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Lavoro: CGIL su dati INPS, segnale inequivocabile di crisi molto grave

di Ufficio Stampa CGIL Siena | Aprile 6, 2011

Lavoro: CGIL su dati INPS, segnale inequivocabile di crisi molto grave
A marzo aumenta la richiesta di CIG del 45,1% rispetto al mese precedente, mentre cala del 15,8% su base annua. Secondo la Confederazione se non si interviene nel 2011 “sarà battuto ogni record nel ricorso alla deroga e aumenterà la possibilità di definitiva espulsione di lavoratori dal processo produttivo”
05/04/2011

da www.cgil.it

“Il segnale inequivocabile di una crisi ancora molto grave che colpisce duramente il lavoro”. E’ il commento del Segretario confederale della CGIL, Fulvio Fammoni, in merito ai dati sulla Cassa integrazione diffusi oggi (5 marzo) dall’INPS che registrano un forte rimbalzo per le richieste di Cassa integrazione a marzo. In questo mese, fa sapere l’INPS, le aziende italiane hanno chiesto 102,5 milioni di ore di Cassa con un aumento del 45,1% rispetto a febbraio 2011 (erano stati chiesti 70,6 milioni di ore) e un calo del 15,8% rispetto a marzo 2010 (121,8 milioni di ore chiesti). Nei primi tre mesi dell’anno, rileva ancora l’istituto nazionale di previdenza, sono state chieste e autorizzate nel complesso 233,4 milioni di ore, contro i 299,7 milioni dell’anno precedente (-22,14%). 

Il dirigente sindacale ricorda come, sulla base delle vertenze e degli accordi aziendali “avevamo detto che la crisi era ancora molto grave e stava ancora colpendo duramente il lavoro”. I dati di marzo delle ore di CIG autorizzate, secondo Fammoni “testimoniano esattamente questo e dovrebbero valere anche per gli ottimisti senza ragione e, soprattutto, senza concreta iniziativa contro la crisi”.

Nello specifico, l’aumento delle richieste di Cassa integrazione registrato dall’INPS a marzo rispetto al mese precedente riguarda tutti e tre gli istituti della CIG: le richieste di Cassa integrazione ordinaria (CIGO) sono passate da 19,2 milioni a febbraio a 23,2 milioni a marzo (+21,1%) mentre le domande  di Cassa integrazione straordinaria (CIGS) sono passate da 29,1 milioni di ore a febbraio a 42,4 milioni a marzo (+45,4%). Ancora più forte,  fa notare l’INPS, è l’incremento di domande di Cassa integrazione in deroga (CIGD) che sono passate da 22,3 milioni di ore a febbraio, a 36,9 milioni a marzo (+65,2%).

“Più di cento milioni di ore autorizzate a marzo, circa trenta milioni di ore in più rispetto a febbraio 2011”, rappresentano per Fammoni “un segnale inequivocabile” ma, secondo il dirigente sindacale è soprattutto il “peggioramento della qualità della CIG richiesta” che deve preoccupare: la differenza delle quantità dei primi tre mesi con l’anno precedente è solo nella CIG ordinaria, cioè spiega Fammoni “sullo strumento che dà certezze di rientro, mentre resta molto alta la straordinaria e vola la CIG in deroga”. Questo vuol dire che “se non si interviene nel 2011 sarà battuto ogni record nel ricorso alla deroga e aumenterà la possibilità di definitiva espulsione di lavoratori dal processo produttivo”.

Per quanto riguarda le domande di disoccupazione, l’INPS registra nel mese di febbraio una frenata. Sono 68mila le richieste di sussidio di disoccupazione con un calo del 12,8% rispetto a febbraio 2010, mentre ancora più forte è il calo delle domande di mobilità che passano – sottolinea l’Istituto di previdenza – da quasi 9mila del febbraio 2010 a meno di 6mila dello stesso mese di quest’anno (-34,1%).

Anche il dato sulla disoccupazione, avverte il dirigente sindacale, “dovrebbe essere letto oltre il puro riferimento numerico”, spiegando che al terzo anno di crisi e per la qualità delle nuove assunzioni “è sensibilmente calato il numero dei lavoratori che possono raggiungere i requisiti per richiedere la indennità di disoccupazione”. Ecco perché, fa sapere il sindacalista, oltre alle richieste già avanzate per interventi fiscali; conferma ed estensione delle tutele soprattutto ai giovani e ai precari e alle proposte per favorire lo sviluppo che, ricorda Fammoni “saranno al centro dello sciopero generale del 6 maggio”. La CGIL ha scritto, nei giorni scorsi, una lettera al Ministro del Lavoro sugli ammortizzatori in deroga dove si chiedeva, conclude Fammoni “che venisse formalmente ribadita, come previsto nell’intesa raggiunta in Conferenza unificata fra Governo e Regioni il 16 dicembre scorso, la proroga fino a giugno dell’attuale meccanismo, fino all’entrata in vigore del nuovo accordo”.

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