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Lavoro: raggiunta intesa unitaria su detassazione salario di produttività

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Marzo 10, 2011

Lavoro: raggiunta intesa unitaria su detassazione salario di produttività
CGIL, aver trovato l’intesa sugli accordi territoriali “semplifica” e dà garanzia di “un’applicazione omogenea” della detassazione sul salario di produttività
» Testo dell’accordo
09/03/2011

da www.cgil.it

Sottoscritta intesa tra CGIL, CISL, UIL e Confindustria per detassare, al 10% le voci salariali collegate ad incrementi di produttività, come ad esempio lo straordinario, i turni, la notte, le festività e la domenica.

Le parti sociali hanno scelto la strada degli accordi territoriali e concordando un testo base che sarà sottoscritto in tutte le province o territori.”La firma da parte di tutte le organizzazioni è un fatto positivo. Non avremmo mai firmato un accordo separato”, commenta il segretario Confederale della CGIL, Vincenzo Scudiere. L’aver trovato l’intesa sugli accordi territoriali, ha aggiunto il dirigente sindacale, “semplifica” e dà garanzia di “un’applicazione omogenea” della detassazione sul salario di produttività.

Di seguito pubblichiamo la nota predisposta dal Coordinatore del Dipartimento Settori Produttivi della CGIL Nazionale, Salvatore Barone, che commenta nel dettaglio l’accordo raggiunto:

Il confronto avviato tra CGIL, CISL, UIL e Confindustria sul tema in oggetto, e portato a conclusione nella giornata di ieri, ha prodotto la firma dell’accordo.

Si tratta di una intesa molto importante che rende operativa la disposizione di legge, e la successiva circolare del Ministero del Lavoro e dell’Agenzia delle Entrate, circa la detassazione delle voci retributive corrisposte in relazione agli incrementi di produttività.

In concreto le parti firmatarie, in assenza di risposte positive da parte del Ministero del Lavoro sulle modifiche da apportare alla circolare – come richiesto dalla sola CGIL – hanno convenuto sull’opportunità di favorire in modo uniforme la definizione di accordi territoriali, predisponendo un testo che dovrà essere sottoscritto nelle province o nei territori da Confindustria e CGIL, CISL e UIL.

Come è possibile opportunamente notare il recepimento richiesto dalla legge, non riguarda i CCNL in quanto tali, avendo noi contestato tale impostazione, ma gli istituti (quelli citati a titolo esemplificativo) riconducibili ai criteri previsti dalla legislazione stessa sulla base e in continuità con quanto avvenuto nel biennio 2009/2010.

Altro aspetto significativo contenuto nell’accordo riguarda il fatto che il recepimento così configurato riguarda “tutti i contratti collettivi nazionali di lavoro applicati presso le imprese aderenti al Sistema di rappresentanza di Confindustria” e che l’applicazione degli istituti (sempre quelli indicati a titolo esemplificativo) deve avvenire “così come disciplinati nel contratto collettivo nazionale di lavoro applicato in azienda”.

Tali concetti per noi fondamentali sono tra l’altro sottolineati nell’accordo che accompagna il testo da recepire a livello territoriale laddove si dice “tenendo conto del ruolo e dei contenuti dei contratti collettivi nazionali di lavoro “ che confermano la salvaguardia della contrattazione collettiva contro ogni tentativo di stravolgimento.

Infine è previsto l’impegno delle parti firmatarie ad una corretta applicazione dell’accordo e da parte delle imprese ad informare le rispettive RSU e i lavoratori sulla sua attuazione.

In conclusione possiamo affermare che con questo percorso e con queste modalità, nelle more della legge e della circolare che abbiamo considerato sbagliate e strumentali, è possibile tutelare l’insieme dei lavoratori del settore privato, dalla grande alla piccola impresa di tutti i settori, attraverso un ruolo interconfederale del sindacato senza far venir meno, avendo questo accordo caratteristiche necessariamente sussidiarie, l’autonomia delle categorie circa la possibilità di realizzare accordi aziendali o di gruppo laddove sussistono positive condizioni unitarie.

A questo proposito, e cioè al fine di tutelare effettivamente tutti i lavoratori con criteri uniformi e omogenei, è assolutamente necessario sottolineare che questo accordo con Confindustria, deve essere esteso a tutte le altre Associazioni d’impresa, quindi Artigiani e Commercio (Rete Imprese Italia), Confapi, Cooperative, Abi, ecc. in quanto i suoi contenuti sono riconducibili ad aspetti di carattere generale quindi indipendenti dalla dimensione d’impresa e del settore di appartenenza.

Il nostro impegno a livello nazionale già a partire dalle prossime ore sarà quello di coinvolgere, e in parte l’abbiamo fatto, tutte le Associazioni sopra citate con l’obiettivo di rendere praticabile l’assunzione da parte loro degli stessi contenuti dell’accordo Confindustria.

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