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Manovra: 29 settembre grande manifestazione nazionale a Roma

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Luglio 22, 2010

Manovra: Epifani, 29 settembre grande manifestazione nazionale a Roma
Contro gli interventi del governo nell’ambito della mobilitazione indetta dalla CES. Il Segretario Generale della CGIL in una riunione col gruppo dirigente affronta tutti i temi in ‘agenda’: dalla manovra in discussione in Parlamento agli effetti e gli sviluppi della crisi, fino al rapporto con CISL e UIL
21/07/2010

La CGIL promuoverà per il 29 settembre una grande manifestazione nazionale a Roma. Lo ha annunciato oggi il Segretario Generale della CGIL, Guglielmo Epifani, nel corso del suo intervento oggi in occasione di una riunione del gruppo dirigente dell’organizzazione sindacale che si è tenuta in Corso d’Italia. Un intervento, quello di Epifani, che ha toccato tutti i temi in ‘agenda’: dalla manovra in discussione in Parlamento agli effetti e gli sviluppi della crisi, fino al rapporto con le altre organizzazioni sindacali.

In merito alle parole di oggi del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, il leader della CGIL ha osservato: “Ancora oggi in Parlamento il ministro Tremonti è tornato a parlare della manovra approvata in Senato ignorando del tutto gli aspetti che la rendono diversa da tutte le manovre, in qualche caso anche più pesanti, varate nel resto d’Europa e cioè la sua iniquità e il suo profilo depressivo sull’economia”. Epifani ha ribadito il giudizio della confederazione sulla correzione di bilancio: “E’ una manovra iniqua perché i costi del risanamento sono solo a carico di una parte del paese, quello più debole, quello rappresentato dal lavoro dipendente e dai redditi più bassi che finiscono con il pagare anche per i ceti più abbienti”. Inoltre, ha aggiunto, “non è toccata dai sacrifici la fascia di più alto reddito del paese, non viene chiesto niente alle rendite, ai patrimoni, alle imprese. Questa iniquità strutturale è uno degli elementi che caratterizza la manovra italiana dalle altre.

Oltre il tema della ‘iniquità’, Epifani ha puntato il dito contro la mancanza di strategia della manovra che “non prevede nessuno stimolo per la ripresa dell’economia, nessun incentivo sui redditi e sui consumi, mentre tutti gli altri paese, pur introducendo tagli pesanti, hanno risparmiato la ricerca, la formazione, l’innovazione, cioè l’investimento sul futuro; la manovra di Tremonti è complessivamente depressiva e ha ragione Bankitalia a stimare un effetto negativo sul Pil tra lo 0,5 e lo 0,8 per cento”. Tutto questo, ha sostenuto Epifani nel suo intervento, “avrà come conseguenza un paese meno coeso, più frammentato a livello territoriale, generazionale, sociale. Il quadro tracciato dalla Svimez, drammaticamente realistico, non potrà che peggiorare mentre il governo punta ad accentrare sempre più la gestione delle risorse”.

Fra i problemi che la manovra produrrà nei prossimi anni uno dei più rilevanti è l’assetto previdenziale. “Non c’è nessuna riforma delle pensioni come sostiene Tremonti – ha detto il leader sindacale – ma solo un rialzo brutale dell’età pensionabile che punta a fare cassa, creando nuovi pesanti squilibri e accentuando quelli già esistenti, rinunciano inoltre, con la mancata revisione dei coefficienti di trasformazione, di intervenire per il futuro pensionistico dei giovani.  Legare poi l’uscita dal lavoro automaticamente all’aspettativa di vita media è assurdo: se cresce fino a 90-95 anni, come è possibile, ne consegue che si può restare al lavoro fino a 75-80 anni? Non c’è un rapporto automatico fra vita più lunga e capacità lavorativa, è un meccanismo che non regge”. Resta poi aperto il problema dei  lavoratori in mobilità lunga perché il tetto alle prime 10.000 domande di pensione lascia senza certezze un platea molto ampia di lavoratori.

Fra le molte altre cifre negative di questa manovra elencate da Epifani ci sono: “I tagli agli organici dei servizi pubblici, che oltre ad avere effetto diretto sull’occupazione si traducono in riduzione della qualità e dell’universalità dei diritti; lo svuotamento dei finanziamenti alle opere infrastrutturali di dimensioni grandi e piccole; la riduzione dei trasferimenti a regioni ed enti locali. Inoltre è diventato inesistente il ruolo del ministero dello Sviluppo economico, mentre a fine anno termineranno le risorse per la cig in deroga, non si vede traccia di nuovi interventi e sarà ben difficile che questa volta le Regioni possano supplire. Tutto questo mentre non c’è alcuna certezza sul superamento della crisi economica, malgrado i buoni segnali di queste settimane che andrebbero però interpretati in relazione ai settori produttivi e alle aree territoriali. In ogni caso gli effetti della ripresa sull’occupazione non sono immediati e c’è il rischio che le imprese, anche per l’effetto depressivo della manovra, siano tentate di affrontare la concorrenza comprimendo i costi e dunque l’occupazione, i salari, i diritti”.

In questo quadro, ha fatto sapere Epifani, “continueranno le iniziative della CGIL per il lavoro e i diritti, dopo gli scioperi e le manifestazioni di queste settimane che hanno avuto generalmente esiti molto positivi e in alcuni casi superiori alle aspettative”. Quanto alle altre organizzazioni sindacali, “CISL e UIL continuano a non esserci: manca un’idea di autonomia, sembrano muoversi in funzione delle scelte di governo e imprese, spesso rompendo radicalmente con il tradizionale patrimonio di tutto il movimento sindacale e  con la propria stessa cultura”, ha sottolineato il numero uno della CGIL. “Per esempio, come è possibile che sia diventato accettabile un interevento sulle pensioni per fare cassa, per risparmiare, cosa sempre esclusa da tutti noi? E come può il segretario della CISL essere contento per la parziale reintroduzione degli scatti automatici di anzianità nella scuola, affidandosi alla potenziale benevolenza del governo piuttosto che al principio dell’autonomia contrattuale, caposaldo della cultura della CISL? E a proposito dei licenziamenti fatti dalla Fiat, come può un dirigente sindacale ironizzare e dire che ci si può appellare alla magistratura? E’ in atto una progressiva perdita di autonomia: e questo spiega perché si debba ricorrere alle bugie e continuare a sostenere che in Europa scioperino solo tre sindacati ‘comunisti’: non è vero, in tutta Europa le sigle sindacali di diverso orientamento hanno fatto o stanno preparando scioperi o  manifestazioni contro gli interventi dei governi, fino a quella generale europea indetta dalla CES per il 29 settembre, nell’ambito della quale – ha concluso Epifani – lo stesso giorno, la CGIL promuoverà una grande manifestazione nazionale a Roma”.

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