cgil siena

Foto Career Day 2009

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 22, 2009

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Argomenti: Career day, CGIL, foto, studenti, università |

Carceri – 4 giugno: PolPen day

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 22, 2009

Un sit-in davanti al DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) a Roma e l’astensione dei poliziotti penitenziari dalla mensa di servizio in tutti gli istituti penitenziari d’Italia. Questo è quanto hanno deciso, per il prossimo 4 giugno, i Segretari Generali di FP CGIL Polizia Penitenziaria, SAPPE, OSAPP, UIL PA Penitenziari, CISL FNS e USSP per l’UGL che rappresentano il 90% del personale di polizia penitenziaria.

“Ancora una volta dobbiamo chiamare alla mobilitazione il personale di polizia penitenziaria. La situazione diventa ogni giorno sempre più critica ed insostenibile. Alle penalizzanti condizioni di lavoro, rese spesso in ambienti insalubri ed insicuri, il personale è costretto a subire la negazione delle ferie e dei riposi settimanali. Non bastasse aumentano i carichi di lavoro e le responsabilità, ma si assottigliano gli stipendi per gli emolumenti non pagati.”

“In questi giorni abbiamo sfondato anche quota 63mila detenuti – aggiungono FP CGIL Polizia Penitenziaria, SAPPE, OSAPP, UIL PA Penitenziari, CISL FNS e USSP per l’UGL – Non ci sono spazi materiali dove allocare i detenuti e, non a caso, cominciano le prime, rumorose proteste. Al personale si chiedono turni impossibili con il ricorso al lavoro straordinario, che poi non viene pagato, e gli si nega ferie e riposi. La misura è colma e la pazienza esaurita. Questa prima manifestazione del 4 giugno è solo l’inizio di un percorso di dura contestazione.”

Le OO.SS. della polizia penitenziaria avevano già chiesto al Ministro della Giustizia Alfano di essere convocati per riprendere il confronto sulle criticità del sistema penitenziario

“Forse il Ministro Alfano è troppo impegnato nella campagna elettorale per poter riservare tempo ed attenzione ai problemi del sistema carcere – affermano i responsabili sindacali della polizia penitenziaria – Nel mentre negli istituti penitenziari si affermano quotidianamente condizioni di lavoro illegali e si fa strame del diritto, gli agenti penitenziari sono oggetto di continue aggressioni e le condizioni detentive offendono la dignità e la civiltà. Tutto ciò con un Capo del DAP praticamente assente e che limita gli interventi verbali solo alle sporadiche apparizioni in periferia. Manca, di fatto, un interlocutore affidabile e credibile. Se il Ministro Alfano pensa di poter rinviare sine die il confronto dovrà assumersi per intero il peso e la responsabilità di tale decisione. Noi continueremo la nostra mobilitazione in difesa dei diritti del personale e per un sistema penitenziario rispondente a canoni di civiltà. Per questo il 4 giugno abbiamo indetto il primo PolPen day”.

FP CGIL Siena

Siena, 22 maggio 2009

Argomenti: FP |

Riconoscimento diritto ai riposi per i padri lavoratori anche se la madre non lavora

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 21, 2009

Ministero del Lavoro – Riconoscimento diritto ai riposi per i padri lavoratori anche se la madre non lavora.
Al “centro” il neonato

Il Testo Unico per la tutela della maternità e paternità (DLgs 151/2001) all’art.40 prevede che il padre lavoratore possa usufruire di permessi giornalieri pari a due ore se il suo orario di lavoro è pari o superiore alle sei ore, di una sola ora se è inferiore, fino ad un anno di età del bambino o entro un anno dal suo ingresso in famiglia nei casi seguenti:
a) se i figli sono affidati al solo padre
b) in alternativa alla madre lavoratrice dipendente che non se ne avvalga
c) nel caso che la madre non sia una lavoratrice dipendente
d) in caso di morte o di grave infermità della madre.
Le considerazioni dell’Inps e dell’Inca:
L’Inps aveva fornito un’interpretazione particolarmente restrittiva negando il diritto anche alle lavoratrici autonome che, come patronato, non abbiamo mancato di confutare. Inoltre, l’Istituto sosteneva che, mentre il congedo parentale è espressamente riconosciuto ai padri dalla normativa vigente, il diritto ai riposi è un diritto “derivato” dall’originaria finalità biologica dei riposi stessi, previsti “per allattamento” concernenti pertanto unicamente la madre “nutrice”.
In seguito, grazie alla nostra di attività di contenzioso, l’Inps rivedeva la sua posizione ed affermava  che “per madre lavoratrice non dipendente deve intendersi la lavoratrice autonoma, artigiana, commerciante, coltivatrice diretta, colona, mezzadra, imprenditrice agricola professionale, parasubordinata e libera professionista, avente diritto ad un trattamento economico di maternità a carico dell’Istituto o di altro Ente previdenziale”.
Da questo sommario elenco, dal quale sono assenti comunque le lavoratrici domestiche e quelle a domicilio, rimangono espressamente escluse le casalinghe.
La giurisprudenza
La sentenza del Consiglio di Stato n.4293/2008 e la successiva giurisprudenza (in particolare Cassazione n. 20324/5) hanno invece posto in evidenza che la donna casalinga svolge quotidianamente occupazioni significative ed il suo stare in casa non ha come “base naturale” ed ovvia l’accudimento dei figli. “La nozione di lavoratore assume diversi significati nell’ordinamento, ed in particolare nelle materie privatistiche e pubblicistiche”. Inoltre, la giurisprudenza , anche europea, mette al centro il neonato ed il suo bisogno primario di cure, prima di qualsiasi altra considerazione. Lo stesso principio ispiratore del Testo Unico è proprio quello di garantire il benessere psico-fisico nel neonato assicurando il più possibile la presenza dei due genitori, insieme o separatamente, al suo fianco.
Le indicazioni del Ministero
Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, con la circolare 8494/09, si uniforma a questo indirizzo giurisprudenziale favorevole ai padri lavoratori e viene quindi finalmente riconosciuto al lavoratore padre il diritto a fruire dei riposi previsti dall’art.40 lettera c) del Dlgs 151/2001, anche quando la madre “svolga lavoro casalingo”.
Considerazioni
Un’ulteriore riflessione, derivata dal nostro lavoro quotidiano, ci porta ad operare in modo che, sempre in un’ottica di maggiore tutela, anche previdenziale, si arrivi a riconoscere ai riposi  la contribuzione figurativa “completa”.  Attualmente, com’è noto, l’art.35, comma 2 del Testo Unico prevede per la contribuzione figurativa il valore retributivo del 200 per cento dell’assegno sociale, con possibilità di riscatto o di versamenti volontari, sull’importo residuo, da parte degli interessati.
E’ questa una delle priorità da tenere presente per una effettiva tutela e in vista di modifiche della normativa vigente, in discussione al Parlamento europeo ed oggetto di varie proposte legislative del Governo.

Argomenti: CGIL, INCA, maternità, paternità, patronato |

Gli interventi dell’Assemblea delle Camere del Lavoro

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 21, 2009

Ascolta l’audio degli interventi:

http://www.cgil.it/HtmlViewer.aspx?POPUP=1&ID=*Speciale.interventi%20CdL

Argomenti: CGIL |

L’intervento del Segretario Vigni all’Assemblea delle Camere del Lavoro

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 20, 2009

Leggi l’intervento di Claudio Vigni, Segretario Generale CGIL Siena, all’Assemblea delle Camere del Lavoro di Roma:

intervento-vigni-assemblea-camere-del-lavoro.pdf

Argomenti: CGIL |

Career day 2009 Facoltà di Economia: anche quest’anno lo stand della CGIL di Siena

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 20, 2009

Domani si terrà la IV Edizione del “Career Day” della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Siena, un’importante giornata d’incontro tra il mondo del lavoro e gli studenti della Facoltà.
Proprio per questo la CGIL di Siena sarà presente anche quest’anno per conoscere direttamente gli studenti presentando le proprie attività ed incontrando i laureandi e i laureati.
Per i futuri lavoratori lo stand allestito dalla CGIL di Siena nel chiostro della Facoltà costituirà una preziosa opportunità per conoscere e confrontarsi con il Sindacato ed il mondo del lavoro che esso rappresenta.
La CGIL, la Confederazione Generale del Lavoro, è la più antica organizzazione sindacale italiana (nata nel 1906) ed anche la maggiormente rappresentativa, con i suoi oltre cinque milioni e mezzo d’iscritti, tra lavoratori, pensionati e giovani che entrano nel mondo del lavoro.
La struttura territoriale della nostra provincia, la Camera del Lavoro di Siena, conta 56.702 iscritti e 49 sedi sindacali sparse in tutto il territorio senese. Claudio Vigni è il Segretario Generale.
La CGIL di Siena invita quindi tutti gli studenti ed i laureati a visitare il proprio stand per conoscere l’azione di tutela che il Sindacato svolge per i futuri lavoratori, finalizzata a difendere, affermare e conquistare diritti individuali e collettivi.

Siena, 20 maggio 2009

Argomenti: Career day, CGIL, studenti, università |

Il video dell’Assemblea nazionale delle Camere del Lavoro

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 19, 2009

da RASSEGNA.IT:

http://www.rassegna.it/video/2009/05/18/231/lassemblea-nazionale-delle-camere-del-lavoro

Argomenti: CGIL |

Mirella Mei è la nuova Presidente dell’Archivio

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 19, 2009

Mirella Mei è la nuova Presidente dell’Archivio del Movimento Operaio e Contadino in provincia di Siena, archivio della CGIL senese che raccoglie, conserva e rende fruibile il materiale documentario inerente alla storia sindacale della nostra provincia.
Il Comitato Direttivo dell’Archivio, nell’eleggere per acclamazione Mirella Mei, ha salutato e ringraziato Tiziana Bruttini, Presidente uscente, per il prezioso lavoro svolto, che in questi anni ha portato – oltre all’attività ordinaria di recupero, conservazione e catalogazione del materiale documentale – a numerose ricerche storiche, mostre fotografiche, video e convegni che hanno ricostruito momenti ed episodi delle vicende del movimento sindacale senese, come le origini della Camera del Lavoro di Siena, le lotte dei minatori dell’Amiata, le lotte dei mezzadri nel dopoguerra, la nascita di cooperative nel settore del tessile-abbigliamento, la storia delle fiascaie della Valdelsa e delle più importanti categorie produttive provinciali (cavatori, ferrovieri, vetrai…). Nel 2005, per la ricorrenza del centenario della fondazione della CGIL senese (1905-2005), l’Archivio ha allestito un denso programma di iniziative in tutta la provincia, che si è concluso con il grande concerto di Francesco De Gregori in Piazza del Campo. Lo scorso anno è stato pubblicato il nuovo inventario aggiornato dei fondi dell’Archivio.
La neo Presidente Mirella Mei si è dichiarata molto onorata del compito affidatole, considerando l’Archivio come “un’opportunità dinamica da divulgare e far comprendere, anche attraverso percorsi culturali da dedicare agli studenti degli istituti scolastici che vorranno farne uso per conoscere una ‘grande’ storia che non appare nei programmi tradizionali”.

Siena, 19 maggio 2009

Argomenti: archivio storico |

Al via la grande assemblea delle Camere del Lavoro

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 18, 2009

Al via la grande assemblea delle Camere del Lavoro
Apre i lavori l’intervento del Segretario Generale
La crisi, i salari, i tavoli regionali e l’inadeguatezza delle politiche governative alla fase economica, questi i primi temi affrontati nell’intervento di Epifani. Pubblichiamo la sintesi.
18/05/2009

Oggi alle ore 12 sono incominciati i lavori dell’ assemblea delle Camere del Lavoro organizzata al Teatro Capranica a Roma.
Una giornata senza precedenti, come l’ha definita il Segretario Generale, che da voce e protagonismo ai territori sui temi dell’agenda politica nazionale.

Pubblichiamo la sintesi dell’intervento di Guglielmo Epifani.

CGIL: Epifani, crisi continua e dal governo scelte non appropriate

A livello locale si aprono tavoli e si firmano accordi ma serve una cornice generale

Una conferenza che si inserisce nel percorso nato con quella di organizzazione e con la campagna di contrattazione sociale, per sottolineare l’impegno della CGIL e l’importanza che l’organizzazione sindacale dà alle tematiche territoriali. In estrema sintesi è questo il senso dell’Assemblea Nazionale delle Camere del Lavoro che ha preso il via oggi a Roma, e che si concluderà domani, così come lo ha spiegato nel corso della sua relazione introduttiva il segretario generale della CGIL, Guglielmo Epifani. “Con la scelta di questa conferenza – ha detto -, in cui abbiamo chiamato tutte le camere del lavoro, insieme alle categorie nazionali e alle strutture regionali confederali, ci proponiamo di fare il punto sulle esperienze di contrattazione fatte, di vederne problemi e risultati, e di fare assumere a questo livello della nostra azione quel ruolo di responsabilità che riteniamo essenziale”.
“In un momento di globalizzazione senza regole, che ha portato alla crisi che oggi viviamo, al territorio viene chiesto di giocare ruoli e di svolgere funzioni spesso in contrasto”, ha osservato il numero uno della CGIL denunciando “le scelte del governo dentro la crisi hanno scaricato irresponsabilmente verso regioni, province e comuni funzioni e compiti che devono essere presidiati nazionalmente”. Perché è solo il livello nazionale che può affrontare temi fondamentali come le politiche fiscali, di redistribuzione, infrastrutturali e industriali. Ma al contrario, l’immobilismo del governo, produce “l’allargamento delle distanze sociali, tra aree territoriali e che rende nel complesso il paese più povero quando e se la ripresa ci sarà”.
Perché oltre la retorica sui temi sulla crisi, e su di una sua presunta fine, il segretario generale richiama l’attenzione sul tema: “La crisi non solo c’è ma è destinata ad avere tempi profondi soprattutto nei prossimi mesi”. Ed è per questo, nella consapevolezza di una crisi che non ha ancora fatto vedere i suoi peggiori effetti, che “le scelte del governo non sono le più appropriate”. Scelte che per Epifani “si sviluppano dentro un orizzonte culturale pericoloso e arretrato come dimostra il libro bianco”. Un testo che è “un miscuglio ideologico”, fondato su di una idea “caritatevole” che ha portato “il mondo sull’orlo del baratro”.
A fare da contraltare alla mancanza di un confronto a livello centrale tra governo e parti sociali, Epifani ha sottolineato quella “seconda Italia” fatta dalle tante amministrazioni consapevoli degli effetti della crisi a livello territoriale. Un’Italia “che apre tavoli, firma accordi, e dove si mantiene una unità di azione tra le organizzazioni sindacali”. Mentre la “prima Italia”, quella del governo nazionale, “non mostra la stessa sensibilità”. Ma è proprio il protrarsi della crisi, la consapevolezza del fatto che “il peggio non è passato”, che la mancanza di un tavolo nazionale non ha “alcuna spiegazione plausibile” perché “abbiamo bisogno che si assumano alcune scelte di fondo non che non possono che essere assunte a livello centrale”.
Epifani ha perciò sottolineato la necessità di delineare una cornice che garantisca flessibilità nei patti di stabilità a livello locale che possa riavviare la domanda, che permetta la ripersa di una seria politica di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale da reinvestire sui redditi da lavoro dipendente e da pensione, che estenda la cassa integrazione ordinaria dalle attuali 52 a 104 settimane, che approvi i nuovi livelli di assistenza sanitaria, che metta al centro il tema del Mezzogiorno, “stretto com’è tra criminalità, disoccupazione e crisi industriali”.
Anche il dibattito nazionale entra nella relazione del segretario generale, come le vicende legate ai ‘respingimenti’ dei barconi dei migranti e delle reazioni del nostro governo agli appunti dell’Organizzazione delle nazioni unite: “ Le frasi scomposte pronunciate da alcuni ministri sull’Onu – ha detto il numero uno della CGIL – confermano che non c’e’ mai argine al peggio e noi, invece, lavoriamo per contrastare questa deriva che rischia di portare problemi enormi al Paese e alla rete di diritti”.
In conclusione, Epifani ha chiesto “uno scatto in avanti” dell’intera organizzazione che sia “all’altezza della sfida”. Una sfida che la CGIL “può vincere per la natura profondamente confederale e generale che rappresenta”. La stessa natura che, ha detto ricordando i fatti di sabato a Torino, “ci porta a denunciare con fermezza forme di sopraffaziozione” e che sono “un atto irresponsabile verso le ragioni della lotta”. Alle tante strutture presenti, a tutte le Camere del Lavoro, “a una di queste – ha concluso Epifani – voglio dedicare solidarietà: quella dell’Aquila. Faremo di tutto perché venga ricostruita, faremo di tutto perché rinasca la nostra Camera del Lavoro”.

Argomenti: CGIL |

Epifani, un atto sgangherato ma il malessere sociale c’è

By Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 18, 2009

Epifani, un atto sgangherato ma il malessere sociale c’è
16/05/2009 In un’intervista a il ‘Corriere della Sera’ il leader della CGIL dice: “Subito un tavolo su Fiat, il governo non stia alla finestra”

 «L’aggressione di un gruppo ben circoscritto», «l’ennesima prova di quanto sia sgangherato un certo modo di fare estremismo». Il segretario generale della CGIL, Guglielmo Epifani, vorrebbe parlare d’altro: della crisi, della Fiat e del governo «che fa tutto da solo». Ma nella giornata in cui il leader dei metalmeccani­ci del suo sindacato è stato tirato giù dal piccolo palco su cui parlava, l’argomento c’è tutto.

Che idea si è fatto dell’episodio di Tori­no, segretario?

«Una quarantina di persone, un gruppo circoscritto, ha fischiato Rinaldini e gli ha tolto il microfono, che poi ha ripreso».

Si trattava di Cobas, con cui spesso la Fiom ha manifestato.

«Con i Cobas nel passato abbiamo avu­to discussioni e confronti. Fiom ha una li­nea precisa e netta, però è sempre nel sin­dacato confederale. L’estremismo sta dal­­l’altra parte».

Teme una deriva violenta della conflit­tualità sociale?

«La situazione è delicata e si può aggra­vare, soprattutto se non si fa nulla».

Non vede in questi episodi un proble­ma di rappresentatività del sindacato?

«Il sindacato in questi giorni in Europa è stato presente con grandi manifestazio­ni, che puntano proprio a rimettere la per­sona al primo posto».

Il tafferuglio di Torino avrà conse­guenze?

«Il risultato di simili azioni è che l’ac­cento poi va a finire su altre cose rispetto a quelle di cui si dovrebbe parlare. Tipo la crisi del settore auto».

Il ministro Tremonti ha detto al «Cor­riere » che il crollo si sta fermando.

«Ha parlato di un rallentamento della caduta, che è fisiologico, ma vuol dire pur sempre che la caduta continua. È inutile far finta di non vedere».

Silvio Berlusconi dice che «compito del governo è infondere fiducia».

«Eh no! Si è bloccata l’apocalisse, e va bene, ma c’è una significativa caduta della domanda mondiale che, per Paesi esporta­tori come l’Italia e la Germania, è molto grave. Senza alcun sostegno agli investi­menti e ai consumi, visto che lo stesso Tre­monti giudica marginale l’effetto della so­cial card, rischiamo la stagnazione».

La crisi rallenta. Con quali effetti sul­l’occupazione?

«Gli effetti della crisi sull’occupazione non si sono neppure prodotti tutti: penso a quello che può succedere alla petrolchi­mica, alla chimica, al made in Italy. Penso all’allarme dei costruttori dell’Ance… E poi sento Berlusconi dire che a drammatiz­zare sono solo l’opposizione e i giornali. Cioè che non farà nulla».

E lei che farebbe al suo posto?

«Tre cose ma importanti. Rendere più flessibile il patto di stabilità dei Comuni per far ripartire gli investimenti; raddop­piare la durata della cassa integrazione or­dinaria per evitare il conflitto sociale e au­mentare un po’ i redditi, perché la social card è troppo poco».

E sul piano fiscale?

«Auspico una maggior lotta all’evasio­ne e all’elusione perché ho l’impressione che i controlli si siano allentati».

Lei dice che il governo non fa nulla ma intanto il gradimento resta alto. Co­me lo spiega?

«Questo è un fatto tutto italiano. Forse dipende dall’abilità mediatica del presi­dente. Forse dalla disillusione che il cen­trosinistra ha seminato in questi anni».

E il sindacato non ha niente da rim­proverarsi?

«Noi abbiamo fatto 5 mila accordi con imprese e decine con le amministrazioni. Il Paese corre a due velocità: c’è quello do­ve i tavoli si aprono e quello dove si dice che la crisi è finita».

Ci sono pure tavoli da cui vi siete alza­ti e scioperi generali. È dialogo?

«Gli scioperi si fanno proprio quando manca il dialogo. Tremonti ha un bel dire che l’utilità marginale sta nel discutere per portare a casa qualcosa. Il problema è che il governo non discute né con noi né con altri. Perché non si fa un tavolo sul ter­remoto?».

Su cosa?

«La gestione emergenziale va bene, ma adesso stanno sorgendo problemi. Che succede se le case non arrivano entro l’in­verno? E perché la gestione sul posto è an­cora in mano alla Protezione civile e non agli enti locali?».

 Il tavolo sulla Fiat invece Marchionne vuole farlo dopo l’accordo con Opel, con­divide?

«Non è accettabile. Capisco la cautela di Marchionne perché la faccenda Opel mi pare più complessa di quella Chrysler, ma noi non discuteremo solo delle ricadute di quegli accordi sui nostri stabilimenti. E poi c’è un problema importante».

Quale?

«Che società ha in mente Fiat? Qui si sta facendo il primo gruppo automobilisti­co transnazionale: chi ne avrà il controllo? Siamo sicuri che sarà italiano? E il gover­no perché sta alla finestra?».

Si parla di snellimenti e chiusure di stabilimenti, tra cui quello di Pomiglia­no.

«In Italia si produce già poco, è inam­missibile ridurre ancora».

E’ vero che la Fiat, come ha ricordato Tremonti, ha fornito impegni sull’occu­pazione quando ha ottenuto gli incentivi dal governo?

«Avremmo voluto un accordo più espli­cito, ma l’impegno morale c’è. Anche per­ché è proprio grazie agli incentivi se Fiat sta facendo meglio degli altri».


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