazione e inattività è del 18,32%. Inoltre, troppe le vertenze ancora irrisolte: Vinyls, Merloni, Fincantieri, Eurallumina, Omsa, Phonemedia, Firema, Tirrenia, Basell. 6 maggio sciopero generale per svolta » Disoccupazione dati ISTAT |
da www.cgil.it Le percentuali sullo stato in cui versa il mercato del lavoro non raccontano tutto. Ne è convinta la CGIL secondo la quale alcune rilevazioni diffuse recentemente dall’ISAT (Rilevazione sulle forze di lavoro – media 2010), e relative alla situazione occupazionale registrata lo scorso anno, “restituiscono una versione più realistica sull’andamento del nostro paese e su come ha pesantemente inciso la crisi, anche in termini di scarsa crescita economica e crollo dei consumi”. Eppure, sostiene il sindacato rilanciando le ragioni dello sciopero generale del 6 maggio, “manca ancora un tassello, ovvero la platea di lavoratori in cassa integrazione”. L’istituto di statistica ha infatti reso nota la cifra di un esercito di scoraggiati pari a 1,5 milioni di italiani che sarebbero disponibili a lavorare ma non cercano attivamente lavoro perché convinti di non trovarlo. Un numero che andrebbe sommato ai 2,1 milioni di disoccupati ufficiali. Nel complesso, come certifica l’Istat, coloro che si percepiscono in cerca di occupazione sono 4.397.000. Una platea fatta di disoccupati e scoraggiati che, attraverso una elaborazione dell’Osservatorio Cig della CGIL Nazionale, “porta il dato di disoccupazione relativo al 2010, pari all’8,42%, al 16,55%”. Inoltre, considerando i cassintegrati a zero ore registrati lo scorso anno, pari a oltre 576 mila persone, secondo l’Osservatorio della CGIL “si determina una percentuale complessiva di disoccupazione e inattività del 18,32%”. Per la CGIL “non è solo un esercizio statistico” perché, afferma il segretario confederale, Vincenzo Scudiere, “se non si interverrà al più presto, il dato sulla disoccupazione che abbiamo calcolato, e che contempla gli inattivi e i cassintegrati, sarà quello vero a tutti gli effetti”. Infatti il dirigente sindacale sottolinea come questi numeri vadono letti “in relazione alle tante, troppe aziende, in crisi che abbiamo registrato in questi anni di crisi e che ancora non trovano soluzioni positive”. Sono infatti 183 i tavoli di crisi aperti al ministero dello Sviluppo economico, molti di questi si trascinano da anni, e il quadro che emerge passando in rassegna le vertenze più significative è sconfortante. La vicenda Vinyls è ritornata al punto di partenza, le offerte arrivate ai commissari straordinari portano ancora una volta gli stessi nomi: il fondo svizzero Gita, la Igs di Varese e il gruppo croato Dioki. Entro 20 giorni i commissari si dovranno esprimere dopo aver verficato quanto giunto alla loro attenzione ma a quanto pare dalle offerte a rischiare una possibile chiusura sarebbe lo stabilimento di porto Marghera. Le offerte per rilevare la Antonio Merloni garantiscono il riassorbimento di sole 400 persone su 2.300 lavoratori impiegate nei tre stabilimenti del gruppo. C’è grande timore poi per le voci che circondano la Fincantieri, in attesa che nei prossimi giorni si renda noto il piano industriale, su possibili chiusure di stabilimenti che colpiranno alcuni siti. Gli operai di Eurallumina sono in cassa integrazione da due anni e gli ammortizzatori sociali scadono a fine aprile. Ancora nessuna soluzione per la Basell e le aziende collegate come Meraklon, Treofan e Novamont. Mille operai sono in cassa integrazione da circa un anno e il concreto rischio e che la chimica a Terni, come nel resto del paese, non abbia più alcun futuro. Sulla Omsa di Faenza, e sul destino dei 347 dipendenti, non si registra alcuna novità che possa far sperare in un esito positivo. Mentre a Termini Imerese, dove la Fiat chiuderà il suo stabilimento entro la fine dell’anno, la situazione è ancora molto complessa e lontana da una soluzione. Così come rimangono ancora in sospeso vertenze importanti come Legler, Phonemedia, Omnia service, Firema per arrivare alla privatizzazione della Tirrenia. “Il paese vive una secessione di fatto con il Nord che subisce una crescita costante della richiesta delle ore di cassa integrazione mentre nel Sud è la disoccupazione a crescere vertiginosamente, in particolare quella giovanile”, osserva ancora Scudiere nel sostenere che: “E’ ormai evidente che in questo paese non esiste una politica economica mentre quella finanziaria del governo è totalmente inadeguata a risolvere gli enormi problemi che attanagliano il paese”. La CGIL rivendica quindi una “svolta urgente”e per questo lo sciopero generale in programma venerdì 6 maggio ha l’obiettivo, conclude Scudiere, “di rendere il paese consapevole della condizione in cui versa e della necessità di un radicale cambiamento”. |
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Tabelle paga lapidei Confapi maggio 2011
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 1, 2011
Argomenti: CGIL, FILLEA, servizi, tabelle paga, Ufficio vertenze |
Tabelle paga panifici artigiani maggio 2011
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 1, 2011
Argomenti: CGIL, FLAI, servizi, tabelle paga, Ufficio vertenze |
Tabelle paga alimentaristi artigiani maggio 2011
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 1, 2011
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Precari: ‘Il nostro tempo è adesso’, il 6 maggio l’Italia si ferma, fermiamoci anche noi
By Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 28, 2011
| Speciale Precari |
| Precari: ‘Il nostro tempo è adesso’, il 6 maggio l’Italia si ferma, fermiamoci anche noi |
| Prossima tappa per la mobilitazione dei giovani precari lo sciopero generale proclamato dalla CGIL per il prossimo 6 maggio. “E’ necessario – affermano – difendere i diritti ed estenderli a tutti: dalla malattia, al diritto di voto per la rappresentanza sindacale, allo stesso diritto di sciopero”. » Aderisci campagna ‘Precari/e in sciopero!’ – VIDEO su CGILtvda www.cgil.it» Speciale sciopero generale – SPOT |
da www.cgil.it Lo sciopero generale della CGIL proclamato per il 6 maggio sarà la prossima tappa della mobilitazione dei giovani precari che il 9 aprile scorso, dietro l’appello ‘Il nostro tempo è adesso’, sono scesi in piazza in tutta Italia per rivendicare un lavoro stabile e dignitoso.“Il 6 maggio l’Italia si ferma, fermiamoci anche noi”, scrivono in una lettera aperta i promotori dell’appello invitando tutti i precari a scioperare e a manifestare, affinchè spiegano “si costruisca una giornata in cui i lavoratori precari siano i protagonisti e possano prima di tutto rivendicare, in tutte le forme possibili, il diritto di sciopero”. Un diritto, proseguono “intrinsecamente negato ai precari. Un precario o un autonomo che decide di astenersi dal lavoro lo fa a proprio rischio e pericolo: chi per l’estrema ricattabilità a cui è sottoposto; chi, perché lavorando a progetto, carica su di sè il lavoro mancato; chi perché non vedrà conteggiato il proprio giorno di sciopero, tecnicamente inesigibile per alcune tipologie”.E’ per queste ragioni che i giovani del comitato ‘Il nostro tempo è adesso’ invitano tutti ad aderire alla campagna ‘Precari/e in sciopero!’. Chi non potrà astenersi dal lavoro potrà comunque aderirvi attraverso il sito raccontando la modalità di sciopero scelta, anche se solo simbolica, e raccontando perchè è stato negato il diritto di sciopero “sarete simbolicamente in piazza con noi” scrivono.Il lavoro e i suoi diritti, uno dei temi alla base dello sciopero generale, perchè come più volte ripetuto dalla leader della CGIL, Susanna Camusso “non può esserci lavoro senza diritti”, questo il principio che verrà ribadito in tutti i luoghi di lavoro e nelle piazze il 6 maggio, perchè “lavoro, persona e diritti sono un insieme inscindibile” e come sottolineato nella lettera aperta: è necessario difendere i diritti ed estenderli a tutti dalla malattia, al diritto di voto per la rappresentanza sindacale, allo stesso diritto di sciopero. “Quelle tutele che qualcuno preferisce strumentalmente definire ‘privilegi’ per pochi, diventino patrimonio per tutti”. |
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