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LAVORO, LEGALITA’ E SOLIDARIETA’

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Maggio 2, 2010

LAVORO, LEGALITA’ E SOLIDARIETA’

dom 02 mag, 2010

Di: Guglielmo Epifani [sintesi comizio 1° maggio a Rosarno] (da www.cgiltoscana.it)

GOVERNO Il governo si faccia portatore di una nuova politica di sviluppo, dell’occupazione, un piano per il lavoro perchè un Paese che vuole programmare il futuro non può farlo sul precariato. Questa è la festa di chi vive con il lavoro, per questo noi stiamo con chi vive con il lavoro e lotta quotidianamente contro il precariato. Si sono persi 200mila posti di lavoro solo quest’anno e nel Meridione queste cifre sono destinate ad aumentare. Un’azienda che chiude nel Sud vuol dire perdere il lavoro per troppo tempo: è arrivato il momento che il governo faccia di più.

MIGRANTI Il problema dell’integrazione non è di una sola parte del Paese. Per i lavoratori migranti immessi negli ammortizzatori sociali chiediamo che questi possano goderne fino alla fine. Chiediamo che il lavoratore migrante che utilizza gli ammortizzatori sociali possa restare in Italia fino a quando gli ammortizzatori gli consentono di vivere. L’integrazione è difficile, ma necessaria, è impensabile mandare via dei bambini da un asilo solo perchè i genitori non riescono a pagare la retta.

MEZZOGIORNO Si stanno attuando politiche che tendono a cancellare il Mezzogiorno del Paese. La storia recente del sud è quella di tanti giovani precari della scuola, della sanità che hanno difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro. Abbiamo tante Rosarno, Foggia, Bari e Castelvolturno. Problemi identici nelle periferie della città industriali del nord. Questa è l’Italia che dobbiamo cambiare.

LEGALITA’ Nel giro di qualche anno siamo ritornati per la seconda volta in Calabria dopo Locri nel 2006. E’ necessario sconfiggere tutte le mafie perchè soffocano la legalità e i diritti. Sosterremo le forze dell’ordine e la magistratura dove c’è da affermare legalità e diritti. Le mafie soffocano la legalità e i diritti, liberarsi dalle mafie significa liberare la dignità dei lavoratori”.

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